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Abstract

L’invasione giapponese durante la Seconda Guerra Mondiale era attesa da parte di alcuni leaders nazionalisti indonesiani, ed è stata accolta con favore, in quanto ha posto fine ad oltre tre secoli di colonizzazione olandese. Nasution, che si era formato negli ambienti militari olandesi, decise di disertare, e divenne in seguito uno dei leaders delle organizzazioni militari e para-militari giapponesi; da ultimo, decise di unirsi al nascente esercito della Repubblica di Indonesia, dove continuò ad esercitare una chiara leadership nella lotta contro i colonizzatori olandesi nel corso della Rivoluzione Indonesiana, combattuta tra il 1945 e il 1949.


Introduzione – Sentimenti Ambivalenti

L’occupazione giapponese delle Indie Orientali nel corso della II Guerra Mondiale è stata uno degli eventi più traumatici per l’Indonesia; ciò nondimeno, l’avvento dei giapponesi ha sottratto il controllo della colonia agli olandesi, che la detenevano da oltre tre secoli. In effetti, il sentimento verso il Giappone era positivo prima dell’invasione, in quanto questa nazione era considerata dai leaders indigeni come un efficace contrappeso al potere occidentale.

Quando i giapponesi terminarono improvvisamente e definitivamente il controllo olandese sulle Indie nel marzo 1942, essi posero fine in maniera violenta e umiliante alle pretese di invincibilità e prestigio dei ‘bianchi’. La pretesa superiorità occidentale, in effetti, aveva permesso agli olandesi di governare decine di milioni di persone mediante un esercito coloniale di ridotte dimensioni, e diede un enorme impulso alle speranze per uno stato indipendente dell’Indonesia. Per questa ragione, una delle menti militari più brillanti, Nasution, decise di abbandonare il KNIL, l’esercito coloniale olandese, per cooperare con i giapponesi nelle loro organizzazioni paramilitari (come PETA), per poi applicare la sua formazione da ufficiale olandese nella lotta armata contro il potere coloniale nella seconda metà degli anni Quaranta. del XX secolo.

Al pari di Nasution, del resto, erano molti i leaders nazionalisti indonesiani che confluiranno nelle organizzazioni con cui i giapponesi cercano di inquadrare e controllare la colonia, come Soedirman, che, prima di diventare uno dei protagonisti della rivoluzione indonesiana, tra il 1945 e il 1949, milita in questa organizzazione, e riceve una formazione militare preziosa. Tra i nomi celebri che prendono parte a PETA si ricordano Ahmad Yani e Soeharto, due protagonisti dell’Indonesia indipendente; pertanto, si può affermare che i giapponesi abbiano involontariamente formato molti dei futuri quadri dirigenti della Repubblica Indonesiana.


Un’Occupazione Attesa

L’invasione giapponese era un evento che molti indonesiani, come Sunario (politico e diplomatico) e Nasution, avevano previsto; insieme al Siam (attuale Thailandia), il Giappone era uno dei due Paesi asiatici rimasti indipendenti negli anni Trenta del secolo scorso. La sua spettacolare vittoria navale su una flotta russa nel 1905 aveva esercitato una significativa impressione su diversi membri della popolazione nativa e aveva dato impulso alla fondazione di Boedi Oetomo nel 1908, la prima organizzazione nazionalista indonesiana.

Tra le figure affascinate dall’ascesa del Giappone c’era anche Nasution, che, negli anni Trenta entrò in possesso di ‘Indonesia in the Pacific’, scritto da Ratu Langie, un nazionalista indonesiano; in questa opera, il suo autore sosteneva che l’equilibrio di potere intorno alle Indie Orientali potesse cambiare e implicava anche la fine del dominio coloniale sulle Indie. Nasution ammirava anche alcuni aspetti del regime nazista in Germania, relativamente agli aspetti militari. Tahi Bonar Simatupang, un cristiano Batak e compagno cadetto all’Accademia Militare Reale di Bandung, affermò che Nasution ammirava Baldur von Schirach, il leader della Gioventù Hitleriana, e cercava di realizzare uno Stato in cui la gioventù fosse organizzata e militarizzata sul modello tedesco. Nasution, evidentemente, non intendeva realizzare gli ideali nazisti, ma intendeva mutuare gli aspetti che considerava efficaci, come l’inquadramento militare della società, e della gioventù in particolare.

