aceh
  Reading time 18 minutes


Abstract

Aceh vanta una lunga e consolidata storia di ribellione alle potenze esterne che hanno avuto come giustificazione ufficiale la preservazione della propria identità islamica e politica; in questa area, effettivamente, la commistione tra religione e potere politico costituisce una lunga e consolidata tradizione. Tale atteggiamento si è espresso nella ribellione del 1951, e, più tardi, del 1976, e attualmente lo spirito nazionalista e separatista non sembra essere stato sopito dalle concessioni governative.


Aceh boasts a long and established history of rebellion against external powers, which have officially justified their actions by the preservation of their Islamic and political identity; in this area, indeed, the blending of religion and political power constitutes a long and established tradition. This attitude was expressed in the rebellion of 1951, and later in 1976, and currently the nationalist and separatist spirit does not seem to have been quelled by government concessions.


Introduzione – Formazione della Provincia di Aceh

Durante il periodo coloniale, Sumatra costituiva una provincia a sé stante, mentre dal 1905 Aceh compare nel Koloniaal Verlslag come entità separata, amministrata direttamente dalle autorità coloniali; tale situazione, evidentemente, è perdurata fino all’indipendenza indonesiana, ovvero fino al 1945/1949. Tuttavia, non tutti concordavano sull’opportunità di formare una provincia separata per Aceh, che inizialmente era inclusa in quella di Sumatra Settentrionale, mentre Tapanuli e Sumatra Est erano separate; una situazione di questo genere, evidentemente, non era gradita alle élites di Aceh, che auspicavano di veder riconosciuta la loro particolarità.

Per questa ragione, venne avanzata la richiesta di acquisire lo status di provincia, in un momento (1948) in cui il governo di emergenza dell’Indonesia si trovava proprio a Banda Aceh; dopo aver perso diversi territori a favore degli olandesi, il governo repubblicano riparò proprio nell’attuale capoluogo di Aceh. Le opinioni, a tale proposito, erano contrastanti, e si osserva un vivace dibattito tra gli ulama e la nobiltà locale, nota come uleebalangs; questi ultimi, in particolare, si opponevano alla creazione di una vera e propria provincia, nel timore che gli ulema avrebbero acquisito un maggiore potere.

Sono stati i leaders religiosi, effettivamente, ad aver mobilitato la popolazione a combattere una ‘guerra santa’ contro i colonizzatori olandesi; i nobili locali, invece, avevano contribuito al mantenimento del giogo colononiale, e permisero l’amministrazione indiretta prima, e diretta dopo, di Aceh. Per questa ragione, i nobili preferivano rimanere integrati nella provincia di Sumatra Nord, piuttosto che operare nell’ambito di una divisione amministrativa a sé stante.

La decisione finale fu quella di formare una provincia di Aceh, per segnare il passaggio dal periodo coloniale a quello dell’Indonesia indipendente; inoltre, il contributo degli acehnesi alla lotta per l’indipendenza fu considerata decisiva. Per questa ragione, Aceh ha sempre costituito un sostegno all’Indonesia indipendente, anche se ci furono diversi scontri sullo statuto islamico (negato) dalla Costituzione del 1945.


Revoca dello Status di Provincia

La provincia di Aceh fu formalmente creata il 17 dicembre del 1949, mentre Sumatra Settentrionale rimase a sè stante; tuttavia, la creazione di questa provincia non avvenne mediante un atto del Parlamento, ma tramite un decreto di emergenza. Dopo soli 8 mesi di vita (agosto 1950), tuttavia, lo status provinciale venne revocato dal governo centrale, che ricostituì come unica provincia quella di Sumatra Nord; tale decisione fu determinata principalmente dal timore che il riconoscimento formale dei regionalismi e delle particolarità locali avrebbe danneggiato e messo a rischio l’integrità della neonata repubblica indonesiana.

L’opposizione dei leader acehnesi fu immediata, e venne formata una speciale commissione di inchiesta su questo problema; al termine dei lavori, tuttavia, i commissari governativi confermarono la decisione di riaccorpare Aceh nella provincia di Sumatra Nord. La decisione di dissolvere la neonata provincia di Aceh, evidentemente, modificò l’atteggiamento degli acehnesi rispetto al governo centrale, e le ripercussioni sono ancora visibili.

