garuda pancasila
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Abstract

L’Indonesia, il quarto paese più popolato del mondo, è riconosciuta come la più grande democrazia musulmana, ma affronta sfide che limitano l’effettiva partecipazione politica; in questo Paese, il complesso sistema di diritti politici ha radici nel periodo coloniale olandese ed ha attraversato varie fasi storiche, compresa l’occupazione giapponese e diversi governi autoritari. Con la caduta di Suharto nel 1998, l’Indonesia è entrata in una fase di riforme democratiche, modellando nuove strutture legali ed elettorali. Tuttavia, persistono significativi problemi legati alla discriminazione delle minoranze, alla libertà di espressione ed alla corruzione, che ostacolano la piena realizzazione dei diritti politici per tutti.


Introduzione

L’Indonesia rappresenta il quarto Paese al mondo per numero di abitanti, e, teoricamente, la più grande democrazia musulmana, anche se persistono dei problemi che di fatto limitano l’effettiva partecipazione dei cittadini alla vita politica. L’Arcipelago possiede un complesso sistema di diritti politici che si è evoluto nel corso del tempo, a partire dal’era coloniale olandese fino al periodo attuale; si tratta di un Paese che ha vissuto significativi cambiamenti politici e sociali. Questo articolo cerca di esplore la situazione attuale dei diritti politici in Indonesia, esaminando il contesto storico, le strutture legali, e le sfide contemporanee che devono essere affrontate.


Contesto Storico


Periodo Coloniale ed Occupazione Giapponese

La nozione di diritti politici, in Indonesia, ha le sue radici profonde nel periodo coloniale, un’epoca caratterizzata dal dominio olandese che si estese per circa quattro secoli; nel corso di questo lungo periodo, la popolazione indigena era sistematicamente esclusa dalla partecipazione politica e dalle decisioni che influenzavano le loro vite. Gli indonesiani, in altre parole, erano considerati cittadini di seconda classe, erano privati dei diritti fondamentali e costretti a subire le imposizioni e le leggi imposte dagli occupanti europei. Le strutture sociali e politiche erano rigidamente controllate, e qualsiasi forma di opposizione veniva repressa sistematicamente con la forza.

L’occupazione giapponese durante la Seconda Guerra Mondiale, poi, che ebbe inizio nel 1942, rappresentò un ulteriore dramma nella storia indonesiana; la presenza giapponese, fortemente oppressiva, fece nascere nella popolazione locale la consapevolezza della possibilità di autodeterminarsi. Fu proprio in questo periodo, di conseguenza, che gli indonesiani iniziarono ad organizzarsi ed a lottare per ottenere il rispetto dei loro diritti, coltivando ideali di libertà e autonomia.

La dichiarazione di indipendenza dell’Indonesia avvenne il 17 agosto 1945, in seguito alla fine dell’occupazione giapponese, ed ha segnato un punto di svolta fondamentale; si tratta di un evento storico che sancì la nascita di una nuova nazione. Allo stesso tempo, tale evento ha permesso di assimilare alcuni principi fondamentali, come l’uguaglianza e la sovranità, che avrebbero costituito le basi per i diritti politici dell’Indonesia. La proclamazione dell’indipendenza, da questo punto di vista, rappresentò un atto di auto-determinazione, con cui si rifiutavano i secoli di dominio coloniale. Gli indonesiani, liberi dal giogo coloniale, iniziarono a costruire una nuova identità nazionale, impegnandosi a garantire a tutti i cittadini il diritto di partecipare attivamente alla vita politica a tutti i livelli, compreso il governo della nazione.

A partire dai primi anni dell’indipendenza, l’Indonesia ha operato allo scopo di istituzionalizzare questi principi, per creare un sistema politico che riflettesse le aspirazioni profonde della sua popolazione. Nonostante le sfide e le tensioni che sono emerse nel corso del tempo, l’importanza dei diritti politici ha ricevuto un riconoscimento crescente; tale atteggiamento, poi, ha comportato l’impegno di garantire la partecipazione democratica, le libertà civili ed i diritti umani a tutti i cittadini indonesiani, in un contesto di crescente complessità e diversità.


