Legislazione
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Abstract

La legislazione antiterrorismo in Europa e negli Stati Uniti presenta similitudini e differenze significative. Mentre l’UE si concentra su una definizione uniforme dei reati e sulla protezione delle vittime, gli USA si focalizzano maggiormente sulla sorveglianza e le strategie preventive. Queste differenze riflettono le diverse priorità e culture giuridiche.


Introduzione

La lotta contro il terrorismo è riconosciuta come una priorità globale, che ha acquisito particolare rilevanza nel contesto geopolitico odierno. Entrambe le principali potenze occidentali, l’Unione Europea (UE) e gli Stati Uniti, hanno compreso l’urgenza di sviluppare quadri legislativi robusti e coerenti per affrontare questa minaccia complessa ed in continua evoluzione. Questi quadri legislativi sono stati progettati non solo per rispondere ad eventi traumatici che hanno scosso le società moderne, ma anche per garantire la sicurezza dei cittadini e la stabilità delle nazioni.

Nonostante l’UE e gli Stati Uniti condividano l’obiettivo comune di prevenire e combattere il terrorismo, le modalità con cui affrontano questa sfida presentano differenze significative. Queste differenze emergono in vari aspetti, tra cui l’approccio generale alla sicurezza, le definizioni di terrorismo, e le misure attuative adottate.

In Europa, la legislazione antiterrorismo tende a concentrarsi su un approccio più multilaterale e cooperativo, in cui le diverse giurisdizioni e le istituzioni sovranazionali giocano un ruolo cruciale. Questo approccio comporta una serie di Direttive e Regolamenti emanati dalle istituzioni europee, i quali richiedono un’armonizzazione delle leggi nazionali tra i vari Stati Membri. Di conseguenza, le definizioni di terrorismo possono variare, in quanto ciascun Paese ha la propria interpretazione delle norme europee, portando ad una certa disomogeneità nell’applicazione delle leggi.

Al contrario, negli Stati Uniti, la risposta al terrorismo è caratterizzata da un approccio più centralizzato e reattivo. La legislazione antiterrorismo, come il Patriot Act, è stata scritta in modo da conferire poteri amplificati alle agenzie di sicurezza nazionali e locali, permettendo misure più incisive come la sorveglianza e l’intercettazione. In tale ambito, il concetto di terrorismo è definito in modo più ampio, spesso includendo un raggio d’azione considerevole, e, di conseguenza, tale nozione può essere utilizzata come giustificazione per una serie di politiche di sicurezza interne ed esterne.

Questo saggio si propone di esaminare in dettaglio le caratteristiche principali della legislazione antiterrorismo sia dell’Unione Europea che degli Stati Uniti d’America. Attraverso un’analisi approfondita, verranno messe in evidenza le differenze e somiglianze, nonché l’impatto sulle strategie di prevenzione, le pratiche di polizia e le politiche di sicurezza generale. In definitiva, la comprensione delle distinzioni tra i due sistemi giuridici potrebbe non solo contribuire ad una maggiore consapevolezza delle proprie rispettive comunità, ma anche ad un dialogo più costruttivo tra le nazioni nella lotta contro il terrorismo.


Legislazione Antiterrorismo Europea

Il quadro normativo antiterrorismo all’interno dell’Unione Europea è principalmente delineato dalla Direttiva (UE) 2017/541, la quale stabilisce norme minime per la definizione dei reati di terrorismo e delle relative sanzioni. Questa direttiva rappresenta un’evoluzione significativa rispetto alla precedente decisione quadro 2002/475/GAI, adattandosi alle mutate esigenze e sfide in materia di sicurezza tra gli Stati Membri.

La Direttiva 2017/541, in effetti, introduce una serie di misure volte a rafforzare la cooperazione tra gli Stati Membri, garantendo un approccio più uniforme nella lotta contro il terrorismo. Essa si propone non solo di definire i crimini di terrorismo in modo più chiaro e dettagliato, ma anche di stabilire sanzioni più severe per i reati connessi. Uno degli obiettivi principali è quello di garantire che le legislazioni nazionali siano allineate tra di loro, permettendo una risposta coordinata e tempestiva di fronte a minacce terroristiche.