Il desiderio di avere una provincia autonoma, in cui si potesse applicare la legge islamica, venne frustrato dalla decisione del governo, che ritenne più opportuno tenere sotto controllo le spinte particolariste che potevano minacciare l’unità della neo-costituita Repubblica Indonesiana. Non sorprende, dunque, che si sviluppò un crescente movimento di protesta, che sfociò in ribellione aperta contro il governo repubblicano.

Il 15 agosto del 1950 vennero abrogati gli Stati Uniti d’Indonesia, sostituiti dalla Repubblica Unitaria, vigente ancora oggi; il nuovo governo confermò la creazione di Sumatra Nord, che avrebbe incluso anche Aceh. Ancora una volta, tuttavia, la divisione amministrativa non passò dal vaglio del Parlamento, ma venne creata con un decreto governativo, rendendo questa decisione decisamente controversa; le dieci province istituite dal governo Hatta (premier, con Soekarno Presidente) si inserivano nel tentativo del governo di ridurre le differenze regionali e creare un senso di appartenenza alla Repubblica Indonesiana.

Per queste ragioni, il tribunale islamico di Aceh, funzionante a partire dall’occupazione giapponese, venne proclamato privo di autorità formale; si comprende, dunque, la ferma opposizione dei leaders e della popolazione acehnese, che vedeva tradita la sua causa e il suo contributo per l’indipendenza dell’Indonesia. Nel gennaio del 1951, il Primo Ministro Natsir si recò in visita ad Aceh, e dichiarò che in futuro non era esclusa la riammissione dello stato provinciale, unitamente ad una maggiore autonomia, ponendo temporaneamente fine alla controversia. Aceh divenne una ‘reggenza’, affidata ad una sorta di governatore, sul modello di quanto avveniva durante l’era coloniale; la supervisione era affidata al Teungku Daud Beureueh.


Il Conflitto con il Governo Centrale

Le relazioni con il governo nazionale si incrinarono progressivamente, al pari del discontento interno, e tale situazione portò all’espansione del movimento noto come ‘Darul Islam, Tentara Islam Indonesia’, che si proponeva come obiettivo la creazione di uno Stato Islamico, retto dalla sharia.

Bandiera di Darul Islam, TII.

I leaders acehnesi presero parte a questa lotta, e si unirono a Darul Islam, e, il 19 settembre del 1953 Daud Beureueh unì la rivoluzione acehnese a quella sostenuta da DI; tale lotta si basava su alcune idee chiare e motivanti l’opposizione al governo secolare indonesiano.

If in reality the Republic’s laws guaranteed religious
freedom for Muslims, then religious law would already
have been implemented in Aceh [but]…not a single
Acehnese request has been granted by the government.
Aceh has been prevented from standing on its own, from
having its own province, even though it has been stated
in the context of a unitary state…We do not want to
separate ourselves from our brothers and sisters in
other regions…But we cannot accept if we have to live
like a slave and be treated as stepchild.

Se in realtà le leggi della Repubblica garantissero la libertà religiosa
libertà per i musulmani, allora la legge religiosa sarebbe già
sono stati implementati in Aceh [ma]… neanche una
singola richiesta degli acehnesi è stata concessa dal governo.
Ad Aceh è stato impedito di essere autonoma, di
avere la propria provincia, anche
nel contesto di uno stato unitario… Non vogliamo
separarci dai nostri fratelli e sorelle in
altre regioni… Ma non possiamo accettare di dover vivere
come schiavi e trattato come figli illegittimi.

(riportato da Abukabar, M. (2015). The Politics of National Integration in Indonesia: An analysis of the role of the military in the Province of Aceh, Unimal Press, 63)

A questo punto, la guerra civile non poteva più essere evitata, e lo scontro separatista si consumò a partire dal 21 settembre del 1953; il giorno prima Beureueh dichiarò ufficialmente che Aceh si univa alla lotta di Darul Islam. Pertanto, a pochi anni di distanza dall’indipendenza dal giogo coloniale, il governo repubblicano deve affrontare una guerra civile su larga scala, determinata dall’insoddisfazione di una larga parte della popolazione verso la costituzione secolare, che negava all’Islam una funzione normativa primaria.

