Ahmad Yani
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Abstract

Il generale Ahmad Yani simbolizza la lotta per l’Indipendenza dell’Indonesia dal dominio coloniale, e, allo stesso tempo, la resistenza contro forze che hanno cercato di sovvertire l’ordine democratico e la presidenza di Sukarno. Il suo assassinio, perpetrato dal gruppo comunista ‘G30S’, si è inserito all’interno di un fallito colpo di Stato nel 1965; successivamente, il generale Suharto ha ripreso il controllo del Paese ed ha imposto un regime, noto come Ordine Nuovo, Orde Baru, che ha profondamente modificato la storia del Paese.
Ahmad Yani rappresenta un eroe nazionale, che continua ad ispirare milioni di indonesiani, ma la cui eredità andrebbe sottposta ad un dibattito critico, che potrebbe permettere di comprendere una delle fasi più complesse e drammatiche dell’Arcipelago.


Introduzione

Il generale Ahmad Yani è una figura fondamentale della storia militare e politica indonesiana, ed è diventato celebre a ragione del suo ruolo di leader nella lotta per l’indipendenza del Paese e per il suo tragico assassinio, che si è consumato in uno dei momenti più convulsi della storia dell’Arcipelago. Egli era il 19 giugno del 1922, presso Purworejo, e si è presto distinto per le sue capacità militari, oltre che il suo forte spirito patriottico. Nel corso della guerra di indipendenza dal dominio coloniale, Yani emerse come uno dei principali leaders delle nascenti forze armate indonesiane, ed ha dato un significativo contributo alla formazione dell’esercito nazionale. La sua particolare dedizione alla causa dell’indipendenza nazionale, abbinata alle sue abilità strategiche, gli valsero la reputazione di comandante rispettato ed ammirato.

La sua morte violenta, avvenuta il Primo Ottobre del 1965, ha segnato l’inizio di una delle fasi più drammatiche dell’Indonesia nell’era contemporanea; il Colpo di Stato del 30 settembre, è stato perpetrato dal gruppo che diventerà noto come ‘G30S’. Questo evento drammatico, che ha causato la sua morte, ha contribuito ad innescare una serie di violenze politiche che sconvolsero il Paese asiatico. Del resto, le circostanze che portarono alla sua uccisione sono complesse e devono essere ricercate nelle tensioni politiche allora esistenti. Il Partai Komunis Indonesia, PKI, il Partito Comunista Indonesiano stava assumendo una crescente influenza, e si temeva una possibile rivoluzione, come quelle che erano avvenute in altre nazioni asiatiche, come il Laos, il Vietnam e la Cina. Le forze armate erano guidate da ufficiali come Yani, che si trovarono a fronteggiare una situazione estremamente instabile, caratterizzata da un contesto politico estremamente volatile.

Il G30S stesso può essere considerato una risposta alle crescenti preoccupazioni sulla sicurezza e tenuta del Paese che aveva conquistato l’Indipendenza da circa due decenni; si generò, dunque, in un’ondata di repressione che portò all’instaurazione di un regime autoritario guidato dal generale Suharto. La morte di Ahmad Yani, simbolo di integrità e determinazione, fu quindi un colpo devastante per le forze armate indonesiane, le cui dinamiche furono drammaticamente alterate dalle violenzae e dalle purghe che seguirono.

Ahmad Yani, divenne dunque un eroe della lotta contro il pericolo percepito del comunismo, un martire simbolico, e rappresenta tuttora le aspirazioni e l’identità nazionale indonesiane, in virtù della sua morte violenta. Non sorprende, dunque, che l’eredità di Ahmad Yani sia duratura e complessa, e, in effetti, egli viene ricordato come uno dei padri fondatori dell’Indonesia contemporanea, oltre che come leader carismatico che ha sacrificato la sua vita per la libertà della propria nazione. La sua morte, inoltre, unitamente alle conseguenze del G30S hanno avuto una profonda influenza sulla storia politica del Paese asiatico.


