sis
  Reading time 3 minutes

L’Egitto è spesso al centro di negoziati per porre un termine, anche temporaneo, alla guerra tra Gaza e Hamas; si tratta di un attore ‘naturale’ a causa della sua posizione geografica; tuttavia, il Paese dei Faraoni si trova stretto in un dilemma difficilmente ricomponbile. Il regime attuale di Al Sisi, nato delle ceneri del regime precedente di Morsi, esponente di spicco dei Fratelli Musulmani, sembra aver adottato nel corso del tempo un atteggiamento ambiguo nei confronti di Hamas e della ‘resistenza palestinese’.

Ricordo che Hamas è nato come ‘costola’ della Fratellanza Musulmana, e, per questa ragione, l’approccio dell’Egitto appare particolarmente complesso; se da una parte non è possibile scostarsi dalla ‘causa palestinese’, tematica molto sensibile in tutto il mondo arabo, dall’altra parte un atteggiamento conciliante con Hamas potrebbe rivelarsi fatale.

Recentemente, il quotidiano Al Ahram, fondato ad Alessandria nel 1875 e trasferito al Cairo dal 1899, ha pubblicato un articolo si afferma;

Il Consigliere Reda Sakr, leader del Partito dell’Unione, ha sottolineato che il successo dell’Egitto nel formulare una proposta globale per porre fine alla guerra a Gaza riflette la nostra leadership diplomatica e il nostro ruolo fondamentale nella causa palestinese e nella protezione della sicurezza nazionale araba. Ha osservato che il Cairo è riuscito a coniugare gli imperativi della sicurezza regionale con la dimensione umanitaria della crisi.

Saqr ha aggiunto che l’accettazione da parte di Hamas della proposta egiziana e qatariota rappresenta un riconoscimento del realismo dell’approccio egiziano e del suo impegno nel salvare i civili e fermare lo spargimento di sangue. Ha sottolineato che le azioni dell’Egitto derivano da solidi principi che sostengono i diritti dei palestinesi e danno priorità alla protezione della popolazione.

Muhammad Al Ashabi, Il presidente del Partito dell’Unione: la proposta dell’Egitto di porre fine alla guerra a Gaza e l’approvazione di Hamas riflettono la nostra leadership, Al Ahram, 19 Agosto 2025.

L’Egitto, dunque, si concentra più sulla causa palestinese che su coloro che la stanno guidando, e si limita a toni neutrali; del resto, il Paese nord-africano non può rinunciare al suo ruolo di leadership, che potrebbe porre le premesse per l’avvento di altri attori sulla scena politica.

I Fratelli Musulmani sono considerati terroristi, e la linea ufficiale del governo, e dei media ufficiali, è di netta opposizione; tuttavia, quando si tratta di Gaza e del futuro dei Territori Palestinesi, la linea si ammorbidisce e la posizione ufficiale appare più sfumata. Del resto, il nodo gordiano rimane il Sinai, territorio conteso anche con Israele, che l’ha occupato nella Guerra dei Sei Giorni: si tratta della reale ‘linea rossa’ per il regime egiziano, che non può essere valicata da nessuno.

Si tratta di una situazione molto delicata per il regime di Al Sisi, che fonda la sua legittimità nella netta opposizione alla Fratellanza Musulmana; le infiltrazioni jihadiste nel Sinai e il sospetto con cui Hamas viene considerata rimangono variabili rilevanti e centrali, che si intersecano con la necessità per il regime egiziano di supportare la creazione di uno Stato Palestinese. Per questa ragione, i vertici egiziani potrebbero essere sensibili all’eradicazione di Hamas dalla Striscia, una minaccia comune sia ad Israele che all’Egitto.

Di Salvatore Puleio

Salvatore Puleio è analista e ricercatore nell'area 'Terrorismo Nazionale e Internazionale' presso il Centro Studi Criminalità e Giustizia ETS di Padova, un think tank italiano dedicato agli studi sulla criminalità, la sicurezza e la ricerca storica. Per la rubrica Mosaico Internazionale, nel Giornale dell’Umbria (giornale regionale online) e Porta Portese (giornale regionale online) ha scritto 'Modernità ed Islam in Indonesia – Un rapporto Conflittuale' e 'Il Salafismo e la ricerca della ‘Purezza’ – Un Separatismo Latente'. Collabora anche con ‘Fatti per la Storia’, una rivista storica informale online; tra le pubblicazioni, 'La sacra Rota Romana, il tribunale più celebre della storia' e 'Bernardo da Chiaravalle: monaco, maestro e costruttore di civiltà'. Nel 2024 ha creato e gestisce la rivista storica informale online, ‘Islam e Dintorni’, dedicata alla storia dell'Islam e ai temi correlati. (i.e. storia dell'Indonesia, terrorismo, ecc.). Nel 2025 ha iniziato a colloborare con la testata online 'Rights Reporter', per la quale scrive articoli e analisi sull'Islam, la shariah e i diritti umani.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *