Abstract
La stampa ha svolto un ruolo fondamentale nella diffusione del cristianesimo in Indonesia, grazie all’intraprendenza dei Gesuiti e di altri ordini religiosi; le riviste missionarie, pubblicate a partire dagli ultimi due decenni del XIX secolo, hanno contribuito a preservare l’identità delle comunità cattoliche indonesiane, sia prima che dopo l’indipendenza.
The printing press played a fundamental role in the spread of Christianity in Indonesia, thanks to the initiative of the Jesuits and other religious orders; missionary magazines, published starting from the last two decades of the 19th century, helped preserve the identity of Indonesian Catholic communities, both before and after independence.
Introduzione – Gutenberg vs. Coster
Ordinariamente, si ritiene che l’inventore della stampa sia Gutenberg, ma questo assunto potrebbe non essere corrispondente alla realtà; in effetti, esiste un altro pretendente, il cui nome è pressoché sconosciuto, anche in patria. Si tratta di Laurens Janszoon Coster (o Koster), nato nei Paesi Bassi, ad Haarlem, in cui campeggia una sua statua nella piazza centrale; negli anni Venti del XIX era a lui che veniva attribuita l’invenzione della stampa, e non al citato Gutenberg, oppure a Panfilo Castaldi o Dirk Martens.

La leggenda popolare narrava che Coster avesse fatto cadere una lettera di legno sulla sabbia, e che l’impronta da essa lasciata gli avesse dato, appunto, l’idea della stampa. In realtà, l’attribuzione di questa invenzione a Gutenberg appare corretta, e gli europei inventarono la stampa moderna, sebbene i caratteri mobili erano già noti da secoli sia in Cina che in Corea.
Nei Paesi Bassi, la stampa arrivò più tardi, probabilmente grazie alla rete degli scambi commerciali con Venezia. Alcuni hanno ipotizzato un uso non autorizzato dell’idea di Coster, che sarebbe stata perfezionata sotto la supervisione di Gutenberg in Germania. Dagli archivi, risulta che furono due i Coster a vivere ad Haarlem, ma quello a cui ci stiamo riferendo è diventato noto nel corso del tempo.
La leggenda, dunque, non sembra essere supportata da prove storiche, ma solamente dalle tradizioni orale, che presenta ben noti problemi di attendibilità, oltre che da vaghi riferimenti in altre opere. In altre parole, il ruolo di Coster rimane incerto, ma non vi sono dubbi che l’applicazione dei caratteri mobili sia dovuta a Gutenberg. Inoltre, dei caratteri mobili erano già in uso in Cina e Corea nei secoli precedenti, ma la loro applicazione era diversa da quella che ne venne fatta successivamente in Europa. Nei Paesi Bassi e nelle sue colonie, tuttavia, il mito di Coster come inventore della stampa conservava un certo credito, in quanto esso era parte integrante di un mito nazionalista, che aveva in Coster uno dei suoi eroi.
La Stampa Missionaria Cattolica – Il Ruolo dei Gesuiti
La stampa ha contribuito in maniera sorprendente alla diffusione delle idee, e quelle religiose non costituiscono certamente un’eccezione; come si è già avuto modo di osservare su questa rivista, i missionari furono i primi ad avere i mezzi per lanciare delle tipografie, agli inizi del XIX secolo, ma questi progetti fallirono. Una vera e propria stampa missionaria cattolica si può osservare solamente a partire dagli ultimi due decenni del XIX secolo; i principali fautori di questa impresa furono i gesuiti, che avevano una consolidata esperienza in ambito missionario nelle colonie.
Una particolare rilevanza la assume, in questo senso, l’esperienza di Goa, sulla costa dell’India, che, prima delle spedizioni missionarie di Francesco Saverio, rimaneva uno dei quartier generali dei Gesuiti in Asia; fu qui che venne creata la scuola di Sao Paolo (San Paolo), nel 1544. Due anni più tardi, la scuola viene dotata di una tipografia, e Goa divenne, dunque, un centro fondamentale per i missionari europei che intendevano spingersi fino alle parti più orientali del globo.
