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Abstract

L’Indonesia, un Paese di circa 283 milioni di abitanti (2025) ospita la comunità islamica più numerosa del mondo, ma esistono alemo due province in cui i cristiani costituiscono la maggioranza; tale situazione, del resto, deriva dalla storia delle aree in cui sono stati attivi i missionari. In effetti, nelle Isole della Sonda Minore (attuale Nusa Tenngara) hanno operato i domenicani (XVI secolo), i Gesuiti (XIX-XX), e infine i missionari del Verbo Divino (SDV). La creazione di una Prefettura Apostolica guidata dal padre Noyen SDV, in effetti, testimonia la strategia della Chiesa Cattolica, che si consolida in una colonia le cui autorità erano protestanti.


Indonesia, a country of about 283 million inhabitants (2025), hosts the largest Islamic community in the world, but there are at least two provinces where Christians constitute the majority; this situation, moreover, derives from the history of the areas where missionaries have been active. In fact, in the Lesser Sunda Islands (nowadays Nusa Tenngara), the Dominicans (16th century), the Jesuits (19th-20th), and finally the missionaries of the Divine Word (SDV) have operated. The creation of an Apostolic Prefecture led by Father Noyen SDV, in fact, testifies to the strategy of the Catholic Church, which consolidates itself in a colony whose authorities were Protestant.


Introduzione – Cristiani in Indonesia

L’Indonesia è il Paese che ospita la più grande comunità musulmana del mondo intero, in quanto l’87% circa dei suoi abitanti professa l’Islam sunnita; esiste, tuttavia, una consistente, ma poco visibile, comunità cristiana. Quest’ultima è formata per circa i 2/3 da protestanti di diverse denominazioni, e per circa 1/3 da cattolici. In almeno due province i cristiani costituiscono la maggioranza della popolazione, ovvero Papua e Nusa Tenngara; quest’ultima era nota ai colonizzatori portoghesi come Isole Solor, mentre la denominazione latina è quella di Insularum Sundae Minorum, ovvero Isole della Piccola Sonda (ISP). Quest’area, dunque, è stata oggetto di un’intensa opera di cristianizzazione da parte dei primi colonizzatori, e non sorprende che ancora oggi la maggioranza sia cattolica.

Nusa Tenngara, in realtà, significa ‘isole del sud-est’, ovvero le isole che sono poste in posizione sud orientale rispetto a alle Isole Sunda Maggiori, ovvero Bali, Lombok e Sumbava ad Ovest, Flores, Adonara, Solor, Lembata e Sumba al centro, e infine Alor, Savu, Roti e Timor ad Est. Inoltre, esistono diverse isole non abitate, tra le circa 14,000 che costituiscono l’arcipelago indonesiano. Le ISP sono state scoperte dagli europei tra il XV e il XVI secolo, nell’ambito delle esplorazioni, ma arabi e indiani erano già approdati in quest’area; per queste ragioni, sia l’induismo che l’Islam aveva iniziato a diffondersi in queste isole. I portoghesi riuscirono a conquistare quest’area mediante una serie di guerre, vinte grazie alla superiorità tecnica degli armamenti europei.


La Colonizzazione Olandese

All’inizio del XVII secolo, gli olandesi sostituiscono i portoghesi e inizia la lunga era dell’amministrazione coloniale olandese, il cui dominio, inizialmente, comprende l’Isola di Giava, di Sumatra e le Molucche, ma negli anni successivi tale area di influenza viene estesa considerevolmente, grazie ad accordi con i leaders locali. Questi ultimi, in effetti, rimangono formalmente alla guida delle loro regioni, ma devono riferire ad un amministratore coloniale; inoltre, fino al 31 dicembre del 1799 è la Compagnia Olandese delle Indie Orientali a governare questi territori. Dal 1 gennaio del 1800, con la dissoluzione della VOC, inizia il periodo coloniale vero e proprio, e le terre vengono amministrate direttamente dal governo olandese, mediante il governatore generale ed una stretta cerchia di collaboratori.

Nel 1859 viene siglato un accordo tra olandesi e portoghesi, con cui i primi, pagando 120,000 gulden, riescono ad entrare in possesso di Flores, Adonara, Solor, Lomblem e la parte sud occidentale di Timor; nel 1916, il solo territorio portoghese dell’arcipelago (Noemuti a Timor Ovest) viene incorporato nelle Indie Orientali Olandesi. Durante il periodo coloniale olandese, le Isole della Piccola Sonda sono state divise in due ‘residenze’, ovvero Bali-Lombok, con capitale Singaraja, e Timor con le sue dipendenze, con capitale Kupang.

Le relazioni tra le autorità olandesi e le missioni cattoliche sono state generalmente favorevoli, specialmente nel campo educativo; tuttavia, non venne adottato un atteggiamento aggressivo verso l’Islam per ragioni economiche. Il governo coloniale, in effetti, non aveva interesse ad un confronto diretto e ostile con i sovrani locali musulmani, in quanto tale strategia avrebbe danneggiato l’economia della colonia e i profitti per gli olandesi. Pertanto, non sorprende l’atteggiamento tollerante verso l’Islam, anche se ovviamente le autorità hanno cercato di promuovere una religione che non contrastasse con gli interessi coloniali, mediante la creazione di un Islam ‘coloniale’. Si tratta di un progetto che è fallito, ma che ha comunque esercitato una certa influenza sulla percezione dell’Islam e dell’identità indonesiana nei decenni e secoli successivi.


Scenario Religioso nel 1930

Giovanni Thauren stilato un elenco dell’affiliazione religiosa nel 1930,

  • Timor. 672,000 aderenti alle religioni tradizionali (animistiche), 274,000 musulmani, 170,000 cattolici e 73,000 protestanti;
  • Sumbawa. (distretto a sé stante, distinto dalle altre due reggenze) 220,000 musulmani,
  • Lombok. induisti erano 800,000, musulmani e animisti erano 428,000

Pertanto, nel 1930 le persone che aderivano ai culti tradizionali, nelle Isole della Piccola Sonda, erano 8 più numerosi dei cristiani, ovvero di cattolici e protestanti considerati congiuntamente; in tale ambito, si nota la situazione unica di Bali (che permane tuttora) in cui la maggioranza era e rimane induista. In realtà, le ragioni che hanno determinato il rifiuto dell’Islam in questa regione sono ancora poco note, ma di fatto Bali rimane la sola regione dell’Indonesia a maggioranza induista. E’ in tale contesto che si inserisce l’azione missionaria cattolica, che si avvalse anche, sia nelle Isole della Piccola Sonda che altrove, della stampa missionaria e di scuole e istituti educativi.


La presenza cattolica nelle Indie Orientali

Come già osservato, nel 1800 l’arcipelago indonesiano divenne una colonia olandese, e i primi sacerdoti cattolici arrivarono a Giava nel 1808 per assistere gli olandesi che lavoravano nell’amministrazione coloniale, gli eurasiatici e i cinesi-indonesiani che si erano convertiti al cattolicesimo. Questa politica venne resa possibile dalla libertà religiosa inaugurata dai francesi, che avevano conquistato il trono olandese installandovi Luisi Bonaparte come Re dei Paesi Bassi. Nel 1841 venne istituito il Vicariato Apostolico di Batavia, responsabile dei cattolici dell’intero arcipelago; in questo periodo iniziale, il ruolo dei laici era significativo, mentre i pochissimi sacerdoti avevano poche responsabilità. Inoltre, la politica del governo olandese, che vietò le attività dei cattolici, costrinse i laici a prendere la leadership. In altre parole, furono i laici, e non i sacerdoti, a preservare le loro convinzioni religiose, mediante le devozioni cattoliche.

Queste dinamiche si possono osservare fino alla metà del XIX secolo, in luoghi come Sumatra Est, Borneo e Bangka; un punto di svolta, da questo punto di vista, si verifica nel 1858, quando arrivano i primi gesuiti olandesi. Fu proprio a loro che, gradualmente, venne affidata la cura e assisenza spirituale dei cattolici delle Indie Orientali Olandesi; tra di essi, uno dei missionari più celebri fu Francis Van Lith, vissuto tra il 1863 e il 1926. Il suo approdo nella colonia, nel 1896, segnò la rifondazione della chiesa cattolica, e fu all’origine di molte conversioni della popolazione locale; Van Lith non viveva in città, ma nei villaggi, ed apprese il giavanese.

Fu lui a fondare diverse cooperative agricole e scuole in cui educò la prima generazione di sacerdoti locali e nazionalisti indonesiani; in effetti, furono molti i leaders nazionalisti indonesiani ad aver ricevuto la loro istruzione in scuole cattoliche. Tra questi, si ricordano Ignatius Joseph Kasimo, politico e fondatore del Partai Katolik Indonesia (Partito Cattolico Indonesiano), e Agus Salim, che, rimanendo musulmano, aveva frequentato istituzioni cattoliche. Nel corso del XX secolo, poi, ai gesuiti si aggiunsero altri ordini religiosi, ovvero i MIssionari del Sacro Cuore nella Nuova Guinea Olandese, nel 1902, i Capuccini nel Borneo (1905) e Sumatra (1911). Ancora, si ricordano i Missionari del Verbo Divino nelle Isole della Piccola Sonda (1919) e i Missionari del Sacro Cuore a Celebes, nel 1919. I gesuiti, invece, rimasero a Giava centrale (Jogjakarta e Semarang) e Batavia.


Le Missioni nelle Isole della Piccola Sonda (Nusa Tenngara)

Il cristianesimo è presente a Nusa Tenngara (Isole della Piccola Sonda) nel corso del XVI secolo, ed in particolare verso il 1555, quando il domenicano Padre Antonio de Taveiro, salpò con i portoghesi da Malacca, e fece una breve sosta sulla costa di Timor, Solor e Flores. Nei luoghi da lui visitati battezzò circa 5000 persone, e per questa ragione, gli fu affidata una missione a Ende; nel 1562, i domenicani di Malacca si insediarono e crearono una missione a Solor, che funse da centro di evangelizzazione per i territori circostanti.

Il 17 gennaio del 1613, una flotta della VOC attaccò la fortezza di Solor, sotto la guida di Apollonius Scotte, conquistandola il 20 aprile dello stesso anno; per questa ragione, i missionari di Ende si trasferirono a Larantuka, a Flores Orientale. I missionari poterono ritornare alla loro missione originaria solamente nel 1618, quando gli olandesi decisero di abbandonare Flores; in seguito a continui conflitti ed una serie di accordi con gli olandesi, i portoghesi si ritirarono a Timor Orientale. Del resto, gli olandesi erano attivamente supportati dai regnanti musulmani, che costrinsero i portoghesi a cedere il controllo dei territori precedentemente sotto il loro dominio.

Un accordo firmato il 20 aprile 1859 trasferì la responsabilità delle missioni nelle Isole della Piccola Sonda agli olandesi; l’anno successivo segna l’arrivo del primo sacedote diocesano olandese, Joannes
Petrus Nicolaus Sanders. Una malattia causò la sua sostituzione con un altro sacerdote secolare, Caspar J.H. Franssen; anche quest’ultimo, tuttavia, si ammalò, e venne sostituito dal primo gesuita Gregorius Metz. Il suo avvento segnò l’inizio dei missionari gesuiti in quest’area. Il lavoro missionario della Compagnia di Gesù durò fino al 1898, quando l’ultimo avamposto missionario, Laora, venne abbandonato per mancanza di missionari.


L’Avvento dei Missionari del Verbo Divino

In seguito ad una serie di negoziazioni e preparativi, la Propaganda Fide decise, l’8 febbraio del 1912, di affidare la missione nelle Isole della Piccola Sonda ai Missionari del Verbo Divino; il lavoro missionario, tuttavia, era posto sotto la giurisdizione del Vicariato Apostolico di Batavia. I gesuiti, tuttavia, non concordarono con questa decisione, in quanto essi volevano riservare per loro Flores; ciò nonostante, la decisione delle autorità romane era chiara. Roma locuta est, e il provinciale dei gesuiti olandesi confermò di aver ricevuto una copia del decreto che segnava il passaggio definitivo delle missioni dai gesuiti ai missionari della Società del Verbo Divino (SDV).