Il fascino per le organizzazioni paramilitari sembra effettivamente allinearsi con la personalità di Nasution, che tendeva ad avere un’idea romantica della vita militare; negli anni Trenta egli, al pari di altri leaders nazionalisti, era un insegnante. Tale professione, tuttavia, non era quella desiderata, e si occupava di questioni militari; per questa ragione, egli era alla continua ricerca di modelli e di ispirazione, ricercate in figure militari di successo. Del resto, questa tendenza diventerà evidente anche in altre figure militari e politiche indonesiane, come Soeharto, che ha costruito il suo modello di leadership dopo aver preso in rassegna le qualità dei leader militari della storia, sia indonesiana che estera. Inoltre, il nazismo era considerato, e non solamente da Nasution, come un baluardo contro l’avanzata del comunismo, che raccoglieva proseliti anche nella colonia tropicale.

Venne anche fondato un Partito Fascista indigeno, il Partai Fasis Indonesia, o FFI, creato a Bandung nel 1933 dal dottor Notonindito, che però non però non fu un’esperienza duratura; rispetto al fascismo di Mussolini, che si ispirava ai valori e alla gloria dell’Impero Romano, il PFI basava la sua filosofia sulla resurrezione della cultura dei regni che avevano preceduta la colonizzazione olandese. L’accento posto sulla restaurazione della cultura antica presentava somiglianze con l’idealizzazione delle strutture e dei valori di autorità di villaggio di Supomo. Tuttavia, il partito fu aspramente criticato nel movimento nazionalista per voler ripristinare un’Indonesia feudale piuttosto che muoversi verso una democrazia partecipativa.

Di conseguenza, un’eventuale invasione giapponese delle Indie veniva considerata come potenzialmente vantaggiosa; inoltre, la crescente vicinanza della Germania nazista al Giappone, la posizione assertiva di quel paese nei confronti sia della Cina che delle potenze coloniali europee, e l’influenza crescente di Sunario sembrano aver ulteriormente stimolato la consapevolezza di Nasution che il Giappone avrebbe potuto favorire l’indipendenza dell’Indonesia.


I Preparativi e l’Invasione

Nel dicembre del 1940, il Governatore Generale delle Indie Orientali venne informato che i giapponesi stavano cercando di ottenere supporto dai leaders e dalle organizzazioni indonesiane, come Parindra, il Partai Nasional Raya, Partito Nazionale Indonesiano, fondato nel 1935. Una delle figure di spicco di questo partito, M.H. Thamrin, era sospettata di canalizzare il sostegno finanziario giapponese a Parindra attraverso la sua associazione con il console generale giapponese a Giacarta. Lo stesso Sunario Gondokusumo nutriva sentimenti filo-giapponesi, e, quando l’invasione diventò imminente, suo fratello, il leader di Parindra, R.P. Singgih, stava coordinando una rivolta contro le autorità olandesi a Surakarta.

Sembra improbabile, tuttavia, che Sunario fosse in contatto con i giapponesi prima dell’invasione, e del resto, Nasution non lo menziona, mentre Sunarti scrive, che quando i giapponesi entrarono nella città di Bandung il 7 marzo 1942, suo padre e un gruppo di nazionalisti si sono interrogati se fosse necessario accogliere le truppe straniere o meno. I sentimenti filo-giapponei di Sunario, del resto, furono tali da porlo in serio pericolo, in quanto egli aveva nascosto e organizzato cure mediche per un pilota giapponese abbattuto nella zona di Ciwidey, nei pressi di Bandung, dove la famiglia Gondokusumo aveva cercato rifugio. Le autorità giapponesi, in effetti, lo premiarono con una lettera in cui esse esprimevano la loro gratitudine.

Sunario, del resto, non era certamente il solo ad appoggiare e cooperare con le autorità occupanti giapponesi; il medico militare australiano, Edward (Weary) Dunlop, stava lavorando in un ospedale a Bandung quando arrivarono i giapponesi. Quanto fosse irreale la situazione per alcuni olandesi è evidente dal suo ricordo di una donna olandese che arrivò all’ospedale in macchina e chiese aiuto, richiedendo l’intervento di un ufficiale olandese in quanto la sua casa era saccheggiata dai soldati giapponesi.


