Abstract
Sukarno, nato nel 1901 a Surabaya, è diventato il leader del movimento nazionalista durante gli ultimi decenni del periodo coloniale; in seguito alla Proclamazione dell’Indipendenza, nel 1945, egli è diventato il primo Presidente dell’Indonesia. Dopo il riconoscimento ufficiale della sovranità del Paese, nel 1949, Sukarno ha cercato di risolvere le problematiche economiche, sociali e politiche ereditate dall’era coloniale.
L’impossibilità di riconciliare tra loro le forze socialiste e tradizionali del Paese ha determinato la sua caduta, ed il suo successore, Suharto ha instaurato un regime autoritario e repressivo, che ha usato la Pancasila come strumento di controllo delle masse. Anche se Sukarno è stato deposto, la sua eredità è indubbia, ed egli viene ricordato come Padre Fondatore dell’Indonesia, oltre che come modello da seguire per le giovani generazioni.
Introduzione
La storia dell’Indonesia è stata segnata dalla lotta per l’indipendenza dai Palesi Bassi, un processo dai caratteri complessi che ha effettivamente plasmato l’identità nazionale del Paese, ed ha concorso a definire la sua posizione nel contesto geopolitico globale. Si tratta di una lotta che ha avuto inizio verso la fine del XIX secolo, quando il crescente sentimento nazionalista si oppose al dominio coloniale olandese, che aveva controllato l’arcipelago per circa tre secoli. Gli eventi storici che hanno segnato questo delicato periodo di transizione sono stati influenzati da molteplici elementi, come l’emergere di movimenti politici e culturali che hanno alimentato e sostenuto il desiderio di autonomia e auto-determinazione tra la popolazione indonesiana.
Una delle figure di spicco di questa lotta è sicuramente Sukarno, il primo presidente della Repubblica indonesiana ed uno dei protagonisti prinicipali della lotta contro il dominio coloniale; Sukarno viene ricordato sia per la sua leadership politica, che per il suo carisma e capacità indiscusse di unire diverse etnie e religioni sotto un’unica bandiera nazionale. La sua visione di un’Indonesia indipendente era radicata in un forte senso di giustizia sociale e di unità nazionale, valori che cercò di incarnare nella sua lotta, prima, e nel mandato come Presidente, in seguito.
Con questo articolo, cercherò di analizzare la lotta per l’indipendenza dell’Indonesia, con particolare attenzione per la figura di Sukarno e del contesto politico e sociale del primo governo dell’Indonesia indipendente. Per questa ragione, verrà indagato il ruolo cruciale di Sukarno rispetto alla proclamazione dell’indipendenza nel 1945, unitamente alle sfide affrontate nella gestione di una nazione eterogenea; allo stesso modo, verranno esaminate le tensioni interne sviluppatesi durante i primi anni dell’indipendenza. Successivamente, si porrò l’accento sull’eredità di Sukarno, oltre che sul suo impatto duraturo sulla storia indonesiana, grazie ad una visione che profondamente influenzato le generazioni successive. In questo modo, diventerò chiaro il significato assunto dalla lotta per l’indipendenza, e, allo stesso tempo, il suo contributo alla definizione dell’identità e della posizione dell’Indonesia nel mondo contemporaneo.
Il Contesto Storico
L’Indonesia presenta una storia complessa e ricca di eventi significativi, in gran parte segnata dalla colonizzazione; si tratta di un processo che ha avuto inizio nel XV secolo, quando arrivarono i primi coloni portoghesi; successivamente, furono gli olandesi, nel XVII secolo, a prendere il controllo, e tale evento segnò l’inizio di una lunga fase, terminata con l’occupazione giapponese e la proclamazione dell’Indipendenza nel 1945. Durante oltre 4 secoli, il territorio indonesiano è stato sistematicamente sottomesso al dominio coloniale, sia diretto che indiretto; tale epoca, come noto, è stata caratterizzata da un notevole sfruttamento delle risorse naturali e dalla coltivazione di prodotti agricoli di valore. L’obiettivo, evidentemente, era quello di ottenere ingenti profitti per la madrepatria, a discapito della popolazione locale, che si è ulteriormente impoverita.
Le conseguenze di questo lungo periodo di dominio coloniale si sono riflesse in un generale peggioramento delle condizioni di vita degli indonesiani; le ingiustizie e le diseguaglianze sociali generate dal colonialismo aumentarono di intensità, ed alimentarono un crescente malcontento tra la popolazione locale.