Contesto Storico e Politico


La Guerra di Indipendenza e la Costituzione Indonesiana

In seguito alla dichiarazione di Indipendenza del 1945, l’Indonesia ha vissuto una significativa instabilità politica e sociale; la lotta contro il dominio coloniale olandese, conclusasi con il riconoscimento della sovranità indonesiana, aveva creato un forte senso nazionalista. Tuttavia, la sostanziale assenza di un consenso politico determinò diversi conflitti interni; Il Tentara Nasional Indonesia, TNI, ovvero l’Esercito Nazionale Indonesiano, della quale Yani era uno dei leader, era considerata una forza unificante in un contesto segnato da una profonda frammentazione politica.

Sukarno, il primo presidente dell’Indonesia indipendente, adottò un approccio teso ad unire le diverse fazioni politiche; questo tentativo, nondimeno, comportò tensioni tra i partiti religiosi, i nazionalisti ed i comunisti. La crescente influenza del Partito Comunista Indonesiano, unitamente alla reazione della sfera militare, creò un clima caratterizzato da sfiducia reciproca ed intensa rivalità. Ahmad Yani, fu uno degli oppositori più convinti dell’ascesa comunista, e sosteneva un fervente nazionalismo.


La Frattura tra l’Esercito ed il Partito Comunista Indonesiano

Negli anni Sessanta del secolo scorso, la tensione tra il Partito Comunista Indonesiano e le Forze Armate Indonesiane era percepibile, e si manifestava in molteplici aspetti della vita politica e sociale della nazione; il PKI, come noto, cercava di ampliare ulteriormente la propria influenza, mediante una massiccia mobilitazione di massa. Si tratta di un approccio con cui il Partito Comunista Indonesiano cercava di coinvolgere ampi settori della popolazione in attività politiche e sociali; l’obiettivo, evidentemente, era il rafforzamento del sostegno popolare, allo stesso tempo, la promozione delle idee comuniste tra i lavoratori ed i contadini.

Il TNI, inoltre, si opponeva strenuamente all’ascesa comunista, percepita come una minaccia alla stabilità politica, ma anche, e soprattutto, come un potenziale pericolo per l’Indonesia nel suo complesso; le forze armate, in particolare, temevano che l’aumento del potere e dell’influenza del Partito Comunista potesse destabilizzare la nazione. Uno scenario del genere, in effetti, avrebbe potuto sfociare in pericolosi conflitti interni ed una crisi sociale di ampia portata; la persistente tensione tra questi due fronti, del resto, non era limitata ad un semplice dibattito ideologico. Questa lotta, al contrario, si traduceva spesso in scontri diretti e violenti per il controllo del Paese nella fase post-coloniale; in effetti, la situazione si deteriorò rapidamente, e comportano eventi drammatici che avrebbero cambiato il corso della storia dell’Indonesia.


Il Colpo di Stato del 30 Settembre 1965


Le Circostanze dell’Attacco

La notte del 30 settembre 1965, l’Indonesia fu sconvolta da un evento significativo e drammatico, che segnò l’inizio di una delle fasi più convulse della sua storia contemporanea; in tale occasione, agì un gruppo di militari disertori, diventato noto come ‘Movimento del 30 Settembre’, o G30S. Questo gruppo di militari svolse un’operazione che contemplava il rapimento e l’assassinio di sei generali indonesiani di alto rango, tra i quali spiccava la figura del generale Ahmad Yani, uno dei principali comandanti dell’esercito nazionale.

Il G30S giustificò le proprie azioni con il pretesto di proteggere il presidente Sukarno da un presunto complotto che minacciava la stabilità dell’Indonesia; la narrativa ufficiale dell’epoca affermava l’esistenza di una cospirazione di membri del TNI, che avrebbero avuto come obiettivo quello di rovesciare il governo di Sukarno, la figura carismatica che aveva proclamato l’indipendenza del Paese. In realtà, le motivazioni che alimentavano le azioni del del G30S erano decisamente più complesse.

Le instabili condizioni politiche, economiche e sociali del Paes, in questo periodo storico, hanno posto le premesse per le violenze e gli scontri successivi; la notte del 30 settembre, nondimeno, segna un capitolo cruciale della storia indonesiana. Allo stesso tempo, inizia una violenta repressione contro il Partito Comunista ed i suoi sostenitori, che comporterà un cambio di regime ed una serie di violenze che segneranno la storia del Paese in maniera indelebile.


L’Assassinio di Ahmad Yani

Ahmad Yani venne catturato dal gruppo noto come G30S, che si si opponeva sia a Sukarno che alle forze armate, ed attuò un piano destabilizzante che culminò in un atto di violenza inaudita; Yani, in effetti, fu assassinato con estrema brutalità. Yani, del resto, non fu il solo ad essere catturato, come riporta la stampa locale,

Para perwira yang diculik itu adalah Jenderal Ahmad Yani, Mayjen R Soeprapto, Mayjen MT Haryono, Mayjen S Parman, Brigjen DI Panjaitan, dan Brigjen Sutoyo Siswomiharjo.

Gli (alti) ufficiali rapiti (ed in seguito uccisi) erano il Generale Ahmad Yani , Il Maggiore Generale R Soeprapto, il Maggiore Generale MT Haryono, il Maggiore Generale S Parman, il Brigadiere Generale DI Panjaitan, ed il Brigadiere Generale Sutoyo Siswomiharjo.

(Aryo Putranto Saptohutomo, Kisah Wawancara Terakhir Jenderal Ahmad Yani Sebelum G-30-S, Kompas, 29 Settembre 2023)

La sua morte violenta, pertanto, non comportò semplicemente la perdita di un abile leader militare, ma ebbe anche, e soprattutto, un impatto emotivo e simbolico che fu devastante per l’Indonesia; terminò, effettivamente, un’era caratterizzata da una certa stabilità politica, ed ebbe inizio un periodo segnato da una violenza politica significativa.

Le immagini scioccanti, unitamente, alle notizie sull’uccisione dei generali, tra i quali figurava Yani, provocarono una profonda indignazione sia tra le forze armate che nella popolazione; non sorprende, dunque, che la reazione dell’Esercito fu immediata e decisa. Sotto l’egida del generale Suharto, che avrebbe successivamente il potere, il TNI lanciò un’ampia e sistematica campagna di repressione contro il Partito Comunista Indonesiano e tutti coloro che erano considerati loro simpatizzanti. Si innescò una serie di violenze e di massacri che interessarono decine di migliaia di persone. Il Paese venne gettato in un clima di paura e di instabilità; del resto, la brutalità di queste azioni dimostrò la determinazione delle nuove autorità nell’affermare il controllo sul Paese. Divenne chiaro, altresì, che il nuovo regime, non avrebbe tollerato le voci dissenzienti, e lo dimostrò con l’eliminazione fisica degli oppostitori o presunti tali.


Conseguenze dell’Uccisione di Ahmad Yani


L’Instaurazione del Regime di Suharto

L’assassinio di Yani e degli altri cinque generali costituisce un punto di svolta decisivo che consentì al generale Suharto di consolidare il proprio potere; Suharto, in effetti, avviò una vasta repressione contro il Partito Comunista. Seguirono migliaia di arresti e l’esecuzione sommaria di moltissimi presunti comunisti; tali eventi, in realtà, rafforzarono la sua posizione di leader, ed iniziò un nuovo regime noto come ‘Orde Baru’, ovvero ‘Ordine Nuovo’.