Un Cambiamento Radicale

La disperazione provata dagli olandesi e da molti eurasiatici era in netto contrasto con il benvenuto rsiervato ai Giapponesi da parte di molti indonesiani; Weary Dunlop riferì che, mentre le bandiere britanniche, australiane e della Croce Rossa continuavano a sventolare davanti al suo ospedale, le strade di Bandung erano invase dai nativi in festa per l’arrivo dei Giapponesi. Nasution, tuttavia, era convinto che al termine della guerra sia la Germania che il Giappone sarebbero stati sconfitti, mentre altri nazionalisti erano convinti del contrario. Sunario Gondokusumo era convinto, in effetti, che la potenza nipponica avrebbe prevalso, e contattò i dirigenti di Parindra a Surabaya prima che i giapponesi iniziassero a bombardare il porto e le installazioni militari. Nasution, inoltre, ricorda che, mentre i giapponesi iniziavano chiaramente a prevalere sui difensori, i cittadini olandesi abbandonavano i loro posti in disordine.

La sua unità fu assegnata alla costa settentrionale, per prepararsi ad uno sbarco nemico, ma fu ritirata nell’entroterra prima che ciò avvenisse; nelle strade prevaleva il caos, e l’unità si fermò nei pressi della città di Jember. Le Indie Orientali si stavano dissolvendo in un grande disordine, e Nasution decise di abbandonare il suo posto di guardia; si trattò di una decisione dalla portata molto ampia e segnò la fine della sua cooperazione con le autorità olandesi.

Si potrebbe sostenere che, in quanto giovane ufficiale, Nasution fosse obbligato a mostrare lealtà al suo esercito e agli uomini della sua unità e che avesse obblighi più ampi verso le Indie Orientali Olandesi e le sue autorità. Del resto, le autorità coloniali lo avevano scelto come un giovane straordinariamente promettente e poi lo avevano nutrito e istruito, un trattamento decisamente rato per un ragazzo che proveniva da un villaggio rurale delle Indie Orientali Olandesi. Non si deve dimenticare, tuttavia, che Nasution era rimasto nazionalista; in quanto tale, egli percepiva di avere precisi obblighi verso il suo stesso popolo e verso l’ideale di un’Indonesia indipendente.


Diserzione e Rifugio di Nasution

La decisione di disertare dall’esercito coloniale olandese, il KNIL, inoltre, gli precluse un suo futuro ritorno tra i ranghi olandesi, nel caso in cui a prevalere fossero stati i Paesi Bassi e avessero ripreso il controllo della colonia. Egli cercà di mescolarsi con la popolazione indonesiana, fingendosi un contadino, e si mosse furtivamente lungo strade affollate di veicoli militari olandesi fino a raggiungere una grande città. Fu in questo momento che i suoi contatti con il Parindra furono gli salvarono la vita, in quanto egli fu aiutato dopo la diserzione grazie ai contatti con questa associazione.

Gli fu procurata una bicicletta, con egli iniziò a fare ritorno a Bandung, e, allertato del pericolo da uno dei dirigenti di Parindra, Raden Panji Soeroso, proseguì oltre il confine verso il Giava Occidentale e verso Bandung, dove trovò sistemazione con un compagno cadetto che era agli arresti domiciliari. La presenza di Nasution, tuttavia, era pericolosa, e l’ex ufficiale del KNIL proseguì, diretto a Sukabumi (Giava Occidentale). Dopo aver girovagato per un certo periodo in questa regione, Nasution si diresse a Bandung, dove Sunario riuscì a fargli ottenere un’amnistia dai giapponesi. Inoltre, l’assistenza di Sunario al pilota abbattuto gli fu di grande aiuto e l’ufficiale accettò di non arrestare Nasution, che si installò nel suo edificio della compagnia di assicurazioni Bumi Putera, che era vicino alla residenza di Gondokusumo.


