Abstract
Durante l’era di Sukarno, dal 1945 al 1965, si osserva un cambiamento nella politica estera di Sukarno, il primo Presidente dell’Indonesia indipendente; in particolare, si osserva che, l’iniziale atteggiamento improntato alla solidarietà con i Paesi che avevano da poco ottenuto l’indipendenza o che si trovavano ancora sotto il giogo coloniale, viene sostituito da una logica oppositiva e di confronto. A partire dalla seconda metà degli anni Cinquanta del secolo scorso, in effetti, l’Indonesia ha dovuto confrontarsi con i Paesi Bassi per la liberazione dell’Irian Occidentale (Papua Ovest), con gli Stati Uniti d’America e con la Gran Bretagna.
L’opposizione a questi Paesi si è basata sulla dichiarata resistenza al colonialismo ed all’imperialismo, una posizione che Sukarno ha sintetizzato nel celebre discorso tenuto all’Assemblea Annuale delle Nazioni Unite il 30 Settembre 1960. In questo discorso, noto come ‘Membangun dunia kembali’, ‘Costruire un Nuovo Mondo’, il primo Presidente dell’Indonesia indipendente ha infatti rivolto aspre critiche alle forze che resistevano alla fine del colonialimo e dell’imperialismo, auspicando un mondo nuovo.
Introduzione
La proclamazione dell’indipendenza dell’Indonesia il 17 agosto 1945 è stato un evento storico che ha determinato la politica estera, allo scopo di incoraggiare il riconoscimento del Paese come un’entità sovrana e indipendente. Considerando l’importanza di questo avvenimento, sembra interessante riportare il testo con cui Sukarno ha proclamato, ma non ottenuto immediatamente, l’indipendenza del Paese asiatico rispetto all’amministrazione coloniale olandese.
Il 17 Agosto del 1945, Sukarno pronuncia questo breve, ma significativo discorso,
Saudara-saudara sekalian!
Saya telah minta saudara-saudara hadir disini untuk menyaksikan peristiwa maha-penting
dalam sejarah kita. Berpuluh-puluh tahun kita bangsa Indonesia telah berjuang, untuk
kemerdekaan tanah air kita. Bahkan telah beratus-ratus tahun. Gelombang aksi kita untuk
mencapai kemerdekaan kita itu, ada naiknya dan ada turunnya, tetapi jiwa kita tetap menuju
kearah cita-cita.
Juga di Jaman Jepang, usaha kita untuk mencapai kemerdekaan nasional juga tidak
berhenti-berhenti. Di dalam Jaman Jepang ini, tampaknya-saja kita menyandarkan diri
kepada mereka. Tetapi pada hakekatnya, tetap kita menyusun tenaga kita sendiri, tetap kita
percaya kepada kekuatan sendiri. Sekarang tibalah saatnya kita benar-benar mengambil nasib
bangsa dengan nasib tanah air di dalam tangan kita sendiri. Hanya bangsa yang berani
mengambil nasib dalam tangan sendiri, akan dapat berdiri dengan kuatnya.
Maka kami tadi malam telah mengadakan musyawarah dengan pemuka-pemuka rakyat
Indonesia, dari seluruh Indonesia. Permusyawaratan itu se-iya sekata berpendapat, bahwa
sekaranglah datang saatnya untuk menyatakan kemerdekaan kita. Saudara-saudara! dengan
ini kami nyatakan kebulatan tekad itu, dengarkanlah proklamasi kami :Proklamasi
Kami bangsa Indonesia dengan ini menyatakan kemerdekaan Indonesia. Hal hal yang
mengenai pemindahan kekuasaan dan lain-lain, di selenggarakan dengan cara seksama dan dalam tempo yang sesingkat-singkatnya.Djakarta, 17-08-1945
Fratelli e sorelle!
Vi ho chiesto di essere presenti qui per assistere a un evento di grande importanza nella nostra storia. Per decenni noi, popolo indonesiano, abbiamo lottato per l’indipendenza della nostra patria. Anzi, per secoli. Le onde delle nostre azioni per raggiungere la nostra indipendenza hanno avuto alti e bassi, ma il nostro spirito continua a dirigersi verso l’ideale.
Anche nell’epoca (dell’occupazione, ndr) giapponese, il nostro sforzo per raggiungere l’indipendenza nazionale non si è mai fermato. Durante l’epoca giapponese, sembra che ci affidassimo a loro. Ma in realtà, noi abbiamo continuato a rinsaldare le nostre forze, e a credere nella nostra forza. Ora è giunto il momento di prendere davvero il destino della nazione e della patria nelle nostre mani. Solo una nazione che ha il coraggio di prendere il proprio destino nelle proprie mani potrà stare saldamente in piedi.
Quindi, ieri sera abbiamo tenuto una consultazione con i leader del popolo indonesiano, provenienti da tutta l’Indonesia. La deliberazione è stata unanime nel ritenere che ora è giunto il momento di proclamare la nostra indipendenza. Fratelli! con questo dichiariamo la nostra ferma determinazione, ascoltate la nostra proclamazione:Proclamazione
Noi, popolo indonesiano, dichiariamo con la presente l’indipendenza dell’Indonesia. Le questioni riguardanti il trasferimento del potere e simili, saranno svolte con attenzione e nel tempo più breve possibile.
Djakarta, 17-08-1945
Questa dichiarazione è alla base delle decisioni che sono state prese in seguito rispetto al posizionamento con gli altri Paesi della comunità internazionale; l’indipendenza, anche se solamente dichiarata, ha avuto l’effetto di portare all’attenzione la questione indonesiana, e la necessità di considerare l’Indonesia come un’entità sovrana ed indipendente dai colonizzatori, dotata di una volontà propria. Del resto, i leaders nazionalisti erano probabilmente consapevoli che la resistenza armata, da sola, non poteva garantire l’indipendenza, che doveva essere sostenuta da un processo diplomatico vero e proprio, in cui sono coinvolte terze parti oltre a quelle che si contendevano la sovranità del Paese.
Da questo punto di vista, si osserva che la politica estera del primo Presidente indonesiano non è stata uniforme, ma, al contrario, si nota un’evoluzione dal 1946 al 1965; gli storici hanno proposto una scansione in tre periodi, segnati da un diverso orientamento.
In particolare, si consideri questa periodizzazione indicativa, che parte dal 1946
- 1946-1949. Riconoscimento e difesa dell’indipendenza formalmente dichiarata il 17 Agosto del 1945 (negoziazioni con l’Olanda ed altri Paesi)
- 1949-1955. L’Indonesia entra nella comunità internazionale come nazione indipendente (Il 28 settembre del 1950 l’Indonesia diventa un membro delle Nazioni Unite)
- 1955-1965. L’Indonesia inizia a manifestare un atteggiamento di ostilità verso le forze che erano percepite come colonialiste
Come diventerà evidente dalla trattazione che segue, questa scansione è stata determinata dai trattati che sono stati siglati da Sukarno con altri Paesi e organizzazioni internazionali, e riflettono un cambiamento notevole. Dal 1946 al 1955 l’atteggiamento, e la priorità erano la solidarietà con altre entità che avevano subito il colonialismo, mentre, a partire dal 1955 l’Indonesia assume un atteggiamento più chiaro contro coloro che erano percepite come forze coloniali e imperialiste.
