Abstract
Ad Aceh, la libertà di stampa e di informazione sono costantemente minacciate da un clima di intimidazione e paura, mentre il lavoro giornalistico viene spesso svolto da auto-didatti; l’implementazione della sharia, poi, aggiunge un profilo di criticità. I giornalisti dovrebbero infatti essere soggetti a due arbitri che seguono regole in larga parte incompatibili, ovvero il rispetto dei precetti religiosi, nell’interpretazione proposta dalla classe dirigente, e quello dell’etica giornalistica. Pertanto, la possibilità di applicare la legge islamica dovrebbe essere sottoposta ad una revisione critica, e si dovrebbero trovare modalità per rendere compatibile il rispetto della religione con la libertà di stampa e di pensiero.
Introduzione – Statuto Speciale e Media
Come già discusso su questa rivista online, nel mese di agosto del 2005 è stato siglato un trattato con il Governo Indonesiano, con cui è stata concessa ad Aceh uno status speciale, quello di Provincia Autonoma Speciale. In questo modo, Aceh è diventato una sorta di Stato Islamico, ma all’interno della Repubblica Indonesiana, un territorio che viene governato mediante la legge islamica, o perlomeno da alcune sue disposizioni. Dal punto di vista giuridico, tale status particolare è stato concesso dalla legge 18/2001, che ha istituito la Provincia Speciale di Aceh (Nanggroe Aceh Darussalam), e dalla legge 11/2006, con cui è stato modificato l’accordo originario per libera decisione delle parti, ovvero il Gerakan Aceh Merdeka (Movimento Aceh libero) e la Repubblica di Indonesia.
Uno degli aspetti più interessanti riguarda l’organizzazione della stampa e delle pubblicazione nella Provincia Speciale; si osserva, da questo punto di vista, che la presenza di giornali e pubblicazioni, specialmente locali, può essere usato come indicatore delle dinamiche sociali di un determinato territorio. Del resto, la funzione principale dei media è quela di fornire informazioni agli individui che si trovano effettivamente in varie istituzioni sociali; per questo motivo, la stampa viene connsiderata una istituzione della società, prima ancora di rivestire un ruolo economico o di altro tipo.
Pertanto, gli editori sono attori sociali che devono svolgere la propria funzione in conformità con le aspettative della comunità di riferimento; si tratta di una delle forze trainanti che determinano le funzioni dei media in quanto attori sociali. I media, inoltre, sono un veicolo democratico, in quanto essi dovrebbero essere espressione degli interessi e delle problematiche di una comunità, impededendo che il governo sia arbitrario e ingiusto. Da questo punto di vista, i media, di cui la stampa è parte integrante, dovrebbero essere un contrappeso e un controllo democratico alla possibile deriva autioritaria dei governi, sia locali che centrali.
Mediazione dei Conflitti e Indipendenza
I media hanno un ruolo nella mediazione dei conflitti, in quanto la diffusione di una notizia può influenzare la percezione e l’interpretazione del pubblico rispetto ad una problematica particolare; per questa ragione, diventa fondamentale che i giornalisti seguano un processo molto preciso quando si tratta di riportare una notizia. Altrettanto fondamentale è l’assenza di pressioni e intimidazioni da parte delle autorità pubbliche, che non dovrebbero intervenire sul lavoro dei giornalisti e di coloro che indagano, pubblicano e riportano notizie ed eventi nei media.
Si nota, a tale proposito, che la Provincia Speciale di Aceh si è caratterizzata, in negativo, per un’impropria influenza e intimidazione del lavoro dei giornalisti, come risulta da una serie di incidenti indagati dal mondo accademico e giornalistico. In particolare, sembra che la libertà di stampa si sia notevolmente ridotta in seguito alla dichiarazione dello stato di emergenza in Aceh da parte del governo di Jakarta, nel maggio del 2003.
Secondo l’organizzazione non governativa Human Rights Watch,
Reports from Aceh in June and July highlighted several instances of executions of civilians by the Indonesian military, widespread displacement of civilians, and a lack of basic necessities such as food, healthcare and access to education.
Since martial law began, Indonesian security forces have verbally and physically intimidated journalists in Aceh. Military officials have also arbitrarily detained correspondents in the field. In one widely reported case, members of Indonesia´s elite special forces, Kopassus, on July 4 beat an Indonesian radio journalist who was reporting on the plight of Acehnese civilians fleeing the military campaign.
I rapporti da Aceh di giugno e luglio hanno evidenziato diversi casi di esecuzioni di civili da parte dell’esercito indonesiano, lo sfollamento diffuso di civili e la mancanza di beni di prima necessità come cibo, assistenza sanitaria e accesso all’istruzione.
Da quando è iniziata la legge marziale, le forze di sicurezza indonesiane hanno intimidito verbalmente e fisicamente i giornalisti ad Aceh. I funzionari militari hanno anche arrestato arbitrariamente i corrispondenti sul campo. In un caso ampiamente riportato, membri delle forze speciali d’élite indonesiane, Kopassus, il 4 luglio hanno picchiato un giornalista radiofonico indonesiano che stava riportando la difficile situazione dei civili acehnese in fuga dalla campagna militare.
(Human Rights Watch, Indonesia: Media Under Attack in Aceh, November 25, 2003)
In questo periodo si sono registrati diversi incidenti, anche gravi, a danno dei giornalisti e dei media, che sono stati oggetto di attacchi e intimidazioni, legati, evidentemente, al conflitto che opponeva il movimento separatista di Aceh e il governo di Jakarta.
La Gestione Mediatica del Conflitto
Secondo un interessante rapporto di Human Rights Watch, il governo indonesiano ha attuato una meticolosa gestione della crisi, e ha seguito il modello americano usato in Iraq dagli Stati Uniti d’America.
The Indonesian military has tried to ensure that any media coverage of the war supports the military’s official line.Using the U.S. program in Iraq to give its program legitimacy, to limit the independence of Indonesian journalists, the Indonesian military initiated a U.S.-style program of “embedding” journalists directly with military units in Aceh.Prior to deployment journalists are also given training in West Java on basic survival skills.The journalists are then wholly dependent on the units they are deployed with during their time in Aceh.The program also limits the contact these journalists are able to have with villagers in Aceh who may be unwilling to speak freely to journalists deployed with Indonesian troops.
I militari indonesiani hanno cercato di garantire che qualsiasi copertura mediatica della guerra sostenesse la linea ufficiale dei militari.Utilizzando il programma degli Stati Uniti in Iraq per dare legittimità al proprio programma, limitando l’indipendenza dei giornalisti indonesiani, l’esercito indonesiano ha avviato un programma in stile statunitense di “embedding” dei giornalisti direttamente con le unità militari in Aceh.Prima della loro assegnazione, ai giornalisti viene anche fornita una formazione in Giava Occidentale sulle competenze di sopravvivenza di base.I giornalisti sono quindi completamente dipendenti dalle unità con cui vengono assegnati durante il loro soggiorno in Aceh.Il programma limita anche il contatto che questi giornalisti possono avere con i villaggi di Aceh che potrebbero essere riluttanti a parlare liberamente con i giornalisti schierati con le truppe indonesiane.
(Human Rights Watch, Indonesia: Media Under Attack in Aceh, November 25, 2003)
La mente dell’iniziativa era un alto ufficiale dell’esercito indonesiano, che aveva cercato consigli e indicazioni dagli Stati Uniti su come gestire i media in Aceh durante il conflitto; di conseguenza, i giornalisti accreditati per riportare le notizie della guerra hanno seguito l’esercito e hanno ricevuto un addestramento militare di base. I giornalisti sono sempre stati, dunque, sotto il controllo delle forze armate, e, per questa ragione, essi non hanno potuto riportare obiettivamente le notizie che provenivano dagli scenari di guerra. Coloro che non accettavano queste regole, erano impossibilitati a muoversi e riportare le notizie del fronte.
Del resto, anche l’esercito di Aceh ha intimidito i giornalisti, che sono stati invitati ad una narrazione ‘veritiera’ degli eventi;
The Leadership of the Acheh National Armed Forces (TNA) wishes to stress once again that the TNA support fully the work of journalists covering the events in Acheh truthfully.The TNA still and will always protect the freedom of movement of journalists anywhere in Acheh without exception, as long as they carry their duties in accordance with the journalistic codes of ethics.
La Leadership delle Forze Armate Nazionali di Acheh (TNA) desidera sottolineare ancora una volta che il TNA sostiene pienamente il lavoro dei giornalisti che coprono gli eventi in Acheh in modo veritiero.Il TNA continua e continuerà sempre a proteggere la libertà di movimento dei giornalisti ovunque in Acheh senza eccezioni, purché svolgano i loro compiti in conformità con i codici etici del giornalismo.
(Human Rights Watch, Indonesia: Media Under Attack in Aceh, November 25, 2003)
Tuttavia, non era chiaro cosa intendesse il comando militare con ‘veritiero’, e, in effetti, questa dichiarazione è stata volutamente vaga e ambigua; in pratica, si sono registrate diverse aggressioni ai giornalisti.
Aceh dopo la Guerra
La situazione descritta in precedenza non è affatto esclusiva del conflitto acehnese, in quanto situazioni analoghe possono essere osservate anche in altri scenari di guerra; quello che dovrebbe sorprendere, invece, sono i risultati emersi in seguito al conflitto, ovvero in condizioni di pace. Il prestigioso quotidiano Jakarta Post, in un articolo del 2013 riferiva, che, in base ad una ricerca condotta dal Institut Studi Arus Informasi (Istituto per la libera circolazione delle informazioni) (ISAI), Aceh era la Provincia con la minore libertà di stampa dell’Indonesia.
Questo giudizio negativo dipende dalla situazione disastrosa registrata in diversi ambiti,
- violenza contro i giornalisti
- vandalismo delle redazioni
- minacce al personale editoriale
- pressione per pubblicare articoli favorevoli al governo
- cause legali contro i media
- restrizione delle informazioni
- corruzione dei giornalisti
- censura esterna e interna.
Per questo motivo, l’ISAI ha classificato Aceh come il luogo più pericoloso per i giornalisti nel 2012, osservando, che, nonostante la firma di un accordo nel 2005 con il governo indonesiano, le tensioni politiche e sociali sono ancora significative, e tale situazione, evidentemente, si riflette negativamente sulla libertà di informazione.
La situazione descritta nel 2012 sembra non essere migliorata, in quanto le notizie recenti confermano il clima di intimidazione che circonda il lavoro dei giornalisti, anche di gruppi editoriali rilevanti; la testata indonesiana ‘VOI’ riporta (10 novembre 2023), che
Two Acehnese journalists are suspected of being intimidated by KPK Chairman Firli Bahuri while covering Firli’s meeting with the Aceh Indonesian Cyber Media Network (JMSI) at the Joint Secretariat (Sekber) stall of Aceh journalists.
The two are the Umar King of Kompas TV and Kompas.com journalists, and the Puja TV (local TV Aceh) reporter Lala Nurmala. At that time, Firli and JMSI were having coffee and eating durian at the Secretary of Aceh journalists, Thursday (9/11) night.
Due giornalisti di Aceh sono sospettati di essere stati intimiditi dal presidente della KPK Firli Bahuri mentre coprivano l’incontro di Firli con la Rete dei Media Cibernetici Indonesiani di Aceh (JMSI) allo stand della Segreteria Congiunta (Sekber) dei giornalisti di Aceh.
I due sono il giornalista di Kompas TV e Kompas.com Umar King, e la reporter di Puja TV (TV locale di Aceh) Lala Nurmala. In quel momento, Firli e i suoi collaboratori stavano bevendo caffè e mangiando durian presso il Segretariato dei giornalisti di Aceh, giovedì (9/11) sera.
Mentre stavano aspettando di intervistare il responsabile del Comitato Anti Corruzione, i giornalisti sono stati avvicinati da un membro delle forze dell’ordine in borghese,
“Not long after that the police escorted Firli immediately reminded me not to take videos and photos. Then I answered casually to the boss, I was working, I was a journalist, while I was walking away from Firli’s meeting table with JMSI,” said Umar.
Because Umar refused to remove it, the bodyguard declared himself a police officer and had the right to request the removal of the photo.
Non molto dopo, la polizia ha scortato Firli e mi ha subito ricordato di non fare video e foto. Poi ho risposto casualmente al capo, stavo lavorando, ero un giornalista, mentre mi allontanavo dal tavolo della riunione di Firli con il JMSI,” ha detto Umar.
Poiché Umar si è rifiutato di rimuoverla, il bodyguard si è dichiarato poliziotto e affermava di avere il diritto di richiedere la rimozione della foto.
(VOI, Two Acehnese Journalists Intimidated By KPK Chair Guard Firli Bahuri (Due giornalisti di Aceh sono stati intimiditi da una guardia del capo del Comitato Anti Corruzione Firli Bahuri, 10 Novembre 2023)
La situazione dei giornalisti di Aceh sembra critica, anche dopo che il conflitto con il governo di Jakarta è stato risolto da quasi due decenni; ci si potrebbe chiedere se tali condizioni dipendano anche dallo statuto islamico della Provincia. In altre parole, è possibile che l’applicazione della sharia renda problematico il lavoro dei giornalisti.
Sharia vs. Media
La necessità di rispettare le leggi religiose e l’etica giornalistica sembrano non essere molto compatibili, come dimostra il caso di Aceh; in questo caso, una ricerca relativamente recente mostra che questa ambivalenza crea problematiche uniche.
The activities of these journalists are full of challenges they must work with two referees who always keep an eye on one side of Islamic Shariahh on the other side of Journalistic ethics.
The journalists who became the research informants admitted that the application of Islamic law is very
good for the people of Aceh, but in their daily activities such as forgetting the existence of Islamic Shariah law.
