Pengurus_Besar_Nahdlatul_Ulama_
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Abstract

Nadlatul Ulama, la più grande organizzazione islamica dell’Indonesia, rigetta la possibilità di costituire un califfato o uno Stato islamico, al contrario di quanto proposto da altre organizzazioni radicali come Hizbut Tahrir Indonesia. La più grande associazione islamica dell’Arcipelago, mediante i suoi esponenti di spicco, sembra saldamente allineata sulle posizioni di Sukarno ed altri leaders nazionalisti (ma anche religiosi), che considerano il califfato come un’istituzione appartenente alla storia ed ormai superata.

Secondo questa visione, dunque, sia il califfato che uno Stato retto dalla sharia non sarebbero compatibili con il regime repubblicano fissato dalla Carta Costituzionale del 1945 e dalla Pancasila, la dottrina di Stato dell’Indonesia. Nadlatul Ulama ha chiaramente affermato che non è necessario, nè auspicabile ricostruire un califfato o uno Stato islamico per obbedire agli insegnamenti dell’Islam; in questo senso, la forma repubblicana decisa dai padri fondatori della nazione asiatica dovrebbe essere considerato la declinazione moderna del califfato e dello Stato islamico.


Introduzione

Come noto, e discusso in un articolo precedente, le idee del Califfato e dello Stato islamico sono diffuse nel mondo islamico, sebbene in Indonesia le elites hanno rifiutato di costruire una nazione basata sulla sharia. Un ruolo di particolare importanza, nel Paese asiatico, lo assume Nadlatul Ulama, la più importante e numerosa organizzazione islamica indonesiana, che spesso esprime figure politiche e religiose di primo piano. In questo senso, si osserva che, nel corso del Congresso Annuale del 1983, la leadership di NU ha espresso alcune idee in merito;

Islam sebagai agama yang komprehensif (din syamil kamil) tidak mungkin melewatkan masalah negara dan pemerintahan dari agenda pembahasannya. Kendati tidak dalam konsep utuh, namun dalam bentuk nilai-nilai dan prinsip-prinsip dasar (mabadi` asasiyyah). Islam telah memberikan panduan (guidance) yang cukup bagi umatnya.

L’Islam, come religione comprensiva (din syamil kamil), non può trascurare la questione dello stato e del governo dalla sua agenda di discussione. Sebbene non in un concetto completo, ma sotto forma di valori e principi fondamentali (mabadi` asasiyyah). L’Islam ha fornito una guida sufficiente per i suoi seguaci.

Di conseguenza, secondo Nadaltul Ulama l’Islam non ha fissato un sistema completo per il governo politico, ma solamente dei principi generali a cui il legislatore si dovrebbe idealmente ispirare; ancora più interessante, poi, è il secondo punto espresso,

Mengangkat pemimpin (nashb al-imam) wajib hukumnya, karena kehidupan manusia akan kacau (fawdla/chaos) tanpa adanya pemimpin. Hal ini diperkuat oleh pernyataan para ulama terkemuka, antara lain

Nominare un leader (nashb al-imam) è obbligatorio, perché la vita umana sarà caotica (fawdla/chaos) senza un leader. Questo è rafforzato dalle dichiarazioni di rinomati studiosi, tra cui (vengono citati, tra gli altri, al ghazali)

L’Islam si oppone all’anarchia, e, secondo questa visione, richiede la nomina di un leader, di una persona che guidi la nazione, la regione e le diverse articolazioni territoriali dello Stato; il terzo principio, ancora, afferma

Islam tidak menentukan apalagi mewajibkan suatu bentuk negara dan sistem pemerintahan tertentu bagi para pemeluknya. Umat diberi kewenangan sendiri untuk mengatur dan merancang sistem pemerintahan sesuai dengan tuntutan perkembangan kemajuan zaman dan tempat. Namun yang terpenting suatu pemerintahan harus bisa melindungi dan menjamin warganya untuk mengamalkan dan menerapkan ajaran agamanya dan menjadi tempat yang kondusif bagi kemakmuran, kesejahteraan, dan keadilan