Eventi Internazionali del Secondo Dopoguerra
I tre periodi appena menzionati, evidentemente, non possono essere separati dallo sviluppo della politica mondiale che si osserva tra la fine della Seconda Guerra Mondiale e l’emergere della cosiddetta ‘Guerra Fredda’. In questo periodo, in effetti, emergono nuovi Paesi che dichiararono la loro indipendenza dalle precedenti potenze colonizzatrici, sia in Asia che in Africa; allo stesso tempo, il mondo si divide tra due poli contrapposti, che determinano la politica estera dei Paesi coinvolti per decenni. Si tratta della divisione tra il Blocco Occidentale, da una parte, e quello Orientale dall’altra; da questo punto di vista, si osserva che l’indipendenza indonesiana sarebbe stata favorita dall’alleanza con uno di questi due poli
Tuttavia, un’eventuale adesione ad uno dei due Blocchi avrebbe frustrato gli ideali proclamati il 17 Agosto del 1945, che aveva come obiettivo principale anche quello di rimuovere il colonialismo dallo scenario mondiale. Questo obiettivo, che guida ancora la politica estera indonesiana, può essere rintracciato nella Konstitusi del 1945, il cui preambolo è stato dedicato proprio a questo tema;
Bahwa sesungguhnya kemerdekaan itu ialah hak segala bangsa dan oleh sebab itu, maka
penjajahan diatas dunia harus dihapuskan, karena tidak sesuai dengan perikemanusiaan
dan perikeadilan.
Che in verità la libertà è un diritto di tutti i popoli e per questo motivo, la colonizzazione nel mondo deve essere abolita, poiché non è conforme all’umanità e alla giustizia.
(Undang-Undang Dasar Negara Republik Indonesia, 1945, Pembukaan)
Allo stesso tempo, la fine del Preambolo sottolinea l’impegno della nazione,
(…) melaksanakan ketertiban dunia yang berdasarkan kemerdekaan, perdamaian abadi dan
keadilan sosial, (…)
(…) realizzare un ordine mondiale basato sulla libertà, una pace duratura e la giustizia sociale (…)
(Undang-Undang Dasar Negara Republik Indonesia, 1945, Pembukaan)
Si tratta delle clausole e principi costituzionali che costituiscono la base fondamentale per una politica internazionale ‘libera e attiva, che caratterizza l’Indonesia a partire dal 1949; successivamente, la Costituzione indica la Pancasila come strumento per realizzare questi obiettivi. Pertanto, non sorprende che questa ideologia abbia uno statuto speciale, e sia inseparabile dalla forma repubblicana, e tendenzialmente laica dello Stato.
Pertanto, la scelta di una politica estera libera e attiva possiede il potenziale per creare un nuovo asse o un polo alternativo rispetto ai due Blocchi principali che si erano formati dopo la fine del Secondo Conflitto Mondiale. Si tratta di un terzo Blocco capace di raccogliere intorno a sé il movimento di indipendenza dei Paesi asiatici e africani che sono erano ancora sotto il giogo del colonialismo e dell’imperialismo. Si è trattato, dunque, di creare uno strumento efficace per alimentare la solidarietà tra le nazioni che hanno raggiunto da poco l’indipendenza e quelle che invece non hanno ancora conseguito questo risultato. L’Indonesia, del resto, doveva perseguire due obiettivi paralleli, ovvero quello di essere riconosciuto come nazione sovrana e indipendente, e quello di ricevere il sostegno da parte della comunità internazionale.
Le tensioni su Papua e La Democrazia Guidata
All’originaria politica basata sulla solidarità è subentrato un atteggiamento legato al confronto, che emerge dopo il 1950; tale cambiamento, in particolare, è stato determinato dalla tensione con i Paesi Bassi per la liberazione della Nuova Guinea, allora nota come ‘Irian Occidentale’ (Papua Occidentale). In tale occasione, gli Stati Uniti d’America appaiono neutrali, anche se in realtà non lo sono, in quanto il loro interesse era allineato a quello degli olandesi. In altre parole, sia il governo statunitense che quello olandese avevano interesse a mantenere il controllo coloniale di questo territorio; la situazione divenne ancora più problematica, poi, con l’ascesa di un governo australiano conservatore. Di conseguenza, gli Olandesi avevano diversi alleati infulenti in questa contesa, e, per superare l’impasse che si era creata, intervenne lo stesso Sukarno.
Nel corso del suo abituale discorso per l’indipendenza, il 17 Agosto del 1950, egli affermò che, in assenza di un accordo entro la fine dell’anno, si sarebbe sviluppato un conflitto per il controllo dell’isola (Papua); a partire da questo momento, Sukarno ha costantemente affermato che avrebbe combattuto per ‘liberare una parte del nostro Paese’.
