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Abstract

La Democrazia Guidata si configura come un modello che cerca di abbinare le idee democratiche a quelle socialiste, ed è costruito da figure come Soekarno e Roeslan Abdulgani; in questo modo, si crea un nuovo modello, in cui gli intellettuali ‘puri’, gli ‘specialisti’, vengono relegati in una posizione subordinata rispetto ad una nuova élite. Quest’ultima, in particolare, è costituia da giovani istruiti e competenti, ma che si sono formati in università che non seguono il modello occidentale; in altre parole, la Democrazia Guidata può essere considerata un modo per adottare un sistema democratico con caratteristiche indonesiane, almeno nelle intenzioni.


Introduzione – Una Panoramica sulla Democrazia Guidata

Sia Soekarno che Nasution considervano lo Stato come un soggetto attivo, e Soekarno, in effetti, lo concepiva in termini di leadership che guida la società verso il cammino della rivoluzione; Nasution, invece, lo considerava un’estensione della sfera militare, le cui ramificazioni abbracciavano la comunità nel suo complesso. Del resto, era necessario garantire l’autorità della burocrazia durante gli anni concitati della rivoluzione e della democrazia parlamentare negli anni Quaranta e Cinquanta del Novecento, in seguito al passaggio di consegne dall’amministrazione coloniale a quella dell’Indonesia indipendente. L’idea della rivoluzione indonesiana, che ha portato all’indipendenza della nazione, viene usata come uno strumento ideologico, e venne usata per legittimare la nuova burocrazia e amministrazione dello Stato; Soekarno, del resto, aveva espresso a più riprese questa idea,

Karena itu, maka kita perlu mengadakan koreksi dalam sistim politik yang sampai sekarang kita anut, – sistim politik yang kita jiplak mentah-mentahan dari dunia luaran. Bukan “free fight liberalism” yang harus kita pakai, tetapi satu demokrasi yang mengandung management di dalamnya ke arah tujuan yang satu , yaitu masyarakat keadilan sosial. Satu demokrasi yang berdisiplin, satu demokrasi yang sesuai dengan dasar-hidup bangsa Indonesia yaitu gotong-royong, satu demokrasi yang membatasi diri sendiri kepada.

Pertanto, dobbiamo apportare correzioni nel sistema politico che fino ora seguiamo, – un sistema politico che abbiamo copiato alla lettera dal mondo esterno. Non è il “liberalismo della lotta libera” che dobbiamo usare, ma una democrazia che contiene al suo interno verso un unico obiettivo, cioè una società basata sulla giustizia sociale. Una democrazia disciplinata, una democrazia che si conforma ai principi fondamentali della nazione Indonesiana, caratterizzata dalla cooperazione reciproca, una democrazia che si limita a uno scopo, quella, una democrazia con leadership, una democrazia guidata.

Soekarno, Di bawah bendera revolusi, Satu Tahun Ketentuan (A Year Of Decision), Amanat Presiden Sukarno pada ulang tahun proklamasi kemerdekaan Indonesia, Jilid 2, 17 Agustus 1957 di Jakarta, p. 188.

Nel primo tomo (Jilid) della medesima opera, Sukarno aveva avvertito della necessità di non limitarsi a copiare i modelli di democrazia ‘esterni’, occidentali, ma di costruirne uno specifico per l’Indonesia,

Cara pemerintahan ini sekarang menjadi cita-cita semua partai-partai nasion¬ alis di Indonesia. Tetapi dalam mencita-citakan faham dan cara-pemerintahan demokrasi itu kaum Marhaen tokh harus berhati-hati. Artinya: jangan meniru sa¬ haja “demokrasi-demokrasi” yang kini dipraktekkan di dunia luaran.

Questo sistema di governo è ora l’aspirazione di tutti i partiti nazionalisti in Indonesia. Ma nel perseguire l’ideologia e il sistema di governo democratico, i Marhaen devono comunque essere cauti. Significa: non imitare semplicemente le “democrazie” che ora vengono praticate nel mondo esterno.

Soekarno, Demokrasi Politik Dan demokrasi – ekonomi, Di bawah bendera revolusi, Jilid 2, 17 Agustus 1957 di Jakarta, p. 138.