L’Islam non determina né tantomeno obbliga una forma di stato e un sistema di governo specifici per i suoi seguaci. I fedeli sono autorizzati a gestire e progettare il sistema di governo secondo le esigenze dello sviluppo dei tempi e dei luoghi. Tuttavia, ciò che è più importante è che un governo deve essere in grado di proteggere e garantire ai suoi cittadini di praticare e applicare gli insegnamenti della loro religione e diventare un luogo favorevole per la prosperità, il benessere e la giustizia.

Si tratta di una precisazione fondamentale, contrariamente a quanto sostenuto da altre organizzazioni islamiche terroristiche e/o radicali, secondo cui la restaurazione del califfato e l’instaurazione di uno Stato retto dalla sharia sono obblighi per i musulmani.

Ancora, si afferma che

Khilafah sebagai salah satu sistem pemerintahan adalah fakta sejarah yang pernah dipraktikkan oleh al-Khulafa` al-Rasyidun. Al-Khilafah al-rasyidah adalah model yang sangat sesuai dengan eranya; yakni ketika kehidupan manusia belum berada di bawah naungan negara-negara bangsa (nation states). Masa itu umat Islam sangat dimungkinkan untuk hidup dalam satu sistem khilafah. Pada saat umat manusia bernaung di bawah negara-negara bangsa (nation states) maka sistem khilafah bagi umat Islam sedunia kehilangan relevansinya. Bahkan membangkitkan kembali ide khilafah pada masa kita sekarang ini adalah sebuah utopia.

Il Califfato come uno dei sistemi di governo è un fatto storico che è stato praticato dagli al-Khulafa` al-Rasyidun. Il Califfato al-Rasyidah è un modello molto adatto alla sua epoca; cioè quando la vita umana non era ancora sotto l’egida degli stati-nazione. (nation states). In quel periodo, era molto probabile che i musulmani vivessero sotto un sistema di califfato. Quando l’umanità si trovò sotto le nazioni-stato, il sistema di califfato per i musulmani di tutto il mondo perse la sua rilevanza. Anche risvegliare l’idea del califfato ai giorni nostri è un’utopia.

Questa idea è simile a quella espressa da Sukarno, secondo cui il califfato sarebbe una forma di Stato superata da non restaurare, in quanto appartenente al passato; Nadlatul Ulama, dunque, si conferma come forza conservatrice indonesiana, fedele al pensiero dei padri fondatori dell’Indonesia indipendente e sovrana.

Ancora, viene espressa l’idea secondo cui,

Negara Kesatuan Republik Indonesia (NKRI) adalah hasil perjanjian luhur kebangsaan di antara anak bangsa pendiri negara ini. NKRI dibentuk guna mewadahi segenap elemen bangsa yang sangat majemuk dalam hal suku, bahasa, budaya dan agama. Sudah menjadi kewajiban semua elemen bangsa untuk mempertahankan dan memperkuat keutuhan NKRI. Oleh karena itu, setiap jalan dan upaya munculnya gerakan-gerakan yang mengancam keutuhan NKRI wajib ditangkal. Sebab akan menimbulkan mafsadah (kerusakan)yang besar dan perpecahan umat.

La Repubblica Unita dell’Indonesia (NKRI) è il risultato di un nobile accordo nazionale tra i fondatori di questa nazione. NKRI è stata formata per accogliere tutti gli elementi della nazione che sono molto diversi in termini di etnia, lingua, cultura e religione. È diventato un dovere di tutti gli elementi della nazione difendere e rafforzare l’integrità della NKRI. Pertanto, ogni strada e sforzo per far emergere movimenti che minacciano l’integrità della NKRI devono essere contrastati. Perché causerà una grande mafsadah (distruzione) e divisione tra la comunità.

Infine, si afferma che,

Umat Islam tidak boleh terjebak dalam simbol-simbol dan formalitas nama yang tampaknya islami, tetapi wajib berkomitmen pada substansi segala sesuatu.

I musulmani non devono rimanere intrappolati nei simboli e nelle formalità dei nomi che sembrano islamici, ma devono essere impegnati nella sostanza di tutto.

(NU Online, Khilafah dalam Pandangan NU, Il Califfato nella visione di NU, Juni 20, 2019)

Per riassumere, secondo Nadlatul Ulama,

  1. L’Islam indica dei principi generali per la gestione politica dello Stato
  2. La nomina di un leader, secondo gli insegnamento islamici, è obbligatoria, allo scopo di evitare l’anarchia
  3. L’Islam non richiede una forma specifica per lo Stato, che però deve garantire il benessere e la giustizia, come richiesto dalla dottrina islamica
  4. Il Califfato (e lo Stato islamico) appartengono al passato e sono utopistici ai giorni nostri
  5. L’Indonesia deve difendere la sua integrità ed unità, evitando ideologie divisive che possano portare divisioni nella società.
  6. La comunità islamica (i musulmani) devono preferire la sostanza alle formalità ed etichette islamiche

L’implementazione della Sharia

Una questione fondamentale riguarda il modo di implementare la legge islamica, che rappresenta una problematica fondamentale quando si parla di califfato e Stato islamico; in effetti, le organizzazioni che sostengono il califfato intendono dare efficacia alle cosiddette ‘cinque protezioni’ che dovrebbero essere garantite dall’applicazione della totalità della sharia, ovvero

  1. la religione (l’Islam)
  2. l’anima
  3. la discendenza
  4. la proprietà
  5. la ragione

Per questa ragione, lo Stato indonesiano è stato concepito dai suoi padri fondatori sulla base della fede in Dio Onnipotente, il primo principio della Pancasila, che però non si riferisce ad una religione in generale; del resto, la Carta Fondamentale non indica una religione di Stato, al contrario di quanto avviene in altre nazioni a maggioranza islamica. L’articolo 3(1) della Costituzione della Federazione Malese, in effetti, sancisce che ‘L’Islam è la religione della Federazione (malese)’, e che le altre religioni possono essere praticate, ‘in pace ed armonia’.

In Indonesia, sono state approvate leggi e regolamenti che vietano e puniscono la bestemmia, l’omicidio, la prostituzione/adulterio, il furto/corruzione e l’alcol, e le sostanze stupfacenti in generale; anche se la punizione applicata non coincida con quella prevista dalla sharia, si tratta di reati che comportano conseguenze penali e rilevanti per l’ordinamento statale. Il fatto, poi, di non applicare le sanzioni previste dalla legge islamica, secondo il pensiero di Nadlatul Ulama (Gus Baha), non significa che la sharia non venga implementata.

A riguardo, viene ricordata una regola del diritto islamico, secondo cui non è lecito tralasciare completamente una pratica solamente perché non può essere implementata nella sua interezza; di conseguenza, un’implementazione parziale della sharia deve essere preferita al suo abbandono. In questo modo, i principi e le regole islamiche vengono attuate, anche se non nella misura in cui sarebbe richiesta da uno Stato islamico.

Sono diversi i giuristi islamici, come l’ex mufti egiziano Ali Jumah, ad aver affermato che le punizioni corporali (hudud) possono essere implementate solamente se il contesto in cui devono essere applicate lo consente. In altre parole, l’implementazione della legge islamica dipende dal contesto che si considera, e non è automatica; al contrario, secondo questa visione, sarebbe necessario attuare quanto è possibile della sharia, con particolare attenzione per i suoi principi. Quando le condizioni non lo consentono, l’hudud viene sospesa in maniera temporanea, in quanto tale elemento richiede la presenza di testimoni onesti e di giudici mujtahid. Considerando che tali condizioni sono raramente osservate, viene suggerito di sospendere la piena applicazione della sharia, ma non di annullarla; di conseguenza, se si dovessero osservare le condizioni adatte, la legge islamica dovrebbe essere pienamente implementata.

L’applicazionde delle sanzioni penali sembra essere una questione assai complicata, in quanto è necessario considerare altri elementi, come le ripercussioni della pena sulla famiglia del reo; si osserva, da questo punto di vista, una certa proporzionalità in questo senso. La sanzione, in effetti, non dovrebbe mai eccedere lo scopo per cui è stata pensata, come causare il decesso quando non è prevista la pena capitale, anche in maniera accidentale. Inoltre, ci potrebbero essere circostanze attenuanti, che suggeriscono di non applicare la pena, come il taglio della mano per furto qualora il ladro abbia agito per necessità. Inoltre, il colpevole potrebbe essere un mero esecutore materiale della volontà criminale di qualcun altro; anche in questo caso, si raccomanda di applicare la pena al vero colpevole, ma un’applicazione frettolosa ed approssimativa potrebbe configurare un’ingiustizia irreparabile. In altre parole, in condizioni di incertezza, viene suggerito di non applicare le sanzioni previste dalla legge islamica.

La posizione di Nadlatul Ulama, dunque, sembra essere improntata ad una certa prudenza nell’applicare la sharia, ed in particolare le punizioni corporali, che richiederebbero condizioni adeguate e potrebbero essere escluse da circostanze attenuanti. Inoltre, l’atteggiamento di NU appare ispirato dalla gradualità nell’implementare la sharia, al contrario di quanto richiesto dai gruppi che chiedono l’istituzione di uno Stato islamico vero e proprio. NU, in altre parole, sembra proporre una shariatisation, piuttosto che l’islamizzazione dell’Indonesia, un obiettivo considerato poco realistico e non desiderabile.


Nadlatul Ulama ed il Califfato

Il presidente della ramo NU nella provincia di Nusa Tenggara Occidentale sottolinea che le persone hanno tre punti di vista diversi sul concetto di khilafah; in primo luogo, i gruppi estremisti che sostengono fermamente questa forma di Stato. In questo caso, coloro che sostengono questa posizione ritengono che gli Stati che non seguono la sharia e non si pongono come obiettivo la restaurazione dell’unità politica del mondo islamico siano politeisti ed infedeli. Essi, di conseguenza, condannano fermamente le leggi ed i regolamenti differenti dalla sharia, e coloro che li promuovono vengono considerati come dei traditori della causa islamica.

Esiste poi un secondo gruppo, formato da individui che adottano una prospettiva democratica, e che, di conseguenza, sostengono la libertà, la giustizia e la deliberazione; si pensi, in questo senso, a figure nazionali prominenti come Abdurrahman Wahid e Nurcholish, che argomentano la democrazia in riferimento a diversi passaggi coranici, come la libertà e la responsabilità individuale (Corano, 6: 94), la libertà di sperimentazione (Corano, 18: 29), l’atteggiamento di saggezza (Corano, 16: 125), la giustizia (Corano, 5: 58, 4: 135) e la deliberazione (Corano, 3: 159, 42: 38). Si tratta di valori democratici fondamentali che si possono, secondo questa visione, rinvenire nel Corano, e che i musulmani devono applicare nella loro vita quotidiana. Nurcholish, a tale proposito, osserva che gli insegnamenti islamici non indirizzano i musulmani a orientarsi verso nulla tranne che al bene comune.

Un’altra categoria di persone che considera il concetto di khalīfah si riferisce al partito moderato, e, in questo caso, si accetta il califfato in generale, ma con un significato ampio, e tutti possono svolgere un ruolo di califfo (leader), almeno per se stessi. Khalifah, in questo senso, indica un sistema di governo per un Paese, in quanto la parola califfo può variare da altre designazioni, come amirah, zaimah o imamat. In questa accezione, anche il Presidente di una Repubblica può essere considerato un califfo, ovvero un leader designato dai musulmani.