Con il Decreto del 1959, che istituiva la Democrazia Guidata, poi, accelerò il processo che era emerso all’inizio del decennio; in questo modo, tutte le decisioni vennero accentrate nel governo centrale, ovvero in Sukarno. Terminò, dunque, il periodo della democrazia liberale, connnotata dall’azione del Parlamento e da continui negoziati.
Evidentemente, anche la politica estera venne coinvolta da questa decisione, e l’atteggiamento diventò più radicale ed aggressivo; le politiche interne, del resto, si ispirano a due priorità, quella di rafforzare l’unità nazionale, e quella di migliorare il livello di benessere degli indonesiani.
Il decreto n. 150 del 1959k in effetti, prevedeva la dissoluzione della Assemblea Costituente, e, allo stesso tempo,
Pembentukan Majelis Permusyawaratan Rakyat Sementara, yang terdiri atas anggota-anggota Dewan
Perwakilan Rakyat ditambah dengan utusan-utusan dari daerah-daerah dan golongan, serta pembentukan Dewan Pertimbangan Agung Sementara, akan diselenggarakan dalam waktu yang sesingkat-singkatnya.
La formazione dell’Assemblea Consultiva Popolare Provvisoria, composta dai membri del Consiglio dei Rappresentanti del Popolo insieme ai delegati delle regioni e dei gruppi, nonché la formazione del Consiglio Supremo di Consulenza Provvisorio, saranno organizzate nel più breve tempo possibile.
(Keppres 150/1959)
Gli obiettivi perseguiti, menzionati in precedenza, richiedevano, secondo Sukarno, di superare il colonialismo, ma anche il capitalismo, considerati i principali nemici dell’Indonesia; il Presidente, poi, mostrò un atteggiamento conflittuale rispetto al problema di Papua Occidentale, nel corso dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite nel 1960.
Nel discorso pronunciato in questa occasione, il 30 Settembre 1960, Sukarno afferma,
Kami telah berusaha untuk menyelesaikan masalah Irian Barat. Kami telah berusaha
dengan sungguh-sungguh dan dengan penuh kesabaran dan penuh toleransi dan penuh
harapan. Kami telah berusaha untuk mengadakan perundingan-perundingan bilateral.
Kami telah berusaha dengan sungguh-sungguh dan bertahun-tahun. Kami telah berusaha
dan tetap berusaha. Kami telah berusaha menggunakan alat-alat Perserikatan Bangsa-
Bangsa dan Kekuatan pendapat dunia yang dinyatakan disini. Kami telah berusaha dan
dalam hal inipun kami tetap berusah
Abbiamo cercato di risolvere il problema della Nuova Guinea Olandese. Abbiamo cercato
con grande impegno e con piena pazienza e piena tolleranza e piena
speranza. Abbiamo cercato di avviare negoziati bilaterali.
Abbiamo lavorato con impegno e per anni. Abbiamo fatto del nostro meglio.
e continuiamo a sforzarci. Abbiamo cercato di utilizzare gli strumenti delle Nazioni Unite
Nazioni e Potere dell’opinione mondiale qui dichiarati. Abbiamo cercato e
in questo caso continuiamo a fare del nostro meglio
Irian Barat merupakan pedang kolonial yang diancamkan terhadap Indonesia. Pedang ini
diarahkan pada jantung kami, akan tetapi disamping itu mengancam pula perdamaian
dunia.
Irian Barat è una spada coloniale contro l’Indonesia. Questa spada è diretta al nostro cuore, ma oltre a ciò minaccia anche la pace mondiale.
Saya katakan dengan segala kesungguhan bahwa keadaan di Irian Barat adalah keadaan
yang berbahaya, suatu keadaan yang eksplosif, suatu hal yang merupakan sebab
ketegangan dan suatu ancaman bagi perdamaian. Jenderal Nasution tidak bertanggung-
jawab atas hal itu. Tentara kami tidak bertanggung jawab atas hal itu. Soekarno tidak
bertanggung jawab atas hal itu. Indonesia tidak bertanggung jawab atas hal itu. Tidak!