Per questa ragione, è stato implementato il modello della ‘democrazia guidata’ (Demokrasi Terpimpin), concepita come un sistema politico pianificato che avrebbe dovuto attuare un piano nazionale di tipo corporativo; Nasution, che aveva ideato l’idea di ‘guerra territoriale totale’, ha ampliato il ruolo della sfera militare, facendola diventare una componente fondamentale della burocrazia dello Stato. Si tratta di una caratteristica che permane tuttora nello Stato indonesiano, e che viene declinata in maniera differente nelle diverse epoche storiche. In altre parole, i militari erano coinvolti nell’apparato burocratico ed economico dello Stato, e lo saranno per lungo tempo.

La presenza militare nella burocrazia del villaggio, poi, esprimeva il tentativo di affermare l’autorità dello Stato e della sua leadership a tutti i livelli; a tale proposito, non si dovrebbe dimenticare che la classe tradizionale amministrativa, quella dei priayi, deteneva ancora un ruolo importante, specialmente nei villaggi. Per questa ragione, la decisione di coinvolgere i militari anche a livello locale rappresenta, evidentemente, il tentativo di imprimere un nuovo corso allo Stato indonesiano, la cui unitarietà e democrazia erano ancora fragili.


Roeslan Abdulgani – Ideologo della Democrazia Guidata

Sebbene la leadership centrale della Democrazia Guidata mostrasse una certa mancanza di coerenza su questioni chiave che riguardavano direttamente lo Stato e l’ideologia alla base di tale sistema, è emersa una persona, diventata il principale ideologo di Sukarno, capace di tradurre le idee in modo coerente. Si tratta di Roeslan Abdulgani, un uomo di formazione politica, che era stato ministro dell’informazione, e che, insieme a Nasution, fu uno dei soli due membri della ristretta cerchia di Sukarno a sopravvivere alle trasformazioni politiche e sociali del Nuovo Ordine.

Roeslan Abdulgani

Anche se non è facile valutare la sincerità delle affermazioni di Abdulgani in questo periodo, non è possibile dubitare del suo influsso su Soekarno e sul regime nel suo complesso; secondo lo storico Casper Schuuring, Roeslan ha avuto un ruolo di guida indiscusso rispetto alla Democrazia Guidata.

Soekarno gli affidò la produzione di documenti e informazioni importanti sulla Democrazia e l’Economia Guidata, e fu Roeslan a essere incaricato di conferire con il Professor Djokosoetono per sviluppare un ordine costituzionale per il nuovo Stato. In altre parole, Abdulgani ha avuto un ruolo propulsore rispetto alla Democrazia Guidata, e ne ha posto le basi ideologiche.

Probabilmente, una delle caratteristiche più durature del pensiero della prima Democrazia Guidata consisteva nella profonda sfiducia nelle persone solitamente riconosciute come esperte. Tale atteggiamento era particolarmente evidente nei confronti degli economisti occidentali; le riserve di Abdulgani riguardavano gli economisti occidentali, che, seppure apportando competenze innegabili, avrebbero avuto la colpa di rimanere ‘al di fuori del flusso della nostra vita, delle nostre speranze e dei nostri desideri’.

In realtà, Abdulgani non era contrario ad un approccio professionale all’economia, ma a quello occidentale; egli riteneva, e non a torto, che gli indonesiani dovessero elaborare e applicare il loro modello economico, quello che si adattava e rispondeva meglio alle aspirazioni del suo popolo.

Per questa ragione, non sorprende che egli abbia affermato,

It is here, in connection with this effort to attain perfection, there lies
the appropriateness of my recommendation to always ‘think and rethink’,
‘shape and re-shape’ […] and not to immerse ourselves in textbook thinking alone, not to immerse ourselves in only swallowing everything stuffed
down our throats from the outside, not just to immerse ourselves in the
atmosphere of Hollandsdenken – Dutch way of thinking.

È qui, in relazione a questo sforzo per raggiungere la perfezione, che risiede l’appropriatezza della mia raccomandazione di sempre ‘pensare e ripensare’, ‘modellare e rimodellare’ […] e non immergerci solo nel pensiero contenuto nei manuali, non immergerci solo nel deglutire tutto ciò che ci viene imposto dall’esterno, non immergerci solo nell’atmosfera dell’Hollandsdenken – il modo di pensare olandese.

