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Il quotidiano Teheran Times, che presenta e diffonde messaggi e notizie simpatetici al regime iraniano, ha recentemente (12 settembre) pubblicato la notizia secondo cui diversi ‘sapienti islamici’, sia sunniti che sciiti, si sarebbero riuniti nella capitale iraniana per condannare il ‘regime sionista’. Combattere contro di esso viene presentato come una ‘necessità’,

(…) confronting the Zionist regime is both a national responsibility and a divine obligation, rooted in the Qur’anic call to “strive in the path of God.” The statement underscored that Iran’s defense against Israeli attacks has united all ethnic and religious communities, deepening bonds across the nation.

(…) combattere il regime sionista è sia una responsabilità nazionale che un obbligo divino, radicato nell’invito coranico a “lottare sulla via di Dio”. La dichiarazione ha sottolineato che la difesa dell’Iran contro gli attacchi israeliani ha unito tutte le comunità etniche e religiose, rafforzando i legami in tutta la nazione.

Teheran Times, Shia and Sunni scholars unite to condemn Israeli aggression against Iran, Sapienti sciiti e sunniti si uniscono per condannare l’aggressione israeliana contro l’Iran, 12 Settembre 2025.

Teheran diventa dunque il centro di una improbabile alleanza tra nemici storici come Sunniti e Sciiti, che per secoli (e ancora oggi) si sono combattuti con scomuniche reciproche; l’aggressione (o presunta tale) di un nemico esterno, Israele, viene dunque usata per raccogliere le energie e cercare di porre le premesse per un’allenza, anche militare tra le nazioni islamiche o a maggioranza islamica.

Tale strategia, quella di cercare un ampio consenso, non è certamente una novità, specialmente per l’Iran, colpito duramente durante l’operazione militare congiunta di Israele e Stati Uniti d’America nella cosiddetta ‘guerra dei 12 giorni’ (13-24 giugno 2025) con cui il fronte occidentale ha colpito duramente obiettivi militari e strategici in Iran.

A partire da questo momento, la controffensiva ideologica contro Israele e i suoi alleati si è intensificata, come dimostrano le numerose fatawa (verdetti religiosi) emessi contro questi due Stati e contro i presunti ‘nemici’ della Repubblica Islamica. La recente riunione a Teheran, dunque, si inserisce pienamente in questo disegno ideologico; i 1,500 ‘delegati’ dal mondo islamico, starebbero a testimoniare una alleanza e unità che fino a questo momento non si è mai realizzata, se non nelle intenzioni e dichiarazioni ufficiali.

Il leitmofiv è quello consolidato e ripetuto come un mantra, contro il nemico per eccellenza, Israele, che serve a nascondere un Paese, l’Iran, letteralmente in ginocchio dopo il confronto militare con Israele e USA. L’apparato ideologico si unisce dunque a quello repressivo, un altro sistema collaudato e apparentemente efficace per reprimere e soffocare il dissenso.

Un altro evento, l’assassinio di Charles Kirk, viene strumentalizzato da Teheran News, e in generale dalle sinistre del mondo intero, che tengono a sottolineare le presunte ‘contraddizioni’ del politico conservatore. Evidentemente, l’uso politico della religione e il risveglio identitario sono concessi solamente ai Paesi islamici o maggioranza islamica, mentre l’Occidente non può avere una propria identità.

Eppure, la contraddizione maggiore risiede proprio nei regimi arabo-islamici, che condanno la violenza solamente quando è diretta contro i musulmani, parlando, a sproposito, di islamofobia, mentre quella orchestrata da regimi e attori islamici sarebbe legittima. Si tratta di un doppio standard che non viene nemmeno celato, e che dovrebbe indurre una riflessione seria su temi come immigrazione, accoglienza e integrazione, che, invece, sono sempre a senso unico.

Di Salvatore Puleio

Salvatore Puleio è analista e ricercatore nell'area 'Terrorismo Nazionale e Internazionale' presso il Centro Studi Criminalità e Giustizia ETS di Padova, un think tank italiano dedicato agli studi sulla criminalità, la sicurezza e la ricerca storica. Per la rubrica Mosaico Internazionale, nel Giornale dell’Umbria (giornale regionale online) e Porta Portese (giornale regionale online) ha scritto 'Modernità ed Islam in Indonesia – Un rapporto Conflittuale' e 'Il Salafismo e la ricerca della ‘Purezza’ – Un Separatismo Latente'. Collabora anche con ‘Fatti per la Storia’, una rivista storica informale online; tra le pubblicazioni, 'La sacra Rota Romana, il tribunale più celebre della storia' e 'Bernardo da Chiaravalle: monaco, maestro e costruttore di civiltà'. Nel 2024 ha creato e gestisce la rivista storica informale online, ‘Islam e Dintorni’, dedicata alla storia dell'Islam e ai temi correlati. (i.e. storia dell'Indonesia, terrorismo, ecc.). Nel 2025 ha iniziato a colloborare con la testata online 'Rights Reporter', per la quale scrive articoli e analisi sull'Islam, la shariah e i diritti umani.

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