Nelle Indie Orientali Olandesi, a differenza della portoghese Goa, le attività missionarie cattoliche erano limitate dalle autorità protestanti; da questo punto di vista, la rinascita della stampa missionaria a cui si assiste dalla fine del XIX secolo appare straordinaria. I gesuiti emersero, in effetti, come abili tipografi, e non sorprende che molte delle riviste missionarie stampate nella colonia olandese siano state gestite proprio da loro.
Nelle Indie Orientali Olandesi, i Gesuiti potevano fare affidamento su una organizzazione che permetteva di stampare una rivista complessa come De Katholieke Missien, La Missione Cattolica; si trattava di un magazine in olandese, che comprendeva notizie dal mondo intero, ed in particolare dalle colonie, come quelle olandesi.

Un altro prodotto editoriale, sempre curato dai gesuiti, è il Claverbond, di cui sono note poche notizie, ma tale periodico iniziò a pubblicare nel medesimo periodo del Missien, menzionato in precedenza; di conseguenza, si tratta di due riviste, articolate, sul mondo delle missioni.
Voci Cattoliche
La stampa missionaria ha permesso di diffondere il pensiero e la dottrina cattolica anche in una colonia le cui autorità erano protestanti; si consideri questo passaggio del Katholieke Missien del 1896;
NEDERLANDSCH OOST-INDIE.
Uit Java en Sumatra.
Een der oost-indiscbe missionarissen schrijft aan een
vroegeren ambgenoot bet volgende.
In uw laatste schrijven vraagt gij zoo dringend om
eene mededeeling over mijne dienstreizen, dat ik niet
langer kan weigeren aan uw verlangen te voldoen.
Ik hoop u dan ook over mijn missionarisleven van
ineer den 10 jaren, in Oost-Indië doorgebracht, een
overzicht te geven, dit naar uwe wetischen zal zijn.
Niet alle dienstreizen echter zal ik u tot in al hare bijzondeiheden gaan vertellen, want ik zou daardoor noodzakelijk in herhalingen moeten vervallen, die u spoedig
zouden vervelen.
Oin geleidelijk voort te gaan zij het mij vergund
eerst een woordje te zeggen over onze aankomst in
Indië.
Den 11 December van 1884 stapten wij te Padang
aan wal. Koster Steenkamp, dezelfde die later zoo
deerlijk aan brandwonden is overleden, kwam ons aan
boord afhalen met eene stoombarkas. Ter pastorie waren
destijds P. Antonius Smit en P. Arnoldus Maessen. Wij,
namelijk de PP. Kusters en Leemker, broeder Adan en
ik, hebben ons gedurende anderhalven dag uitstekend
te Padang vermaakt. Juist was ik 33 jaren oud geworden. P. Leemker mij gelukwenschende op mijn verjaardag voegde er bij : „op dien leeftijd had onze Goddelijke
Verlosser reeds zijn zending volbracht en gij moet nog
beginnen.
INDIE ORIENTALI OLANDESI
Da Giava e Sumatra.
