Abstract
IL Regolamento del 2014 (Qanun Jinayat) di Aceh costituisce l’ultima formulazione della legge penale applicabile nella Provincia Speciale, ed ha sollevato notevoli perplessità, che riguardano, per iniziare, la previsione di ulteriori reati o pene più severe rispetto a quanto disposto dal legislatore nazionale. Condotte come il consumo di alcool, l’omosessualità (intesa come atto sessuale), o la prossimità con persone che non fanno parte del nucleo familiare, vengono criminalizzate e sanzionate con punizioni giudicate eccessivamente severe e non previste dalla legislazione nazionale indonesiana. La flagellazione, in effetti, può essere considerata una forma di tortura, ma una parte della popolazione di Aceh sembra supportare questa pratica, a ragione dei suoi effetti deterrenti ed ‘educativi’.
Introduzione – La legge Penale di Aceh, una Panoramica
Nel 2014, il governo di Aceh ha emanato il Qanun Jinayat (QJ), che contiene le disposizioni penali applicabili nella Provincia Speciale di Aceh; a partire dal 2015, data della sua effettiva entrata in vigore, sono state diverse le persone punite con la pena della fustigazione. Si tratta di una sanzione prevista per reati come l’adulterio, l’omosessualità, sia maschile che femminile, la distribuzione e il consumo e distribuzione di alcohol.
Il Primo Comma dell’articolo 15 del Qanun Jinayat, in effetti, prevede che,
Setiap Orang yang dengan sengaja minum Khamar diancam
dengan ‘Uqubat Hudud cambuk 40 (empat puluh) kali.
Ogni persona che beve intenzionalmente Khamar (alcool) è sanzionata con una pena pari a 40 frustrate
Qanun Jinayat, 6/2014, Pasal 15, Surat 1, Codice di Diritto Penale (Aceh), Articolo 15, comma 1
Le pene poi sono aumentate se il reato viene ripetuto, o se una persona non si limita a consumare alcool, ma lo distribuisce (vendita) e ne facilita il consumo; la logica legale della disposizione appare ineccepibile, in quanto qualunque reato viene sanzionato maggiormente se ripetuto o se presenta circostanze aggravanti. Ad Aceh, dove l’ordinamento si basa sulla sharia, non dovrebbe sorprendere una disposizione del genere.
Le controversie, evidentemente, non riguardano la logica legale, ma l’opportunità di sanzionare comportamenti che nel resto dell’Indonesia non costituiscono reato, come, appunto, il consumo e la distribuzione di alcool, oppure di prevedere sanzioni più severe rispetto a quanto previsto a livello nazionale. Anzi, a tale proposito si nota un’evoluzione (o involuzione secondo alcuni osservatori), in quanto l’allora presidente Jokowi ha firmato il Pespres (regolamento presidenziale) del 2 febbraio del 2021, in attuazione della legge 11/2020, che riguardava la creazione di posti di lavoro. Questo decreto presidenziale permette la produzione, e non solo la distribuzione o il consumo di bevande alcooliche in 4 province, ovvero Bali, Nusa Tenngara Est, Papua e Nord Sulawesi; nelle altre province (ad eccezione di Aceh ovviamente), il permesso di produrre alcool può essere presa dal governatore.
L’Omosessualità e il Codice Penale
Un comportamento punito dall’ordinamento indonesiano, ma solamente se assume rilevanza pubblica, o è accompagnato da violenza, è l’omosessualità, sia maschile che femminile, mentre la semplice attrazione per lo stesso sesso, o il compimento di atti che rimangono nella sfera privata, non dovrebbe essere sanzionabile secondo l’attuale formulazione del Hukum Pidana del 2023, il Codice Penale Indonesiano del 2023. In realtà, l’omosessualità non costituisce reato per la legge nazionale indonesiana, ma rientra negli atti osceni proibiti dalla normativa, ovvero quelli non consensuali e/o pubblici.
Si consideri, a tale proposito, che l’omosessualità viene ricompresa nella Sezione Quinta, dedicata agli Atti Osceni; il primo paragrafo tratta della ‘percabulan’, ‘fornicazione’, ed è inaugurata proprio dall’articolo 414 (commi 1 e 2), che riguarda questo genere di delitti.