La purga anti-comunista successiva all’assassinio di Ahmad Yani fu tra le più violente del XX secolo, e, in effetti, le violenze comportarono, secondo le stime effettuate, circa mezzo milione di morti, che crearono un clima di paura ed omertà. Si tratta di un periodo controverso che ha radicalmente trasformato la società, la politica e l’economia indonesiana; l’esercito, effettivamente, assunse un ruolo fondamentale ed indiscusso in Indonesia.

Sotto il regime di Suharto, venne definita una precisa ideologia, allo scopo di evitare interpretazioni che potessero fare riferimento al comunismo; al contrario, si decise di porre l’accento sul nazionalismo, un’ideologia ancora dominante nel Paese asiatico. La figura di Ahmad Yani, dunque, venne rielaborata allo scopo di conferire al generale ucciso lo status di eroe nazionale, il cui martirio avrebbe legittimato lil regime inaugurato da Suharto.


L’Eredità di Ahmad Yani


La Percezione Storica di Yani

Ahmad Yani viene ricordato per la sua resistenza ed il suo patriottismo, e rimane un personaggio fondamentale per la storia indonesiana, ed in particolare per la lotta contro il dominio coloniale; Yani, di conseguenza, è letteralmente venerato in tutto il paese. In suo onore sono state erette numerose statue commemorative, monumenti, ed il suo nome compare in numerose strade, scuole ed istituzioni indonesiane. In questo modo, le nuove generazioni vengono educate rispetto all’importanza del sacrificio e del coraggio dimostrati nel servire il proprio Paese.

Tomba di Ahmad Yani, presso il cimitero Kalibata dedicato agli Eroi Nazionali, a Jakarta.

Il nome di Ahmad Yani, pertanto, continua a suscitare rispetto ed ammirazione nelle forze armate indonesiane, che spesso si riferiscono alla sua figura come modello di impegno e di servizio alla patria; in effetti, i membri delle forze armate (e non solo) lo considerano un eroe. Le scuole e le istituzioni educative del Paese includono la sua vita e la sua eredità all’interno dei programmi didattici, allo scopo di assicurare che la sua figura rimanga viva nella memoria collettiva dell’Indonesia.

La sua eredità, tuttavia, è complessa e sfaccettata, ed il giudizio sul generale non è affatto univoco; molte persone, lo considerano una sorta di martire caduto per la causa nazionalista, che ha sacrificato la vita per il suo Paese. Ahmad Yani, allo stesso tempo, viene anche associato ad una fase violenta ed ancora poco chiara della storia dell’Indonesia; per questa ragione, alcuni storici ed analisti indicano il suo ruolo rispetto all’intolleranza ed all’oppressione degli avversari politici.

Si tratta di una sostanziale ambivalenza che ha suscitato un intenso dibattito sulla sua figura, oggetto di opinioni contrastanti anche tra gli indonesiani; moltissime persone lo celebrano come un paladino della libertà, mentre altra mettono in discussione i metodi violenti che sono stati adottati per perseguire i suoi obiettivi. Ahmad Yani, in definitiva, rimane una figura complessa e poliedrica, un simbolo di un’epoca segnata da eventi drammatici che hanno plasmato il futuro dell’Arcipelago. La sua storia continua ad essere oggetto di studio, riflessione e dibattito, e richiama l’attenzione sulle questioni etiche e politiche della l’auto-determinazione e la giustizia.


L’Impatto sulla Società e sulla Politica Moderna

La morte violenta di Ahmad Yani ha significative ripercussioni anche sull’Indonesia contemporanea, e ha influenzato sia la narrativa ufficiale della lotta contro il comunismo che il modo di documentare, interpretare ed insegnare la storia indonesiana nelle istituzioni scolastiche del Paese asiatico.

Francobollo commemorativo dedicato ad Ahmad Yani, emesso nel 1966.

Gli eventi legati alla sua scomparsa, effettivamente, hanno segnato un punto di non ritorno rispetto alla consapevolezza collettiva dell’Indonesia; le ripercussioni di questo evento storico, del resto, non sono certamente limitate al passato. Al contrario, la sua morte si riflette anche ai nostri giorni, in cui i traumi ancora irrisolti di quel periodo continuano a lacerare il tessuto sociale e politico. Le polemiche sulla verità storica, la narrazione ufficiale, ed il rispetto delle vittime delle uccisioni degli avversari politici, di conseguenza, rimangono temaiche centrali del dibattito pubblico.

Si tratta di eventi che continuano a sollevare interrogativi fondamentali su questioni come la giustizia, la memoria e la riconciliazione, ed influenzano sia le scelte politiche che i sentimenti e le percezioni pubbliche sul proprio governo e sulla propria storia. Il dibattito sulla necessità di riconoscere ed onorare le vittime delle violenze politiche, al pari del bisogno di rivedere e correggere le narrative ufficiali della storia, sono diventate un aspetto fondamentale del dibattito culturale ed accademico in Indonesia.


Conclusione

L’uccisione del generale Ahmad Yani rappresenta un evento cruciale che ha segnato la fine di una figura centrale del panormana politico e sociale indonesiano, ed ha determinato una serie di cambiamenti profondi e duraturi della struttura politica e sociale del Paese. Questo avvenimento epocale si è svolto nel contesto del tentativo di Colpo di Stato perpretrato dal G30S, il ‘Movimento di Settembre’, che nel 1965, tentò di deporre Sukarno. Le conseguenze di tale evento, e la reazione immediata dell’Esercito Nazionale Indonesiano, hanno avuto un impatto significativo e duraturo sia sull’equilibrio dei poteri, che sulla direzione futura della politica indonesiana.

In conclusione, sembra ragionevole ritenere che l’assassinio del generale Ahmad Yani abbia avuto ripercussioni che si sono estese decisamente oltre rispetto all’epoca in cui si è verificato; la sua morte violenta ha effettivamente influenzato intere generazioni di indonesiani, ed ha definito il contesto politico del Paese nei decenni successivi.


Letture Consigliate

  • Najir, R., Jufri, J., & Juanda, J. (2022). Konflik Ideologi Tokoh Dalam Film Pengkhianatan G30S/PKI. Jurnal Sinestesia12(2), 650-658.
  • Ikhwan, H., Yulianto, V. I., & Parahita, G. D. (2019). The contestation of social memory in the new media: A case study of the 1965 killings in Indonesia. ASEAS-Austrian Journal of South-East Asian Studies12(1), 3-16.
  • Aulia, M. I., Samsudin, S., & Isana, W. (2019). Peran Dipa Nusantara Aidit pada Peristiwa Berdarah G30s Tahun 1965. Historia Madania: Jurnal Ilmu Sejarah3(2), 103-120.

Di Salvatore Puleio

Salvatore Puleio è analista e ricercatore nell'area 'Terrorismo Nazionale e Internazionale' presso il Centro Studi Criminalità e Giustizia ETS di Padova, un think tank italiano dedicato agli studi sulla criminalità, la sicurezza e la ricerca storica. Per la rubrica Mosaico Internazionale, nel Giornale dell’Umbria (giornale regionale online) e Porta Portese (giornale regionale online) ha scritto 'Modernità ed Islam in Indonesia – Un rapporto Conflittuale' e 'Il Salafismo e la ricerca della ‘Purezza’ – Un Separatismo Latente'. Collabora anche con ‘Fatti per la Storia’, una rivista storica informale online; tra le pubblicazioni, 'La sacra Rota Romana, il tribunale più celebre della storia' e 'Bernardo da Chiaravalle: monaco, maestro e costruttore di civiltà'. Nel 2024 ha creato e gestisce la rivista storica informale online, ‘Islam e Dintorni’, dedicata alla storia dell'Islam e ai temi correlati. (i.e. storia dell'Indonesia, terrorismo, ecc.)

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