Abstract
Muhammadiyah ha svolto un ruolo fondamentale per l’islamizzazione dell’Isola di Giava, nell’attuale Indonesia, ed in particolare a Kotagede, situata nella parte meridionale di Giava Centrale; l’organizzazione islamica, presente nel centro giavanese dal 1923, ha saputo attuare una strategia basata sulla cooperazione con la società locale, senza però rinunciare a lottare contro pratiche islamiche ritenute eterodosse. L’apparente paradosso dello sviluppo di Muhammadiyah a Kotagede può essere spiegato dalla capacità di questa organizzazione di sfruttare preziose sinergie.
Introduzione
L’Islamizzazione di Giava, specialmente delle origini, è stata un argomento dibattuto da generazioni di storici e specialisti; a questo proposito, si nota la presenza di diversi argomenti dibattuti, che hanno riguardato, tra l’altro, le dinamiche dell’accettazione dell’Islam da parte dei giavanesi. Si tratta di problematiche talmente complesse che non sono ancora apparse opere e contributi esaustivi; un contributo molto interessante, anche se parziale, riguarda la città di Kotagede (pronunciato cotaghedé) nella provincia speciale di Yogyakarta (Nakamura, 2012). In questo caso, l’autore compie una scelta interessante, quella di considerare il processo di diffusione dell’Islam come un processo ancora in corso, e non qualcosa che riguarda il passato e che si è dunque concluso in maniera pressoché definitiva.
Analogamente a quanto si osserva ancora oggi nel resto dell’Indonesia, l’Islam sembra possedere una capacità di auto-riformarsi quando le persone percepiscono, a torto o a ragione, di essersi allontanate da un nucleo di concetti e pratiche ritenute genuine. Per questa ragione, si parla di ‘re-islamizzazione’, un processo consapevole che viene avviato e condotto dalle stesse comunità musulmane; parte integrante di questo processo non sembra essere solamente la necessità di conformarsi ad una presunta ortodossia formale, ma anche di preservare gli insegnamenti morali ed etici della religione ora maggioritaria in Indonesia.
Questo fenomeno religioso sembra essersi verificato e tradotto in varie forme organizzative che hanno caratterizzato la storia dell’Islam a Giava; si consideri, in particolare, il ruolo di Muhammadiyah, fondata nel 1912 proprio a Yogyakarta. Il nome scelto, i ‘seguaci di Muhammad’ appare immediatamente rivelatore, e, alla fine degli anni Venti del secolo scorso, questa organizzazione era già presente in quasi tutte le principali città e centri abitati di Giava. A partire da questo periodo, poi, questo movimento si è diffuso in numerosi centri delle isole esterne nelle Indie Orientali Olandesi.
Muhammadiyah ha scelto dagli inizi di non essere coinvolta politcamente nei confronti delle autorità coloniali, per focalizzarsi sull’istruzione e su forme di welfare sociale; per questa ragione, sono state create diverse scuole, cliniche, ospedali, orfanotrofi e altre istituzioni simili. Entro un quarto di secolo dalla sua fondazione, Muhammadiyah era già diventata una delle più grandi organizzazioni religiose della colonia olandese. La sua forza gli ha permesso di sopravvivere all’occupazione giapponese (1942–1945) e alla Guerra di Indipendenza (1945–1949), per poi crescere ulteriormente negli anni Cinquanta e Sessanta del secolo XX. Muhammadiyah ha conosciuto un ulteriore ampliamento nel corso del Nuovo Ordine di Soeharto.
Non sorprende, dunque, che questa organizzazione ha avuto un ruolo fondamentale per l’islamizzazione di Giava, come si discuterà in seguito.
Kotgede – Un Centro Tipicamente Giavanese
La città di Kotagede, come noto, si trova nella Regione Speciale di Yogyakarta, a Giava Centrale, e si tratta di un centro privilegiato per osservare lo sviluppo locale di Muhammadiyah; Kotagede, in effetti, è stato un centro etnico puramente giavanese, e, come tale, altamente rappresentativo di questa cultura. Il centro in esame, secondo gli storici, è emerso per la prima volta nella seconda metà del XVI secolo come sede originale della corte (kraton) del Tardo Regno di Mataram, o Sultanato di Mataram, una delle prime entità politiche islamizzate nella parte meridionale di Giava Centrale. I primi sovrani di questa epoca storica vissero in quella che si rivelerà la fase finale dell’ascesa della civiltà giavanese rispetto all’arcipelago indonesiano nell’era pre-coloniale.