In particolare, alcuni aspetti fondamentali di questa direttiva includono:

  • Definizione di reati di terrorismo: La direttiva fornisce una definizione chiara ed univoca dei reati di terrorismo, abbracciando atti di violenza per scopi politici, ideologici o religiosi, capaci di mettere in pericolo la vita delle persone, o di causare gravi danni a beni pubblici o privati,
  • Sanzioni: Viene stabilito un quadro di sanzioni minime per i reati di terrorismo, inclusa la possibilità di pene detentive significative per i trasgressori. Di conseguenza, gli Stati Membri devono prevedere sanzioni efficaci e proporzionate rispetto alla gravità dei reati indicati.
  • Attività preparatorie: La Direttiva del 2017 affronta anche le attività preparatorie al terrorismo, come la proposta e la realizzazione di finanziamenti destinati ad attività terroristiche, il reclutamento di membri per gruppi terroristici e la formazione per la commissione di atti terroristici.
  • Cooperazione giudiziaria e di polizia: Sottolinea l’importanza di una cooperazione efficace tra le autorità giudiziarie e le forze dell’ordine degli Stati Membri, al fine di prevenire e perseguire i reati di terrorismo, favorendo lo scambio di informazioni e la formazione congiunta.
  • Terrorismo online: Un altro aspetto innovativo è l’attenzione rivolta al terrorismo online, in particolare in relazione al reclutamento ed alla diffusione di contenuti terroristici tramite Internet ed i Social Media. Gli Stati Membri sono dunque chiamati a prendere misure adeguate per rimuovere contenuti illeciti e garantire una sorveglianza adeguata delle piattaforme online.
  • Diritti delle vittime: Da ultimo, la direttiva riconosce e promuove i diritti delle vittime di atti terroristici, assicurando supporto e assistenza adeguati, inclusa la possibilità di ricevere un compenso.

In sintesi, la Direttiva (UE) 2017/541 segna una tappa importante nel rafforzamento delle misure antiterrorismo all’interno dell’Unione Europea, ed ha lo scopo di fornire una risposta coerente, efficace e solidale di fronte ad una delle più gravi minacce per la sicurezza pubblica.


Definizione dei Reati di Terrorismo

La Direttiva Europea del 2017 fornisce una definizione ampia ed articolata dei reati di terrorismo, e si propone di cogliere la complessità e la varietà di t.ale fattispecie criminale. In particolare, essa include in questa definizione gli atti volti ad intimidire la popolazione, ovvero a generare paura ed insicurezza tra i cittadini, con l’obiettivo di influenzare il loro comportamento e le loro decisioni.

Inoltre, questa Direttiva contempla anche gli atti che esercitano coercizione sui poteri pubblici. Si tratta del tentativo, da parte dei gruppi terroristici di costringere i governi a modificare politiche o leggi attraverso la minaccia di violenza oppure attacchi diretti, cercando così di ottenere un indebito vantaggio politico, sociale o economico. Questi atti possono assumere diverse forme, dalle minacce ai funzionari pubblici a vere e proprie aggressioni, con l’intento di ottenere attenzione o concessioni.

Ancora, la Direttiva sottolinea l’importanza di considerare gli atti di terrorismo come strumenti volti a destabilizzare le strutture fondamentali di uno Stato. Questo aspetto è cruciale, poiché non si tratta ‘solamente’ di attacchi isolati, ma di azioni strategiche che mirano a minare la stabilità ed il funzionamento delle istituzioni statali, con conseguenti effetti a lungo termine sulla società nel suo complesso.

Le caratteristiche delineate nella Direttiva riflettono una comprensione globale ed articolata delle dinamiche del terrorismo contemporaneo, e considera le diverse forme che questo fenomeno può assumere, dalle organizzazioni strutturate e ideologiche ai gruppi radicalizzati ed autonomi. Inoltre, il documento riconosce come il terrorismo si può alimentare di contesti culturali, economici e politici diversi, allargando, in questo modo, la portata della definizione oltre il singolo atto di violenza, per includere le cause e le conseguenze più ampie di tali attività illecite. Questa visione olistica è fondamentale per sviluppare strategie efficaci di prevenzione e risposta al terrorismo a livello nazionale e internazionale.


