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Abstract

Questo articolo esplora il complesso e sfaccettato panorama dei diritti umani in Malesia, un Paese caratterizzato dalla diversità culturale e religiosa; nonostante il suo ricco patrimonio culturale, la Malesia deve affrontare sfide significative in materia di diritti umani. Si pensi, in questo senso, alla restrizioni alla libertà di espressione, alla discriminazione delle donne e delle popolazioni indigene ed allo sfruttamento dei lavoratori migranti, senza dimenticare la discriminazione di cui sono oggetto ler persone che si identificano come omosessuali, bisessuali e transgender. Il quadro politico e giuridico del Paese, plasmato dal suo passato coloniale e dalla sua governance autoritaria, ha perpetuato queste violazioni.

L’articolo esamina il contesto storico e politico dei diritti umani in Malesia, evidenziando l’impatto che leggi come la Legge sulla Sedizione e la Legge sulle Comunicazioni hanno avuto sulla libertà di espressione e di riunione. Il saggio, inoltre, cerca di approfondire le sfide specifiche affrontate dalle donne, dalle popolazioni indigene, dai lavoratori immigrati, e dagli omosessuali, tra cui la discriminazione, l’emarginazione e lo sfruttamento.

Il saggio si conclude sottolineando la necessità che la Malesia intraprenda un percorso di riforme che comprenda l’abrogazione delle leggi repressive, la promozione dell’education e della consapevolezza dei diritti umani, a cui si deve unire il rafforzamento della società civile. In questo modo, la Malesia può diventare un esempio di innovazione nel panorama globale dei diritti umani.


Introduzione

La Malesia, situata nel Sud Est asiatico, è un Paese caratterizzato da una notevole diversità culturale e religiosa, che si riflette nella composizione della sua popolazione; quest’ultima è formata da un insieme eterogeneo di gruppi etnici, tra cui la maggioranza Malay, una significativa minoranza cinese, diversi gruppi indiani, a cui si aggiunge una miriade di gruppi indigeni. Ciascun gruppo etnico, evidentemente, è segnato da tradizioni, lingue e credenze uniche, e tale situazione rende la Malesia un vero e proprio microcosmo di etnie e culture che coesistono, ma che non sempre riescono ad integrarsi in modo armonioso.

Questo scenario, tuttavia, non è privo di sfide, e, in effetti, alla complessità del panorama etnico e culturale corrispondono significative problematiche in termini di rispetto dei diritti umani; si tratta di istanze che si manifestano attraverso leggi e politiche governative, che possono, a volte, discriminare tra gruppi etnici, generando tensioni e conflitti. Le pratiche sociali, influenzate da fattori storici e politici, contribuiscono ulteriormente a creare un ambiente in cui i diritti fondamentali di alcune comunità possono essere seriamente compromessi.

Questo articolo si propone di esplorare lo stato attuale dei diritti umani in Malesia, e, a questo proposito, verranno analizzate le leggi nazionali che sui diritti umani, con particolare attenzione per il quadro giuridico esistente e sulla sua influenza sulla vita quotidiana dei cittadini. L’attenzione si concentrerà, inoltre, sulle politiche governative che sono state implementate nel Paese, valutando il loro impatto sulle diverse comunità etniche e religiose. Saranno anche esaminate le pratiche sociali che caratterizzano le interazioni quotidiane tra i diversi gruppi, allo scopo di comprendere l’influenza della diversità culturale sulla percezione e sull’implementazione dei diritti umani.

In conclusione, questo articolo cerca di offrire una panoramica delle complessità e delle sfide che la Malesia affronta in termini di diritti umani, allo scopo di porre in evidenza un tema cruciale che merita maggiore attenzione e riflessione. Una maggiore consapevolezza della situazione dei diritti umani in Malesia, in effetti, risulta fondamentale per la promozione di un autentico dialogo inter-etnico, oltre che per sostenere il progresso verso una società più giusta ed equa.


Contesto Storico e Politico

Una corretta comprensione del panorama dei diritti umani in Malesia, richiede l’esame del contesto storico e politico; questo Paese, in effetti, ha ottenuto l’indipendenza dalla Gran Bretagna nel 1957, un evento che ha segnato una tappa fondamentale verso l’auto-determinazione nazionale. Il passato coloniale, tuttavia, ha lasciato un’impronta duratura sulle istituzioni politiche e sociali, ed ha creato una stratificazione di potere che influisce tuttora sulla vita dei suoi abitanti.