Una delle caratteristiche principali di queste società era sicuramente la combinazione tra la base agricola delle risaie a Giava Centrale e il potere marittimo basato sui centri commerciali della costa settentrionale dell’Isola. Il Regno presentava anche un raffinato sincretismo tra gli elementi religiosi indigeni, induisti e buddisti, con quelli islamici della corte reale; all’inizio del XVII secolo, poi, la sede della corte venne spostata, e Kotagede perse il suo status precedente. Lo stesso Regno, del resto, venne smembrato e diviso nei quattro principati di Surakarta, Yogyakarta, Mangkunegaran e Pakualaman, in seguito a continui conflitti interni, a cui si aggiunse l’intervento olandese nei due secoli successivi.
Kotagede, tuttavia, è riuscita a sopravvivere a questi cambiamenti, preservando la sua identità di centro urbano tipicamente, un carattere che può essere osservato ancora ai nostri giorni; tale resilienza deriva dalle particolari caratteristiche religiose ed economiche del centro. A Kotagede, in effetti, sono stati sepolti i fondatori e alcuni dei discendenti della famiglia reale del successivo Regno di Mataram successivo. Non sorprende, dunque, che questa città abbia ricevuto una particolare attenzione e protezione in quanto tanah pusaka, terra ancestrale.
Kotagede divenne dunque un centro fondamentale per il culto della nobiltà indigena, e si è sviluppata da subito come uno dei principali centri del commercio e dell’industria giavanese, la cui influenza si estendeva in un’ampia area di Giava centrale e orientale. Gli sviluppi che portarono alla fondazione della Muhammadiyah nella città avvennero in tale contesto; in effetti, a partire dalla metà del primo decennio del Novecento venne fondata un’associazione religiosa locale, nota come Syarekatul Mubtadi, o Associazione dei Principianti, da parte di alcuni musulmani di Kotagede. Lo scopo dell’associazione era la promozione di una migliore comprensione degli insegnamenti islamici, mediante l’apprendimento diretto del Corano e degli Hadith, i detti attribuiti a Muhammad dalla tradizione islamica.
Le regole di Syarekatul Mubtadi prevedevano la presenza di entrambi i sessi, sia tra i suoi membri che tra il pubblico a cui si rivolgeva; nel 1923, dopo diversi anni di esistenza come organizzazione locale indipendente, la Syarekatul Mubtadi di Kotagede decise di incorporarsi come una filiale locale appartenente a Muhammadiyah, che aveva iniziato a diffondersi dalla città di Yogyakarta ad altre parti di Giava.
Muhammadiyah a Kotagede
La crescita di Muhammadiyah a Kotagede è stata costantemente a partire dai primi anni Venti del secolo scorso; in effetti, le adesioni a questa organizzazioni sono aumentate da alcune decine di persone nel 1923, a circa mille individui nel 1972, su una popolazione totale che si attestava in circa 15.000 abitanti.
Il successo di Muhammadiyah a Kotagede, nel corso di circa mezzo secolo, è stato enorme, ed il risultato più evidente è visibile nelle aree dell’istruzione e del benessere sociale, campi in cui l’organizzazione vanta una considerevole esperienza.
Nel 1972, a 6 decenni dalla sua fondazione e con mezzo secolo di presenza a Kotagede, Muhammadiyah aveva diversi asili, tre scuole elementari (pubbliche), due scuole superiori (pubbliche) e un’altra scuola superiore religiosa, a cui si univano un policlinico e una clinica per la maternità. Altre istituzioni gestite da questa organizzazione comprendevano una nuova moschea comunitaria, che si aggiungeva a quella precedentemente posseduta dalla corte reale del Sultanato di Mataram, una moschea per sole donne, un certo numero di langgar, (case di preghiera di quartiere per le preghiere quotidiane) e una stazione radio a onde corte.