Reati Riconducibili a Gruppi Terroristici

La legislazione europea si propone di affrontare in modo completo ed incisivo la minaccia del terrorismo, e non si limita a punire esclusivamente gli atti terroristici in senso stretto, come attentati e violenze dirette contro le persone o infrastrutture, ma estende il suo raggio d’azione anche a tutte le attività connesse ai gruppi terroristici. Questo approccio comprende, ma non si limita, alla direzione ed alla partecipazione consapevole a tali gruppi, ovvero coloro che, in vari modi, supportano o favoriscono le operazioni e gli obiettivi di organizzazioni terroristiche.

Questa previsione legislativa consente di adottare un approccio più olistico ed integrato nella lotta contro il terrorismo. Infatti, non è sufficiente combattere gli atti violenti in sé, ma diventa fondamentale interrompere anche le reti di supporto, le fonti di finanziamento, la propaganda, il reclutamento e le altre attività che alimentano questo genere di organizzazioni. Mirando a dissuadere anche l’assistenza indiretta, la legislazione europea tende a colpire le fondamenta stesse delle strutture terroristiche, rendendo più difficile la loro esistenza ed operatività.

In tale contesto, si osserva che le misure adottate non si limitano a sanzioni penali, ma possono comprendere anche interventi preventivi e la promozione di iniziative di deradicalizzazione. Tale approccio implica un impegno coordinato tra gli Stati Membri dell’Unione Europea, e prevede la condivisione di informazioni e strategie per individuare e neutralizzare le minacce in modo più efficace. Al contempo, si cerca di cittadini sull’intervento attivo delle istituzioni per garantire la sicurezza pubblica.

In sintesi, l’attuale quadro normativo europeo rappresenta un passo importante verso una risposta più solida ed articolata alle sfide poste dal terrorismo, e riconosce che la lotta contro questa fenomenologia complessa richiede un intervento su molteplici fronti, oltre alla responsabilizzazione di tutti coloro che, anche indirettamente, possono contribuire al sostegno delle attività terroristiche.


Supporto alle Vittime

Un aspetto distintivo e particolarmente rilevante della legislazione antiterrorismo europea è rappresentata dalla sua forte enfasi sul supporto e sulla protezione delle vittime del terrorismo. In un contesto in cui gli attacchi terroristici possono avere effetti devastanti non solo sulle persone direttamente coinvolte, ma anche sulle loro famiglie e sulle comunità in generale, la Direttiva europea prevede misure specifiche ed articolate per garantire che le vittime ricevano assistenza adeguata ed il sostegno necessario nel percorso di recupero.

Queste misure includono, tra l’altro, l’accesso a servizi di assistenza psicologica, supporto legale, e la possibilità di ricevere informazioni tempestive sui procedimenti legali in corso. Inoltre, la direttiva sottolinea l’importanza di un approccio umano ed integrato, teso a garantire un trattamento delle vittime segnato da dignità e rispetto, riconoscendo la loro sofferenza e validando le loro esperienze.

Tale impegno rappresenta un chiaro tentativo da parte delle istituzioni europee di affrontare non solamente le conseguenze dirette degli atti terroristici, ma anche le ripercussioni più ampie che questi eventi possono avere sulla coesione sociale e sul senso di sicurezza delle comunità. In questo modo, la legislazione antiterrorismo europea non si limita a perseguitare i perpetratori, ma riconosce ed affronta anche le sfide umane e sociali che derivano dalla violenza terroristica, ponendo le vittime al centro delle politiche di prevenzione e risposta.


Legislazione Antiterrorismo Statunitense

Negli Stati Uniti, la legislazione antiterrorismo è dominata dal Patriot Act, introdotto nel 2001 in risposta agli attacchi terroristici dell’11 settembre. Questo atto ha segnato un cambiamento radicale nell’approccio della sicurezza nazionale, ed ha ampliato i poteri governativi in diverse aree. Le seguenti sono alcune delle caratteristiche chiave del Patriot Act.