L’era di Sukarno e l’Ordine Nuovo

Dopo l’indipendenza, il presidente Sukarno emerse come una figura carismatica che prometteva al Paese una maggiore partecipazione politica ed una reale democrazia inclusiva; inizialmente, il suo governo cercò di unire le diverse etnie ed ideologie presenti nell’Arcipelago, incoraggiando un clima segnato dal dialogo e da un sano dibattito tra le forze politiche. La situazione, tuttavia, cominciò a deteriorarsi, e negli anni Sessanta, il suo governo dovette affrontare crescenti disordini sociali e tensioni interne, ricorrendo a misure sempre più autoritarie per mantenere il controllo.

Questo cambiamento rispetto all’atteggiamento iniziale determinò la fine dell’era di Sukarno, a cui seguì la successiva ascesa di Suharto, un generale che prese il potere nel 1965, con un colpo di Stato, ed instaurò un regime noto come ‘Ordine Nuovo’. Sotto la sua guida, il Paese fu caratterizzato da una sistematica repressione dei dissidenti del regime; le voci critiche, in effetti, vennero silenziate attraverso l’uso sistematico della violenza, che comportò arresti di massa e l’assassinio degli oppositori. Suharto, inoltre, si avvalse dei media per manipolare l’informazione e mantenere un’immagine positiva del suo governo, ed eliminò la libertà di espressione e di pensiero critico.

Il regime di Suharto, che durò trentadue anni, fu segnato dalla sistematica violazione dei diritti umani, oltre che dalla limitazione dei diritti politici dei cittadini; in tale contesto, qualunque forma di opposizione politica veniva considerata una minaccia e, dunque, perseguitata e repressa. Le elezioni vennero organizzate per garantire la vittoria del partito di governo, mentre gli avversari politici erano costretti all’esilio o eliminati. Questo clima di paura e di controllo ha profondamente segnato la storia dell’Indonesia, ed ha creato un pericoloso retaggio di autoritarismo capace di influenzare la politica e la società indonesiane anche in seguito alla caduta di Suharto nel 1998.


Transizione alla Democrazia

La crisi economica degli anni Novanta, caratterizzata da gravi difficoltà finanziarie e da una profonda recessione in diversi Paesi asiatici, ha colpito duramente anche l’Indonesia, che fino a quel momento era stato governato dal regime autoritario di Suharto. Le conseguenze della crisi si manifestarono in un aumento della povertà, della disoccupazione e dei disagi sociali; tale situazione, di conseguenza, ha comportato un crescente malcontento tra la popolazione. Le proteste popolari, che inizialmente si sono limitate ad un livello locale, si sono rapidamente ampliate, ed hanno riflesso le aspirazioni democratiche ed il desiderio di giustizia sociale del popolo indonesiano.

Questa ondata di discontento culminò, come noto, nella caduta di Suharto nel 1998, un evento che ha segnato un punto di svolta fondamentale per l’Indonesia; la fine del regime di Suharto ha rappresentato la fine di un’era di oppressione, e, allo stesso tempo, una preziosa opportunità per l’Indonesia. Successivamente, l’Indonesia ha intrapreso un significativo percorso di riforme politiche, noto come Reformasi, ovvero Riforma.

In questo periodo, l’Indonesia ha assunto una dimensione maggiormente democratica, e tale cambiamento ha comportato una trasformazione delle sue strutture politiche e sociali; si nota, a tale proposito, l’introduzione di libere elezioni, che consentirono cittadini di esprimere la propria volontà attraverso il voto. Le istituzioni politiche, poi, vennero rafforzate e riformate, allo scopo di garantire una maggiore trasparenza e responsabilità degli attori pubblici; parallelamente, si osserva la promozione dei diritti civili e politici, con particolare attenzione per la libertà di espressione, la libertà di stampa ed i diritti umani.

In tale ambito, la società civile emerse come un attore chiave del panorama politico indonesiano, e contribuì ad un vivace dibattito pubblico, oltre a garantire un maggiore un controllo sociale sul governo; le organizzazioni non governative e i gruppi di attivisti, poi, iniziarono ad acquisire una maggiore visibilità, e chiesero più inclusività e giustizia per tutti i cittadini indonesiani.

La caduta di Suharto e le conseguenti riforme politiche rappresentarono, pertanto, un momento cruciale nella storia dell’Indonesia, in quanto tali eventi hanno segnato l’inizio di una nuova era, caratterizzata da una maggiore partecipazione politica e da un rinnovato impegno per la democrazia ed i diritti umani.