Sempre a Kotagede, Muhammadiyah organizza regolarmente corsi di educazione religiosa informale (pengajian) per adulti e bambini in varie parti della città e nei suoi dintorni, ed ha avviato numerosi cambiamenti nelle credenze e nelle pratiche religiose tra gli abitanti del centro giavanese. Le modifiche hanno riguardato alcuni rituali annuali islamici, preghiere settimanali e quotidiane, riti comunitari, nonché riti di passaggio per individui e famiglie. Per un numero sostanziale di abitanti di Kotagede che si sono unite o che sono state strettamente associate alla Muhammadiyah, il significato dell’Islam è cambiato profondamente rispetto a quello rivestito per i loro antenati e per le generazioni precedenti. La storia successiva e lo stato attuale della città di Kotagede, inclusi anche gli aspetti che sono solo indirettamente legati alla religione, sono stati influenzati in misura significativa dalla presenza e dallo sviluppo della branca locale di Muhammadiyah.
Oltre ai risultati ottenuti in ambito strettamente locale, Muhammadiyah a Kotagede ha anche dato un contributo significativo alla causa islamica su scala regionale e nazionale; in effetti, nei primi anni del governo post-coloniale dell’Indonesia, un abitante di Kotagedea venne nominato ministro senza portafoglio ed in seguito ministro per gli affari religiosi. Si tratta di Rasjidi, che ha ricoperto tale carica tra il Novembre ed il Marzo del 1946, in quanto ministro senza portafoglio, mentre ha guidato il Ministero per gli Affari Religiosi tra Marzo e Ottobre del 1946.
Inoltre, il primo responsabile regionale dell’ufficio regionale di Yogyakarta del Dipartimento degli Affari Religiosi fu un fondatore della filiale di Muhammadiyah a Kotagede; non sorprende, dunque, che numerose posizioni nel medesimo dipartimento, a livello regionale, municipale e di quartiere a Yogyakarta siano stati occupati da diversi membri di Muhammadiyah che provenivano da Kotagede.
In molte parti dell’arcipelago indonesiano, sia Muhammadiyah che altre scuole islamiche hanno avuto diversi insegnanti provenienti dai circoli Muhammadiyah di Kotagede, da cui provengono anche diversi professionisti, tra cui medici, ingegneri, avvocati, professori universitari e insegnanti di college. Il ramo di Kotagede della Muhammadiyah è stato uno dei più attivi e influenti dell’organizzazione situata vicino alla sua sede centrale a Yogyakarta, che fornisce supporto immediato in caso di necessità.
Aspetti Paradossali
La presenza di Muhammadiyah a Kotagede presenta almeno due paradossi, a cui se ne può aggiungere un terzo, che sono comuni anche ad altri movimenti islamici moderni in generale e in particolare di Muhammadiyah. Si consideri, per iniziare, che questa organizzazione, il cui scopo era e rimane la purificazione dell’Islam giavanese da costumi e credenze locali eterodosse, ha ottenuto un considerevole sostegno dalla comunità locale, sebbene gli elementi eterodossi erano profondamente radicati e visibili nel culto dei Sultani e dei Re di Mataram.
Ciò nonostante, sono emerse chiare aspirazioni per una riforma che comportava il ritorno ad una sorta di ortodossia islamica per la popolazione locale, che in precedenza aveva aderito a tradizioni religiose estremamente sincretiche. Hardjono, un intellettuale locale, ha affermato che
l’esistenza dell’organizzazione Muhammadiyah e i suoi progressi [hanno avuto luogo] nell’atmosfera di tradizioni che non molto tempo fa erano piene dell’odore dell’incenso e del fumo dell’oppio
Hardjono, S.K. (1969) Perkembangan Muhammadijah di Kotagede”. Brosur Lebaran, p. 27.
L’accensione dell’incenso, evidentemente, si riferisce alle pratiche rituali pre-islamiche, mentre il fumo dell’oppio era sintomatico di decadenza morale della classe dirigente; non sorprende, dunque, che entrambe queste pratiche vennero duramente attaccate dal movimento locale di Muhammadiyah.