Roeslan Abdulgani, ‘The Lessons of Indonesia’s Experience of Planning’, in Politik dan
Ilmu (Jakarta: Prapantja, 1962), 159, riportato da Fakih, F. (2020). Authoritarian modernization in Indonesia’s early independence period: The foundation of the New Order State (1950-1965). Brill, p. 36.

Roeslan riportò il fallimento del piano quinquennale dell’economia che era stato elaborato dal Badan Perantjang Negara, l’Ente di Pianificazione Statale, e giunse alla conclusione che l’Indonesia aveva bisogno di una soluzione che non fosse una mera imitazione o adattamento di modelli esterni, occidentali. Il fallimento del pensiero occidentale lo portò a ritenere che l’Indonesia doveva trovare un modello che non derivasse da quanto esisteva nella tradizione accademica occidentale.

Per questa ragione, egli riteneva che le sorti della Democrazia Guidata dovevano dipendere, da un punto di vista sia ideologico che pratico, da persone da Roeslani definiti ‘non professionisti’, persone che, pur non avendo particolari conoscenze teoriche, avevano tuttavia una significativa esperienza del mondo reale.


Nuove Istituzioni

L’approccio descritto in precedenza venne trasfuso nel Depernas, il Dewan Perancang Nasional (Ente Nazionale di Pianificazione), la cui composizione non doveva essere ristretta agli intellettuali, ma che doveva, al contrario, comprendere ‘persone comuni’, affiancate da qualche intellettuale. Abdulgani chiamava tali persone gli appartenenti alla ‘golongan karya’, gruppi di associazioni (affine alle corporazioni) basati sul loro ruolo all’interno della società, come i giovani, le donne, i giornalisti e i contadini. Nel pensiero di Soekarno erano proprio queste organizzazioni a dover sostituire i partiti politici nel loro ruolo di partecipazione alla vita sociale; del resto, i golongan karya, o golkar sono stati adottati anche dal successivo regime di Soeharto.

Gli esperti e degli intellettuali, sarebbero stati motivati solamente dal carrierismo e da quanto dettato dalla loro professione, e sarebbe stato questo approccio, secondo Abdulgani, il problema principale della modera burocrazia. Invece, il Depernas doveva essere formato da uomini che avevano una cutura, derivante da un’educazione formale e da una prospettiva ampia, ma che non erano ancora specializzati in un ambito particolare. Di conseguenza, la Democrazia Guidata può essere considerata come un appello al collettivismo, che innalza le masse indonesiane e le rende partecipi dello sviluppo del loro Paese.

In altre parole, le masse venivano considerati gli attori politici fondamentali per il futuro del Paese, e questo atteggiamento viene espresso da Soekarno nel 1959, l’anno successivo alla fondazione del Depernas. Il Presidente affermò la necessità di decentralizzare e democratizzare il controllo dell’economia, coerentemente con quanto affermato da Abudlgani; lo Stato, nel suo complesso, doveva incorporare, nella sua gestione, anche persone che non erano esperte nel senso convenzionale del termine. Si tratta di un concetto di socialismo che si identifica con il destino e l’essenza dell’Indonesia, e che non deve essere considerato come uno strumento, ma come il fine da raggiungere, e tale obiettivo richiedeva un cambiamento profondo della società indonesiana.


Una Nuova Elite

La necessità di bilanciare la razionalità occidentale con la spiritualità indonesiana era un argomento delicato; la razionalità scientifica, tipica del mondo occidentale, era percepita come una novità da parte del popolo indonesiano, o perlomeno dagli artefici della democrazia guidata. Veniva dunque percepita una fondamentale frattura tra la fede e l’atteggiamento tradizionale, da una parte, e il pensiero razionale, dall’altra. Per questa ragione, era fondamentale che il sistema scolastico non si concentrasse solamente sul razionalismo; si riteneva, a questo proposito, che era stato l’accento posto sulla razionalità, da parte del sistema educativo coloniale, a comportare l’alienazione delle giovani generazioni di indonesiani dalla loro stessa cultura, facendola considerare come inferiore o di scarso valore.