Strutture Legali e Istituzionali

L’Indonesia, un vasto arcipelago del Sud Est Asiatico, ha sviluppato un quadro giuridico ed istituzionale che si poneva l’obiettivo di tutelare i diritti politici dei suoi cittadini; si consideri, in particolare, la Costituzione del 1945, stata sottoposta a diverse modifiche nel 2002, che rappresenta uno dei pilastri fondamentali della democrazia indonesiana.

La Carta Costituzionale, in effetti, sancisce chiaramente il diritto al voto ed alla partecipazione attiva dei cittadini alla vita politica del Paese; le elezioni, da questo punto di vista, vengono considerate un elemento cruciale del sistema democratico, in quanto offrono ai cittadini l’opportunità di esprimere le proprie preferenze e di scegliere i propri rappresentanti.

Un aspetto particolarmente significativo della Costituzione è rappresentato dall’articolo 28D (3), il quale garantisce, teoricamente ad ogni cittadino indonesiano il diritto di partecipare attivamente alla vita politica.

Each national shall be entitled to obtain an equal opportunity in the government

Ogni cittadino indonesiano ha diritto ad un’equa opportunità nel governo

Questo articolo è stato redatto con l’intento (purtroppo disatteso) di promuovere l’inclusione e l’accesso all’arena politica per tutti i cittadini, a prescindere da fattori come il genere, l’etnia, la condizione economica o la religione. Il terzo paragrafo dell’articolo 28D della Costituzione Indonesiana, inoltre, sancisce il principio di non discriminazione, che dovrebbe assicurare ad ogni persona la possibilità di essere coinvolta nell’arena politica senza subire disuguaglianze o ingiustizie.

Nonostante questi fondamenti giuridici, che rimangono importanti, l’attuazione pratica dei diritti politici in Indonesia presenta una notevole complessità; esistono situazioni, in effetti, che mostrano come le disparità sociali ed economiche possono influenzare la partecipazione politica. Altri ostacoli, poi, sono costituiti dall’effettivo esercizio della libertà di espressione e dalle pressioni politiche. Di conseguenza, la tutela dei diritti politici rimane un tema di grande rilevanza non solamente per le istituzioni, ma anche per la società civile indonesiana nel suo complesso.

In sintesi, è agevole osservare che, nonostante il solido quadro normativo solido posto a tutela dei diritti politici, la loro realte implementazione richiede una continua attenzione ed impegno da parte di tutte le parti coinvolte. L’obiettivo, in effetti, è quello di garantire che i principi di partecipazione e non discriminazione possano essere pienamente ed effettivamente realizzati per tutti i cittadini.


Il Sistema Elettorale

Il sistema elettorale indonesiano riveste un ruolo fondamentale nella promozione e nel rispetto dei diritti politici dei cittadini; Le elezioni si svolgono con una cadenza quinquennale, e riguardano sia le istituzioni legislative nazionali e locali, che le elezioni presidenziali. Queste ultime, in particolare, permettono di eleggere il capo dello Stato che ricopre anche la carica di capo del Governo; si tratta di un meccanismo di voto concepito allo scopo di garantire una rappresentanza democratica.

Anche se la struttura formale del sistema elettorale appare aperta ed inclusiva, ci sono segnalazioni preoccupanti riguardo ad irregolarità e pratiche di corruzione che compromettono seriamente la capacità dei cittadini di esercitare una scelta libera ed informata. Tali problematiche inlcudono, tra gli altri, un conteggio impreciso dei voti, l’intimidazione degli elettori, la manipolazione del processo elettorale, e la mancanza di trasparenza nelle campagne e nei finanziamenti politici. Si tratta di elementi che creano un ambiente che può mettere a rischio l’integrità del voto, e mina la fiducia della popolazione nelle istituzioni democratiche.

D’altra parte, negli ultimi anni è emersa una tendenza positiva, in quanto in Indonesia sembra essere significativamente aumentoata la partecipazione alle tornate elettorali; si tratta di un fenomeno che potrebbe indicare una crescente consapevolezza ed impegno politico tra i cittadini indonesiani. La maggiore affluenza alle urne, con particolare attenzione per i giovani e le nuove generazioni, sembra riflettere la volontà di partecipare nella costruzione del futuro del Paese, nonostante le sfide e le problematiche associate al sistema politico.

Il sistema elettorale indonesiano rappresenta un’importante opportunità per l’espressione democratica, ma deve affrontare e risolvere problematiche legate alla corruzione ed a presunte irregolarità, per poter garantire diritti politici reali e dignitosi per tutti. La crescente partecipazione degli elettori, poi, costituisce un segnale positivo, e suggerisce l’effettiva possibilità di rafforzare le istituzioni democratiche e garantire il rispetto dei diritti civili ed umani in generale.


I Partiti Politici e la Società Civile

L’Indonesia ha un sistema politico multi-partitico, che consente la coesistenza e la competizione di diversi partiti politici, e contribuisce ad una maggiore diversità di opinioni e rappresentanze all’interno della sfera pubblica. Nonostante queste opportunità, i partiti politici indonesiani devono affrontare una serie di sfide significative che possono limitare la loro capacità di operare in maniera efficace; tra le problematiche si può menzionare la necessità di garantire adeguati finanziamenti per sostenere le loro attività, campagne elettorali ed iniziative politiche. La raccolta di fondi può essere complicata da una economia che oscilla e dalla pressione esercitata da gruppi di interesse che cercano di influenzare le politiche e le decisioni legislative a favore dei propri interessi.

In tale contesto, la società civile riveste un’importanza fondamentale nel promuovere la trasparenza, la responsabilità e la partecipazione democratica; essa, effettivamente, svolge un ruolo cruciale nel monitorare le elezioni, garantendo che questi eventi si svolgano in modo equo e libero, e nella tutela dei diritti politici dei cittadini.


Sfide Contemporanee


Discriminazione e Diritti delle Minoranze

Nonostante gli indubbi progressi compiuti in diverse aree, come lo sviluppo economico ed una crescita inclusiva, l’Indonesia deve ancora affrontare e risolvere problemariche complesse, allo scopo di garantire i diritti politici fondamentali ai suoi cittadini. Uno dei problemi più rilevanti, da questo punto di vista, è costituito dalla discriminazione nei confronti delle minoranze etniche e religiose, che rimane persistente e preoccupante. Le comunità ahmadiyye e cristiane, in effetti, sono spesso oggetto di violenze e di atti discriminatori, che sono generalmente tollerati dalla società, e talvolta anche legalmente sanzionati da leggi che limitano la libertà religiosa.

La situazione è poi aggravata da un clima di crescente intolleranza sociale, testimoniato da un aumento delle tensioni tra le diverse etnie e religioni, alimentate da una narrazione politica che spesso enfatizza le differenze piuttosto che promuovere un dialogo costruttivo. Tale contesto ha comportato una radicalizzazione sempre più diffusa, caratterizzata da gruppi estremisti che approfittano dell’instabilità per reclutare nuovi membri e diffondere ideologie divisive e destabilizzanti.

Le istituzioni statali e locali, inoltre, possono talvolta fallire nel proteggere i diritti delle minoranze, facendo passare il pericoloso messaggio secondi cui la discriminazione e l’odio possono passare inosservati o addirittura essere giustificati. Di conseguenza, le minoranze devono affrontare sia la mancanza di un’effettiva protezione legale, che un ambiente sociale ostile capace di preguidicare i loro diritti fondamentali e la loro dignità.

La risoluzione di queste problematiche richiede l’adozione, da parte del governo indonesiano, di misure concrete per promuovere la tolleranza e la coesione sociale; solamente attraverso un impegno attivo ed una chiara e sistematica politica di inclusione. In questo modo, si possono porre le basi per un ambiente in cui tutte le componenti della società, a prescindere dalla loro origine etnica o pratica religiosa, possano godere pienamente dei loro diritti civili e politici e contribuire al futuro del Paese.


Libertà di Espressione e Stampa

La libertà di espressione rappresenta un tema cruciale quanto controverso, e rappresenta un’area di fondamentale importanza per una società democratica ed inclusiva; anche se questo diritto è formalmente tutelato da diverse leggi e norme, la situazione reale si presenta spesso più complessa e preoccupante. Nella pratica quotidiana, infatti, emerge un quadro in cui spesso le aspirazioni di libertà e di dialogo aperto si scontrano con differenti forme di repressione e censura.

Ad essere particolarmente colpiti sono i giornalisti e gli attivisti politici, che subiscono frequentemente intimidazioni, minacce e persino arresti, in seguito alla semplice espressione delle proprie opinioni, oppure per aver cercato di riportare notizie non gradite alle istituzioni. Si tratta di violenze che compromettono la sicurezza personale, e che, allo stesso tempo, anche un effetto deterrente sulle altre persone. Si crea, dunque, un clima di paura che scoraggia la discussione aperta e la critica nei confronti dell’autorità.

La legge sulla diffamazione, uno strumento giuridico presente in molti Paesi, viene spesso sfruttata in maniera strumentale per reprimere il dissenso; questa legge, in effetti, viene utilizzata per silenziare le critiche ed intimidire chi decide di esporsi e denunciare eventuali irregolarità. Evidentemente, tale situazione limita in modo significativo il dibattito pubblico sui temi politici e sociali rilevanti, e comporta una mancanza di pluralismo nell’informazione. Il dibattito pubblico, poi, ne risulta impoverito, con conseguenti ricadute negative sulla qualità della stessa democrazia indonesiana.

In tale contesto, le piattaforme digitali spesso emergono come spazi ambivalenti, in quanto esse offrono opportunità senza precedenti per la diffusione di espressioni alternative, consentendo a molte persone di condividere le proprie idee e di organizzarsi in rete per difendere i propri diritti. I social media, i blog ed i siti di informazione indipendente possono effettivamente rappresentare un canale attraverso cui le comunità marginalizzate possono acquisire una certa visibilità. Ciò nonostante, le stesse piattaforme sono spesso oggetto di monitoraggio e controllo da parte delle autorità governative, che possono esercitare pressioni per censurare contenuti non graditi, oppure per perseguire chi li pubblica.

In conclusione, si osserva che, sebbene la libertà di espressione sia un pilastro teorico fondamentale del sistema politico indonesiano, la sua effettiva implementazione rimane un obiettivo difficile da raggiungere. La tutela di questo diritto richiede una costante vigilanza, allo scopo di consentire ad ogni persona di esprimere liberamente il proprio pensiero senza timore di subire ritorsioni, e contribuire ad un dibattito pubblico vivo e pluralistico.


Corruzione e Governance

La corruzione rappresenta un ostacolo significativo per il pieno esercizio dei diritti politici in Indonesia, e costituisce un problema che compromette la giustizia sociale e pregiudica lo sviluppo democratico del Paese. Le pratiche corruttive, che si possono manifestare in differenti modalità, minano la fiducia dei cittadini nelle istituzioni, e creano un clima di sfiducia e disillusione verso il sistema politico nel suo complesso. Questo meccanismo ha, evidentemente, può avere un impatto diretto e negativo sulla partecipazione politica; la convinzione che il sistema politico non risponda efficacemente ai loro bisogni e necessità, può essere un incentivo negativo a partecipare attivamente alla vita pubblica.

Si osserva, a tale proposito, che negli ultimi anni sono stati avviate diverse iniziative, da parte del governo ed organizzazioni non governative, per combattere la corruzione in Indonesia; si pensi, in questo senso, alle riforme legislative, alle campagne di sensibilizzazione ed al rafforzamento delle istituzioni che sono state create per lottare contro la corruzione. I risultati, tuttavia, sono ambivalenti e limitati nel migliore scenario; in effetti, le reti di corruzione rimangono profondamente radicate in diversi aspetti della governance indonesiana, e tale caratteristica rende difficile smantellare sistemi consolidati di favoritismi e pratiche illecite.

La corruzione, inoltre, non colpisce solamente le istituzioni governative, ma si ripercuote direttamente sulla vita quotidiana dei cittadini, ostacolando l’accesso a servizi essenziali come l’istruzione e la sanità. La mancanza di trasparenza e responsabilità nelle operazioni governative, in effetti, alimenta il ciclo della corruzione e perpetua la percezione che il sistema sia incapace di soddisfare le esigenze della popolazione. Appare fondamentale, dunque, affrontare efficacemente il problema della corruzione in Indonesia, sia per migliorare la governance che per ripristinare la fiducia dei cittadini nei processi democratici e garantire, in definitiva, la piena realizzazione dei diritti politici per tutti.