Non era solamente Aceh a voler implementare la shariah, ma una larga parte dei musulmani del Paese, ed alcuni di essi erano pronti a ricorrere alle armi per ottenere questo obiettivo; nel caso di Aceh, poi, tale richiesta si inserisce in una tradizione consolidata. Per questa ragione, Beureueh inserisce la sua causa in quella più generale di Darul Islam, consapevole che la chiamata alle armi sarebbe stata accolta con favore, come successo nella guerra con gli oldandesi, tra il 1873 e il 1904. Si tratta di un precedente importante, e le dinamiche, seppure con attori differenti, sono simili; un problema politico (l’indipendenza di Aceh) viene perseguito mediante motivazioni religiose, largamente condivise nella società acehnese.


Epilogo dello Scontro

I primi successi iniziali di Darul Islam, le cui truppe irregolari riuscirono ad occupare diverse città e villaggi, furono seguito da una progressiva disfatta; a partire dal 1954 le forze governative avevano riconquistato i centri precedentemente occupati da DI. Il nuovo governatore di Sumatra Nord, Amin, cercò di negoziare la resa delle fazioni ribelli, e il leader di Aceh preparò una bozza per una legge che avrebbe creato uno Stato Islamico comprendente Aceh, Kalimantan e Sulawesi. Il governo centrale di Jakarta non reagì, e si creò una situazione di stallo.

A questo punto, il governo cercò di risolvere la contesa garantendo nuovamente ad Aceh lo status di provincia, e Hasymy, precedentemente imprigionato, venne nominato come governatore; nell’aprile del 1957, si tennero delle negoziazioni presso Lamteh. In questa occasione, entrambe le parti si impegnarono a

  • promuovere l’Islam
  • stimolare lo sviluppo di Aceh (economico, sociale, ecc.)
  • promuovere la prosperità di Aceh

Nel 1959, il governo emise un decreto che istituiva la Daerah Istimewa Aceh, Regione Speciale di Aceh, insieme alle promesse per una reale autonomia, anche legislativa, che però era subordinata alla legge nazionale. La breve ribellione guidata da Beureueh ebbe termine nel 1962, quando il governo permise ad Aceh di implementare alcuni aspetti della legge islamica; si tratta di una concessione che sarà poi rinnovata al termine di un’altra rivolta, che si colloca tra il 1976 e il 2005.

La legge islamica, del resto, è sempre stata usata, da entrambe le parti, come strumento di potere, e tale atteggiamento appare costante nella storia dei Paesi islamici. La particolarità di Aceh, tuttavia, consiste nel fatto che si tratta di una provincia all’interno di uno Stato che segue una legge secolare, e non di una nazione indipendente.


La Costruzione di un’Epica Religiosa Nazionale

La figura del leader religioso, che, allo stesso tempo, è insegnante e spesso anche politico, è ben radicata ad Aceh, più che in altre parti del mondo islamico; per questa ragione, non sorprende che nel corso del tempo si sia costruita una narrazione basata interamente sugli ulama, considerati i punti di riferimento fondamentali (se non esclusivi) non solamente del passato, ma anche del presente e del futuro.

Si consideri, brevemente, questo brano, tratto da un libro recente (2010) sulla ‘storia degli ulama di Aceh’,

Ulama Aceh sebagaimana disebutkan sebelumnya memiliki pengaruh yang besar bagi perjuangan membela tanah air. Ulama bergerak dengan segenap lapisan masyarakat untuk berjuang menghadap agersor yang mencoba menguasai Aceh.

Gli ulama di Aceh, come già menzionato in precedenza, hanno avuto una grande influenza nella lotta per difendere la patria. Gli ulama si sono mobilitati con tutti i settori della società per combattere gli aggressori che cercavano di conquistare Aceh.

(Thalal, M., Sabil, J. (2010). Ulama Aceh dalam melahirkan human resource di Aceh. Muliadi Kurdi, 12)

In questo modo, viene sottolineato il carattere religioso dello Stato, in cui la shariah tende a coincidere con la legge positiva; pertanto, si configura una narrazione a senso unico, in cui i sapienti islamici sono proposti come elementi essenziali a livello sociale. La stessa parola, ulama, che deriva dall’arabo ‘alim’, contribuisce alla confusione dei ruoli; alim viene spesso tradotto come ‘scienziato’, ma non nell’accezione moderna del termine (una persona in possesso di una formazione formale secolare in un ambito scientifico, sociale, ecc.)