Carriera nelle Organizzazioni Militari Giapponesi

Nasution iniziò presto a collaborare con i giapponesi, mobilitando i giovani in organizzazioni militaristiche; la sua passione per la vita militare, dunque, riemergeva ancora una volta, e, in effetti, egli mostrò presto di essere più adatto alle organizzazioni paramilitari dove poteva guidare e insegnare, ma all’interno di un formato altamente disciplinato e regimentato. Nasution era stato un istruttore di marcia volontario per l’organizzazione giovanile giavanese occidentale Yayasan Obor Pasundan mentre era ancora un cadetto, ed è in questo periodo che incontrò spesso i membri dell’organizzazione scoutistica Kepanduan Bangsa Indonesia e del movimento giovanile Parindra Surya Wirawan presso la residenza di Gondokusumo.

Il suo interesse per le organizzazioni giovanili paramilitari riemerse quando emerse dal nascondiglio a Bandung e decise di non voler lavorare per la nuova amministrazione giapponese; il suo reddito provveniva dalle lezioni di malese (indonesiano) da lui impartite ai soldati giapponesi. Sembra probabile che la sua intenzione di seguire la propria strada sia emersa in gran parte dalla sua forte e romantica attrazione per la vita militare e le uniformi. Nasution attribuì poi il suo coinvolgimento nell’addestramento paramilitare a un desiderio di promuovere la causa nazionalista e senza dubbio non mentiva; tuttavia, la sua adozione di una ‘divisa’ personale era un comportamento altamente insolito e conferisce veridicità all’affermazione di Simatupang, che affermava come Nasution fosse attratto dai movimenti giovanili militaristici del tipo Hitler Jugend.

Rimane vero che, a differenza degli altri ex cadetti dell’accademia militare, egli abbia fatto scelte differenti, e la vita in uniforme, anche se creata da lui stesso, gli risultava più attraente rispetto alle occupazioni nell’amministrazione giapponese. Nel frattempo, i giapponesi decisero di iniziare a mobilitare i giovani sviluppando un movimento giovanile (pemuda) chiamato Barisan Pemuda Priangan (Fronte Giovanile di Priangan), e il sindaco di Bandung nominò Nasution come suo leader, arruolandolo come dipendente del governo cittadino.

Non c’è nulla negli scritti di Nasution che indichi che la cultura giapponese abbia avuto un impatto significativo su di lui, a parte i crescenti sentimenti di avversione; ciò nonostante, i loro metodi di mobilitazione e militarizzazione della gioventù, unitamente ai contatti acquisiti tra altri giovani indonesiani nelle organizzazioni paramilitari e militari sostenute dai giapponesi, si rivelarono inestimabili nella sua lotta armata contro gli olandesi. Il più importante di questi era la forza di fanteria leggera conosciuta come PETA (Pembela Tanah Air—Difensori della Patria), che i giapponesi formarono nell’ottobre del 1943 quando intensificarono i loro sforzi per mobilitare il popolo indonesiano a sostegno del loro sforzo bellico.


Una Situazione Confusa

Nasution, che era di qualche anno più anziano dei membri della generazione pemuda (giovani nazionalisti), non si riconosceva nelle due generazioni; egli, in effetti, aveva ricevuto un’educazione olandese, anche se non della stessa qualità e livello di molti dei nazionalisti più anziani. La sua formazione militare all’interno del KNIL era stata interrotta dalla guerra ed era stato coinvolto nei tentativi giapponesi di mobilitare la popolazione. Nasution, tuttavia, era un leader che aveva preso parte attiva negli sforzi di mobilitazione nell’area di Bandung, piuttosto che un partecipante relativamente immaturo; fino alla capitolazione giapponese, Sukarno e Hatta cooperarono strettamente con le autorità di occupazione e rifiutarono di proclamare l’indipendenza dell’Indonesia senza il loro consenso.

Molti pemuda, nondimeno, divennero impazienti con i leader politici più anziani, ed erano preoccupati che una proclamazione di indipendenza approvata dai giapponesi sarebbe stata considerata una concessione forzata da parte di una potenza straniera sconfitta, piuttosto che una conquista dopo una lunga lotta. Il tentativo di alcuni pemuda influenti di persuadere i leader nazionalisti a sfidare i giapponesi e proclamare immediatamente l’indipendenza guadagnarono slancio quando la notizia degli attacchi nucleari statunitensi contro il Giappone divenne nota in Indonesia.