Uno dei missionari delle Indie Orientali scrive a un ex collega quanto segue. Nel vostro ultimo scritto chiedete con tanta insistenza una comunicazione sui miei viaggi di servizio, che non posso più rifiutarmi di soddisfare il vostro desiderio. Spero quindi di fornirvi una panoramica della mia vita missionaria trascorsa in Oriente per oltre dieci anni, secondo le vostre indicazioni. Non (di) tutte le missioni di servizio, tuttavia, vi racconterò nei loro dettagli, poiché altrimenti sarei costretto a ripetermi, il che vi annoierebbe presto. Per procedere gradualmente, mi è permesso dire prima qualche parola sul nostro arrivo in India (le Indie Orientali Olandesi). L’11 dicembre 1884 sbarcammo a Padang. Il sacrestano Steenkamp, lo stesso che in seguito morì tragicamente a causa delle ustioni, venne a prenderci a bordo con un battello a vapore. Alla parrocchia c’erano all’epoca P. Antonius Smit e P. Arnoldus Maessen. Noi, cioè i PP. Kusters e Leemker, il fratello Adan e io, ci siamo divertiti molto a Padang per un giorno e mezzo. Proprio avevo compiuto 33 anni. P. Leemker, congratulandomi per il mio compleanno, aggiunse: «A quell’età il nostro Divino Salvatore aveva già compiuto la sua missione e voi dovete ancora iniziare.»
(Die Katholieke Missien, 1896, p. 115)
Si tratta di un passaggio che conferma la presenza attiva dei gesuiti a Giava e Sumatra, aree che storicamente non erano state oggetto della colonizzazione portoghese; di conseguenza, le missioni erano molto importanti, anche da un punto di vista sociale, e non solo strettamente religioso. L’organizzazione dei gesuiti, evidentemente, e della Chiesa Cattolica in generale, ha permesso di giungere anche in queste zone, stabilendo degli avamposti che in futuro si riveleranno fondamentali per definire la società pluralista dopo l’indipendenza del 1945/1949.
Per questa ragione, tali riviste non devono essere considerate come una semplice testimonianza reliogiosa, ma soprattutto sociale e politica, che ha concorso ai movimenti nascenti della società coloniale nei primi decenni del XX secolo. Si consideri ancora questo passaggio, tratto dal medesimo articolo,
Van Poerworedjo reist men over Koeto-Ardjo, Keboeraen en Karang Anjer naar Gombong, alwaar eene pupillenschool is. Deze pupillen zijn, op weinige uitzonderingen na, kinderen van soldaten en worden op kosten van het gouvernement opgeleid voor het leger of iels anders. Een onderofficier, von Reicliensperger, gaf er destijds catechismus aan meer dan de helft van de drie
honderd pupillen. Zij waren in drie afdeelingen: in grooten, middelsoortigen en kleinen verdeeld.
Da Poerworedjo si viaggia attraverso Koeto-Ardjo, Keboeraen e Karang Anjer fino a Gombong, dove si trova una scuola per allievi. Questi allievi sono, con poche eccezioni, figli di soldati e vengono istruiti a spese del governo per l’esercito o altro. Un sottufficiale, von Reicliensperger, insegnava catechismo a più della metà dei trecento allievi. Erano divisi in tre sezioni: grande, media e piccola.
(Die Katholieke Missien, 1896, p. 115)
Nelle Indie Orientali Olandesi erano anche diffusi periodici dedicati a Santi cattolici, come S Antonio Bode, settimanale pubblicato agli inizi del XX secolo; in questo caso, la pubblicazione, in lingua olandese, aveva lo scopo di diffondere la devozione per il santo cattolico, ed era curata dalle suore missionarie di S Antionio di Asten, nei Paesi Bassi. Ancora, si consideri, Annalen van onze lieve vrouw van het heilig hart, ovvero gli ‘Annali di nostra signora del sacro cuore’, pubblicata nel medesimo periodo; anche in questo caso, una sezione è dedicata alle Indie Orientali.

La Stampa Missionaria in Indonesia
L’indipendenza dell’Indonesia, proclamata nel 1945 ed ottenuta in modo definitivo nel 1949, non ha decretato la fine della stampa missionaria nel Paese indipendente; un peridico molto interessante, a tale proposito, è Missieneuws, Notizie delle Missioni, tenuto dai gesuiti in Indonesia. Si tratta di un periodico che continua la tradizone inaugurata nel periodo coloniale.
Il n. 2 del 1960, del resto, oltre a presentare le notizie di interesse missionario, contiene una foto molto interessante su una macchina da stampa usata a Jogyakarta dai Gesuiti;

Er zal wel niemand zijn, die de enorme invloed yan de pers ontkent : toch zijn er betrekkelijk weinigen, die haar wereldomvattende macht doorschouwen. Critische lezers zullen eventueel de betrouwbaarheid of de opinie van een bepaald blad, zelfs hun lijfblad, met reserve aanvaarden: zij weten ook de waarde van een boek te schatten. Men zal zijn licht opsteken bij andere bladen en gaarne kennis nemen van befaamde buitenlandse groot-bladen : men zal een auteur niet blindelings volgen. Dat doet niets af aan de erkenning, dat zeer vele journalisten naar best vermogen eerlijk en oprecht de waarheid willen zeggen. Beter dan wie ook, weten zij, dat zij zich in een dagelijkse berichtensfeer bewegen, die verpest is door eenzijdige voorlichting en dikwijls bewuste leugens. Het zal velen niet onbekend zijn, dat, behalve regeringen, machtige en invloedrijke personen, groepen en economische concerns dikwijis belang hebben bij een eenzijdige voorlichting, die de waarheid niet enkel camoufleert, maar opzettelijk een schromelijk geweld aandoet, Het is tevens een feit, dat Irote pers-bureaux hun berichten schiften, naar gelang dat welgevallig is voo Weinig gewetensvolle redacties, die of de publieke opinie in een bepaaldi tichting willen beinvloeden of zich bij voorkeur richten naar een heersendi Opinie of in de gunst willen blijven van kapitaalkrachtige lichamen, die is Staat zijn de financisle basis, ook voor een week- of dagblad een ,,conditic Sine qua non”, ernstig te benadelen of te bevoordelen, Et is echter een feit, dat regeringen en Ianden zeer gevoelig zijn voo: Teacties in de pers. Geen enkel land of volk is onverschillig voor de wereld Opinie in een bepaalde kwestie : ook de communistische staten niet. Wat een katholieke pers in ons eigen land betekent, zal niemand onderschat ten. Haar stem wordt niet alleen in eigen kamp beluisterd : haar opbouwenc Woord, zowel als haar gedegen kritiek, heeft gevolgen. Zij heeft onnoemeliji Sterk de opbloei en de uitbouw van het katholieke leven bevorderd. Zij is nie ZOzeer de vrucht van de katholieke emancipatie, als veeleer een van de be langrijkste factoren, die onze emancipatie tot stand hebben gebracht. Verreweg de meeste missiegebieden zijn over de primitieve cultuurstadi heen: verschillende bezitten een hoge cultuur. De christenheden zijn echte klein in verhouding tot hun omgeving. Wil de ontwikkelde christen bestani blijven tegen de heidense invloed, dan heeft hij een dag- of weekblad nodig dan is het maandblad gewenst evenals het katholieke boek.
