Abstract
Questo articolo è dedicato alla trattazione delle origini del Majelis Ulama Indonesia, con particolare attenzione per la figura degli ulama nell’Indonesia coloniale e sotto il regime di Suharto; è stato quest’ultimo, effettivamente, a creare il MUI nel 1975. Tale organizzazione, nata grazie al supporto attivo del governo autoritario, è stata concepita come strumento di raccordo e controllo delle diverse associazioni islamiche allora esistenti.
Il MUI, di conseguenza, è nato come un forum, con il compito di mediare le diverse posizioni ed interessi delle organizzazioni islamiche rispetto alle direttive del governo; per queste ragioni, non sorprende che il Majelis Ulama Indonesia sia nato senza un programma ed un’agenga proprie.
Introduzione
Gli uomini che sono riconosciuti come ‘sapienti islamici’, gli ulama, hanno svolto per lungo tempo un ruolo importante nell’islamizzazione dell’Indonesia; del resto, la scelta di istituzionalizzare questa categoria di persone non è emersa solamente nella creazione del MUI nel 1975, ma risale alla presenza iniziale dell’Islam nell’Arcipelago. Nel passato storico del mondo islamico, poi, si nota che nelle ere degli Omayyadi (661–749 EV) e degli ʿAbbasidi (749–1258 EV), queste dinastie musulmane avevano già un corpo di ulama incorporato nella loro struttura di potere. In generale, l’istituzionalizzazione degli ulama non è solamente legata agli sforzi per migliorare l’apprendimento islamico, ma è anche nell’interesse dei governanti, in quanto i sapienti islamici aiutano a sostenere e mantenere il potere dello Stato ed il controllo sulla popolazione.
Nella tradizione islamica generale, gli ulama svolgono vari ruoli, che non si limitano alla sfera religiosa, ma comprendono quella sociale, culturale, teologica e politica; nel contesto dell’Islam politico, poi, gli ulama sono spesso istituzionalizzati in un corpo che sostiene lo Stato. In effetti, la funzione degli ulama, che è più vicina ad un’entità sociale e culturale, può essere trasformata per diventare un corpo dello Stato; l’applicazione di questo modello, in realtà, diventa evidente nel sistema di vilayat al-faqeh (una custodia dei giuristi) nell’Iran moderno.
Per quanto riguarda la penisola malese, si osserva che l’istituzionalizzazione degli ulama risale all’inizio del XIX secolo, con l’istituzione di un shaykh al-Islam (il grande studioso dell’Islam), e di un muftī (consulente giuridico) o hakim (espressione indonesiana per giudice) in alcune città e porti delle città malesi. In questo caso, lo shaykh al-Islam ed il mufti avevano la funzione di giudici nei tribunali della sharia, specialmente rispetto alle questioni del diritto personale della popolazione musulmana; l’hakim, invece, era responsabile dei tribunali penali in cui venivano applicati la sharia ed il diritto consuetudinario.
Negli anni Settanta del secolo scorso, venne formato in Malesia il Majlis Kebangsaan Bagi Hal Ehwal Ugama Islam, il Consiglio Nazionale per gli Affari Islamici; si trattava di un organo responsabile dell’unificazione di un sostanziale corpo di leggi islamiche statutarie esistenti in tutto lo stato malese. Al Consiglio, poi, erano affidate anche le politiche nazionali sull’educazione religiosa, la gestione delle elemosine islamiche e la determinazione di una data uniforme per l’inizio e la fine del mese di digiuno. Anche se il Majlis Kebangsaan era formalmente un organo consultivo, in termini pratici aveva una grande influenza sulla politica delle città ed entità politiche malesi.
Gli ulama nelle Indie Orientali Olandesi e nell’Indonesia moderna
Prima dell’indipendenza dell’Indonesia, gli ulama, che operavano principalmente nei sultanati islamici, svolgevano anche il ruolo di consiglieri religiosi e mentori sull’Islam per i governanti o sultani musulmani, come accadeva nel sultanato di Aceh. In particolare, si nota che i termini shaykh al-Islām e muftī menzionati nell‘Hikayat Aceh, ‘Il Racconto di Aceh’, e nel Bustan al-Salatin, ‘Il Giardino dei Re’, si riferiscono ad una persona o ad un gruppo di studiosi musulmani che consigliavano e guidavano il sultano. Tali figure, inoltre, si pronunciavano, su richiesta, su questioni islamiche, servendo gli interessi del sultano.
Un organo consultivo di studiosi musulmani, ancora, si poteva trovare anche nei regni islamici giavanesi, e, a tale riguardo, si osserva che il Sultano di Demak, Raden Patah (1500–1518 EV), conferì una posizione speciale ai (sembilan) wali songo o ‘nove santi’, impiegandoli come suoi consiglieri islamici. Sebbene con un modello differente, la posizione degli ecclesiastici (clerics) islamici nello Stato fu mantenuta anche dall’amministrazione coloniale olandese; del resto, questo genere di organo era auspicato sia dalla comunità musulmana che dagli amministratori coloniali.
Non sorprende, dunque, l’istituzione di un organo consultivo di ulama, a cui venne affidato il compito di offrire consigli e suggerimenti su questioni riguardanti la comunità musulmana e l’Islam. Sayyid Usman, nato nel 1822, ricopriva la carica di ‘consigliere per gli affari arabi’ per conto dell’amministrazione coloniale olandese nel 1889.
Nell’era post-coloniale, gli Ulama rimasero un gruppo importante durante la prima presidenza dell’Indonesia indipendent, guidata da Soekarno, o Sukarno; quest’ultimo, effettivamente, conferì una posizione speciale ad un gruppo di studiosi musulmani che appartenevano a Nadlatul Ulama. Sukarno, poi, ha fondato anche il Majelis Ulama Jawa Barat, il Consiglio degli Ulama di Giava Occidentale, il 12 luglio 1958, allo scopo di scongiurare la minaccia di ribellione islamica da parte del Darul Islam. Infine, egli ha fondato il Majelis Ulama Nasional, il Consiglio degli Ulama Nazionali, nel 1962 a Giacarta; come osservato in un articolo precedente, questo organo ha preceduto l’attuale MUI.
La genesi del Majelis Ulama Indonesia
Un tentativo più mirato di creare un Consiglio di Ulama iniziò nell’era di Suharto, che prese il potere nel 1967, e sponsorizzò la creazione del Majelis Ulama Indonesia nel 1975; la creazione di questa organizzazione, del resto, è stata influenzata dalla conferenza tenutasi nel mese di ottobre del 1970. Si tratta della Mewujudkan Kesatuan Amaliah Sosial Umat Islam dalam Masyarakat dan Partisipasi Alim Ulama dalam Pembangunan Nasional, o Realizzare l’Unificazione della Comunità Islamica nella Società e la Partecipazione degli Ulama nello Sviluppo Nazionale.
In tale occasione, vennero organizzati lavori da cui emerse una dichiarazione congiunta da parte dei predicatori musulmani indonesiani;
[I]n order to sustain and build the continuity of Muslim participation in
national development, the establishment of an ulama council or something similar is needed so the forum that can implement its function (mechanism) effectively and efficiently. The set-up of this mechanism or forum is up to each region, each considering their respective situations and conditions and also consensus between ulama and the ruling government.
Per sostenere e costruire la continuità della partecipazione musulmana nello sviluppo nazionale, è necessaria l’istituzione di un consiglio degli ulama o qualcosa di simile affinché il forum possa implementare la sua funzione (meccanismo) in modo efficace ed efficiente. L’istituzione di questo meccanismo o forum spetta a ciascuna regione, ognuna considerando le proprie situazioni e condizioni e anche il consenso tra gli ulama e il governo in carica.
(Riportato da Syafiq Hasyim. (2023). The shariatisation of Indonesia: The politics of the Council of Indonesian Ulama (MUI). Leiden: Brill, p. 57)
Queste affermazioni vennero sostenute dal presidente Suharto, che nel suo discorso tenuto in tale occasione, conferma,
[B]uilding community is impossible without harmony and unity. A divided society would not be able to undertake development, especially when the religious community is not solid. On the basis of this, in
order to gather together the society of religions to support the rapid and smooth process of national development, I call for a forum (wadah) to be established through which ulama and religious leaders or the representatives of existing religious organisations such as (…) Indonesian Council of Bishops, PGI, Persekutuan Gereja-Gereja Indonesia, Communion of Churches in Indonesia, SKP, Sekretariat Kerjasama Kepercayaan, Secretariat for Cooperation on Beliefs, and many others can sit together, consult and build a joint network in order to develop harmony, mutual understanding and respect among different religious communities.