Per questa ragione, furono inviati diversi missionari a Timor e Sumba, mentre nelle isole rimanenti si attese l’erezione di una Prefettura Apostolica dedicata; sul quotidiano cattolico olandese De Tijd del 1 aprile 1912, fu pubblicato un articolo dal titolo ‘Katholieke Missiën in Oost-Indiën’, ‘Missioni Cattoliche nelle Indie Orientali’. In tale occasione, si riportava la notizia secondo cui i missionari di Steyl avrebbero assunto la responsabilità per le missioni cattoliche nelle Indie Orientali;

(…) das Mutterhaus Steyl freut sich, endlich Gelegenheit zu haben, die Dankespflicht für der
Gastfreiheit Hollands, die es so lange genossen, abtragen zu können durch die Übernahme einer
Mission in Holländisch-Indien.

(…) la casa madre di Steyl è lieta di avere finalmente l’opportunità di sdebitarsi per l’ospitalità dei Paesi Bassi, che ha goduto per così tanto tempo, assumendo una missione nelle Indie Orientali Olandesi.

De Tijd, Katholieke Missiën in Oost-Indiën, 1 April 1912.

Monsignor Petrus Noyen, SDV.

La leadership venne affidata a Padre Noyen, che dovette abbandonare la sua missione in Cina, un ambiente che gli era ormai diventato familiare; dopo aver preso parte ai riti di commiato dalla sua comunità, egli si diresse a Steyl, e da qui a Parigi.

Dalla capitale si diresse a Marsiglia, da cui si imbarcò per Batavia, dove arrivò il 4 gennaio del 1913; dopo aver risolto delle problematiche burocratiche, Padre Noyen arrivò a Timor l’11 gennaio dello stesso anno. Nel viaggio da Batavia alla sua nuova destinzione incontrò il Superiore delle Missioni dei Gesuiti, con cui concordò i dettagli del suo insediamento come responsabile delle missioni. La partenza dei Gesuiti, inoltre, sarebbe stata graduale, per permettere una transizione agevole, e per avere a disposizione missionari che avevano già una considerevole esperienza dell’evaneglizzazione in queste zone.

Il 20 gennaio del 1913, Noyen arrivò a Atapupu (Timor), accolto dai gesuiti Adrianus Mathijsen, Viktor van den Putten e Hermann Moehle; alla cerimonia di benvenuto erano presenti anche alcuni studenti, che accolsero il missionario del SDV in stile militare. La data del passaggio ufficiale delle consegne, dalla Societas Jesu ai Missionari del Verbo Divino, fu concordata per il 1 marzo 1913; questa data segnò, effettivamente, la fine della missione dei gesuiti a Timor, sancita nel corso di una semplice ma significativa cerimonia. L’ultimo gesuita lasciò Timor il 24 maggio del 1913, dopo 25 anni di servizio, e pose fine ad una transizione ordinata e pacifica, che lasciava la responsabilità della missione a Padre Noyen e ai suoi confratelli.


La Prefettura Apostolica

In seguito ad una serie di negoziazioni, Propaganda Fide emise un decreto con cui veniva eretta una nuova Prefettura Apostolica, quella delle Isole della Piccola Sonda, creata il 16 settembre del 1913; il primo Vicario era Padre Noyen SDV. Dopo la nomia, padre Noyen continuò a conservare la carica di superiore delle missioni, e sembrava, dunque, che la responsabilità delle missioni sarebbe stata ad vitam; tale decisione segnala la fiducia della Curia Romana nelle sue capacità, e riconosce il lavoro da lui svolto nelle Indie Orientali.

Nello stesso decreto vengono spiegate le ragioni di tale decisione,

Ut in insulis Sundae Minoribus, quae ad Vicariatum Apostolicum Bataviensem iam pertinebant,
nova promoverentur christianae fidei incrementa, haec S. Congregatio christiano Nomini
Propagando easdem insulas, duobus fere abhinc annis, alumnis Societatis Verbi Divini de Steyl
committendas curavit, novaeque Apostolicae Praefecturae in eisdem erigendae consilium inivit.
Nunc autem, novis ibidem apostolicis operibus auctis atque solidatis, S. eadem Congregatio,
accedente Summi Pontificis auctoritate, per praesens Decretum, praedictam Praefecturam,
in insulis Sundae minoribus, ea tantum excepta cui nomen Flores, erectam declarat.

Datum Romae, ex aedibus S. Congregationis de Propaganda Fide, die 16 septembris, anno 1913. Fr.
H. M. Card. Gotti, Praefectus; C. Laurenti, Secretarius

Per promuovere un aumento della fede cristiana nelle Isole della Piccola Sonda, che in precedenza appartenevano al Vicariato Apostolico di Batavia,
la Sacra Congregazione per la Propagazione della Fede circa due
anni or sono si prese cura di affidare quelle isole ai membri della Società del Divino Verbo di Steyl; decisero di stabilire in loro una nuova Prefettura Apostolica.
Poiché le nuove opere apostoliche sono aumentate e si sono consolidate,
questa stessa Sacra Congregazione, con l’accordo dell’autorità del
Sommo Pontefice, mediante il presente decreto dichiara eretta la
Prefettura nelle Piccole Isole della Sonda – con l’unica eccezione dell’isola chiamata Flores – come stabilito.

Dato a Roma, dalla sede della Sacra Congregazione della Propaganda della Fede, il giorno 16 settembre 1913. Fr. H.M. Card. Gotti, Prefetto; C. Lorenzo, Segretario.

Decretum Insularum Sundae Minorum Praefectura Apostolica Erigitur, Roma, 16.9.1913, c. 662; AAS 5
(1913) 433.

Si tratta di un passaggio importante, che non si limita ad una procedura burocratica, ma, al contrario, riconosce un cambiamento importante nel panorama religioso delle Indie Orientali; la Prefettura Apostolica delle Isole della Piccola Sonda si aggiunge dunque al Vicariato Apostolico di Batavia, e segna il consolidamento dei cattolici nella colonia olandese.


Conclusioni

Il panorama religioso indonesiano è stato modellato anche dalle missioni cattoliche, e quelle delle Isole della Piccola Sonda (attuale Nusa Tenngara) testimonia la resilienza della Chiesa Cattolica, nonché il suo consolidamento, in una colonia le cui autorità sono protestanti. L’erezione della Prefettura Apostolica in questa regione, affidata ai Missionari del Verbo Divino, testimonia la capacità di adattamento e di visione strategica della Chiesa. Le sue capacità organizzative hanno permesso ai cattolici di consolidarsi in un momento segnato da tensioni e conflitti, radicandosi in un Paese che sarebbe diventato indipendente dopo qualche decennio.


Letture Consigliate

  • Thauren, J. (1931). Die Missionen der Gesellschaft des Göttlichen Wortes in den Heidenländern/Die Inselmissionen in Ostasien und der Südsee 2 Die Missionen auf den Philippinen, in den Prov. Abra, Mindoro und Zambales. Die Missionen der Gesellschaft des Göttlichen Wortes in den Heidenländern.
  • Camnahas, A. (2020). The Catholic Mission in the Lesser Sunda Islands-Indonesia under the Society of the Divine Word (SVD). From One Apostolic Prefecture to Two Apostolic Vicariates (1913-1942).
  • Amsler, N., Badea, A., Heyberger, B., & Windler, C. (Eds.). (2019). Catholic Missionaries in Early Modern Asia: Patterns of Localization. Routledge.


Di Salvatore Puleio

Salvatore Puleio è analista e ricercatore nell'area 'Terrorismo Nazionale e Internazionale' presso il Centro Studi Criminalità e Giustizia ETS di Padova, un think tank italiano dedicato agli studi sulla criminalità, la sicurezza e la ricerca storica. Per la rubrica Mosaico Internazionale, nel Giornale dell’Umbria (giornale regionale online) e Porta Portese (giornale regionale online) ha scritto 'Modernità ed Islam in Indonesia – Un rapporto Conflittuale' e 'Il Salafismo e la ricerca della ‘Purezza’ – Un Separatismo Latente'. Collabora anche con ‘Fatti per la Storia’, una rivista storica informale online; tra le pubblicazioni, 'La sacra Rota Romana, il tribunale più celebre della storia' e 'Bernardo da Chiaravalle: monaco, maestro e costruttore di civiltà'. Nel 2024 ha creato e gestisce la rivista storica informale online, ‘Islam e Dintorni’, dedicata alla storia dell'Islam e ai temi correlati. (i.e. storia dell'Indonesia, terrorismo, ecc.)

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