Negli anni Venti e Trenta del XX secolo, la crescente si è organizzata, grazie ad una serie di movimenti nazionali e sociali; il fervore politico che si è generato ha portato alla nascita di importanti organizzazioni che hanno rivendicato diritti ed autonomia per il popolo indonesiano. Tra di esse, si ricorda il Partito Nazionale Indonesiano (PNI), fondato nel 1927 da personaggi carismatici e determinanti del movimento nazionalista indonesiano, come Sukarno ed altri leaders che proponevano una visione di un’Indonesia libera e indipendente dal giogo coloniale.
Il PNI ha rappresentato, effettivamente, un primo ed importante tentativo di unificare le forze nazionaliste indonesiane impegnate attivamente nella lotta contro il dominio coloniale europeo, oltre che nella promozione di un’identità e di una cultura indonesiane. Tale attivismo politico ha posto le premesse per i futuri conflitti, oltre che per il movimento di indipendenza che porterà l’Indonesia a liberarsi dal giogo coloniale nel 1949. Il riconoscimento della sovranità dell’ex-colonia, in effetti, ha segnato un capitolo fondamentale nella storia recente del Paese. La lotta per l’indipendenza, combattuta tra il 1945 ed il 1949, rimane una tematica fondamentale della narrativa nazionale indonesiana, e continua ad ispirare generazioni di indonesiani.
Sukarno: Una Figura Carismatica
Sukarno, è nato il 6 giugno del 1901 a Surabaya, in Indonesia, ed è cresciuto in un contesto segnato da significative tensioni politiche e sociali, determinate dal dominio coloniale olandese; il giovane Sukarno viene esposto alle influenze delle ideologie occidentali, in quanto egli frequenta istituzioni scolastiche olandesi. Tale contesto educativo lo porta a sviluppare un forte senso critico verso il colonialismo; allo stesso tempo, egli coltiva un notevole senso identitario indonesiano, segnato da una profonda venerazione per le tradizioni e la storia dei suoi antenati.
La sua oratoria appassionata, abbinata alla sua capacità di mobilitare le masse ed alla sua leadership carismatica lo rendono un leader naturale tra i nazionalisti indonesiani; grazie a discorsi eloquenti e manifestazioni pubbliche, Sukarno riesce a mobilitare l’opinione pubblica a favore della libertà e dell’auto-determinazione. Non sorprende, dunque, che egli diventi rapidamente il volto simbolico della lotta per l’indipendenza dal dominio coloniale.
All’inizio degli anni Trenta del secolo scorso, le autorità coloniali olandesi riconobbero la portata delle idee di Sukarno, che chiedeva l’autonomia dell’Indonesia; non sorprende, dunque, che Sukarno venga arrestato, e che trascorra diversi anni in carcere. Il periodo passato in carcere, tuttavia, aumenta la popolarità del leader nazionalista, che diventa il simbolo della resistenza, ed un vero e proprio eroe nazionale. Gli olandesi sembrano avere la situazione sotto controllo, grazie ai metodi repressivi, ed alla forza dispiegata per reprimere qualunque opposizione.
Tale scenario cambia drasticamente nel corso della Seconda Guerra Mondiale, quando l’Indonesia viene occupata dal Giappone, tra il 1942 e il 1945; in questo caso, la presenza dei giapponesi crea un’opportunità unica per il movimento nazionalista indonesiano. In questo periodo, effettivamente, i nazionalisti, guidati da Sukarno ed altri leaders, riescono a organizzarsi meglio, e formare reti di sostegno. In questo modo, essi guadagnano una maggiore consapevolezza politica, ed approfittano del vuoto di potere creato dal conflitto.
Il 17 agosto 1945, quando le forze giapponesi si ritirano dall’arcipelago, Sukarno, come noto, proclama formalmente l’indipendenza dell’Indonesia, ma l’Olanda riconoscerà la sovranità indonesiana solamente nel 1949. A partire da questo momento, Sukarno guida una nazione diventata indipendente dopo secoli di dominio coloniale europeo. Sukarno diventa dunque il primo Presidente della Repubblica Indonesiana, ed avvia il processo di costruzione di una nazione che presenta una notevole diversità culturale, religiosa ed etnica. Ha inizio, pertanto, una nuova fase, durante la quale Sukarno continua a svolgere un ruolo fondamentale nella formazione di un’identità nazionale indonesiana.
Il Primo Governo dell’Indonesia Indipendente
La proclamazione dell’indipendenza segna l’inizio di una nuova era per l’Indonesia, ma anche l’inizio di sfide complesse ed articolate; il primo governo guidato da Sukarno si deve confrontare con la resistenza delle forze coloniali olandesi, che cercano di riprendere il controllo del territorio. Si tratta della Guerra di Liberazione, o Rivoluzione Nazionale Indonesiana, durante cui le forze nazionaliste devono combattere contro un esercito ben equipaggiato ed organizzato in una posizione di evidente inferiorità.