Le attività di questi giornalisti sono piene di sfide, in quanto essi devono lavorare con due arbitri, …, la sharia islamica e l’etica del giornalismo. I giornalisti che sono diventati informatori della ricerca hanno ammesso che l’applicazione della legge islamica è molto buono per la gente di Aceh, ma nelle loro attività quotidiane come dimenticare l’esistenza della legge islamica.
(Syukur Kholil et al. (2018). The Ballad of Journalists in Shariah Land: The Experience of A
Journalist Working in Aceh in Implementation of Journalistic Code Ethics after the Implementation of Islamic Shariah. IOSR Journal Of Humanities And Social Science (IOSR-JHSS), 23(1), p. 15. )
In altre parole, il giornalista che ha partecipato allo studio ha ammesso la sostanziale incompatibilità tra i dettami della sharia applicati nella Provincia di Aceh ed il lavoro giornalistico; di conseguenza, in uno Stato islamico, come Aceh, la libertà di stampa, e dei media in generale, tende ad essere minore rispetto ad un contesto secolare.
Interessante risulta questa affermazione, secondo cui
(…) a number of aspects such as religion, politics and socio-culture related to the application of Islamic Shariah in Aceh present particular complications on journalistic practices and press freedom. On the one hand, the media should be able to be a means of government oversight by exposing information in accordance with the existing reality, no matter how bad it is. But on the other hand, the freedom of the press by exposing the real reality can be considered as a counter to the government.
(…) una serie di aspetti come la religione, la politica e la socio-cultura legati all’applicazione della Sharia islamica in Aceh presentano particolari complicazioni per le pratiche giornalistiche e la libertà di stampa. Da un lato, i media dovrebbero essere in grado di fungere da mezzo di supervisione del governo esponendo informazioni in conformità con la realtà esistente, per quanto spiacevole possa essere. Ma d’altra parte, la libertà di stampa nel rivelare la vera realtà può essere considerata come un contrappeso al governo.
(Syukur Kholil et al. (2018). The Ballad of Journalists in Shariah Land: The Experience of A
Journalist Working in Aceh in Implementation of Journalistic Code Ethics after the Implementation of Islamic Shariah. IOSR Journal Of Humanities And Social Science (IOSR-JHSS), 23(1), p. 16. )
Per questa ragione, non sorprende che ad Aceh le critiche al governo sono praticamente inesistenti, allo scopo di evitare che una critica ad un aspetto dell’implementazione della sharia abbia inevitabili ricadute politiche, in un contesto in cui il potere religioso e quello politico sono dichiaratamente e istituzionalmente uniti e inseparabili. Non sorprende, dunque, che la qualità dei giornalisti che operano ad Aceh sia tendenzialmente bassa, e formata da auto-didatti e quasi-volontari, che accettano di svolgere una professione in un contesto decisamente ostile e anche pericoloso.
Conclusioni
La libertà di stampa è decisamente bassa ad Aceh, la Provincia Speciale in cui si applica (una buona parte) della sharia, la legge islamica; anche dopo il conflitto con il governo di Jakarta ed una apparente normalizzazione della vita, i giornalisti sono costantemente sotto attacco. L’implementazione della sharia, poi, complica ulteriormente la situazione, in quanto le richieste religiose sono frequentemente incompatibili con l’etica giornalistica. La fusione istituzionale tra politica e religione ha creato un ambiente che non favorisce il lavoro dei giornalisti, ma li espone costantemente a minacce, intimidazioni ed attacchi di ogni genere.
Queste osservazioni dovrebbero avviare una seria riflessione sulla necessità di formare una classe di giornalisti professionisti e di condizioni adeguate in cui operare; anche se la legge islamica può essere percepita come positiva da alcuni settori della società, le ripercussioni negative sulla libertà di stampa (e non solo) dovrebbero far riflettere sul modo di implementare la legge islamica nel XXI secolo.
Letture Consigliate
- Syukur Kholil et al. (2018). The Ballad of Journalists in Shariah Land: The Experience of A
Journalist Working in Aceh in Implementation of Journalistic Code Ethics after the Implementation of Islamic Shariah. IOSR Journal Of Humanities And Social Science (IOSR-JHSS), 23(1). - Hill, S. (2024). Opportunity Out of Challenge—Opening up Media Freedom. In In Defence of Our Humanity: Real Life as a United Nations Ambassador in a Troubled World (pp. 251-271). Singapore: Springer Nature Singapore.
- Zulkarnaini, Z., Ansor, M., & Masyhur, L. S. (2022). Sharia in power: non-Muslims and the performance of Islamic politics in Aceh public Sphere, Indonesia. Indonesian Journal of Islam and Muslim Societies, 12(2), 257-283.