Costruire una comunità è impossibile senza armonia e unità. Una società divisa non sarebbe in grado di intraprendere lo sviluppo, specialmente quando la comunità religiosa non è solida. Sulla base di questa osservazione, al fine di riunire la società delle religioni per sostenere il rapido e fluido processo di sviluppo nazionale, chiedo che venga istituito un forum (wadah) attraverso il quale gli ulama e i leader religiosi o i rappresentanti delle organizzazioni religiose esistenti come (…) il Consiglio dei Vescovi Indonesiani, PGI, Persekutuan Gereja-Gereja Indonesia, Comunione delle Chiese in Indonesia, SKP, Sekretariat Kerjasama Kepercayaan, Segretariato per la Cooperazione sulle Fedi, e molti altri possano sedere insieme, consultarsi e costruire una rete comune per sviluppare armonia, comprensione reciproca e rispetto tra le diverse comunità religiose.
(Riportato da Syafiq Hasyim. (2023). The shariatisation of Indonesia: The politics of the Council of Indonesian Ulama (MUI). Leiden: Brill, p. 57)
In questa occasione, Suharto ha chiesto l’istituzione di un organismo nazionale di Ulama indonesiani, ed ha ribadito il suo sostegno una seconda volta, quando i membri del consiglio della Pusat Dakwah Islam Indonesia, PDII (Centro Indonesiano della Dawah o Predicazione Islamica), lo hanno visitato il 24 maggio del 1975. Vennero dunque avviati i preparativi per facilitare la creazione del Majelis Ulama Indonesia, o MUI; si osserva, in particolare, che il Ministero degli Affari Interni pubblicò un’istruzione ai governi locali, a cui delegava la supervisione della creazione preliminare dei consigli di ulama regionali, prima che venisse creato quello nazionale, ovvero il MUI.
Ruolo del Governo
Allo stesso tempo, il governo centrale creò il Panitia Persiapan Musyawarah Nasional Majelis Ulama, Il Comitato di Preparazione per il Congresso Nazionale del Consiglio degli Ulama, guidato da Kafrawi Ridwan, un alto funzionario dello Stato del Ministero degli Affari Religiosi. Il compito affidato a questo comitato era la formulazione di argomenti e programmi che sarebbero stati ulteriormente discussi nel Musyawarah Nasional Majelis Ulama, ovvero il Primo Congresso Nazionale del Consiglio dei Ulama Indonesiani, il MUNAS I.
Le tematiche concordate furono poi discusse più ampiamente con vari gruppi di studiosi musulmani e organizzazioni, oltre che con Suharto, la cui approvazione era necessaria; il 1 luglio del 1975, il Ministero degli Affari Religiosi pubblicò un decreto che nominava il Comitato menzionato in precedenza. Il suo consiglio consultivo era composto da Soedirman, un generale in pensione da non confondere con l’eroe nazionale, con funzione di presidente, Hamka (che sarebbe diventato il primo presidente del MUI), Abdullah Syafii e Syukri Ghozali.
Il Comitato perseguiva due obiettivi principali, ovvero l‘avvio della creazione del Majelis Ulama Tingkat Pusat, il Consiglio Nazionale degli Ulama dopo la sua istituzione a livello regionale; il secondo obiettivo, invece, era il consolidamento della sicurezza nazionale ed il miglioramento dell’armonia religiosa. Entrambi questi obiettivi erano considerati dal regime di Suharto come una condizione imprescindibile per il successo del programma di sviluppo nazionale indonesiano.
Per ottenere il sostegno pubblico vennero condotte diverse attività, come quella svolta il 13 luglio 1975, data in cui si tenne un incontro nella residenza ufficiale del Ministro degli Affari Religiosi, Mukti Ali, destinato a diventare un forum per la condivisione di idee riguardo alla creazione del consiglio degli ulama. Il Ministro degli Affari Interni, Amirmachmud, e molti leader musulmani hanno partecipato a questo incontro, mentre tre giorni dopo si è tenuta una conferenza stampa, in cui sono stati illustrati i risultati della riunione. A questo evento hanno preso parte Hamka, in quanto membro del Comitato Nazionale Consultivo, Mukti Ali, il Ministro degli Affari Religiosi, e Mashuri, allora Ministro dell’Informazione Pubblica.