Per questa ragione, si tende a conferire un carattere di ‘scientificità’ a coloro che adottano metodologie religiose, e non basate sul metodo scientifico; non sorprende, dunque, che la ‘storia’ prodotta non soddisfi i requisiti moderni, ma si basi su una narrativa politica e religiosa, funzionale al ‘riconoscimento’ della figura del sapiente islamico come cardine della società. Il conferimento del titolo di ‘dottore’ ad alcuni sapienti, riconosciuto da ‘università islamiche’, poi, configura competenze in capo a persone che non hanno alcun interesse (e nemmeno competenze) per la storia, ma contribuiscono ad una narrativa pseudo-storica che legittima lo status quo.

Pertanto, quando si legge un’opera scritta da un sapiente islamico, è sempre necessario comprendere che il suo valore scientifico è decisamente limitato; tuttavia, queste opere sono estremamente utili per avere una comprensione ‘interna’ di questi fenomeni. Opere come quella di Thalal, dunque, possono e devono essere lette per comprendere il punto di vista interno, che risulta molto chiaro e senza censure; in questo senso, disponiamo di una vasta letteratura agiografica, anche contemporanea, molto interessante. Per questa ragione, tali opere devono essere citate, allo scopo di fornire una prospettiva interna e sincera, offrendo, al contempo, delle osservazioni critiche per contestualizzarle e comprenderle correttamente.


Conclusioni – Aceh, Un Paradigma Interessante

Aceh rappresenta un modello decisamente interessante dal punto di vista storico e sociale, grazie alla sua ricca letteratura e alla configurazione di una società (e di uno Stato) che sfuggono alle regole e ai modelli a cui si è abituati. Per questa ragione, ritengo che Aceh costituisca una sorta di laboratorio sociale, un esperimento vivente che mostra perfettamente la complessità delle dinamiche e delle interazioni in un contesto in cui la legge islamica tende a pervadere (e invadere) anche aspetti che riguardano la vita privata.

Le numerose ribellioni di Aceh alle autorità esterne (Indie Orientali Olandesi, Indonesia), hanno cercato di evitare che l’identità di questa regione, formatasi in secoli di dominazione islamica, non si perdesse, ma venisse riconosciuta e alimentata. Di conseguenza, è possibile prevedere nuovi scontri, anche dopo l’implementazione della shariah, che non costituisce l’obiettivo ma il mezzo privilegiato per esprimere la particolarità di un territorio che ha saputo comprendersi ed auto-comprendersi come roccaforte dell’Islam.

L’identità politico-religiosa di Aceh sembra essere salda, e la rilevanza dei sapienti islamici nella sua società rafforza ulteriomente l’idea secondo cui l’Islam sunnita è la sola forza ordinatrice e legittima a livello sociale, religioso e politico.


Letture Consigliate

  • Zunzer, W. (2008). From Politics to Arms to Politics Again: The Transition of the Gerakan Acheh Merdeka (Free Aceh Movement-GAM).
  • Ziegenhain, P. (2010). The Aceh conflict during the new order and the following democratization process. Aceh: History, politics and culture9, 120-34.
  • Abukabar, M. (2015). The Politics of National Integration in Indonesia: An analysis of the role of the military in the Province of Aceh, Unimal Press.

Di Salvatore Puleio

Salvatore Puleio è analista e ricercatore nell'area 'Terrorismo Nazionale e Internazionale' presso il Centro Studi Criminalità e Giustizia ETS di Padova, un think tank italiano dedicato agli studi sulla criminalità, la sicurezza e la ricerca storica. Per la rubrica Mosaico Internazionale, nel Giornale dell’Umbria (giornale regionale online) e Porta Portese (giornale regionale online) ha scritto 'Modernità ed Islam in Indonesia – Un rapporto Conflittuale' e 'Il Salafismo e la ricerca della ‘Purezza’ – Un Separatismo Latente'. Collabora anche con ‘Fatti per la Storia’, una rivista storica informale online; tra le pubblicazioni, 'La sacra Rota Romana, il tribunale più celebre della storia' e 'Bernardo da Chiaravalle: monaco, maestro e costruttore di civiltà'. Nel 2024 ha creato e gestisce la rivista storica informale online, ‘Islam e Dintorni’, dedicata alla storia dell'Islam e ai temi correlati. (i.e. storia dell'Indonesia, terrorismo, ecc.). Nel 2025 hai iniziato a colloborare con la testata online 'Rights Reporter', per la quale scrive articoli e analisi sull'Islam, la shariah e i diritti umani.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *