pesantren
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La sensibilità islamica, in Indonesia, è un concetto spesso usato dal potere per mantenere e giustificare pratiche che sarebbero vietate dalle leggi, ma che sono imposte dalle norme sociali; il 13 ottobre del 2025, la rete privata indonesiana Trans7 (p. TransTuju) ha mandato in onda un servizio in cui si evidenziavano gli eccessi praticati in un pesantren.

Il pesantren, come noto, è una sorta di collegio islamico, sul modello delle ‘boarding school’ per intenderci, in cui gli studenti non studiano, ma abitano a tempo pieno in una struttura che fornisce pasti e letti. La struttura e l’organizzazione di ciascun pesantren, che spesso sono registrati, viene decisa dal suo responsabile, ma non è raro che queste istituzioni esprimano una visione conservatrice o ultra-conservatrice.

E’ possibile, in effetti, che il pesantren riproduca una struttura di potere in cui il kyai eserciti un potere simile a quello di un re giavanese, con una condizione di asservimento degli studenti; la tradizione indonesiana di rispetto per anziani e insegnanti, dunque, può essere spinta fino a livelli estremi, che non sono accettabili dalla società indonesiana mainstream.

Trans7, nello specifico ha mandato in onda un reportage sul pesnatren di Kediri (Pondok Pesantren Lirboyo) a Giava Orientale, e ha mostrato le condizioni di totale asservimento degli studenti, costretti a bere il latte in ginocchio, o a pulire le strutture del complesso, compito che teoricamente spetterebbe ad un dipendende del pesantren.

Questo servizio ha scatenato le ire delle associazioni islamiche, ovvero di Nadhlatul Ulama e del Majelis Ulama Indonesia, che hanno protestato e chiesto le scuse della redazione; come accade in questi casi, le scuse sono arrivate immediatamente, e un problema serio è stato derubricato ad offesa dei valori religiosi.

Invece, il problema rimane, e la reazione scomposta delle autorità religiose dimostra che la trasmissione ha colto un punto nevralgico; la condizione di servitù e umiliazione degli studenti, da una parte, e l’opulenza del kiai, che riceve regolarmente buste con cospicue donazioni da parte dei genitori degli studenti.

Riporto, per dovere di cronaca, un pezzo del servizio, ancora disponibile su Internet,

Le condizioni degli studenti del collegio islamico di Kediri.

Non è possibile sapere se la situazione del collegio di Kediri sia rappresentativo dei pesantren, ma dai commenti degli utenti, sembra che tale situazione non sia rara; l’autorità del ‘maestro’ è spesso tale che nessuno, tra studenti e genitori, osa mettere in dubbio pratiche errate, ma consolidate nel tempo.

Il Majelis Ulama Indonesia, che non è certamente nuovo a posizioni ultra-conservatrici e illiberali, ha avviato una campagna di boicottaggio contro Trans7, accusandola di non aver offerto un’informazione corretta. Lo stesso MUI ha chiesto a Trans7 di chiedere scusa a tutti gli studenti e insegnanti dei pesantren dell’intera Indonesia, in una nota delirante secondo cui l’organo dei sapienti indonesiani pretenderebbe di censurare un reportage giornalistico scomodo.

Del resto, la gestione scorretta di alcuni (molti?) pesantren sembra confermata da un altro episodio di cronaca, di poco precedente (29 settembre 2025) al fattaccio del servizio di Trans7; sempre a Giava Orientale, la scuola Al Khoziny era crollata, causando la morte di 67 studenti. Ci si può chiedere, dunque, quale sia la destinazione dei fondi che ricevono queste scuole, in cui si arricchiscono solamente i kyai; il crollo della scuola, secondo gli organi di informazione, è stato dovuto alla costruzione abusiva di ulteriori piani, senza alcuna autorizzazione da parte delle autorità.

Tuttavia, sono molte le persone che difendono la scelta e l’indignazione del MUI, segnale che esiste una struttura di potere che non accetta di essere posta in dubbio; si spera che il dibattito innescato da questi fatti possa portare ad una maggiore consapevolezza, ma la strada è ancora lunga. L’iper-sensibilità islamica promossa da queste persone protegge una serie di abusi che permettono a pochissimi di accumulare ricchezze ingenti, e, di conseguenza, potere, anche politico.

Partendo da una formazione di questo genere, è impossibile promuovere la democrazia, o perlomeno cambiare la forma mentis di persone che sono state educate ad obbedire ciecamente a leaders che si proclamano rappresentanti dell’Islam autentico. Di conseguenza, esisteranno sempre molte indonesie, e molte di esse auspicheranno pratiche e forme di governo autocratiche e auto-referenziali, in cui non è possibile rivolgere alcuna critica o dubbio al sistema.

Di Salvatore Puleio

Salvatore Puleio è analista e ricercatore nell'area 'Terrorismo Nazionale e Internazionale' presso il Centro Studi Criminalità e Giustizia ETS di Padova, un think tank italiano dedicato agli studi sulla criminalità, la sicurezza e la ricerca storica. Per la rubrica Mosaico Internazionale, nel Giornale dell’Umbria (giornale regionale online) e Porta Portese (giornale regionale online) ha scritto 'Modernità ed Islam in Indonesia – Un rapporto Conflittuale' e 'Il Salafismo e la ricerca della ‘Purezza’ – Un Separatismo Latente'. Collabora anche con ‘Fatti per la Storia’, una rivista storica informale online; tra le pubblicazioni, 'La sacra Rota Romana, il tribunale più celebre della storia' e 'Bernardo da Chiaravalle: monaco, maestro e costruttore di civiltà'. Nel 2024 ha creato e gestisce la rivista storica informale online, ‘Islam e Dintorni’, dedicata alla storia dell'Islam e ai temi correlati. (i.e. storia dell'Indonesia, terrorismo, ecc.). Nel 2025 ha iniziato a colloborare con la testata online 'Rights Reporter', per la quale scrive articoli e analisi sull'Islam, la shariah e i diritti umani.

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