Considerando l’attenzione mediatica che ha ricevuto questo tema, sembra opportuno riportare per intero quanto attualmente previsto dalla legge penale indonesiana;
(1) Setiap Orang yang melakukan perbuatan cabul
terhadap orang lain yang berbeda atau sama jenis
kelaminnya:
a. di depan umum, dipidana dengan pidana penjara
paling lama 1 (satu) tahun 6 (enam) Bulan atau
pidana denda paling banyak kategori III;
b. secara paksa dengan Kekerasan atau Ancaman
Kekerasan, dipidana dengan pidana penjara paling
lama 9 (sembilan) tahun; atau
c. yang dipublikasikan sebagai muatan Pornografi,
dipidana dengan pidana penjara paling lama
9 (sembilan) tahun.
(1) Ogni persona che compie atti osceni verso gli altri che sono dello stesso sesso o di sesso diverso:
a. in pubblico, sarà condannato ad una pena detentiva massima i 1 anno e 6 mesi o con una multa massima di categoria III, vale a dire 50 milioni di IDR;
b. con la forza, con violenza o con minaccia di violenza , è punito con la reclusione fino a 9 anni; oppure
c. che viene pubblicato come contenuto pornografico, sarà punito con una pena detentiva massima di 9 anni.
Hukum Pidana Republik Indonesia, Pasal 414, Surat 1 (Codice Penale Indonesiano, Articolo 414, Comma 1)
Il secondo comma di questo articolo, poi, colpisce chi costringe altre persone a compiere atti osceni (inclusi gli atti omosessuali)
Setiap Orang dengan Kekerasan atau Ancaman
Kekerasan memalsa orang lain untuk melakukan
perbuatan cabul terhadap dirinya, dipidana dengan
pidana penjara paling lama 9 (sembilan) tahun.
Ogni persona che con violenza o minaccia costringe gli altri a compiere atti osceni nei suoi confronti, sarà punita con una pena detentiva massima di 9 (nove) anni.
Hukum Pidana Republik Indonesia, Pasal 414, Surat 2 (Codice Penale Indonesiano, Articolo 414, Comma 2)
Di conseguenza, il codice penale indonesiano non colpisce l’omosessualità in quanto tale, ma ricomprende questa condotta tra quelle punibili in quanto atto osceno, e richiede la pubblicità dell’atto o almeno la presenza di violenza o costrizione.
Ad Aceh, invece, è proprio l’omosessualità ad essere sanzionata in quanto tale, ed il Qanun Jinayat del 2014, prevede una particolare disposizione legale per sanzionare questa condotta; in altre parole, l’omosessualità (liwath) costituisce sempre reato, anche quando l’atto sessuale è consensuale e non assume rilevanza pubblica.
In questo caso, assume rilevanza l’articolo 63 del QJ, che recita (ai commi 1, 2, e 3)
(1) Setiap Orang yang dengan sengaja melakukan Jarimah
Liwath diancam dengan ‘Uqubat Ta’zir paling banyak 100
(seratus) kali cambuk atau denda paling banyak 1.000
(seribu) gram emas murni atau penjara paling lama 100
(seratus) bulan.
(2) Setiap Orang yang mengulangi perbuatan sebagaimana
dimaksud pada ayat (1) diancam dengan ‘Uqubat Ta’zir
cambuk 100 (seratus) kali dan dapat ditambah dengan denda
paling banyak 120 (seratus dua puluh) gram emas murni
dan/atau penjara paling lama 12 (dua belas) bulan.
(3) Setiap Orang yang melakukan Liwath dengan anak, selain
diancam dengan ‘Uqubat Ta’zir sebagaimana dimaksud pada
ayat (1) dapat ditambah dengan cambuk paling banyak 100
(seratus) kali atau denda paling banyak 1.000 (seribu) gram
emas murni atau penjara paling lama 100 (seratus) bulan.
(1) Ogni persona che commette intenzionalmente il crimine di Liwath è punita con una pena di Ta’zir di massimo 100 (cento) frustate o una multa di massimo 1.000 (mille) grammi di oro puro o una reclusione di massimo 100 (cento) mesi.
(2) Ogni persona che ripete l’azione come indicato nel comma (1) è punita con ‘Uqubat Ta’zir di 100 (cento) frustate e può essere aggiunta una multa di massimo 120 (centoventi) grammi di oro puro e/o una pena detentiva di massimo 12 (dodici) mesi.