Sorveglianza e Intercettazioni

Tra le modifiche più significative apportate dal Patriot Act, uno dei provvedimenti legislativi adottati negli Stati Uniti a seguito degli attacchi terroristici dell’11 settembre 2001, si può annoverare l’ampliamento delle capacità di sorveglianza delle agenzie governative competenti. Questa riforma ha introdotto misure che consentono alle autorità di eseguire intercettazioni di comunicazioni private senza la necessità di ottenere un mandato giudiziario, in determinate circostanze eccezionali. L’obiettivo principale di queste disposizioni è quello di prevenire e combattere atti di terrorismo, permettendo agli agenti delle forze dell’ordine di agire rapidamente in situazioni di potenziale pericolo.

Tuttavia, tali misure hanno sollevato un acceso e comprensibile dibattito pubblico, a ragione delle implicazioni sulla privacy dei cittadini e sui diritti civili garantiti dalla Costituzione. Molti critici sostengono che la capacità delle agenzie governative di monitorare le comunicazioni private senza un mandato possa portare a violazioni dei diritti fondamentali e ad un controllo eccessivo da parte dello Stato. Inoltre, esiste una significativa preoccupazione per la mancanza di trasparenza e di supervisione nei processi di sorveglianza.

D’altra parte, i sostenitori di queste misure affermano che sono necessarie per affrontare le minacce terroristiche in un contesto in continua evoluzione, dove la rapidità di intervento può essere cruciale per salvaguardare la sicurezza nazionale. Le autorità sottolineano che l’implementazione del Patriot Act è stata pensata come una risposta efficace all’emergenza, e che le garanzie di sicurezza sono indispensabili per proteggere il Paese ed i suoi cittadini da possibili attacchi.

In sintesi, l’espansione delle capacità di sorveglianza introdotta dal Patriot Act ha aperto un dibattito complesso e sfaccettato, in cui si confrontano le esigenze di sicurezza nazionale con il rispetto dei diritti individuali, rivelando le tensioni intrinseche tra libertà e sicurezza in una società democratica.


Finanziamento del Terrorismo

Il Patriot Act, approvato negli Stati Uniti nel periodo immediatamente successivo agli attacchi dell’11 settembre 2001, ha rappresentato un cambiamento significativo nelle politiche di sicurezza nazionale e nella lotta contro il terrorismo. Nessun aspetto del terrorismo internazionale è sfuggito alle nuove misure introdotte da questa legge, che ha consentito alle autorità di esercitare un maggiore grado di sorveglianza e di operare interventi più incisivi.

Le disposizioni del Patriot Act hanno potenziato le capacità di prevenzione ed intervento delle agenzie di regolamentazione e delle forze dell’ordine, garantendo loro accesso ad informazioni cruciali riguardanti transazioni finanziarie e movimenti sospetti di denaro. Queste misure sono fondamentali per identificare e smantellare le reti che sostengono il terrorismo, poiché il finanziamento è spesso alla base della pianificazione, oltre che dell’esecuzione di attacchi terroristici.

Inoltre, la legge ha rimosso alcuni vincoli legali che in precedenza limitavano la collaborazione tra agenzie di intelligence ed istituzioni finanziarie. Questo cambiamento ha facilitato la condivisione di informazioni tra le diverse entità, rendendo più rapida ed efficace la risposta alle minacce. Le autorità possono ora monitorare i flussi di denaro in tempo reale, intervenendo rapidamente per bloccare qualsiasi transazione sospetta che possa essere destinata a operazioni terroristiche.

Le conseguenze di queste modifiche legislative, inoltre, non si limitano ad un aumento delle capacità di indagine. Esse hanno anche suscitato dibattiti e controversie riguardanti i diritti civili e la privacy dei cittadini. Tuttavia, il principale obiettivo del Patriot Act rimane quello di garantire una maggiore sicurezza, mirando a distruggere le fonti di finanziamento che alimentano la violenza ed a smantellare le strutture che consentono ai gruppi terroristici di operare con successo.

In sintesi, il Patriot Act ha dotato le autorità di strumenti più efficaci e diretti per combattere il finanziamento del terrorismo, intensificando gli sforzi per colpire alla radice le risorse economiche di queste organizzazioni e proteggere l’integrità e la sicurezza della società.


Detenzione e Deportazione

Un altro aspetto controverso della legislazione statunitense è la possibilità di detenzione e deportazione di sospetti terroristi, anche in assenza di accuse formali. Questa prassi, che è stata oggetto di un acceso dibattito, solleva significative preoccupazioni in merito ai diritti umani e alla legalità delle procedure adottate dalle autorità. In effetti, le persone possono essere trattenute per un periodo prolungato senza una chiara formalizzazione delle accuse, con evidenti conseguenze per la legittimità del sistema legale.

L’applicazione di tali modalità detentive ha suscitato forti timori in relazione all’impiego arbitrario del potere da parte dello Stato. Gli attivisti per i diritti civili e le organizzazioni internazionali hanno messo in guardia contro il rischio di violazioni dei diritti fondamentali, come il diritto ad un processo equo e la tutela da detenzioni ingiustificate. Inoltre, la mancanza di trasparenza nei procedimenti di deportazione e detenzione ha alimentato la sfiducia nei confronti delle istituzioni governative e ha sollevato significativi interrogativi sulle modalità con cui vengono identificati i sospetti terroristi.

Questa situazione ha dato origine ad un significativo dibattito pubblico e accademico, e le preoccupazioni, in effetti, non riguardano solamente le implicazioni legali, ma anche i potenziali effetti sulla vita quotidiana delle persone. I timori, in particolare, si concentrano in modo speciale sui soggetti appartenenti a minoranze etniche o religiose, che potrebbero essere ingiustamente discriminate a causa di politiche di sicurezza sempre più rigorose e talvolta indiscriminate.


Confronto tra Legislazione Europea e Statunitense

Alla luce di quanto esposto in precedenza, dovrebbe essere evidente che entrambe le legislazioni, quella Europea e Statunitense, condividono l’obiettivo comune di combattere il terrorismo. Allo stesso tempo, risulta evidente che esistono importanti differenze che meritano di essere sottolineate.


Protezione delle Vittime

L’approccio europeo alla lotta contro il terrorismo si caratterizza per una particolare attenzione nel garantire la protezione e il sostegno alle vittime di questi atti violenti. Questa enfasi sulle vittime degli atti terroristici risulta evidente in diverse iniziative legislative e pratiche, che mirano a fornire assistenza psicologica, supporto legale e aiuti economici a coloro che sono stati colpiti da attacchi terroristici. Queste misure non solo cercano di mitigare l’impatto immediato della violenza, ma anche di promuovere un processo di recupero a lungo termine per le vittime e le loro famiglie.

Si tratta, tuttavia, di un aspetto appare notevolmente trascurato nella legislazione statunitense, dove l’attenzione è spesso focalizzata su misure di sorveglianza e prevenzione. Negli Stati Uniti, le politiche antiterrorismo tendono a privilegiare le operazioni di intelligence e le strategie di sicurezza nazionale al fine di prevenire potenziali attacchi, senza dedicare un’adeguata attenzione al supporto post-evento per le vittime. Questo approccio può portare ad una mancanza di risorse e programmi specificamente destinati a coloro che hanno subito traumi a causa di atti terroristici, lasciando molte persone senza l’assistenza necessaria per affrontare le conseguenze psicologiche e sociali di tali eventi.

Mentre l’Europa continua a sviluppare ed integrare politiche che mettono al centro le vittime, gli Stati Uniti potrebbero considerare la possibiltà di rivedere le proprie priorità legislative per includere un sostegno più robusto e sistematico per le vittime del terrorismo, riconoscendo la necessità di un approccio più umano e comprensivo nei confronti di coloro che subiscono il peso delle atrocità. In tal modo, questo bilanciamento potrebbe non solo migliorare la vita dei sopravvissuti, ma anche contribuire ad una società più resiliente e consapevole dell’importanza della solidarietà in tempi di crisi.