A partire dalla sua indipendenza, la Malesia è stato governata da un regime autoritario, caratterizzata da un forte accentramento del potere, nonché da una limitata libertà di espressione; tale situazione, evidentemente, ha avuto un impatto significativo sulle forme che può assumere il dissenso, e sulle modalità organizzative ed operative della società civile. La Legge di Sicurezza Interna, introdotta nel 1960, ha autorizzato le autorità a catturare e detenere, in assenza di un processo, le persone considerate una minaccia per la sicurezza nazionale. Pertanto, questa legge ha conferito una considerevole arbitrarietà alle azioni governative, ed ha contribuito a creare un clima di paura tra la popolazione.

Nei decenni successivi, si è assistito ad un consolidamento del potere da parte del Barisan Nasional (BN), una coalizione di partiti politici di destra fondata nel 1973, che ha governato senza interruzioni fino al 2018. Durante questo lungo periodo di governo, le violazioni dei diritti umani sono state documentate con una certa frequenza; si nota, a tale proposito, la sistematica repressione della libertà di parola, attuata allo scopo di sopprimere le voci critiche ed impedire qualsiasi forma di opposizione. L’adozione di leggi draconiane contro la dissidenza, come quelle sulle sedizioni e sui reati informatici, ha ulteriormente contribuito a creare un clima di auto-censura tra giornalisti, attivisti e cittadini comuni.

In aggiunta, si nota che le politiche sociali ed economiche adottate dal governo hanno avuto l’effetto di perpetuare una marcata ineguaglianza etnica che ha favorito l’ertnia malese a discapito delle minoranze, come cinesi e indiani. Tale situazione ha creato significative tensioni sociali, ed ha prodotto una divisione che si riflette nelle opportunità di accesso all’educazione, al lavoro ed ai servizi pubblici.

Il panorama dei diritti umani in Malesia, dunque, è il risultato di una complessa interazione tra storia, politica e dinamiche sociali; per questa ragione, è necessaria una comprensione approfondita di questi elementi, che verranno trattati di seguito.


Libertà di Espressione e di Stampa

La libertà di espressione, uno dei valori costituenti di un’autentica democrazia, costituisce uno dei principali ambiti in cui i diritti umani sono a rischio in Malesia; anche se la Costituzione malese garantisce formalmente ai cittadini malesi la libertà di parola ed il diritto all’informazione, in pratica si osservano diverse restrizioni, che silenziano in modo sistematico le voci critiche e dissenzienti.

Le restrizioni sui media sono diffuse e sistematiche, e non soprende che molti giornalisti scelgano di auto-censurarsi per evitare di incorrere in sanzioni legali, ed evitano di trattare argomenti che potrebbero essere considerati controversi. L’informazione che circola nel Paese, pertanto, risulta fortemente limitata ed influenzata dalla necessità di conformarsi alle direttive del governo, a discapito del pluralismo e della diversità delle opinioni.

Leggi come il Sedition Act ed il Communication and Multimedia Act vengono frequentemente utilizzate per silenziare le voci critiche, e scoraggiare qualunque forma di dissenso verso le autorità, allo scopo di mantenere il controllo governativo sulle informazioni. La combinazione di tali misure legislative ha concorso a creare un ambiente segnato da paura e repressione; in tale contesto, evidentemente, un dibattito aperto su questioni fondamentali, come i diritti umani, la corruzione o la giustizia sociale, risulta spesso impossibile. Si tratta di una situazione che limita significativamente il libero scambio delle idee, e che, allo stesso tempo, compromette le basi di una società democratica in cui la diversità di opinioni e la libertà di espressione dovrebbero essere tutelate e celebrate.


Diritti delle Donne

Le donne che vivono in Malesia si devono confrontare con una serie di sfide complesse che riguardano i loro diritti; si osserva che negli ultimi anni ci sono stati significativi ed indubbi progressi legislativi, come l’introduzione di provvedimenti introdotti per contrastare la violenza di genere e promuovere l’uguaglianza tra i sessi. Ciò nonostante, in realtà la discriminazione di genere continua a rappresentare un problema cronico e non risolto; le discriminazioni di genere, in particolare, si manifestano in diversi ambiti della loro vita. Per questa ragione, le donne malesi sono spesso svantaggiate in termini di accesso al mondo del lavoro o alle opportunità educative, rispetto agli uomini.

Il carattere multiculturale della società malese, poi, comporta anche delle significative dissonanze rispetto ai diritti delle donne, che variano notevolmente in funzione delle comunità etniche e religiose prese in esame. Le leggi islamiche, con particolare attenzione per quelle che si riferiscono alle donne musulmane, hanno spesso un effetto restrittivo delle libertà e diritti fondamentali; si tratta di norme incorporate dal sistema legale, che influenzano aspetti fondamentali della vita personale delle donne. Si pensi, a tale proposito, al matrimonio, al divorzio, o alla custodia dei figli, ambiti in cui si notano importanti limitazioni dell’autonomia delle donne che possono esacerbare le disuguaglianze di genere già esistenti.

Si tratta di leggi che, unitamente ad un contesto culturale spesso incentrato su una visione patriarcale della società, contribuiscono a rafforzare e perpetuare le ingiustizie sociali e le disuguaglianze di genere; le donne, in tali contesti, subiscono una limitazione delle loro scelte individuali, ed un possibile deterioramento del loro benessere economico e della loro salute mentale. In definitiva, si osserva che, nonostante i progressi legislativi ed i segnali di cambiamento, è necessario lavorare ulteriormente per garantire alle donne malesi la possibiltà di godere pienamente dei loro diritti e di usufruire di uguali opportunità nella società.


Diritti dei Popoli Indigeni

In Malesia, i diritti dei popoli indigeni, ed in particolare di quelli dei gruppi Orang Asli, vengono frequentemente trascurati e sottovalutati, nonostante le continue e appassionate richieste per il riconoscimento e la protezione delle loro terre e culture. Si tratta di una situazione aggravata dall’inevitabile sfruttamento e dalle espropriazioni subite dai gruppi indigeni, azioni che minacciano la loro esistenza ed il loro stile di vita.

Recentemente, si sono intensificati i progetti di sviluppo, come l’estrazione mineraria, la deforestazione e l’espansione agricola; si tratta di iniziative che rappresentando una minaccia diretta alle terre detenute tradizionalmente degli Orang Asli. Tali attività non compromettono solamente le loro terre, ma si configurano anche come una seria minaccia alle loro fonti di sostentamento, che storicamente si basano sull’agricoltura tradizionale, la caccia e la raccolta. La perdita delle terre ancestrali, dunque, genera danni irreparabili al tessuto sociale, culturale ed economico di queste comunità.

Le politiche governative, sono spesso orientate allo sviluppo economico di breve periodo, e, di conseguenza, esse tendono a privilegiare interessi diametralmente opposti ai diritti ed alle richieste dei popoli indigeni. Tale approccio, evidentemente, contribuisce a perpetuare un ciclo vizioso segnato dalla povertà e dalla marginalizzazione, e rende ancora più vulnerabili i gruppi indigeni, che si trovano privati delle necessarie tutele.

In aggiunta, si osserva che la mancanza di rappresentanza politica nelle decisioni che li riguardano rende ancora più difficile il sostegno e la tutela dei propri diritti; allo stesso modo, le barriere poste all’accesso all’istruzione ed ai servizi fondamentali in generale, come la sanità e l’acqua potabile, ostacolano ulteriormente il loro progresso, e creano una spirale discendente che appare inarrestabile.

Tale situazione richiede, pertanto, una seria riflessione, seguita da azioni concrete da parte delle autorità governative e della società civile, allo scopo di rimettere al centro dell’attenzione le esigenze dei popoli indigeni, per garantire a queste persone un futuro dignitoso e rispettoso delle loro tradizioni e della loro cultura.


Diritti dei Lavoratori Immigrati

La Malesia, a ragione della sua posizione geografica, rappresenta una meta ambita per molti lavoratori immigrati, specialmente di quelli che provengono dalle nazioni vicine o confintanti, come l’Indonesia, il Bangladesh ed il Nepal. Si tratta di persone che ricercano opportunità di lavoro e di vita migliori rispetto a quelle che possono godere nei loro Paesi di origine, ma che spesso trovano impiego, in Malesia, in settori caratterizzati da condizioni di lavoro difficili, oltre che da una retribuzione inferiore alla media. Si tratta di comparti come la costruzione edile, l’agricoltura ed i servizi, in cui solitamente le norme di sicurezza ed i diritti fondamentali non vengono rispettati.

Di conseguenza, i lavoratori immigrati sono spesso vittime di uno sfruttamento sistematico, che si traduce in abusi quali eccessive ore lavorative che vengono retribuite in maniera inadeguata, il mancato rispetto dei contratti di lavoro, e condizioni di vita precarie che possono esporre i lavoratori a rischi significativi in termini di salute e sicurezza. L’assenza di una legislazione adeguata, oltre che di meccanismi di protezione per i lavoratori immigrati, consente la proliferazione di questi abusi, e crea un ambiente in cui le violazioni di diritti basilari non costituiscono un’eccezione, ma la realtà quotidiana.

Nel corso degli anni le autorità malesi hanno spesso ignorato le segnalazioni relativi agli abusi ed agli sfruttamenti; questo atteggiamento di indifferenza si è tradotto nella pressoché totale assenza di azioni concrete per migliorare la situazione. Inoltre, le scarse protezioni che sono state poste in essere risultano spesso insufficienti ed inadeguate, ed espongono i migranti agli abusi ed alle violazioni dei loro diritti fondamentali. Questo scenario si aggrava ulteriormente quando si considera il settore delle costruzioni e dell’agricoltura, in cui la domanda di manodopera risulta elevata, mentre la pressione per contenere i costi comporta con una certa frequenza il discredito dei diritti dei lavoratori.

Tale precarietà, a cui si associa la sostanziale assenza di leggi efficaci, nonché il palese disinteresse delle istituzioni, comporta la negazione di diritti fondamentali per i migranti; la vulnerabilità di queste persone viene poi ulteriormente amplificata da altri elementi. Si pensi, a tale proposito, all’ignoranza dei loro diritti, alla paura di ritorsioni, ed alla mancanza di accesso a risorse e supporto legali. Pertanto, i lavoratori immigrati sono spesso costretti ad accettare condizioni inaccettabili per conservare il posto di lavoro, e rinunciano alla possibilità di avere una vita dignitosa e sicura.

In definitiva, si osserva che in Malesia la condizione dei lavoratori immigrati è estremamente critica, e si avverte il bisogno urgente di una riforma che garantisca un’adeguata protezione dei diritti dei lavoratori, allo scopo di permettere a queste persone di godere di un ambiente di lavoro sicuro e libero da abusi e violazioni sistematiche.


Diritto alla Non Discriminazione in Base all’Orientamento Sessuale

Il tema dei diritti delle persone ‘LGBTQ+’, poi, presenta una particolare complessità in Malesia, Paese in cui esistono leggi che discriminano coloro che scelgono di identificarsi come omosessuali, bisessuali o transgender. Queste norme non si limitano a negare a queste persone il diritto di vivere liberamente la propria identità sessuale, ma pongono anche un forte stigma sociale nei loro confronti. In effetti, La discriminazione sulla base dell’orientamento sessuale è un problema radicato, e viene alimentato da una combinazione di fattori culturali, religiosi e legali.

Attualmente, l’a legislazione malese l’ordinamento giuridico malese prevede disposizioni che criminalizzano atti sessuali consensuali tra persone dello stesso sesso; Si tratta di leggi che contribuiscono alla marginalizzazione delle persone LGBTQ+, e che possono comportare anche vere e proprie persecuzioni e violazioni dei diritti umani. Le conseguenze di queste leggi si riflettono in diversi aspetti della vita quotidiana; si pensi, in questo senso, all’accesso limitato all’assistenza sociale e sanitaria, alla mancanza di rappresentanza politica, ed al timore di esporsi e vivere apertamente la propria identità sessuale.

In tale contesto, è fondamentale la presenza di movimento che lotti per il riconoscimento dei diritti umani universali, ed in particolare l’uguaglianza, che non può essere subordinata a legittime preferenze sessuali. Da questo punto di vista, si osserva che le organizzazioni per i diritti umani, sia locali che internazionali, stanno lavorando per sensibilizzare l’opinione pubblica, allo scopo di promuovere riforme legislative capaci di garantire a tutti i cittadini malesi il diritto alla non discriminazione ed alla parità di trattamento.

La promozione e la protezione del diritto alla non discriminazione in base all’orientamento sessuale non si configura solamente come una questione legale, ma anche e soprattutto come una questione di giustizia sociale e umana. Intraprendere azioni concrete per abbattere i pregiudizi e favorire un ambiente di accettazione e rispetto risulta essenziale per la costruzione di una società più equa ed inclusiva. Per queste ragioni, è necessario coltivare l’educazione ed il dialogo, a cui si deve unire una precisa volontà politica a favore del rispetto dei diritti umani, allo scopo di creare una società nella quale ogni persona abbia la possibilità di vivere la propria identità, anche sessuale, senza il timore essere discriminato o condannato dalla società.


Conclusioni

La situazione dei diritti umani in Malesia è decisamente complessa, e si intreccia con una serie di elementi storici, politici e culturali che hanno plasmato la società e le istituzioni del Paese nel corso degli anni; negli ultimi decenni, nonostante i significativi progressi compiuti, si osserva la persistenza di diverse problematiche. Una particolare rilevanza, in questo senso, deve essere attribuita alla libertà di espressione, limitata da leggi restrittive e da pratiche intimidatorie che silenziano la critica ed il dissenso. Allo stesso modo, i diritti delle donne continuano ad essere compromessi, mediante la perpetuazione di pratiche patriarcali che di fatto ostacolano l’eguaglianza di genere, e perpetuano la violenza domestica.

I diritti dei popoli indigeni, poi, sono un altro aspetto fondamentale della questione dei diritti umani in Malesia; come osservato in precedenza, queste persone subiscono l’erosione delle loro terre e culture, e vengono spesso marginalizzati e privati dei diritti fondamentali. Riconoscere e proteggere i loro diritti non costituisce solamente un obbligo morale, ma anche un passaggio fondamentale verso una società più giusta ed inclusiva.

I lavoratori immigrati, che costituiscono una parte significativa della forza lavoro malese, risultano particolarmente vulnerabili; si tratta di persone che sono spesso costrette a lavorare in condizioni precarie, prive di adeguate tutele legali. Per questa ragione, è necessaria l’istituzione di solidi ed adeguati meccanismi posti a tutela dei loro diritti, allo scopo di garantire un trattamento equo e rispettoso della dignità umana.

Per affrontare adeguatamente queste problematiche, le autorità malesi devono adottare misure decisive e riforme normative sostanziali; tra le necessità più urgenti si segnala quella di riformare il quadro giuridico esistente. Si pensi, in questo senso, dell’abrogazione di leggi repressive come il Sedition Act, che ostacola la libera espressione e limita il dibattito democratico. Risulta fondamentale, inoltre, che le nuove leggi si pongano l’obiettivo esplicito di rispettare e proteggere i diritti umani fondamentali, adeguandosi agli standards internazionali.

Per avviare e portare a termine questo genere di cambiamento è fondamentale promuovere la consapevolezza sui diritti umani, mediante campagne educative ed iniziative di sensibilizzazione rivolte alla società civile. Attraverso l’istruzione ed il coinvolgimento attivo dei cittadini si possono porre le basi per costruire una società più giusta e rispettosa dei diritti.

La Malesia, in conclusione si trova di fronte ad un’opportunità unica, quella di diventare un esempio di progresso in materia di diritti umani, sia a livello nazionale che internazionale; il rispetto delle libertà fondamentali e l’effettiva tutela dei diritti di ciascun cittadino, può consentire al Paese asiatico di emergere come un esempio di speranza ed innovazione in un contesto globale sempre più complesso.


Letture Consigliate

  • Chan, V., Shen, L. W., Rashid, F. B. A., Abdullah, A. F. M. B., Xin, B. H., & Tung, Y. E. (2022). Digital Solution for Advancing Foreign Worker’s Human Rights in Malaysia. International Journal of Technology13(5), 989-998.
  • Fitria, N. (2023). The Urgency of Human Security in Protecting The Rights of Migrant Workers: Case Study Indonesian Migrant Workers in Malaysia and Hong Kong. International Journal of Engineering Business and Social Science1(03), 98-105.
  • Kolawole, T. A. (2024). Islamization in Nigeria and Malaysia: Processes and Impacts on Human Rights. Open Journal of Social Sciences12(5), 344-363.

Di Salvatore Puleio

Salvatore Puleio è analista e ricercatore nell'area 'Terrorismo Nazionale e Internazionale' presso il Centro Studi Criminalità e Giustizia ETS di Padova, un think tank italiano dedicato agli studi sulla criminalità, la sicurezza e la ricerca storica. Per la rubrica Mosaico Internazionale, nel Giornale dell’Umbria (giornale regionale online) e Porta Portese (giornale regionale online) ha scritto 'Modernità ed Islam in Indonesia – Un rapporto Conflittuale' e 'Il Salafismo e la ricerca della ‘Purezza’ – Un Separatismo Latente'. Collabora anche con ‘Fatti per la Storia’, una rivista storica informale online; tra le pubblicazioni, 'La sacra Rota Romana, il tribunale più celebre della storia' e 'Bernardo da Chiaravalle: monaco, maestro e costruttore di civiltà'. Nel 2024 ha creato e gestisce la rivista storica informale online, ‘Islam e Dintorni’, dedicata alla storia dell'Islam e ai temi correlati. (i.e. storia dell'Indonesia, terrorismo, ecc.)

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