(3) Ogni persona che commette Liwath con un minore, oltre a essere punita con l’Uqubat Ta’zir come previsto al comma (1), può essere soggetta a un massimo di 100 (cento) frustate o a una multa di massimo 1.000 (mille) grammi di oro puro o a una pena detentiva di massimo 100 (cento) mesi.
Qanun Jinayat, Pasal 63 (Liwath), Ayat 1,2,3 (Codice Penale di Aceh, Omosessualità maschile, Commi 1,2,3)
L’intenzione del legislatore indonesiano e di quello acehnese, dunque, è diversa, e, nel primo caso, si tratta di reprimere i reati relativi agli atti osceni (pubblici), oppure non consensuali, di tipo sia eterosessuale che omosessuale. Nel secondo, invece, viene colpita l’omosessualità, anche femminile, ma inquadrata in un reato a parte.
La musahaqah, in effetti, si riferisce agli atti sessuali consensuali compiuti da due donne, e viene punito dall’articolo 64 del Codice Penale di Aceh,
(1) Setiap Orang yang dengan sengaja melakukan Jarimah
Musahaqah diancam dengan ‘Uqubat Ta’zir paling banyak
100 (seratus) kali cambuk atau denda paling banyak 1.000
(seribu) gram emas murni atau penjara paling lama 100
(seratus) bulan.
(2) Setiap Orang yang mengulangi perbuatan sebagaimana
dimaksud pada ayat (1) diancam dengan ‘Uqubat Ta’zir
cambuk 100 (seratus) kali dan dapat ditambah dengan denda
paling banyak 120 (seratus dua puluh) gram emas murni
dan/atau penjara paling lama 12 (dua belas) bulan.
(3) Setiap Orang yang melakukan Jarimah Musahaqah dengan
anak, selain diancam dengan ‘Uqubat Ta’zir sebagaimana
dimaksud pada ayat (1) dapat ditambah dengan cambuk
paling banyak 100 (seratus) kali atau denda paling banyak
1.000 (seribu) gram emas murni atau penjara paling lama 100
(seratus) bulan.
(1) Ogni persona che intenzionalmente commette il reato di Musahaqah è punita con una pena di Ta’zir di massimo 100 (cento) frustate o una multa di massimo 1.000 (mille) grammi di oro puro o una reclusione di massimo 100 (cento) mesi.
(2) Ogni persona che ripete l’azione come indicato nel comma (1) è punita con una punizione di Ta’zir di 100 (cento) frustate e può essere aggiunta una multa di massimo 120 (centoventi) grammi di oro puro e/o una pena detentiva di massimo 12 (dodici) mesi.
(3) Ogni persona che commette il reato di Musahaqah con un minore, oltre a essere punita con la pena di Ta’zir come indicato nel comma (1), può essere soggetta a un massimo di 100 (cento) frustate o a una multa massima di 1.000 (mille) grammi di oro puro o a una pena detentiva massima di 100 (cento) mesi.
Qanun Jinayat, Pasal 64 (Musahaqah), Ayat 1,2,3 (Codice Penale di Aceh, Articolo 64, Omosessualità femminile, Commi 1,2,3)
Le pene previste sono le medesime per uomini e donne che commettono atti omosessuali, ma il legislatore di Aceh ha voluto tenere separate le due fattispecie (liwath e musahaqah), togliendo ogni dubbio che l’omosessualità, compiuta sia da uomini che da donne, è una condotta criminale in questa provincia, anche quando ha un carattere consensuale e privato.
Legge Penale Nazionale o Qanun?
Ci si potrebbe chiedere, a questo punto, in che modo viene punita una persona che commette un reato nella giurisdizione di Aceh previsto sia dalla legislazione nazionale (applicabile, teoricamente in tutto il territorio indonesiano) che dal Qanun Jinayat di Aceh. In altre parole, un uomo che commette liwath ad Aceh deve essere punito secondo le prescrizioni islamiche del QJ (artt. 63-64), o secondo la legge nazionale sugli atti osceni (artt. 414 commi 1,2 Hukum Pidana)?
Si tratta di un dubbio legittimo, che non riguarda solamente l’omosessualità, ma anche il consumo di alcool o l’adulterio, condotte che non sono considerati reati dal legislatore nazionale (come nel primo caso), oppure la cui sanzione risulta più severa secondo l’applicazione della sharia (come nel secondo caso).
L’articolo 72 del QJ toglie ogni dubbio,
Dalam hal ada perbuatan Jarimah sebagaimana diatur dalam
qanun ini dan diatur juga dalam Kitab Undang-Undang Hukum
Pidana (KUHP) atau ketentuan pidana di luar KUHP, yang
berlaku adalah aturan Jarimah dalam Qanun ini.
Nel caso ci siano reati previsti sia questa legge (codice penale di Aceh) che dal Codice Penale Indonesiano (KUHP) o disposizioni penali non previste dall’ordinamento nazionale, hanno la precedenza le disposizioni contenute in questo Qanun.
(Qanun Jinayat, Pasal 72, Codice Penale di Aceh, Articolo 72.)
L’articolo 72 indica che il parlamento di Aceh intende applicare proibizioni e sanzioni più ampie rispetto a quelle previste dal Codice Penale nazionale, come accennato in precedenza; per questa ragione, questa disposizione, che ha lo scopo di assicurare l’applicazione della sharia nella provincia speciale, può essere considerato come il tenativo, da parte del legislatore provinciale acehnese, di di affermare la propria autorità su quello nazionale.
La norma in esame, poi, può anche essere interpretata come il tentativo di affermare la preminenza dell’Islam sullo stato-nazione, e si inserisce nel dibattito in corso sul rapporto tra la religione maggioritaria e le istituzioni dello Stato. Del resto, lo stesso Qanun del 2014 afferma nel Preambolo che,
bahwa Al-Qur’an dan Al-Hadist adalah dasar utama agama
Islam yang membawa rahmat bagi seluruh alam dan telah
menjadi keyakinan serta pegangan hidup masyarakat Aceh.
il Corano e l’Hadith sono le basi principali della religione, l’Islam, che porta misericordia a tutto l’universo ed è diventata la fede e il punto di riferimento della vita della comunità di Aceh.
(Qanun Hidayat, Preambolo, punto a.)
Inoltre, nell’elenco dei riferimenti legali per l’emanazione del Qanun, il Codice Penale nazionale (Hukum Pidana) è assente; si tratta di indicazioni che segnalano la volontà del legislatore di Aceh di porre la sharia (ed il Qanun del 2014) in una posizione sovra-ordinata rispetto agli altri sistemi legali. Di conseguenza, questa disposizione può sembrare incompatibile con l’ordinamento nazionale indonesiano, che prevede, al contrario, la prevalenza della legge secolare sul diritto islamico. Si tratta di un problema che dovrebbe essere risolto dalla Corte Costituzionale Indonesiana, la Makhamah Konstitusi, la sola istituzione che ha il potere di pronunciarsi sulla costituzionalità delle norme emanate e applicate nella Repubblica Indonesiana, compreso ovviamente il Qanun Jinayat.
Problematiche Sollevate dal Qanun Jinayat
Non sorprendentemente, il Qanun Jinayat del 2014 ha suscitato forti critiche da parte degli attivisti per i diritti delle donne e dei diritti umani, sia in Indonesia che all’estero; Human Rights Watch, una delle ONG più attive e note, ha sottolineato che il Comitato delle Nazioni Unite contro la Tortura aveva riconosciuto la flagellazione come una forma di tortura. Gli stessi rilievi contro il governo di Aceh, del resto, erano stati sollevati anche nei confronti della Malesia, un altro Paese in cui viene prevista questa pena; del resto, la fustigazione viene prevista anche a Singapore, uno Stato asiatico, ma non certamente a maggioranza islamica. Altri Paesi in cui è prevista questa pena sono poi, tra gli altri, l’Arabia Saudita, il Sudan, e l’Iran; in altre parole, la situazione di Aceh non è certamente unica, ma è condivisa da altre giurisdizioni.
La tortura, evidentemente, costituisce una violazione della Convenzione contro la Tortura, oltre che della Convenzione Internazionale sui Diritti Civili e Politici, entrambe ratificate dall’Indonesia, e viola palesemente la legge nazionale indonesiana. Si ricorda, a tale proposito, che la possibilità di emettere regolamenti (il Qanun rimane un regolamento provinciale) ispirati o derivati dalla sharia è stato concesso come compromesso per porre fine alla guerra civile nel 2005. A ragione del carattere particolarmente brutale della fustigazione diversi attori ne hanno chiesto la revoca, come la la Commissione Nazionale per i Diritti Umani dell’Indonesia e varie organizzazioni non governative indonesiane.