Del resto, la forma di governo dell’Indonesia è sorta da un accordo tra i leaders religiosi e quelli nazionalisti; di conseguenza, secondo NU, e la maggior parte degli esperti di diritto, non è possibile sostituire la Costituzione repubblicana del 1945, impregnata dalla Pancasila, con principi e sistemi differenti. Di conseguenza, viene riproposta la prominenza della sostanza sulla forma, ovvero dei principi sulle etichette che possono essere apposte ad un sistema di governo; in questo senso, la Pancasila, e la democrazia, viene interpretata come compatibile con l’Islam. Per queste ragioni, qualunque tentativo di sovvertire l’ordine costituito deve essere considerato illegittimo; da questo punto, di vista, Nadlatul Ulama si conferma un’organizzazione sia islamica che nazionalista.


Conclusioni

Nadlatul Ulama, che rappresenta la più importante associazione islamica indonesiana, ha rifiutato a più riprese l’idea di ricostituire il califfato o uno Stato islamico, in quanto tali forme di governo vengono giudicate incompatibili con l’assetto repubblicano previsto dalla Carta Costituzionale, emanata nel 1945 ed emendata a più riprese tra il 1998 ed il 2002. La democrazia, dunque, viene considerata compatibile con gli insegnamenti dell’Islam, e non in opposizione alla religione maggioritaria.

In questo modo, si cerca di contrastare la narrativa dei gruppi terroristici e radicali, che propongono una narrazione secondo la quale i musulmani indonesiani avrebbero il (sacro) dovere di ricostituire il califfato, e conferire allo Stato una forma islamica formale. NU, in effetti, ha sempre insistito sul primato della sostanza sulla forma, e rigetta l’idea che la Pancasila ed il nazionalismo si oppongano all’Islam; al contrario, il messaggio che viene trasmesso con costanza è improntato all’armonizzazione delle differenze, al pluralismo ed alla democrazia.




Letture Consigliate

  • Musawar, M., & Suhirman, G. (2021). Khilāfah in the View of Nahdhatul Ulama (NU), Muhammadiyah, and Nahdhatul Wathan (NW) Ulema in Lombok. Al-Jami’ah: Journal of Islamic Studies59(2), 317-346.
  • Sukardi, I. (2023). Islamic state utopia: investigating Khilafatul Muslimin movement in contemporary Indonesia. Indonesian Journal of Islam and Muslim Societies13(2), 339-367.
  • Rahman, M. T. (2023). Post-Prohibition Da’wah of Hizb ut-Tahrir Indonesia and Islamic Defenders Front. Ilmu Dakwah: Academic Journal for Homiletic Studies17(1), 79-100.

Di Salvatore Puleio

Salvatore Puleio è analista e ricercatore nell'area 'Terrorismo Nazionale e Internazionale' presso il Centro Studi Criminalità e Giustizia ETS di Padova, un think tank italiano dedicato agli studi sulla criminalità, la sicurezza e la ricerca storica. Per la rubrica Mosaico Internazionale, nel Giornale dell’Umbria (giornale regionale online) e Porta Portese (giornale regionale online) ha scritto 'Modernità ed Islam in Indonesia – Un rapporto Conflittuale' e 'Il Salafismo e la ricerca della ‘Purezza’ – Un Separatismo Latente'. Collabora anche con ‘Fatti per la Storia’, una rivista storica informale online; tra le pubblicazioni, 'La sacra Rota Romana, il tribunale più celebre della storia' e 'Bernardo da Chiaravalle: monaco, maestro e costruttore di civiltà'. Nel 2024 ha creato e gestisce la rivista storica informale online, ‘Islam e Dintorni’, dedicata alla storia dell'Islam e ai temi correlati. (i.e. storia dell'Indonesia, terrorismo, ecc.)

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