In tale ambito, si nota che il 15 agosto del 1945, un gruppo di pemuda portò Sukarno e Hatta a un’unità PETA nella piccola città di Rengasdengklok, a Giava Ovest; la mattina del giorno successivo, tale unità si ribellò, occupò la città, e disarmò i giapponesi, per poi issare la bandiera nazionale. Sukarno e Hatta si rifiutarono di soddisfare le richieste dei pemuda fino a quando non furono assicurati che i giapponesi non si sarebbero vendicati. Sukarno fu finalmente convinto quando tornò a Giacarta e tenne discussioni con un alto e influente ufficiale dell’intelligence giapponese, il viceammiraglio Tadashi Maeda; a questo punto, gli ostacoli erano rimossi, e il 17 Agosto Soekarno proclamò l’Indipendenza dell’Indonesia.

Anche se Nasution criticava i leader più anziani per il loro atteggiamento di estrema cautela nel trattare con i giapponesi, anche se questi subivano una serie di schiaccianti sconfitte militari, lui stesso non si sentiva particolarmente a suo agio in situazioni fluide che potevano portare a conseguenze impreviste. Nasution, al contrario, preferiva agire in organizzazioni strutturate, gerarchiche e militaristiche, contesti in cui egli aveva la possibilità di svolgere un chiaro ruolo di leadership. Invece, egli non amava i contesti più fluidi e meno disciplinati che cominciarono a emergere dopo la proclamazione dell’indipendenza, e, di conseguenza, egli decise di schierarsi con l’emergente esercito della Repubblica Indonesiana. Queste tendenze, unite ad una crescente dimensione autoritaria nella sua romanticizzazione della vita militare, sono tratti evidenti nei suoi costanti sforzi durante la lotta armata contro gli olandesi, in cui Nasutin cerca di imporre disciplina sulle varie forze combattenti associate alla Repubblica, allo scopo di regolarizzarle, integrandole all’interno dell’esercito, oppure per disarmarle e demilitarizzarle.


Conclusioni

L’occupazione militare delle Indie Olandesi, nel corso della Seconda Guerra Mondiale, comporta dei cambiamenti che coinvolgono non solamente l’ex elite europea, ma anche l’apparato militare e amministrativo della colonia. I giapponesi creano immediatamente apparati amministrativi, sociali e politici, allo scopo di inquadrare la popolazione locale e di mobilitarla nello sforzo bellico nipponico, che suscita sentimenti contrastanti.

In tale contesto, Nasution emerge come un ufficiale capace di esercitare uno stile di leadership molto chiaro; al contrario di altri leaders nazionalisti, egli non cerca di inserirsi in realtà fluide o poco chiare, e, quando si unisce al nascente esercito della Repubblica Indonesiana, applica le metodologie apprese sia nell’esercito coloniale olandese che nelle organizzazioni militari e para-militari giapponesi.


Letture Consigliate

  • Turner, B. (2017). AH Nasution and Indonesia’s Elites:” people’s Resistance” in the War of Independence and Postwar Politics. Lexington Books.
  • Groen, P. (2016). The Invasion of the Dutch East Indies: An Impressive Japanese Source. International Journal of Military History and Historiography36(1), 49-58.
  • Remmelink, W. (2015). The Invasion of the Dutch East Indies. Leiden University Press.

Di Salvatore Puleio

Salvatore Puleio è analista e ricercatore nell'area 'Terrorismo Nazionale e Internazionale' presso il Centro Studi Criminalità e Giustizia ETS di Padova, un think tank italiano dedicato agli studi sulla criminalità, la sicurezza e la ricerca storica. Per la rubrica Mosaico Internazionale, nel Giornale dell’Umbria (giornale regionale online) e Porta Portese (giornale regionale online) ha scritto 'Modernità ed Islam in Indonesia – Un rapporto Conflittuale' e 'Il Salafismo e la ricerca della ‘Purezza’ – Un Separatismo Latente'. Collabora anche con ‘Fatti per la Storia’, una rivista storica informale online; tra le pubblicazioni, 'La sacra Rota Romana, il tribunale più celebre della storia' e 'Bernardo da Chiaravalle: monaco, maestro e costruttore di civiltà'. Nel 2024 ha creato e gestisce la rivista storica informale online, ‘Islam e Dintorni’, dedicata alla storia dell'Islam e ai temi correlati. (i.e. storia dell'Indonesia, terrorismo, ecc.)

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