Queste organizzazioni non hanno posto l’accento solamente sul carattere eccessivamente afflittivo della pena in esame, ma anche sui possibili abusi che possono essere commessi dalla cosiddetta ‘polizia morale’, incaricata di vigilare sul rispetto delle normative coraniche ad Aceh. La fustigazione, oltre a provocare danni fisici evidenti, come risulta dalla sofferenza a cui sono sottoposti coloro che vengono condannati a questa punizione, provoca anche danni di tipo psicologico. Il carattere pubblico della punizione, che viene eseguita nel cortile della moschea di Banda Aceh o di altre strutture, sia religiose che governative, ha sollevato ulteriori perplessità sul carattere e sulla legittimità di questa sanzione.
La presenza del personale medico, poi, non sembra sufficiente a mitigare i dubbi sull’opportunità di applicare questa sanzione, che non provoca solamente umiliazione per il delitto compiuto, ma può anche avere conseguenze fisiche serie. Per togliere ogni dubbio sulla serietà della fustigazione, riporto uno dei tanti filmati, che in questo caso si riferiscono alla flagellazione di un uomo trovato colpevole di aver avuto rapporti sessuali con un altro uomo. Sconsiglio la visione a coloro che sono deboli di cuore, ma mi sembra corretto documentare un fenomeno che si commenta da solo.
La popolazione di Aceh sembra essere divisa rispetto a questa pratica, che costituisce parte della legge di Aceh, ma che appare come uno spettacolo pubblico di dubbio gusto, anche se alcune persone sembrano apprezzare, come risulta dal video. Da una ricerca recente (Anita & Sani, 2022) sembra emergere un certo consenso per questa pratica, che viene considerata (dalla popolazione di Aceh Occidentale) adeguata ai crimini commessi da coloro che vengono sottoposti a questa pena. Anche la presenza di bambini e minorenni tra il pubblico che assiste alla punizione non viene considerata problematica, ma educativa, oltre ad essere un potente deterrente per il reo rispetto alla reiterazione del reato.
Conclusioni
La legge penale di Aceh, contenuta nel Qanun Jinayat del 2014, entrato in vigore nel 2015, costituisce un allontamento evidente dalle disposizioni del Codice Penale Indonesiano (2023), e prevede reati aggiuntivi o pene più severe rispetto a quanto previsto nelle altre province indonesiane. Per questa ragione, molti osservatori hanno ravvisato un conflitto tra la normativa provinciale, islamica, e quella nazionale, secolare, ma tale situazione deriva da una particolare concessione del governo di Jakarta per porre fine alla guerra civile nel 2005.
Altre problematiche sono poi legate alla flagellazione, pena prevista per diversi reati (ad Aceh), come l’omosessualità, il consumo di bevande acoliche o la ‘prossimità’ con persone che non appartengono al nucleo familiare. L’eccessiva discrezionalità della ‘polizia morale’, poi, associata ad altre problematiche che riguardano il procedimento penale, complicano ulteriormente lo scenario, a cui si aggiunge la sofferenza fisica e psicologica del condannato, la cui punizione avviene in pubblico, a differenza di quanto avviene a Singapore.
Per queste ragioni, la flagellazione, che sostituisce la pena prevista dal codice penale nazionale, è stata sottoposta ad aspre critiche, che invocano la sua abolizione, anche se tale pratica sembra godere di un certo supporto da parte della popolazione di Aceh.
Letture Consigliate
- Lindsey, T., & Pausacker, H. (2021). Crime and punishment in Indonesia. London/New York. Routledge.
- Anita, N., & Sani, A. (2022). Community perception on the implementation of the punishment of lashing in West Aceh. Fox Justi: Jurnal Ilmu Hukum, 12(2), 126-130.
- Din, M., Abubakar, A., & Yahya, A. (2023). Punishments For Homosexuals In Indonesian Criminal Policy Perspective. Kanun Jurnal Ilmu Hukum, 25(2), 190-221.