Nel corso della conferenza stampa, Mukti Ali ha dichiarato che il compito dei sapienti islamici non era quello di costruire un ponte o un’autostrada, ma di educare la mentalità delle persone che costruiranno questo ponte e questa autostrada. Gli ulama, di conseguenza, sono stati considerati un gruppo che conosceva meglio le aspirazioni della società. Lo stesso ministro ha poi ulteriormente sottolineato che il MUI non era da intendere come un’organizzazione operativa, e, di conseguenza, esso non aveva alcun programma per costruire moschee o madrasa (scuole), e non era affiliato ad altri organismi o associazioni.
Il Ministro degli Affari Religiosi, poi, ha sostenuto che l’istituzione del Consiglio, dal suo punto di vista, teologico, avrebbe dovuto assolvere alla fondamentale funzione di soddisfare gli interessi della comunità musulmana indonesiana. In altre parole, la creazione del MUI sarebbe servita a migliorare la relazione tra gli ulama ed i governanti, oltre che a proteggere la società musulmana dall’influenza del comunismo, un obiettivo sottolineato dal Ministro dell’Informazione Pubblica.
Il I Congresso Nazionale degli Ulama
Il Primo Congresso Nazionale degli Ulama si è svolto dal 21 al 27 luglio 1975 presso il Wisma Sejahtera, Cipete, a Jakarta, e la sua cerimonia di apertura si è tenuta nel Palazzo Presidenziale dell’Indonesia; a tale evento hanno preso parte oltre duecento partecipanti, la maggior parte dei quali erano ulama, alti funzionari statali e studiosi musulmani dell’Institut Agama Islam Negeri, IAIN, l’Istituto Naziionale per gli Studi Islamici.
Nel corso di questo evento, durato sei giorni, sono stati discussi diversi temi e programmi, ed ha testimoniato la partecipazione di diversi ministri, oltre ai due citati in precedenza; moltissimi, inoltre, sono stati gli studiosi musulmani che hanno preso parte ai lavori.
Suharto, nel suo discorso, ha proposto alcuni punti importanti per inquadrare la prospettiva istituzionale ideale per il MUI, indicato come un ente islamico che presiede alla moralità pubblica, per mediare le comunicazioni relative al proframma di sviluppo nazionale e regionale dell’Indonesia alla società musulmana, e come motivatore, guida e agenzia di mobilitazione per la società. Suharto ha anche ricordato al MUI il suo compito principale di ‘produttore’ di fatwa, sia per l’apparato statale che per la società musulmana in generale; il Presidente, dunque, ha consigliato una composizione del MUI capace di rappresentare la diversità delle posizioni espresse dalle organizzazioni islamiche esistenti.
Il MUI è stato ufficialmente fondato il 26 luglio del 1975 come un forum di ulama e organizzazioni musulmane in Indonesia; dal punto di vista politico, tale organizzazione è stata presentata come necessaria per unificare ed armonizzare le diverse e divergenti organizzazioni islamiche in un wadah tunggal o forum unico. Per il regime di Suharto, la forma più appropriata per il Majelis Ulama Indonesia era quella di un forum che mediasse tra lo Stato ed il mondo islamico indonesiano; per questa ragione, il MUI doveva essere capace di trovare un punto di equilibrio, e di compromesso, tra i vari interessi e le agende degli studiosi e delle organizzazioni musulmane.
In quanto organizzazione ombrello, il Majelis Ulama Indonesia è stato pensato dagli inizi come una sorta di centro di raccolta capace di accogliere le aspirazioni e le opere degli studiosi e delle organizzazioni islamiche del Paese. Tuttavia, è importante ricordare qui che il termine ‘wadah’, ‘forum’, durante l’era di Suharto non si riferiva ad uno strumento pubblico e democratico, ma un ente opportunamente guidato dallo Stato per perseguire i propri interessi.
Il ruolo originario del MUI
Il MUI, effettivamente è stato istituito per fornire un canale alternativo di intermediazione e comunicazione degli interessi statali-islamici rispetto a quello rappresentato dai partiti politici; in altre parole, questa organizzazione è stata creata per controllare con maggiore efficacia la moltitudine di organizzazioni e associazioni islamiche ancora non rappresentate da un organo centrale. La presenza di tali associazioni islamiche, in effetti, era percepita come una minaccia per la stabilità del regime di Suharto, in quanto le loro attività e programmi non potevano essere controllati o guidati dallo stato. Per questa ragione, si poneva la necessità di rilevare le attività delle organizzazioni e dei leader islamici ostili agli interessi dell’integrazione e della sicurezza dello Stato; pertanto, era fondamentale configurare il MUI come un wadah degli ulama.
Suharto desiderava ottenere il pieno sostegno delle organizzazioni e dei leader musulmani del Paese asiatico, allo scopo di garantire il successo del piano di sviluppo (pembangunan) nazionale; i leaders e le organizzazioni musulmane, con il pieno incoraggiamento del regime al potere, hanno finalmente istituito il MUI nel 1975, animati sia da fattori religiosi che dagli interessi politici del regime al potere.
Nel suo discorso del 21 luglio del 1975, Suharto ha precistato che il compito principale del MUI era quello di consolidare e coordinare le attività di altre organizzazioni musulmane piuttosto che implementare i propri programmi. Suharto elencò diverse funzioni del MUI, come la promozione di idee e valori utili per lo sviluppo nazionale e regionale dell’Indonesia; da questo punto di vista, si auspicava che il MUI avrebbe motivato, diretto e incoraggiato le comunità a partecipare allo sviluppo nazionale e ad un futuro migliore per loro stesse. Più concretamente, Suharto invitò il Consiglio a fornire consigli su questioni inter-religiose e che riguardavano le relazioni con lo Stato.
Suharto ha ottenuto due vantaggi principali dalla creazione del MUI, iniziando dal fatto che l’organizzazione ha promosso il consenso rispetto al pembangunan nasional, lo sviluppo nazionale che spesso suscitava critiche da parte dei leader e delle organizzazioni musulmane a causa della gestione autoritaria dello Stato. Inoltre, il Majelis Ulama Indonesia è diventato uno strumento molto efficace per imporre le idee e le agende di Suharto ai leader musulmani.
La creazione di questa organizzazione, tuttavia, poteva anche innescare tensioni nella comunità, specialmente con organizzazioni musulmane consolidate come Muhammadiyah e Nadltaul Ulmaa; per questa ragione, il MUI è stato concepito semplicemente come un ente di raccordo e coordinazione, privo programmi e attività operative proprie.
Conclusioni
La presenza di Ulama, ovvero di studiosi della legge islamica non caratterizza solamente l’Indonesia contemporanea, ma è un aspetto che si rileva anche nell’epoca coloniale; in particolare, l’istituzionalizzazione di queste persone ha storicamente assolto alla funzione di consiglieri per i sultani o per l’amministrazione coloniale.
Dopo l’indipendenza, si osserva il desiderio di creare un ente specifico che raccoglieva gli ulama del Paese asiatico; a questo scopo, è stato creato, nel 1975, il Majelis Ulama Indonesia, concepito dal regime di Suharto come uno strumento per controllare le organizzazioni islamiche esistenti e perseguire la propria agenda politica con maggiore efficacia.
Pertanto, sotto il regime di Suharto, il MUI non aveva programmi propri, ma doveva mediare tra le richieste del govero e gli interessi dei musulmani indonesiani, limitandosi a coordinare attività decise, di fatto, dal governo.
Letture Consigiate
- Syafiq Hasyim. (2023). The shariatisation of Indonesia: The politics of the Council of Indonesian Ulama (MUI). Leiden: Brill.
- Hasyim, S. (2011). The Council of Indonesian Ulama (Majelis Ulama Indonesia, MUI) and Religious Freedom. Irasec’s Discussion Papers, 12, 3-26.
- Hosen, N. (2004). Behind the scenes: fatwas of Majelis Ulama Indonesia (1975–1998). Journal of Islamic Studies, 15(2), 147-179.
- Menchik, J. (2022). The Politics of the Fatwa: Islamic Legal Authority in Modern Indonesia. Indonesia, 114(1), 75-97.