Poteri di Sorveglianza

Le capacità di sorveglianza delle agenzie governative negli Stati Uniti risultano significativamente più ampie ed articolate rispetto a quelle delle controparti europee, in gran parte a causa delle disposizioni previste dal Patriot Act, una legge adottata nel 2001 in risposta agli attacchi terroristici dell’11 settembre. Questa normativa ha conferito alle autorità statunitensi poteri straordinari per raccogliere, monitorare e analizzare informazioni sui cittadini, al fine di prevenire minacce alla sicurezza nazionale.Tali facoltà comprendono l’accesso a dati telefonici, email e altre forme di comunicazione, senza necessariamente richiedere un mandato specifico, facilitando di fatto un’ampia sorveglianza delle attività quotidiane dei cittadini americani.

Al contrario, in Europa la sorveglianza è sottoposta a normative rigorose che pongono un forte accento sulla protezione dei dati personali e sulla privacy degli individui. La legislazione europea in materia di protezione dei dati, come il Regolamento Generale sulla Protezione dei Dati (GDPR), stabilisce diritti chiari per i cittadini riguardo al trattamento delle loro informazioni personali, imponendo chiari e rigidi requisiti di consenso e trasparenza. Le agenzie governative devono dimostrare una giustificazione adeguata e proporzionata per intraprendere qualsiasi forma di sorveglianza, in conseguenza di un quadro normativo che appare più equilibrato rispetto a quello statunitense.

Tale contrasto riflette non solamente differenze legali, ma anche diverse culture e filosofie che circondano il concetto di privacy. Negli Stati Uniti, la sicurezza può spesso prevalere sulla privacy in determinate circostanze, mentre in Europa si tende a considerare la tutela della libertà individuale e della privacy come elementi fondamentali e non negoziabili della dignità umana. In questo senso, la sorveglianza governativa è vista attraverso una lente più critica e limitata, mirata alla garanzia dei diritti fondamentali dei cittadini.


Definizione dei Reati

Entrambi i quadri legislativi, quello a livello nazionale e quello a livello europeo, si propongono di fornire definizioni dettagliate e chiare dei reati di terrorismo. Queste definizioni sono fondamentali per garantire una corretta applicazione delle norme, oltre che per facilitare il lavoro delle forze dell’ordine e della magistratura. Tuttavia, è importante sottolineare che la legislazione europea si distingue per il suo particolare approccio e per la ricchezza della sua normativa.

Infatti, la legislazione europea si caratterizza per la varietà delle fattispecie penali che si riferiscono alle attività di gruppi terroristici. Tale impostazione si traduce nella previsione di differenti tipologie di azioni e di comportamenti che possono essere considerati terroristici, consentendo una più ampia gamma di reati perseguiti. Grazie a questa diversificazione delle fattispecie, la legislazione europea riesce a cogliere la complessità e la multifattorialità del fenomeno del terrorismo, che si presenta con modalità e caratteristiche diverse a seconda dei contesti.

Inoltre, la struttura della legislazione europea in questo ambito è più articolata rispetto a quella di altri ordinamenti. Essa prevede disposizioni specifiche che non soltanto puniscono gli atti di terrorismo in senso stretto, ma anche le attività preparatorie, il finanziamento dei gruppi terroristici, la propaganda e l’arruolamento di nuovi membri. Questa impostazione normativa permette di affrontare in modo più sfumato le diverse dimensioni del terrorismo moderno, riconoscendo l’importanza di un approccio globale e integrato.

In questo modo, la legislazione europea non si propone semplicemente di reprimere gli atti violenti, ma cerca anche di comprendere le radici e le dinamiche alla base del terrorismo, promuovendo lo scambio di informazioni e la cooperazione tra gli Stati membri. In tale contesto, essa si configura come uno strumento fondamentale nella lotta contro il terrorismo e nella protezione della sicurezza collettiva, cercando di garantire il necessario equilibrio tra la sicurezza ed il rispetto dei diritti fondamentali dei cittadini.