Il secondo paradosso, poi, si riferisce all’esistenza di un certo numero di ricchi commercianti e artigiani giavanesi insediatesi Kotagede ben prima del 1900, la cui ricchezza, abilità imprenditoriali e reti commerciali nell’area generale di Giava centrale e meridionale erano comparabili a quelle dei cinesi nel resto di Giava. Gli studiosi della moderna società giavanese, del resto, hanno comunemente assunto che l’intervento olandese avesse significativamente ridotto l’influenza dei settori commerciali e industriali giavanesi. La Compagnia Olandese delle Indie Orientali aveva infatti impiegati i cinesi come intermediari tra il comparto economico indigeno e quello europeo; di conseguenza, gli attori locali, giavanesi, erano stati ridotti, nella migliore delle ipotesi, a piccoli venditori ambulanti e/o artigiani occasionali. Ciò nonostante, la ricchezza, il vigore e la solidità delle reti di commercianti e artigiani di Kotagede erano ben noti nella regione da diverso tempo.
Un terzo paradosso, ancora, deriva dai primi due, in quanto sia i commercianti che gli artigiani locali non erano, prima dell’avvento di Muhammadiyah, dei santri, ovvero devoti musulmani; si tratta del modello osservato in altre parti di Giava, secondo cui tra la moschea e la classe mercantile ed artigiana esisteva un legame funzionale. Invece, la relazione tra Islam, autorità politiche e commercio a Sud di Giava Centrale sembra presentare una dinamica differente, in quanto a Kotagede commercianti e artigiani erano piuttosto abangan, ovvero musulmani di nascita, ma probabilmente poco ortodossi.
Invece, una certa ortodossia, anche se formale, poteva essere osservata, nel medesimo periodo, tra i funzionari locali della corte, i cosiddetti abdi dalem (servi reali), che, come parte dei loro doveri ufficiali, erano obbligati ad aderire almeno all’ortodossia rituale esteriore dell’Islam. Tra tali funzionari, quelli che avevano una particolare responsabilità per la manutenzione del complesso del Cimitero Reale e per la Celebrazione dei rituali di corte erano noti come abdi dalem jurukunci (custodi reali delle chiavi). Essi erano parte integrante degli abdi dalem santri, o abdi dalem putihan (funzionari religiosi di corte) dei principati giavanesi.
Conclusioni
La diffusione di Muhammadiyah a Kotagede sembra dimostrare che l’intento di ‘purificare l’Islam’ può essere accettato dalla popolazione locale; in effetti, sembra paradossale che l’opposizione a pratiche secolari e precedenti l’avvento dell’Islam sia stato colto con favore da una considerevole parte della popolazione locale. Il modello di Islam e di società presente a Kotagede, evidentemente, hanno favorito l’azione della branca locale di Muhammadiyah, che ha saputo, del resto, attuare una strategia efficace basata sulla cooperazione con la popolazione del centro giavanese.
Kotagede rappresenta dunque un esempio emblematico, ma estremamente interessante delle interazioni tra la religione, la classe politica e la società, un modello che è stato sfruttato abilmente da Muhammadiyah per espandere la sua influenza a livello locale ma anche nazionale. Evidentemente, la cooperazione con le élites locali, piuttosto che la contrapposizione ad esse, come avviene con il moderno fenomeno del salafismo, permette di conquistare la fiducia delle persone e di far accettare un modello che si contrappone, seppure parzialmente, con le tradizioni locali.
Letture Consigliate
- Nakamura, M. (2012). The crescent arises over the banyan tree: A study of the Muhammadiyah movement in a Central Javanese Town, c. 1910-2010. Institute of Southeast Asian Studies.
- Hardjono, S.K. (1969). Perkembangan Muhammadijah di Kotagede (Lo sviluppo di Muhammadijah a Kotagede), Brosur Lebaran.
- Geertz, C. (1971). Islam observed: Religious development in Morocco and Indonesia (Vol. 37). University of Chicago press.