Conclusione

L’Indonesia, un vasto arcipelago composto da migliaia di isole, si presenta come il riflesso di una società complessa, caratterizzata da una molteplicità di culture, lingue, tradizioni e religioni; tale diversità, poi, si manifesta in particolare nel panorama dei diritti politici, che risulta essere tanto ricco quanto problematico.

Negli ultimi decenni, l’Indonesia ha sperimentato significativi progressi nella sua transizione verso la democrazia; anche se i progressi compiuti sono significativi, l’Indonesia deve ancora affrontare sfide significative che possono pregiudicare i progressi ottenuti. Di particolare importanza è la questione dell’uguaglianza, in un Paese in cui le disparità sociali ed economiche continuano a persistere, e creano una situazione in cui i diritti politici e le opportunità non sono garantite a tutti i cittadini. La libertà di espressione, ancora, un elemento fondamentale di una sana democrazia, viene frequentemente minacciata da leggi repressive e dalla paura di ritorsioni contro coloro che dissentono o che criticano le istituzioni governative.

La lotta contro la corruzione, da ultimo, rappresenta un’altra sfida cruciale che interessa differenti livelli della governance, erode la fiducia dei cittadini nelle istituzioni pubbliche e limita l’efficacia delle politiche che potrebbero migliorare la vita dei cittadini. In assenza di un concreto impegno per combattere la corruzione, in effetti, il potenziale democratico dell’Indonesia rischia di rimanere incompiuto.

Per questa ragione, è di fondamentale importanza l’adozione di politiche inclusive che pongano al centro i diritti di ogni persona, sostenendo riforme significative volte a garantire la giustizia sociale e la protezione dei diritti fondamentali. Solamente attraverso l’implementazione di tali politiche l’Indonesia potrà realmente affermare il valore ed il potenziale dei diritti politici, garantendo che i loro benefici interessino tutti i cittadini, a prescindere dalle loro caratteristiche etniche, sociali, economiche o religiose.


Letture Consigliate

  • Peterson, D. (2020). Islam, Blasphemy, and Human Rights in Indonesia: The Trial of Ahok. Routledge.
  • Saud, M., Ida, R., Abbas, A., Ashfaq, A., & Ahmad, A. R. (2020). The social media and digitalization of political participation in youths: An Indonesian perspective. Society8(1), 83-93.
  • Andiani, T. N., Laksito, F. H. B., & Santos, J. G. (2023). Evidence from Indonesia on the legal policy confronting discrimination of minority groups based on race and ethnicity. Wacana Hukum29(2), 146-162.
  • Irawan, A. M., & Adnan, Z. (2021). The Ahmadiyya, Blasphemy and Religious Freedom: The Institutional Discourse Analysis of Religious Discrimination in Indonesia. Muslim World Journal of Human Rights18(1), 79-102.
  • Tampubolon, M., & Aziz, N. A. (2021). Violating Christian minority freedom of religion in Indonesia. The International Journal of Religion and Spirituality in Society11(1), 235-253.

Di Salvatore Puleio

Salvatore Puleio è analista e ricercatore nell'area 'Terrorismo Nazionale e Internazionale' presso il Centro Studi Criminalità e Giustizia ETS di Padova, un think tank italiano dedicato agli studi sulla criminalità, la sicurezza e la ricerca storica. Per la rubrica Mosaico Internazionale, nel Giornale dell’Umbria (giornale regionale online) e Porta Portese (giornale regionale online) ha scritto 'Modernità ed Islam in Indonesia – Un rapporto Conflittuale' e 'Il Salafismo e la ricerca della ‘Purezza’ – Un Separatismo Latente'. Collabora anche con ‘Fatti per la Storia’, una rivista storica informale online; tra le pubblicazioni, 'La sacra Rota Romana, il tribunale più celebre della storia' e 'Bernardo da Chiaravalle: monaco, maestro e costruttore di civiltà'. Nel 2024 ha creato e gestisce la rivista storica informale online, ‘Islam e Dintorni’, dedicata alla storia dell'Islam e ai temi correlati. (i.e. storia dell'Indonesia, terrorismo, ecc.)

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