Mahkamah_Syar'iyyah_Aceh
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Abstract

La legge islamica può essere considerata un esempio di sistema giuridico non codificato, ma abitudinario, che tuttavia in Indonesia è stato parzialmente codificato; ciò nonostante, la rilevanza del diritto consuetudinario islamico appare evidente. Per questa ragione, i giudici di Aceh devono spesso adottare una condotta pragmatica; in altre parole, al rispetto formale della legge nazionale spesso corrispondono una serie di omissioni che di fatto conferiscono validità alle norme islamiche che non sono state codificate nel diritto positivo.


Introduzione – Le Osservazioni di Snouck Hurgronje

Secondo Snouck Hurgronje, esisteva una sostanziale discrepanza tra quanto previsto dalla legge islamica, da una parte, e le pratiche islamiche, dall’altra, e tale situazione sarebbe esistita dagli inizi dell’Islam; per lui, sia il diritto (fiq) che il tasawuf (misticismo) erano tradizioni dai contorni precisi, ma che non riuscivano a determinare le modalità in cui i musulmani praticavano la loro religione. Tuttavia, le esigenze della comunità venivano soddisfatte con l’elemento che Snouck chiama ‘receptie’, che permetteva ai sapienti locali di incorporare le tradizioni particolari, sia religiose che strettamente legali nell’Islam praticato e creduto. In altre parole, i musulmani avrebbero adattato la legge islamica per renderla maggiormente compatibile con le circostanze locali in cui vivevano.

L’accademico olandese riteneva anche che la disgiunzione tra legge e pratica fosse una caratteristica universale del mondo islamico; a tale proposito, egli osservò che la medesima situazione si poteva rinvenire in Egitto o in Arabia, e non solamente nelle Indie Olandesi. Allo stesso modo, egli riteneva che le leggi consuetudinarie degli arabi o i Qanun degli ottomani si ponessero in una posizione simile alla sharia rispetto a quanto avveniva per gli adat nelle Indie.

Ancora, egli sosteneva che il carattere islamico o meno di una determinata pratica risiedeva nella sua giustificazione; in altre parole, anche prassi che potrebbero sembrare eterodosse, come la venerazione dei ‘santi’, dei mistici defunti, vengono considerate ortodosse dai sapienti locali, in quanto esse vengono giustificate con un corretto ragionamento. L’origine locale di una pratica non la delegittima automaticamente, sempre che essa non si ponga chiaramente in contrasto con gli insegnamenti comunemente accettati della religione islamica.

In questo modo, Snouck Hurgronje osservava uno dei caratteri fondamentali dell’Islam nell’arcipelago, ovvero la sua capacità di adattarsi, entro certi limiti, alle tradizioni locali che precedevano l’avvento dell’Islam. Del resto, la sharia non è rappresentata da un codice fisso e immutabile, ma viene continuamente negoziata all’interno di una determinata comunità, e le Indie Orientali (o l’Indonesia moderna) confermano questa caratteristica. Tale capacità di adattamento era chiamata ‘dogma’ da Hurgronje, contrapposto alla ‘legge’, ovvero alle prescrizioni che sarebbero derivate dai testi sacri, prima di essere declinate nel contesto locale.


L’Esempio di Aceh

L’odierna Aceh, evidentemente, presenta una situazione differente da quella osservata da Snouck Hurgronje oltre un secolo or sono; attualmente, la provincia è parte dello Stato Indonesiano, e prevede un diritto positivo, con tribunali islamici e civili paralleli. Una dispensa speciale, poi, consente ad Aceh di applicare la legge islamica, a cui si accompagna un insieme nazionale di dibattiti sull’Islam che spesso pongono a confronto l’eredità modernista rispetto alle varie forme di tradizionalismo. Per questa ragione, lo scenario politico e religioso assume una complessità significativa. Ciò nonostante, la guerra civile divampata negli anni Novanta con il governo di Jakarta presenta diverse somiglianze con la situazione degli anni Novanta del XIX secolo.

Compilazione attuale (2018) della legge islamica in Indonesia, a cura del Ministero per la Religione

L’avvento del diritto positivo, codificato, ha evidentemente trasformato la struttura con cui vengono giustificate le decisioni legali; si pensi, a tale proposito, a disposizioni legali islamiche come quelle che riguardano il matrimonio, il divorzio e l’eredità tra i musulmani, che vengono regolati secondo un Islam codificato in leggi e regolamenti.

In Indonesia, un riferimento importante è costituito dalla Raccolta della Legge Islamica, promulgata nel 1991 dal Presidente Suharto, che riguarda il diritto matrimoniale e successorio. In questo modo, una delle diverse interpretazioni della legge islamici è stata positivizzata e resa legalmente vincolante; si tratta della visione che risulta dalla scuola giuridica Shafii, quella dominante nell’arcipelago, con integrazioni anche da altre scuole giuridiche.

La Compilazione ha sollevato la questione chiave della governance della religione, ovvero della legittimità islamica di una pratica o un credo in base a quanto stabilito dalla legislazione positiva o alle norme islamiche socialmente accettate. In altre parole, si tratta di comprendere se le regole contenute nella Compilazione sono positive nel senso giuridico e tecnico, in quanto hanno prodotto leggi che non esistevano precedentemente, oppure rendevano esplicito e in forma legale il consenso tra giudici e altre autorità.

Si tratta di un dibattito, del resto, che ha conseguenze pratiche evidenti, e, a tale proposito, si può considerare il caso del ‘talaq’, il divorzio pronunciato dal marito; in questo caso, la validità del divorzio è immediata, secondo la comprensione e le pratiche più antiche. In altre parole, secondo l’impostazione tradizionale sarebbe il marito a creare automaticamente un effetto giuridico immediato (sempre che ovviamente siano soddisfatte le condizioni islamiche per la validità del divorzio), senza la mediazione di altre istituzioni. Le eventuali dispute sarebbero risolte dalle autorità religiose locali, anche in maniera informale; invece, l’ordinamento giuridico indonesiano richiede al marito di produrre valide motivazioni, e sia dunque autorizzato da un giudice a pronunciare il talaq.

L’autorevole portale di diritto indonesiano ‘Hukum Online’, precisa che

Ketentuan talak dalam hukum perkawinan di Indonesia diatur dalam Kompilasi Hukum Islam (KHI). Terkait ini, Pasal 129 KHI menerangkan bahwa seorang suami yang menjatuhkan talak kepada istrinya mengajukan permohonan kepada Pengadilan Agama yang mewilayahi tempat tinggal istri disertai dengan alasan serta meminta agar diadakan sidang untuk keperluan itu.

Berdasarkan pasal tersebut, dapat dikatakan bahwa syarat jatuhnya talak harus dilakukan oleh suami dan akan diakui secara hukum negara saat dilakukan atau diucapkan oleh suami di Pengadilan Agama. Lalu, bagaimana jika talak di luar pengadilan?

Jika ditinjau dari aspek hukum formal, talak yang dijatuhkan di luar pengadilan sebatas sah dalam hukum agama saja. Namun, tidak sah di mata hukum; baru akan sah jika dilakukan di depan sidang pengadilan agama. Ini berarti menjatuhkan talak di luar pengadilan kepada istri tidak serta-merta dapat mengakhiri ikatan perkawinan suami-istri di mata hukum.

Le disposizioni sul talak nel diritto matrimoniale in Indonesia sono regolate dal Codice di Diritto Islamico (KHI). A questo proposito, l’Articolo 129 del KHI spiega che un marito che pronuncia il talak alla moglie deve presentare una richiesta al Tribunale Religioso competente per il luogo di residenza della moglie, accompagnata da una motivazione e richiedendo la convocazione di un’udienza per tale scopo.

In base a quell’articolo, si può affermare che la condizione per la pronuncia del talak deve essere effettuata dal marito e sarà riconosciuta legalmente dallo stato quando effettuata o pronunciata dal marito presso il Tribunale Religioso. Allora, cosa succede se il talak avviene al di fuori del tribunale?

Dal punto di vista del diritto formale, il talak pronunciato al di fuori del tribunale è valido solo secondo la legge religiosa. Tuttavia, non è valido agli occhi della legge; diventerà valido solo se fatto davanti a un tribunale religioso. Questo significa che pronunciare il talak al di fuori del tribunale alla moglie non può automaticamente porre fine al legame matrimoniale tra marito e moglie agli occhi della legge.

(Hukum Online, Talak: Pengertian, Dasar Hukum, Syarat, dan Pengajuannya, Talak: Definizione, Fondamento Giuridico, Requisiti e Procedura di Richiesta, 17 Febbraio 2023)

Del resto, la medesima obiezione può essere posta anche per il matrimonio, con la medesima soluzione, ovvero la non validità giuridica del matrimonio extra-giudiziale, celebrato solamente secondo la legge islamica, senza riconoscimento formale. Anche in questo caso non si producono effetti per l’ordinamento giuridico, e la validità è solamente religiosa (ha effetto solamente tra le parti e non verso terzi).


La Governance della Legge Islamica ad Aceh.

Ad Aceh, come in altre giurisdizioni, lo Stato governa l’Islam riproducendo nella forma legale moderna ciò che sembra essere il contenuto delle tradizioni più antiche della giurisprudenza islamica; osservava Jan Just Witkam in De Gids (2008), che

Onder de islamitische Wet wordt het complex van regels, opinies en uitspraken verstaan die de islamitische geleerden in de afgelopen veertien eeuwen hebben geformuleerd. Het is geen gecodificeerd recht en er is geen bibliotheek ter wereld die de neerslag van al die opvattingen kan bevatten, het is eenvoudigweg te veel. De meeste islamitische landen hebben inmiddels wel wetboeken waarvan de inhoud op eigen keuzes uit het enorme corpus van wetteksten is gebaseerd. In de praktijk valt het dus met de onoverzichtelijkheid wel mee.

Con l’espressione Legge Islamica si intende il complesso di regole, opinioni e pronunce che gli studiosi islamici hanno formulato nei quattordici secoli passati. Non è un diritto codificato e non esiste una biblioteca al mondo che possa contenere la sintesi di tutte quelle opinioni, è semplicemente troppo. La maggior parte dei paesi islamici ha ormai dei codici di legge la cui contenuto è basato su scelte personali all’interno dell’enorme corpus di testi giuridici. In pratica, quindi, la confusione non è così grave.

Just Witkam, De zesde zuil van de Islam, Il sesto pilastro dell’Islam, De Gids, 171, 2008, p. 9

Evidentemente, le alterazioni prodotte nel processo di formulazione del diritti positivo sono numerose ed evidenti; in uno Stato islamico, in effetti, i tribunali diventano agenti di atti legali che un tempo erano prerogative delle persone comuni. Una delle versioni di una tradizione giuridica altrimenti pluralistica diventa la sola applicabile e, di fatto, l’unica legittima; in un sistema di questo genere, le autorità religiose statali o i tribunali incorporano le opinioni degli studiosi religiosi, piuttosto che fare affidamento su di loro come garanti esterni della conoscenza religiosa.

Si osserva, poi, che ad Aceh un giudice è vincolato da diverse strutture, e, da questo punto di vista, si osserva che l’attuale leadership politica eredita l’impostazione del GAM, il movimento di liberazione di Aceh. Come noto, il GAM desiderava una maggiore applicazione della legge islamica nella Provincia Speciale, e considerava una proposta ingannevole quella contenuta negli accordi di Helsinki del 2005; per questa ragione, il Consiglio Acehnese degli Ulama, il Majelis Permusyawaratan Ulama, o MPU ha il potere di sanzionare la legittimità islamica delle leggi e di proporne di nuove.

Attuale Composizione del Consiglio degli Ulama di Aceh, come risulta dal sito web ufficiale del MPU.

Il MPU, la cui composizione si può apprezzare nella figura riportata sopra, è dominato da sapienti conservatori, che si sono formati nelle scuole coraniche rurali di Aceh, e che seguono la scuola giuridica islamica Shafiʿi. Grazie agli ampi potere che possiedono, tali sapienti hanno preso il controllo della moschea principale di Banda Aceh, ed hanno introdotto rituali particolari, come la preghiera ‘qunut’, che dovrebbe essere recitata quando una calamità colpisce la comunità islamica, ma che invece è diventata la forma ordinaria di preghiera ad Aceh.


Legge Nazionale vs. Legge Islamica – Una Condotta Pragmatica

I giudici islamici di Aceh sono nominati dal governo di Giacarta e dovrebbero giudicare sulla base della legge nazionale, inclusa la Compilazione della legge islamica e le decisioni della Corte Suprema; tale sistema deriva dall’approccio positivista, secondo cui la legge islamica consiste solamente in quanto è stato promulgato. I giudici islamici, tuttavia, devono emettere le loro sentenze in un ambiente in cui insegnanti religiosi conservatori esercitano una grande influenza, e tali insegnanti sostengono che la legge islamica corrisponde a quella del fiqh Shafii. I giudici si devono dunque pronunciare e giustificare le proprie decisioni ai politici anti-sharia, agli insegnanti conservatori pro-sharia e ai loro superiori giudiziari a Giacarta.

Si tratta di un sistema che può ingenerare qualche confusione, ma che viene condotto in maniera pragmatica nei casi particolari sottoposti all’attenzione del giudice islamico; a tale proposito, sembra interessante considerare un caso pratico. Nel gennaio del 2011, una coppia che intendeva divorziare si è recata in tribunale per ufficializzare il divorzio, ritenendo che esso avesse già validità. In tale occasione, il marito ha spiegato al giudice che aveva già divorziato dalla moglie, pronunciando il triplo talaq (che per la legge islamica decreta un divorzio definitivo) nel villaggio, e che la sua famiglia e quella della moglie erano d’accordo sul divorzio.

Il Presidente della Corte, tuttavia, ha considerato legittimo il talaq, ma non ha riconosciuto ad esso la forza di legge; in altre parole, secondo il giudice Idris il divorzio era valido, ma non secondo l’ordinamento giuridico indonesiano, in quanto il marito non aveva pronunciato la formula in tribunale. A questo punto, il giudice è stato costretto, secondo quanto previsto dalla legge indonesiana, a richiedere un tentativo di riconciliazione alla coppia, sebbene la separazione era già avvenuta secondo il cosiddetto ‘diritto vivente’, o consuetudinario. Questo tentativo, di conseguenza, è stato solamente formale, in quanto richiesto dalle legge positiva, ma l’intenzione del giudice non era quello di rinconciliare una coppia già separata secondo il diritto islamico non codificato. Per questa ragione, la condotta del giudice ha rispettato il dettato della legge, ma non la sua intenzione, ed ha ratificato, rendendoli legalmente efficaci, gli effetti derivanti dalla sharia.

Per questa ragione, il lavoro dei giudici di Aceh può essere considerato pragmatico, in quanto essi devono comunque rispettare le richieste formali della codificazione positiva; di fatto, essi pongono la sharia, la legge vivente e consuetudinaria di Aceh, in una posizione sovra-ordinata rispetto alla stessa Costituzione del 1945, e dando effetto legale anche a quanto non è stato codificato come diritto positivo.


Conclusioni

L’adattabilità della legge islamica, già osservata da Snouck Hurgroje nel XIX secolo, si traduce in un comportamento pragmatico da parte dei giudici di Aceh, che devono continuamente contemperare le richieste provenienti dalla legge nazionale, dalla legge islamica codificata e dal diritto vivente, consuetudinario. L’approccio pragmatico dimostrato dai giudici islamici di Aceh sembra riflettere la capacità delle comunità islamiche di adattarsi alle particolari condizioni in cui trovano a vivere; il rispetto formale della legge secolare, dunque, non viene meno. Di fatto, tuttavia, la legge islamica consuetudinaria, come quella che riguarda il divorzio, viene fatta prevalere sulla normativa codificata.


Letture Consigliate

  • Buskens, L. et al. (2021). Snouck Hurgronje. Essays on the Life and Work of Christiaan Snouck Hurgronje (1857-1936). Brill. Leiden.
  • Zada, K. (2023). Sharia and Islamic state in Indonesia constitutional democracy: an Aceh experience. Ijtihad: Jurnal Wacana Hukum Islam Dan Kemanusiaan23(1), 1-17.
  • Hasballah, K., Mubarrak, D., & Rassanjani, S. (2023). Disparity in judge decisions in resolving RAD inheritance disputes: case study at the Sharia Court in Banda Aceh City. El-Usrah: Jurnal Hukum Keluarga6(2), 249-261.

Di Salvatore Puleio

Salvatore Puleio è analista e ricercatore nell'area 'Terrorismo Nazionale e Internazionale' presso il Centro Studi Criminalità e Giustizia ETS di Padova, un think tank italiano dedicato agli studi sulla criminalità, la sicurezza e la ricerca storica. Per la rubrica Mosaico Internazionale, nel Giornale dell’Umbria (giornale regionale online) e Porta Portese (giornale regionale online) ha scritto 'Modernità ed Islam in Indonesia – Un rapporto Conflittuale' e 'Il Salafismo e la ricerca della ‘Purezza’ – Un Separatismo Latente'. Collabora anche con ‘Fatti per la Storia’, una rivista storica informale online; tra le pubblicazioni, 'La sacra Rota Romana, il tribunale più celebre della storia' e 'Bernardo da Chiaravalle: monaco, maestro e costruttore di civiltà'. Nel 2024 ha creato e gestisce la rivista storica informale online, ‘Islam e Dintorni’, dedicata alla storia dell'Islam e ai temi correlati. (i.e. storia dell'Indonesia, terrorismo, ecc.)

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