Ancaman terhadap perdamaian berasal langsung dari adanya imperialisme dan
kolonialisrne itulah.
Dico con tutta sincerità che la situazione in Irian Barat è una situazione pericolosa, una situazione esplosiva, qualcosa che causa tensione e una minaccia per la pace. Il generale Nasution non è responsabile di ciò. Il nostro esercito non è responsabile di ciò. Soekarno non è responsabile di ciò. L’Indonesia non è responsabile per questo. No!
La minaccia alla pace deriva direttamente dall’imperialismo e dal colonialismo.
(Sukarno, Membangun dunia kembali, Costruire un nuovo mondo, 1960)
Per Sukarno, dunque, la permanenza del colonialismo a Papua costituiva un elemento destabilizzante per il mondo intero, e doveva essere risolto; per agevolare la risoluzione di questa disputa, il Presidente suggerì di spostare la sede delle Nazioni Unite, da New York ad una città che si trovasse in un Paese asiatico o africano, oppure a Ginevra.
L’escalation del confronto con i Paesi Bassi sullo status dell’Irian Occidentale aumentò in corrispondenza della fornitura di equipaggiamenti militari da parte dei Paesi del Blocco Orientale come la Cecoslovacchia, e la Polonia, mentre le relazioni tra l’Indonesia e l’Unione Sovietica si consolidavano. La disponibilità dell’Indonesia a effettuare un’invasione militare su larga scala ha infine giocato un ruolo di primo piano nel convincere gli Stati Uniti d’America ad intervenire, per chiedere, attraverso il presidente Kennedy, la fine dell’uso della forza contro l’Indonesia e i Paesi Bassi. Si tratta di un cambiamento di posizione che dipende, in ultima analisi, dal reale interesse degli Stati Uniti d’America; in effetti, danneggiando il Blocco comunista, gli USA avrebbero perseguito il loro obiettivo di fermare l’avanzata del comunismo.
Il confronto con gli Stati Uniti d’America e con la Gran Bretagna
L’atteggiamento conflittuale della politica estera di Sukarno la si osserva nuovamente rispetto agli Stati Uniti d’America, in quanto i governi di questo Paese avrebbero assunto una posizione ambigua, secondo il Presidente indonesiano, rispetto al colonialismo ed all’imperialismo. Questa ambiguità si sarebbe manifestata, in particolare, mediante il cosiddetto ‘Piano di Contenimento’, con cui gli USA cercarono, nel corso della Guerra Fredda, di contenere l’ascesa del comunismo nel mondo. La stessa ambiguità, del resto, veniva riconosciuta alla ‘Dottrina Truman’, che si poneva anche questo obiettivo.
Alle speranze iniziali che assegnavano agli USA un ruolo anti-colonialista, subentrò la realtà di una serie di politiche che sembravano sostenere una ri-colonizzazione; questi timori erano rivolti, in particolare, all’indipendenza dell’Indonesia. Del resto, fu lo stesso Roosevelt a dichiarare, nel 1942, che le Indie Orientali avrebbero dovuto rientrare sotto il controllo olandese alla fine del Secondo Conflitto Mondiale.
Un altro terreno di confronto fu con la federazione malese, controllata dalla Gran Bretagna, e le tensioni nacquero 5 mesi dopo che l’Indonesia risolse a suo favore la controversia sulla Nuova Guinea Olandese; si tratta di un incidente emerso in seguito ad una ribellione nel protettorato britannico. Il Sultanato del Brunei, effettivamente, si oppose alla legittimità della Federazione Malese, ovvero il progetto britannico di unire Sabah, Singapore, Sarawak e Brunei in un’unica federazione. Secondo Sukarno, la Federazione Malese non poteva essere una vera nazione, in quanto la sua creazione derivava esclusivamente dal colonialismo e dall’imperialismo.
Per queste ragioni, l’Indonesia non poteva che opporsi a questo progetto, posizione riassunta dallo slogan ‘Ganyang Malaysia’, ‘Abbattere la Malesia’; in questo modo, Sukarno sceglie di opporsi direttamente ai britannici, per impedire che questo progetto si realizzasse. La creazione della Federazione Malese, in effetti, avrebbe comportato la concentrazione di armate coloniale nei pressi del confine indonesiano. In aggiunta, l’unificazione artificiale di 4 territori era considerata, e non a torto, come un semplice progetto imperialistico; per questa ragione, Sukarno sceglie di opporsi al progetto dal punto di vista economico e politico. Lo scontro con la Federazione Malese ha assunto diverse forme, tra cui una dichiarazione di atteggiamento e manifestazioni politiche, la cessazione delle relazioni economiche, ed un limitato, ma significativo dispiegamento di forze militari regolari. Allo stesso tempo, Sukarno ha cercato di ricevere assistenza da altri Paesi, come gli Stati Uniti d’America, le Filippine, la Thailandia e il Giappone., ma questi tentativi sono in larga parte falliti.
Il culmine del confronto si è verificato quando l’Indonesia ha dichiarato la sua uscita come membro delle Nazioni Unite il 7 gennaio 1965, a seguito dell’accettazione della Malesia come membro non permanente del Consiglio di Sicurezza dell’organnizzazione internazionale. Questo atteggiamento oppositivo, che ha caratterizzato ha politica estera di Sukarno per oltre 10 anni, si è conclusa con gli eventi del 1965, che segnarono il passaggio della leadership indonesiana al generale Suharto. Sebbene gli Stati Uniti non siano considerati la parte che ha direttamente tolto il potere al primo presidente dell’Indonesia, Suharto appare maggiormente allineato agli interessi degli USA, che perseguivano, nello stesso periodo, una decisa campagna anti-comunista, sia sul fronte interno che esterno. Il periodo segnato dal confronto, specialmente con la Malesia, si è concluso attraverso una serie di negoziazioni tra l’Indonesia e il Regno della Malesia, culminate negli accordi di Bangkok il 28 maggio 1966, seguiti dalla firma di un trattato di pace tra i due Paesi l’11 agosto del 1966.
Conclusioni
La politica estera di Sukarno è stata condizionata dalle politiche dei Paesi Occidentali rispetto al colonialismo, giudicate ambigue dal primo Presidente indonesiano; non sorprende, dunque, che ad una iniziale solidarietà con le nazioni che si trovavano ancora sotto il giogo coloniale o che erano diventate indipendenti da poco tempo, si sostituisca un atteggiamento di aperto confronto con le potenze occidentali.
Da questo punto di vista, il tumultuoso biennio 1965-1967, segnato dalla deposizione di Sukarno e dall’ascesa di Suharto, che fonderà il Nuovo Ordine, può essere interpretato come un riflesso del desiderio e delle politiche dei Paesi occidentali, Stati Uniti d’America in primis, di avere una leadership maggiormente allineata ai loro interessi. In questo senso, l’anti-comunismo e il liberismo economico di Suharto appaiono adatti a soddisfare le posizioni occidentali. Invece, il socialismo e l’anti-capitalismo di Sukarno sembrano essere motivazioni sufficienti per la sua deposizione.
Letture Consigliate
- Indrayani, I. et al. (2020). Indonesia’s foreign policy during Soekarno era 1945-1965: orientation shift from diplomacy to confrontation. Journal of Social Political Sciences, 1(3).
- Yeremia, A. E. (2020). Sukarno and Colonialism: An Analysis of Indonesia’s Foreign Policy Discourse, 1955-1961. Jurnal Ilmiah Hubungan Internasional, 16(1).
- Wibisono, H. K. (2015). Indonesia’s foreign politics 1955-1965: Between decolonisation and beacon politics. International Journal of Indonesian Studies, 1(2).
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