Non ci sarà nessuno che neghi l’enorme influenza della stampa: tuttavia, ci sono relativamente poche persone che ne comprendono il potere globale. I lettori critici accetteranno eventualmente con riserva l’affidabilità o l’opinione di un certo giornale, anche del loro giornale preferito: sanno anche valutare il valore di un libro. Si consulteranno altri giornali e si prenderà volentieri conoscenza di famosi grandi quotidiani stranieri: non si seguirà un autore ciecamente. Ciò non toglie nulla al riconoscimento che molti giornalisti, per quanto possibile, vogliono dire la verità in modo onesto e sincero. Meglio di chiunque altro, sanno che si muovono in un’atmosfera quotidiana di notizie, che è avvelenata da un’informazione unilaterale e spesso da menzogne consapevoli. Non sarà sconosciuto a molti che, oltre ai governi, anche persone potenti e influenti, gruppi e interessi economici abbiano spesso interesse in una informazione unilaterale, che non solo camuffa la verità, ma la violenta deliberatamente. È anche un fatto che le agenzie di stampa rosse filtrano i loro messaggi, a seconda di ciò che è gradito a poche redazioni, che vogliono influenzare l’opinione pubblica in una certa direzione o preferiscono orientarsi verso un’opinione dominante o rimanere in buoni rapporti con enti finanziariamente potenti. Le basi finanziarie, anche per un settimanale o quotidiano, una “conditio sine qua non”, che può seriamente danneggiare o favorire (il prodotto editoriale). È tuttavia un fatto che i governi e i paesi sono molto sensibili alle reazioni della stampa. Nessun paese o popolo è indifferente al mondo. Opinione su una questione specifica: nemmeno gli stati comunisti. Cosa significa una stampa cattolica nel nostro paese, nessuno lo sottovaluterà. La sua voce non viene ascoltata solo nel proprio campo: la sua parola edificante, così come la sua critica approfondita, ha conseguenze. Ha fortemente promosso la fioritura e lo sviluppo della vita cattolica. Non è tanto il frutto dell’emancipazione cattolica, quanto piuttosto uno dei fattori più importanti che hanno portato alla nostra emancipazione. La maggior parte delle aree missionarie ha superato lo stadio della cultura primitiva: alcune possiedono una cultura avanzata. Le comunità cristiane sono davvero piccole rispetto al loro ambiente. Se il cristiano colto vuole resistere all’influenza pagana, ha bisogno di un giornale o di una rivista settimanale. Allora è desiderabile la rivista mensile così come il libro cattolico.
(Missieneuws, 2, 1960, pp. 42-43)
Questo articolo molto interessante sulla rilevanza della stampa appare precedere di diversi decenni il dibattito più ampio che riguarda i media; di fatto, traspare la percezione di combattere una battaglia, mediante la stampa. La modesta dimensione delle comunità cristiane nelle colonie, o nei Paesi a maggioranza musulmana, come l’Indonesia, i cattolici rimanevano (e rimangono) una minoranza nella minoranza, oscurati anche dai protestanti, la cui presenza era, ed è, decisamente maggiore. Di conseguenza, la stampa cattolica diventa un ausilio fondamentale per preservare la propria identità cattolica, anche e specialmente in Indonesia.
Conclusioni
La stampa cattolica, nelle Indie Orientali Olandesi, prima, e in Indonesia, dopo, è stata presente e curata da vari ordini e congregazioni religiose, ed in particolare dai Gesuiti; la diffusione di notizie e di idee cattoliche è stata dunque possibile anche in un ambiente apparentemente ostile, sia a causa delle autorità protestanti che di quelle indonesiane e islamiche. I diversi periodici che sono stati pubblicati dalla fine del XIX secolo ai giorni nostri, in effetti, hanno dato un significativo contributo alla preservazione dell’identità cattolica di milioni di indonesiani ed alla diffusione di questa religione.
La stampa, dunque, si conferma fondamentale per diffondere idee e modelli, permettendo ad una comunità di preservare i propri riferimenti culturali e religiosi, ma anche di diffonderli; da notare, poi, che le riviste, in lingua olandese, avevano una ripercussione anche nella madrepatria, in cui il conflitto tra cattolici e protestanti era presente e vivo fino a tempi relativamente recenti.
Letture Consigliate
- Wijaya, D. N., Dhani, A. P., Rahmah, N., & Hartono, H. (2024). The Development of Catholicism in Early 20th Century Malang City. HISTORIA: Jurnal Program Studi Pendidikan Sejarah, 13(1), 359-376.
- Steenbrink, K. (2021). Catholics in Indonesia, 1808-1903: A Documented History, Volume 1 (Vol. 196). Brill.
- Wulandari, R. (2024). Church Documents, First Catholic Missionaries in Java, and Pontifical Mission Societies of Indonesia: The Movement with a Social Entrepreneurial Orientation. The International Journal of Religion and Spirituality in Society, 15(2), 89.