Da questo punto di vista, il governo di Sukarno si contraddistingue per la sua capacità di unire le diverse fazioni politiche e culturali indonsiane; il Presidente, in effetti, promuove la dottrina nota come ‘Pancasila”, che diventa la filosofia ufficiale dell’Indonesia. La Pancasila, prevede cinque principi fondamentali
1. Fede in un Dio unico,
2. Umanità giusta e civile
3. Unità del Paese
4. Democrazia guidata dalla saggezza dei suoi rappresentati
5. Giustizia sociale
Questa filosofia, riassunta dal motto ufficiale dell’Indonesia, Bhinneka Tunggal Ika, Unità nella Diversità, diventa la forza propulsiva ed unificante della nascente nazione indonesiana e ne influenza profondamente la cultura e la vita sociale.
Durante questo periodo critico, la diplomazia gioca un ruolo fondamentale; Sukarno, in effetti, riesce ad ottenere il supporto di diversi Stati, con particolare attenzione per le nazioni non allineate. L’Indonesia cerca dunque di rafforzare il proprio diritto all’auto-determinazione sulla scena internazionale; fondamentale, a tale proposito, si rivela la cosiddetta ‘Conferenza di Bandung’, svoltasi nel 1955. Si tratta di un momento cruciale per la politica estera indonesiana, capace di consolidare il ruolo di Sukarno come leader del movimento dei Paesi emergenti e non allineati rispetto alla divisione allora esistente tra il blocco occidentale e quello comunista.
Le Sfide Affrontate dal Primo Governo
Anche se i primi anni dell’indipendenza sono segnato da indubbi successi, il governo di Sukarno deve presto affrontare una serie di problematiche interne, che testano la stabilità della giovane nazione indonesiana. L’Indonesia, come noto, è caratterizzata da una notevole diversità culturale ed etnica, che può essere causa di tensioni e conflitti tra i diversi gruppi sociali ed etnici che cercano di affermare la propria identità e autonomia.
L’economia indonesiana, poi, si trova in crisi, dopo decenni di dominio coloniale che hanno indebolito le strutture economiche del Paese; l’Indonesia, in effetti, deve gestire in maniera indipendente, per la prima volta, le proprie risorse naturali. L’obiettivo è quello di costruire un sistema economico sostenibile, capace di supportare la crescita dell’economia ed il benessere della popolazione; la sostanziale assenza di investimenti adeguati che possano migliorare le infrastrutture precarie, unitamente ad una visione coerente per l’economia, ostacolano tale processo di sviluppo.
Non sorprende, dunque, che nascano con una certa frequenza tensioni politiche e sociali, che si traducono in conflitti tra le differenti ideologie presenti nell’arcipelago; Sukarno, nel tentativo di preservare l’unità e la coesione del Paese, deve trovare un compromesso tra le forze socialiste e quelle nazionaliste. La situazione, di conseguenza, assume una complessità crescente, ed il presidente decide di siglare un’importante alleanza con il Partito Comunista Indonesiano (PKI), un movimento che stava guadagnando crescente popolarità negli anni Sessanta del secolo scorso, grazie alla sua visione della giustizia sociale ed alla promessa di migliorare delle condizioni di vita delle masse.
Tale avvicinamento al PKI, tuttavia, sollevò forti preoccupazioni tra i gruppi islamici più conservatori, oltre che nell’esercito; si tratta di gruppi sociali che percepivano la crescente influenza delle idee comunise, considerate come minaccia alla loro ideologia, oltre che alla stabilità del Paese. Verso la metà degli anni Sessanta, in effetti, esistevano diversi Stati comunisti in Asia, come il Vietnam, la Cina e Cuba. Di conseguenza, si teme che la rivoluzione comunista si potesse verificare anche in Indonesia, in cui la democrazia e le istituzioni erano ancora fragili e precarie. Tale clima di sospetto e conflitto, pertanto, crea una frattura sempre più profonda all’interno della società indonesiana; alcune fazioni si schierano nettamente a favore o contro le politiche di Sukarno, denotando una notevole polarizzazione della società.
Il Colpo di Stato del 1965 e il Declino di Sukarno
Nel 1965, l’Indonesia si trova all’apice di una profonda crisi politica, economica e sociale decennale, e culmina in un colpo di Stato che depone il Presidente Sukarno, una degli attori principali della lotta per l’indipendenza dal dominio coloniale, nonché promotore di una nazione unita e sovrana.
