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Abstract

Aceh, come noto, costituisce una Provincia Speciale, dotata di ampia autonomia rispetto alle altre provincie indonesiane, e in questa area viene implementata la sharia; ciò nonostante, esistono dei movimenti terroristici che opera(va)no in questa regione. Apparentemente, non tutti sono soddisfatti degli accordi stipulati con il governo di Jakarta, e molti vorrebbero una nazione indipendente, e non semplicemente autonoma. Il nazionalismo religioso di Aceh, che ha radici profonde nella storia e nella società di questi territori, sembra dunque riaffiorare e declinarsi in una versione moderna di resistenza, non più contro i colonizzatori olandesi, ma contro il governo di Jakarta.


Introduzione – Situazione e Attacchi

La Provincia di Aceh, come noto, è il solo esempio di implementazione della legge islamica in Indonesia, e, per questa ragione, ci si aspetterebbe l’assenza di terrorismo; l’obiettivo dei terroristi islamici è quello di istituire uno Stato islamico, ma questo già avviene. Tuttavia, a partire dal 2005 è emerso un gruppo dal nome ‘Tandzhim al Qoidah Indonesia Serambi Mekkah (TQISM)’, che sembra essersi radicato in seguito allo tsunami che ha colpito la regione. Il TQISM, in effetti, ha cercato, inizialmente di aiutare le persone colpite da questo fenomeno naturale; a questo proposito, bisogna riconoscere che l’emergere della precaria questione dei terroristi di Aceh è avvenuto dopo le segnalazioni della comunità locale e dei chierici riguardo all’addestramento armato condotto da questo gruppo radicale nelle colline di Jalin, nella Reggenza di Aceh, nel settembre 2009.

Questo gruppo viene ritenuto responsabile dell’attacco terroristico (2024) a Bukit Jalin, in cui si contano nove vittime, ma nessun decesso; in questo caso, alle vittime è stato corrisposto un indennizzo totale di 1.1 miliardi di rupie indonesiane (corrispondenti a circa 65,000 Euro). L’attentato di Bukit Jalin, ad Aceh, è stato compiuto per creare una propria base locale per le loro operazioni; si è dunque in presenza di un terrorismo che si può definire ‘territoriale’, ‘tamkin’. L’area colpita, in altre parole, è la stessa in cui il gruppo si addestra e ha, o intende stabilire la propria ‘sede operativa’; si tratta di una nuova forma molto pericolosa di terrorismo, che sfrutta la tecnologia e Internet per la pianificazione e le azioni terroristiche. I terroristi sono dei veri e propri esperti di Internet, e l’uso di questa tecnologia a scopi criminali diventa una seria minaccia per la società. In questo modo, le operazioni strategiche possono avvenire in segreto, rendendo difficile il compito delle forze dell’ordine e di intelligence di contrastare efficacemente queste azioni. Questo gruppo, tuttavia è stato immediatamente perseguito dal Distaccamento Speciale Antiterrorismo, noto come Densus 88 sotto, grazie al coordinamento del Comando della Polizia Nazionale.

Secondo gli investigatori, la forza dei terroristi ad Aceh, tra il 2009 e il 2010, era di circa 150 persone, tutte armate; questo movimento è stato neutralizzato da Densus 88, e nel corso delle operazioni 9 persone sono state ferite da colpi d’arma da fuoco, mentre 21 sono state arrestate. Gli altri terroristi sono riusciti a fuggire verso il Nord Sumatra, Riau e Sumatra Occidentale, concentrando in questi luoghi le azioni terroristiche. Essi hanno poi reclutato molti membri per addestrarli nella Provincia di Aceh, e alcuni acehnensi hanno anche partecipato agli atti terroristici compiuti da questo gruppo contro diversi lavoratori stranieri a Banda Aceh.


I terroristi di Aceh

Gli esperti sembrano in qualche modo sorpresi dall’emergere dei “terroristi acehnesi”, che sono stati considerati privi di una cultura segnata dalla violenza religiosa; anche se alcune differenze culturali sono piuttosto evidenti, questo gruppo non è composto interamente da persone provenienti dall’esterno di Aceh. Molti provengono anche da Giava, Sumatra del Nord, Makassar (Sulawesi), Banten, Giava Centrale e Giava Occidentale, e possiedono culture diverse; tuttavia, a prescindere dalle azioni compiute nella Provincia di Aceh, si consideri che in questa area sono presenti concetti e strategie di jihad peculiari.

Bandiera degli Indipendentisti di Aceh (GAM(

Di conseguenza, si è determinata una situazione opposta a quella passata, in cui erano gli acehnesi residenti a Giava ad essere sospettati di terrorismo (separatista); attualmente, invece, sono i Giavanesi che risiedono ad Aceh ad essere sospettati di avere legami con reti terroristiche. Per questa ragione, si verificano frequenti operazioni militari tese a perseguire i sospetti terroristi, che talvolta possono interferire con la normale vita dei villaggi. Molte persone sono convinte che la Polizia Nazionale abbia attuato una gestione del terrorismo con mezzi sproporzionati rispetto alla reale minaccia; l‘esperienza del terrorismo, tuttavia, porta a concordare con l’atteggiamento delle forze dell’ordine, anche se può sembrare eccessivo.


Nazionalismo e Islam ad Aceh

Dopo la sconfitta definitiva del Movimento di Liberazione di Aceh (GAM) nel 2005, che non è riuscito a ottenere l’indipendenza sperata ad Aceh, molte persone hanno iniziato a fare riferimento all’Islam per cercare di perseguire tale obiettivo. In altre parole, la religione maggioritaria è stata usata come ideologia nel movimento di liberazione; non si tratta di una situazione inedita, ma che, al contrario, affonda le sue radici nella storia di questo territorio. A partire dagli anni Trenta del secolo scorso, effettivamente, si nota la crescente diffusione delle scuole islamiche moderne, e il maggior radicamento nell’Islam mediante queste scuole è stato interpretato come un’ascesa di Aceh.

Lo sviluppo delle madrase (scuole religiose) ha fornito una nuova struttura sociologica, in quanto gli ulama sono emerse come figure pubbliche, e hanno iniziato a proporre iniziative religiose dall’evidente significato politico. Non sorprende, dunque, che i sapienti islamici abbiano cercato di coinvolgere la comunità nel suo complesso, non limitandosi alla predicazione e insegnamento nelle madrase; in questo modo, sono sorte nuove scuole religiose, e il legame con il potere politico si è rinsaldato. Per questa ragione, i sapienti islamici sono diventati anche leaders della comunità, una tendenza che si accompagna ad una maggiore consapevolezza politica della popolazione acehnese.

Le madrase, poi, sono anche legate allo sviluppo di una generazione di riformisti durante l’era coloniale, in cui le scuole religiose erano la sola alternativa educativa ‘moderna’ a cui potevano accedere gli acehnesi. In un contesto altamente politicizzato come quello degli anni Trenta, non sorprende che la madrassa sia diventata uno strumento di una maggiore consapevolezza politica, e che il paradigma dell’Islam nazionalista si sia formata all’interno delle scuole religiose e non nelle istituzioni scolastiche gestite dagli olandesi. L’Islam e la madrassa ha fornito agli acehnesi di questo periodo storico (e non solo) la possibilità di declinare la loro consapevolezza della situazione politica; il doppio ruolo di educatori e di predicatori religiosi ha conferito ad Aceh un profilo particolare.


L’Islam di Aceh

Secondo alcuni ricercatori indonesiani, il nazionalismo e la coscienza di Aceh come comunità politica si formarono tra il 1873 e il 1890, quando gli olandesi conquistarono questa regione; in questo modo, gli ulama si presentarono come una classe sociale ben definita e separata dalle altre. Di conseguenza, la resistenza contro gli olandesi è stata alimentata anche dai sapienti islamici, che hanno usato l’Islam come un’ideologia per contrastare il colonialismo. Snouck Hurgronje affermò che la resistenza incontrata non era esterna ad Aceh, ma un suo gruppo costitutivo, mobilitato e organizzato dagli ulama. L’Islam è dunque diventato un movimento sociale e politico ben definito, che ha dato un significativo contributo nella lotta contro l’amministrazione coloniale olandese.

Non sorprende, dunque, che si sia formato un Islam acehnese, tipico di questa area, i cui caratteri permangono tuttora distintivi; è stato affermato, a tale proposito, che l’Islam venne trasformato dagli ulama si trasformò in un’ideologia di resistenza. Affinché l’Islam diventasse più ampiamente un’ideologia di guerra, i sapienti islamici di Aceh tradussero anche gli insegnamenti religiosi nel cosiddetto hikayat prang sabi, letteralmente, il ‘racconto della guerra santa. Si tratta di una storia in cui viene promesso il paradiso il paradiso per i martiri (syahid) e che, dunque, ha lo scopo di risvegliare lo spirito guerresco degli antenati, dopo aver perso circa 250.000 vite nel 1879 e 20.000 nel 1890.

In questo caso, dunque, uno degli insegnamento dell’Islam, quello relativo alla guerra santa, è stato trasformato in uno dei caratteri premimenti della religione maggioritaria ad Aceh; pertanto, l’Islam è diventato un valido ed efficace strumento politico per combattere contro i nemici percepiti della comunità. L’Islam, inoltre, ha permesso agli acehnesi di auto-identificarsi in un modello condiviso, e di tracciare un confine chiaramente riconoscibile tra il popolo acehnese, da una parte, e i loro nemici e traditori locali, dall’altra.


Le Osservazioni degli Olandesi su Aceh

Le osservazioni svolte in precedenza sembrano essere suffragate dal viaggio che Christian Snouck Hurgronje ha compiuto ad Aceh negli anni Novanta del XIX secolo; notava l’accademico olandese che

Now no one any longer doubts that the dogmas of Islam on the subject of religious war, so fanatical
in their terms, supplied the principal stimulus to this obstinate rebellion; that the teungkus, or religious leaders, came more and more during the war to be masters of the country and terrorizcd the hereditary chiefs as well as the populace wherever these last were disposed to peace; (…)

Ora nessuno dubita più che i dogmi dell’Islam riguardo alla guerra religiosa, così fanatici nei loro termini, abbiano fornito il principale stimolo a questa ostinata ribellione; che i teungkus, o leader religiosi, siano diventati sempre più durante la guerra i padroni del paese e abbiano terrorizzato i capi ereditari così come la popolazione ovunque questi ultimi fossero disposti alla pace; (…)

Hurgronje, S., The Achehnese, (translated by A. W. S. O’Sullivan), Brill, Leiden, 1906, p. XVII

L’Islam, dunque, era usato come una ideologia di guerra e di resistenza contro il governo coloniale, e lo studioso olandese, inoltre, osserva che la legge islamica pervadeva già tutti gli ambiti della società;

Nor indeed is there any trace of ancient popular customs in
conflict with Islam, at least in the sense that would indicate a customary
law having its existence in the consciousness of the people, as is the
case for example with the characteristic institutions regarding the law
of person and inheritance which we meet with among the Malays on the west coast of Sumatra.

Né esiste alcuna traccia di antiche usanze popolari in conflitto con l’Islam, almeno nel senso che indicherebbe una legge consuetudinaria con una sua esistenza nella coscienza del popolo, come è il caso, ad esempio, delle istituzioni caratteristiche riguardanti il diritto della persona e l’eredità che incontriamo tra i malesi sulla costa occidentale di Sumatra.

Hurgronje, S., The Achehnese, (translated by A. W. S. O’Sullivan), Brill, Leiden, 1906, p. 12.

La sharia, dunque, sembrava pervadere tutti gli ambiti della società di Aceh verso la fine del XIX secolo (il resoconto di Hurgronje si riferisce al viaggio compiuto in questo periodo), e le leggi locali, come gli adat si erano già armonizzati o erano stati sostituiti dalla legge islamica. Era sorto, di conseguenza, una sorta di nazionalismo islamico, un modello che del resto si osserva in altre parti dell’arcipelago, ma che ad Aceh potrebbe essere stato accelerato dal clima di guerra. Si trattava, tuttavia, di leggi che nella maggior parte dei casi non erano scritte, ma che di fatto regolavano l’intera esistenza degli acehnesi, al punto da non riuscire a distinguere la religione dalla politica o dalla società.

Il legame tra Islam e guerra non dovrebbe sorprendere, secondo Hurgronje,

The circumstances attending the origin and early development of
Holy war. Islam have rendered it par excellence a militant religion, whose aim
was no less than to convert all who held other beliefs or else reduce
them to subjection.

The teaching of the law, as it moulded itself by
degrees, comprises a two fold obligation to activity in the holy war:

1. The joint and several obligation of the community at large to
spread among all others by force of arms, at the bidding of their Chief,
the religion or at any rate the sovereignty of the Moslims.

2. The personal obligation resting on all fighting men, nay in some
cases even on the non-combatant inhabitants of a Mohammedan country
to defend their land to the utmost against the invasion of a non Mohammedan enemy.

Le circostanze che accompagnarono l’origine e il primo sviluppo della guerra santa. L’Islam l’ha resa per eccellenza una religione militante, il cui obiettivo era nientemeno che convertire tutti coloro che avevano altre credenze o ridurli in sottomissione.

L’insegnamento della legge, così come si è modellato gradualmente, comprende un duplice obbligo all’attività nella guerra santa:

  1. L’obbligo congiunto e solidale della comunità in generale di diffondere tra tutti gli altri, con la forza delle armi, su ordine del loro Capo, la religione o almeno la sovranità dei musulmani.

2. L’obbligo personale che grava su tutti i combattenti, anzi in alcuni casi anche sugli abitanti non combattenti di un paese musulmano, di difendere la propria terra fino all’ultimo contro l’invasione di un nemico non musulmano.

Hurgronje, S., The Achehnese, (translated by A. W. S. O’Sullivan), Brill, Leiden, 1906, pp. 166-167

Il nazionalismo di Aceh, dunque, che viene risvegliato dopo la dichiarazione di Indipendenza dell’Indonesia, ha radici molto profonde, ed è stato sfruttato dal movimento per la liberazione di Aceh; anche dopo la concessione di un’ampia autonomia nel 2005 e negli anni successivi, in effetti, questo spirito permane, e non tutti sono soddisfatti della situazione che si è creata. Si comprende dunque la presenza di gruppi terroristici e radicali in un contesto in cui la sharia viene applicata, come ad Aceh.


Conclusioni

La Provincia di Aceh, in cui viene applicata la legge islamica, rappresenta un caso emblematico per diverse ragioni, e una di queste è la presenza di gruppi terroristici che hanno operato in questo territorio, e che sono stati smantellati (almeno ufficialmente) dalla Polizia Nazionale, grazie alla nota unità anti-terrorismo Densus 88. Del resto, il nazionalismo religioso di Aceh ha radici profonde, e la sharia governava già tutti gli ambiti della vita politica e sociale nel XIX secolo, rendendo indistinguibile la linea di confine tra la religione e gli altri ambiti.

In questo e in altri casi, la storia nazionale è stata manipolata da gruppi separatisti che vorrebbero una propria nazione indipendente, e non si accontentano dell’ampia autonomia concessa dal governo di Giacarta per assicurare l’unità nazionale in presenza di un conflitto che la minacciava seriamente.


Letture Consigliate

  • Sahrasad, H., Chaidar, A., & Tabrani, D. (2023). A Reflection on the Role of Ulama and Community Leaders in Raising Socio-Cultural Capital to Deal with Terrorist Groups in Bukit Jalin, Aceh Besar. Afkaruna: Indonesian Interdisciplinary Journal of Islamic Studies19(2), 231-245.
  • Djuyandi, Y., Casnoto, H., Iriansyah, M. N., & Sudirman, A. (2023). Terrorism in Indonesia: The Role of The Indonesian National Armed Forces in Counter-Terrorism. Kurdish Studies11(2), 1709-1721.
  • Kingsbury, D. (2022). Peace processes in Aceh and Sri Lanka: a comparative assessment. In How Wars End (pp. 107-122). Routledge.

Di Salvatore Puleio

Salvatore Puleio è analista e ricercatore nell'area 'Terrorismo Nazionale e Internazionale' presso il Centro Studi Criminalità e Giustizia ETS di Padova, un think tank italiano dedicato agli studi sulla criminalità, la sicurezza e la ricerca storica. Per la rubrica Mosaico Internazionale, nel Giornale dell’Umbria (giornale regionale online) e Porta Portese (giornale regionale online) ha scritto 'Modernità ed Islam in Indonesia – Un rapporto Conflittuale' e 'Il Salafismo e la ricerca della ‘Purezza’ – Un Separatismo Latente'. Collabora anche con ‘Fatti per la Storia’, una rivista storica informale online; tra le pubblicazioni, 'La sacra Rota Romana, il tribunale più celebre della storia' e 'Bernardo da Chiaravalle: monaco, maestro e costruttore di civiltà'. Nel 2024 ha creato e gestisce la rivista storica informale online, ‘Islam e Dintorni’, dedicata alla storia dell'Islam e ai temi correlati. (i.e. storia dell'Indonesia, terrorismo, ecc.)

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