Questo aveva portato alla formazione di un uomo occidentalizzato, e caratterizzato da valori alieni (o percepiti come tali) rispetto a quelli indonesiani. Si pensi, a tale proposito, all’individualismo, al materialismo, al capitalismo, al liberalismo e all’intellettualismo, caratteri differenti dal cosiddetto ‘uomo orientale’. Quest’ultimo, in effetti, era percepito come collettivista e socialista, e dava una grande importanza alla famiglia (kekeluargaan), e all’armonia, oltre che alle ‘questioni spirituali’.

Per questi motivi, la democrazia guidata pone un particolare accento sulla generazione indonesiana recentemente istruita, considerta la futura élite della nazione; non sorprende, dunque, il ruolo fondamentale assegnato alle università. Tali luoghi erano concepiti come fuclri del socialismo scientifico, e non delle teorie liberali; in altre parole, gli atenei non si dovevano limitare a produrre esperti, ma soprattutto giovani dalla mente militante e rivoluzionaria. Si tratta, dunque. di una concezione differente rispetto a quella occidentale, come sottolinea spesso Sukarno nei suoi discorsi, in cui mette in guardia dal cosiddetto ‘cinismo’ degli intellettuali occidentali, che metterebbe in pericolo la fede nelle capacità della propria nazione.

In altre parole, un sistema educativo modellato sull’esempio occidentale avrebbe portato gli indonesiani a disprezzare la propria nazione e cultura, a vantaggio dei modelli stranieri; gli esperti, gli intellettuali ‘puri’ dovevano essere, secondo Abdulgani, dei timonieri, degli assistenti dell’élite della nazione. In realtà, nei discorso tenuti da Soekarno al Deparnas, nei primi anni della Democrazia Guidata, egli non usa l’espressione ‘ahli’, esperti, ma ‘intellettuali’. Altri leaders, come Nasution, poi, adottano la parole ‘esperti’, ma in un’accezione positiva.

Soekarno, del resto, era consapevole del carattere sperimentale del nuovo corso politico, e, per questa ragione, egli chiede a studenti e intellettuali di completare quello che eventualmente era ancora incompiuto. Si tratta di una consapevolezza che traspare nei discorsi del primo presidente indonesiano,

Kepadamulah, hai pemuda-pemudi jang sedang mengedjar ilmu, kepada Saudara2 ahli2,
mahaguru2, kepada semua orang jang mempunjai intelligensi untuk berfikir, berusaha
memperkaja ide saya ini

Siete voi, i giovani che perseguono la conoscenza, gli esperti, i professori, tutti coloro che hanno intelligenza mentale, a cui chiedo di arricchire le mie idee.

Rantjangan Dasar Undang-Undang Pembangunan Nasional, Buku ke iii, Djilid V, p. 202 (Requisiti Fondamentali della lege sullo sviluppo nazionale, Libro III, Tomo V, p. 202)

Soekarno, del resto, sottolineava spesso la natura universale della sua ideologia, collocando la rivoluzione indonesiana all’interno dello spettro di una rivoluzione globale, e, per questa ragione, un paragone frequente era quello con la rivoluzione cinese del 1950.


Democrazia Guidata e Tradizione Indonesiana

La Democrazia Guidata condivide una serie di somiglianze e differenze con lo stato del Nuovo Ordine che verrà inaugurato da Suharto; in entrambi i casi, viene presentata la percezione della rivoluzione e del socialismo come elmenti con profonde radici nel passato dell’Indonesia. Veniva dunque identificata una fonte culturale comune nel concetto giavanese di ‘Ratu Adil’, la Dea della Giustizia; si tratta di un’idea che viene spesso proposta negli anni della Democrazia Guidata, allo scopo di evocare una giustizia sociale sostanziale, e non solamente formale.

Il passato dell’Indonesia viene presentato come uno scenario di tipo sia agrario che comunitario, una sorta di società socialista/comunista ante litteram, il cui socialismo latente è presente in maniera intrinseca nella sua struttura più profonda. In questo modo, viene ‘dimostrata’ l’esistenza di un passato socialista e di ‘sinistra’, e non aristocratico e di ‘destra’, concetti ovviamente che vengono applicati retroattivamente in maniera artificiosa. Si intende trasmette l’idea secondo cui la società indonesiana è stata sempre avversa sia alla dittatura che all’individualismo del liberalismo. In effetti, il vecchio sistema di governo era basato su musjawarah (deliberazione) e mufakat (consenso), e la leadership di una singola autorità centrale era conferita ad un ‘sesepuh’ o anziano, il cui compito, tuttavia, non era quello di promulgare leggi, ma di guidare e proteggere la comunità a lui affidata.

L’idea di un anziano saggio e non dittatoriale, del resto, è stata adottata anche dal Nuovo Ordine di Soeharto, allo scopo di rappresentare la leadership ideale; si tratta, in effetti, di un concetto differente rispetto all’aristocratica feudale basata sull’ereditarietà. Alludendo alle idee del nazionalista aristocratico Noto Soeroto, Abdulgani ha affermato che la Democrazia Guidata non era una ‘aristo-democrazia’, e nemmeno una ‘demo-aristocrazia’. Al contrario, la Democrazia Guidata doveva essere considerata come l’unione tra democrazia e socialismo.


Conclusioni

La Democrazia Guidata, che si colloca tra il 1958-59 e il 1966, anno in cui Soeharto conquista il potere e inaugura, di fatto, l’era del Orde Baru, che si protrae fino al 1998; durante questi anni viene inaugurato un nuovo corso politico alla cui base viene posta un’ideologia che abbina, o cerca di farlo, la democrazia al socialismo. Una delle figure promotrici di questa nuova impostazione è rappresentata da Roeslan Abdulgani, il cui contributo ideologico risulta fondamentale per la Democrazia Guidata; lo stesso Soekarno concorda con il ruolo di secondo piano che deve essere attribuito agli intettuali, ed al maggior spazio che deve essere concesso a persone in possesso di un’istruzione, ma non di tipo occidentale.

Per questa ragione, le università si trasformano in luoghi in cui si forma la nuova élite del Paese, caratterizzata da ideali rivoluzionari e anti-occidentali; in altre parole, Soekarno e Abdulgani cercano di trovare una via indonesiana alla democrazia. Si tratta di un progetto che, pur essendo fallito, è stato parzialmente ripreso dal Orde Baru di Soeharto, che adotta idee simili, ma in un contesto differente.


Letture Consigliate

  • Fakih, F. (2020). Authoritarian modernization in Indonesia’s early independence period: The foundation of the New Order State (1950-1965). Leiden. Brill.
  • Chong, A. (2008). Asian contributions on democratic dignity and responsibility: Rizal, Sukarno and Lee on guided democracy. East Asia25(3), 243-265.
  • Prayogi, A., Nasrullah, R., & Mutaqin, B. K. (2024). Democracy During the Old Order: A Study of Historical Characteristics. Journal of Humanities Research Sustainability1(2), 75-83.

Di Salvatore Puleio

Salvatore Puleio è analista e ricercatore nell'area 'Terrorismo Nazionale e Internazionale' presso il Centro Studi Criminalità e Giustizia ETS di Padova, un think tank italiano dedicato agli studi sulla criminalità, la sicurezza e la ricerca storica. Per la rubrica Mosaico Internazionale, nel Giornale dell’Umbria (giornale regionale online) e Porta Portese (giornale regionale online) ha scritto 'Modernità ed Islam in Indonesia – Un rapporto Conflittuale' e 'Il Salafismo e la ricerca della ‘Purezza’ – Un Separatismo Latente'. Collabora anche con ‘Fatti per la Storia’, una rivista storica informale online; tra le pubblicazioni, 'La sacra Rota Romana, il tribunale più celebre della storia' e 'Bernardo da Chiaravalle: monaco, maestro e costruttore di civiltà'. Nel 2024 ha creato e gestisce la rivista storica informale online, ‘Islam e Dintorni’, dedicata alla storia dell'Islam e ai temi correlati. (i.e. storia dell'Indonesia, terrorismo, ecc.)

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