Il 30 settembre 1965, un gruppo di militari cerca di uccidere alcuni ufficiali di alto rango, nella convinzione che Sukarno avesse perso il controllo del Paese, e che i comunisti rappresentassero una minaccia credibile alla sicurezza nazionale. Anche se questo tentativo fallisce, esso innesca una violenta reazione da parte delle forze armate, che, guidati dal generale Suharto, avviano una brutale repressione dei membri del Partito Comunista Indonesiano (PKI) e di coloro che simpatizzavano con la loro causa. Si genera una vera e propria guerra civile, accompagnata da atrocità e massacri che si diffondono in tutto il Paese.
Si stima, a tale proposito, che in questo periodo tumultuoso i morti siano compresi tra 500.000 ed un milione, uccise nel corso di questi mesi di estrema violenza ed instabilità dell’Indonesia; si tratta, dunque, di uno degli eventi più sanguinosi della storia politica moderna, e le ripercussioni sono state percepite da diverse generazioni di indonesiani.
Di questo scenario apocalittico ha approfittato Suharto, che, alla guida dell’esercito, riesce a consolidare il proprio potere, instaurando un nuovo governo; Sukarno viene deposto e deve trascorrere gli ultimi anni di vita in isolamento, oltre che in condizioni di crescente marginalizzazione. La sua morta avviene nel 1970, e segna la scomparsa definitiva di una figura che aveva incarnato la lotta per l’indipendenza e l’aspirazione di un’Indonesia democratica ed unita.
La caduta di Sukarno, evidentemente, genera profondi e duraturu cambiamenti nel Paese asiatico, e, l’idealismo del primo Presidente viene frustrato dall’avvento di un regime autoritario che si propone la stabilizzazione del Paese, mediante metodi repressivi ed autoritari.
Suharto ed il suo governo, effettivamente, instaurano un sistema caratterizzato dalla centralizzazione del potere, dalla sostanziale censura dei mezzi di comunicazione e dalla repressione di qualunque forma di opposizione. Questo periodo controverso, come noto, sortirà un profondo impatto sul futuro dell’Indonesia, e pone le basi dei futuri conflitti.
Conclusione
La lotta per l’indipendenza dell’Indonesia ed il ruolo di Sukarno rappresentano elementi fondamentali della storia dell’Indonesia; il primo Presidente, grazie al suo carisma ed alla sua visione, è riuscito ad ispirare generazioni di indonesiani, ispirandoli a combattere per la loro libertà. La sua indiscutibile capacità di unire etnie e culture differenti sotto un’unica bandiera si è rivelata fondamentale in un Paese caratterizzato da una straordinaria diversità culturale, etnica e religiosa.
Sukarno, in effetti, non era solamente un leader politico, ma anche un appassionato oratore ed un pensatore innovativo; la sua retorica, segnata da ideali nazionalisti e socialisti, ha mobilitato le masse ed ha alimentato il desiderio di indipendenza dal dominio coloniale. Da questo punto di vista, egli ha giocato un ruolo fondamentale, proclamando l’indipendenza dell’Indonesia il 17 agosto 1945, un momento che ha segnato l’inizio di una nuova era per la nazione e per i suoi abitanti. La sua visione di un’Indonesia unita, libera e prospera ha ispirato moltissimi indonesiani, che lo consideravano un simbolo di resistenza e di speranza.
Nonostante i successi iniziali, Sukarno ha dovuto affrontare enormi sfide, e , in effetti, la lotta interna tra forze politiche diverse, le pressioni economiche e le tensioni sociali hanno creato un periodo di instabilità; eventi tragici, come il tentato di colpo di Stato del 1965, hanno messo in pericolo sia il suo governo, che la stessa identità della nazione. In definitiva, Sukarno è stato deposto, ed il suo sogno di un’Indonesia socialista e unita si frantumò e venne spazzata dal regime di Suharto, che agitò la minaccia comunista per prendere il potere.
Leredità di Sukarno è innegabile, e la sua influenza ha plasmato l’identità nazionale indonesiana, contribuendo a plasmare e guidare la politica e la cultura dell’Indonesia per decenni; le sue idee sulla democrazia, unitamente al suo impegno per il non allineamento nei conflitti globali, hanno lasciato un’impronta duratura. Attualmente, Sukarno viene ricordato come il padre fondatore dell’Indonesia, e, allo stesso tempo, come un simbolo di resistenza e di speranza per il popolo indonesiano; il suo desiderio di libertà ed auto-determinazione, in effetti, rimane una fonte d’ispirazione per le future generazioni indonesiane.
Letture Consigliate
- Butcher, T. J. (2021). Developing Identity: Exploring the History of Indonesian Nationalism. The University of Vermont and State Agricultural College.
- Hongxuan, L. (2023). Ummah Yet Proletariat: Islam, Marxism, and the Making of the Indonesian Republic. Oxford University Press.
- Zurné, L. (2022). From Yogyakarta to Independence. Historical Reenactment: New Ways of Experiencing History, 44, 98.
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