Conclusione

In sintesi, la legislazione antiterrorismo adottata sia a livello europeo che negli Stati Uniti presenta non solo obiettivi simili, volti primariamente alla prevenzione del terrorismo, ma anche differenze fondamentali nei metodi e nelle filosofie attuative. Da un lato, l’Unione Europea pone un forte accento sulla protezione delle vittime del terrorismo e sulla necessità di una definizione chiara ed articolata dei reati legati a questa fattispecie criminale. Questo approccio riflette la sensibilità europea verso i diritti umani e le libertà civili, che cerca di mantenere un equilibrio tra la sicurezza ed rispetto delle libertà fondamentali.

Dall’altro lato, gli Stati Uniti tendono a focalizzarsi maggiormente su misure di sorveglianza, intelligence ed altre strategie di sicurezza preventiva. Questa inclinazione è spesso motivata da una percezione del terrorismo come una minaccia diretta e immediata alla sicurezza nazionale, che giustifica l’implementazione di misure drastiche per garantire la protezione dei cittadini. Tale approccio può comportare l’adozione di tecnologie avanzate, come sistemi di monitoraggio e raccolta di dati, per identificare e neutralizzare potenziali minacce.

Queste divergenze nei metodi di gestione del terrorismo sono indicative delle diverse tradizioni giuridiche e culturali che permeano ciascuna regione. L’Europa, con la sua lunga storia di protezione dei diritti umani e di costruzione delle normative sulla base di una cooperazione multilaterale, tende a considerare il terrorismo attraverso una lente più sociale e protettiva. Al contrario, gli Stati Uniti, con un forte attaccamento alla sicurezza nazionale ed alla protezione dell’integrità territoriale, spesso considerano il terrorismo come un problema da affrontare, principalmente, attraverso la forza e la deterrenza.

Inoltre, le sfide uniche che ciascuna regione si trova ad affrontare nel contesto globale del terrorismo contribuiscono a queste differenze. L’Europa si confronta con una molteplicità di realtà etniche, culturali e religiose, rendendo necessaria una strategia che non solo prevenga gli attacchi, ma che promuova anche la coesione sociale. Gli Stati Uniti, invece, affrontano la minaccia del terrorismo in un contesto geopolitico complesso, caratterizzato da potenziali attori statali e non statali provenienti da diverse parti del mondo.

In conclusione, dunque, sembra ragionevole affermare che entrambi gli approcci cercano di affrontare l’urgenza del terrorismo, ma essi sono profondamente segnati da contesti, principi e necessità differenti, rendendo essenziale una comprensione articolata e sfumata delle legislazioni e delle politiche antiterrorismo, non solo a livello nazionale, ma anche a livello internazionale.


Letture Consigliate

  • Kaunert, C., & Léonard, S. (2020). The collective securitisation of terrorism in the European Union. In Collective Securitisation and Security Governance in the European Union (pp. 35-51). Routledge.
  • Lansford, T. (2018). All for one: Terrorism, NATO and the United States. Routledge.
  • Nacos, B. L. (2019). Terrorism and counterterrorism. Routledge.

Di Salvatore Puleio

Salvatore Puleio è analista e ricercatore nell'area 'Terrorismo Nazionale e Internazionale' presso il Centro Studi Criminalità e Giustizia ETS di Padova, un think tank italiano dedicato agli studi sulla criminalità, la sicurezza e la ricerca storica. Per la rubrica Mosaico Internazionale, nel Giornale dell’Umbria (giornale regionale online) e Porta Portese (giornale regionale online) ha scritto 'Modernità ed Islam in Indonesia – Un rapporto Conflittuale' e 'Il Salafismo e la ricerca della ‘Purezza’ – Un Separatismo Latente'. Collabora anche con ‘Fatti per la Storia’, una rivista storica informale online; tra le pubblicazioni, 'La sacra Rota Romana, il tribunale più celebre della storia' e 'Bernardo da Chiaravalle: monaco, maestro e costruttore di civiltà'. Nel 2024 ha creato e gestisce la rivista storica informale online, ‘Islam e Dintorni’, dedicata alla storia dell'Islam e ai temi correlati. (i.e. storia dell'Indonesia, terrorismo, ecc.)

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