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Abstract

La caduta del Califfato Ottomano, un secolo or sono, viene spesso citata come una delle cause alla base dei movimenti terroristici; in questo quadro, appare diretta ed evidente la connessione tra il recupero del califfato e Hizbut Tahrir, un’organizzazione terroristica globale che si pone tale obiettivo in maniera esplicita. Il documento rilasciato per il centenario dell’abolizione del califfato ottomano nel 1924, suggerisce che i musulmani devono lottare per ripristinare l’unità politica del mondo islamico.

Hizbut Tahrir Indonesia, organizzazione terroristica bandita dal governo indonesiano nel 2017, in seguito all’approvazione della controversa legge sulle organizzazioni di massa, si pone lo stesso obiettivo, e continua a lottare in questo senso, nonostante i divieto di condurre attività pubbliche. HTI, in effetti, ha dimostrato una notevole abilità di inserirsi in eventi ed organizzazioni lecite per continuare la sua opera di propaganda, mediante una strategia molto efficace.


Introduzione

Il Califfato Ottomano è stato abolito il 3 Marzo del 1924, in seguito ad una legge del Parlamento Turco che disponeva l’abrograzione dell’istituzione religiosa; a partire da questo momento, il mondo islamico sunnita non ha più avuto una guida spirituale e politica comune. Il desiderio di restaurare il califfato, di conseguenza, sarebbe alla base di molti movimenti terroristici e radicali; si tratta di un’ipotesi ventilata da diversi esperti.

Di conseguenza, si ipotizza che alla base del terrorismo islamico moderno vi sia il desiderio di ricostruire l’unità politica del mondo islamico; questo tentativo si è espresso chiaramente in ISIS e Hizbut Tahrir; sebbene siano diversi i movimenti a trarre ispirazione dalla caduta del califfato e dall’intenzione di restaurarlo.

A 100 anni di distanza dalla caduta del Califfato Ottomano e dalla fine dell’Impero Turco, sembra interessante analizzare le ripercussioni di questo doppio evento, che ha determinato la fine dell’unità politica e religiosa del mondo islamico. In particolare, appare interessante interrogare le fonti ideologiche di Hizbut Tahrir e della sua branca indonesiana, meno conosciute ma ugualmente attive e pericolose, allo scopo di comprendere la loro visione rispetto al califfato ed al supposto obbligo dei musulmani di ricostruirlo.


La Perdita del Califfato e le sue Conseguenze secondo Hizbut Tahrir

Hizbut Tahrir (HT) è una rete terroristica globale con ramificazioni regionali, e costituisce una delle poche organizzazioni ad avere un progetto specifico per la restaurazione del califfato; HT, attivo sia in Paesi a maggioranza islamica che Occidentali, ha recentemente rilasciato un comunicato, in inglese, sul sito di Hizbut Tahrir Australia, in cui si esprime la visione del gruppo rispetto all’istituzione califfale.

Nel documento intitolato ‘100 years withouth the Khilafah’, ‘100 anni senza il califfato’ datato 3 Marzo 1924, l’organizzazione estremita afferma,

Today, 3rd March 2024, marks 100 years since the formal destruction of the Khilafah in 1924 of the Gregorian calendar. It has been 100 years where the Ummah has been living without the comprehensive rulings of Islam in all aspects of our lives, a matter clearly obligated in the Islamic texts

Oggi, 3 marzo 2024, (è la data che) segna 100 anni dalla distruzione formale del califfato nel 1924, secondo il calendario gregoriano. Sono passati 100 anni in cui l’Ummah ha vissuto senza le norme complete dell’Islam in tutti gli aspetti delle nostre vite, una questione chiaramente obbligatoria nei testi islamici.

(Hizbut Tahrir Australia, 100 Years Withouth the Caliphate)

Il califfato, dunque, viene presentato come un’istituzione obbligatoria per i musulmani, che da circa un secolo non hanno potuto beneficiare della sua guida; il califfato viene paragonato ad uno ‘scudo’ che proteggeva il mondo islamico nel corso della sua esistenza.

La fine di questa istituzione ha avuto conseguenze disastrose, secondo la visione di HT, e sarebbe la causa profonda dei problemi che affliggono il mondo islamico e la comunità islamica; viene osservato, a tale proposito, che, dopo l’aborgazione del califfato,

Our lands were invaded, our loved ones murdered, our selves forced out of our homes, our devout ulama who uphold the truth persecuted, our riches plundered, and our sacred sites desecrated. Examples of these need no introduction whether it be the escalation of tragedies of the Uyghur Muslims by China in East Turkistan, the Rohingya Muslims of Burma, the invasion and destruction of Iraq and Afghanistan, or the tragedies of Kashmir and India. Now before our very eyes, in Gaza and Palestine, we witness the full impact of losing this shield.

Le nostre terre (islamiche) sono state invase, i nostri cari assassinati, noi costretti ad abbandonare le nostre case, i nostri devoti ulama che difendono la verità perseguitati, le nostre ricchezze saccheggiate e i nostri luoghi sacri profanati. Esempi di questi non hanno bisogno di presentazioni, sia che si tratti dell’escalation delle tragedie dei musulmani uiguri da parte della Cina in Turkestan Orientale, dei musulmani Rohingya della Birmania, dell’invasione e della distruzione dell’Iraq e dell’Afghanistan, o delle tragedie del Kashmir e dell’India. Ora, proprio davanti ai nostri occhi, a Gaza e in Palestina, siamo testimoni dell’impatto totale della perdita di questo scudo.

La posizione ideologca di HT appare chiara, e collega la fine del califfato nel 1924 alla perdita di potere politico del mondo islamico, la cui frammentazione ha permesso ai ‘nemici’ di prevalere; di conseguenza, la restaurazione dell’unità politica dei musulmani non è un’opzione, secondo questa visione.

Tale necessità, inoltre, non deriverebbe solamente dalla teologia, ovvero dalla dottrina islamica, ma sarebbe anche ‘dimostrata’ dalla ‘corruzione’ portata dal capitalismo e dal comunismo, due ideologie umane, che si sarebbero sostituite a quella divinamente sanzionata della shariah. Il documento in esame, in effetti, afferma ancora che,

It is not only the Muslims who have suffered, the Communist and Capitalist Liberal ideologies that have dominated since the absence of Islam have wreaked havoc upon the earth due to the injustices of man’s rule. This can be seen in the misery that has overcome the vast majority of the world’s population resulting from the destructive wars, major economic imbalances and injustices, disregard for the environment, the breakdown of the family structure, and the weathering of upright and righteous human behaviour

Non sono solo i musulmani a soffrire, le ideologie comuniste e liberali capitaliste che hanno dominato dall’assenza dell’Islam hanno seminato il caos sulla terra a causa delle ingiustizie del dominio dell’uomo. Questo può essere visto nella miseria che ha colpito la stragrande maggioranza della popolazione mondiale a causa delle guerre distruttive, dei gravi squilibri economici e delle ingiustizie, della mancanza di rispetto per l’ambiente, della disintegrazione della struttura familiare e del deterioramento del comportamento umano retto e giusto

In altre parole, la supposta ingiustizia causata dall’abrogazione del califfato avrebbe avuto conseguenze catastrofiche per tutti, anche per coloro che non sono musulmani; viene suggerita, dunque, una visione apocalittica, che può essere risolta solamente dalla restaurazione dell’istituzione califfale. Hizbut Tahrir, dunque, vuole far intendere che il califfato sia necessario, prima ancora che ai musulmani, all’intera umanità.


Califfato ed Islam, un Legame Indissolubile

Da quanto osservato in precedenza, il Califfato e l’Islam sarebbero inseparabili, e la necessità di ripristinare questa istituzione da parte dei musulmani viene presentata come un obbligo sacro ed imprescindibile. Secondo la visione di HT,

The Obligation is a matter well established by all the classical ulama. Imam an-Nawawi (ra) says, ‘They (the scholars) consented that it is an obligation upon the Muslims to appoint a khalifah, and that its obligation is by revelation, not reason’

L’obbligo (di restaurare il califfato) è una questione ben stabilita da tutti gli ulama classici. Imam an-Nawawi (ra) dice, ‘Essi (gli studiosi) hanno concordato che è un obbligo per i musulmani nominare un khalifah, e che il suo obbligo è per rivelazione, non per ragione.’

Hizbut Tahrir, dunque, si presenta come l’agente che si assume questo compito, ricordando tale obbligo ai musulmani che avessero dei dubbi;

Hizb ut-Tahrir warmly invites you, O noble Muslims, towards this great work. We invite you to learn more about this great obligation. We invite you to seize the opportunity to carry out a task not asked of this Ummah since the time of the Prophet (ﷺ) and his noble sahabah (ra) – The task of establishing Allah’s(swt) Deen in the lands!

Hizb ut-Tahrir vi invita calorosamente, o nobili musulmani, verso questo grande lavoro. Vi invitiamo a saperne di più su questo grande obbligo. Vi invitiamo a cogliere l’opportunità di svolgere un compito non richiesto a questa Ummah dai tempi del Profeta e dei suoi nobili sahabah (compagni) – Il compito di stabilire il Deen di Allah (swt) nelle terre!

HT, dunque, intende guidare questo processo, che dovrebbe portare, secondo la loro visione, ad una mobilitazione dei musulmani di tutto il mondo, che si unirebbero infine per ricostruire l’uinità politica del mondo islamico e ridare una guida religiosa unitaria alla comunità islamica globale.


Hizbut Tahrir in Indonesia (HTI)

Una delle ramificazioni di Hizbut Tahrir è quella indonesiana, in quanto l’Indonesia è un Paese a maggioranza islamica, ma retto formalmente, da una costituzione ed un’ideologia secolare, la Pancasila, di cui si è già discusso a più riprese su questa rivista. Si tratta di un’organizzazione ormai disciolta in seguito alla legge sulle organizzazioni di massa, nota come ORMAS, in base alla quale lo Stato indonesiano può vietare o sciogliere un’organizzazione esistente se questa si pone in contrasto con la Costituzione e con la sua ideologia di base, la Pancasila.

Si nota, in particolare, che lo scioglimento d’urgenza di HTI, guidata da Ismail Yusanto, ha suscitato notevoli polemiche per la modalità in cui è stato condotto; gli esperti hanno osservato che

PEMERINTAH akhirnya membubarkan Hizbut Tahrir Indonesia (HTI) pada 19 Juli 2017. Mengingkari pernyataan sebelumnya untuk menempuh jalur peradilan, pemerintah malah mengambiljalan pintas, atas alasan kegentingan, dengan menerbitkan Peraturan Pemerintah Pengganti UndangUndang Nomor 2 Tahun 2017 tentang Perubahan Undang-Undang Organisasi Kemasyarakatan (Perpu Ormas) yang menihilkan proses pembubaran melalui pengadilan.
Kementerian Hukum dan Hak Asasi Manusia menindaklanjuti lahirnya Perpu Ormas dengan mencabut status badan hukum perkumpulan HTI. Sesuai dengan Perpu Ormas, saat itu juga HTI dinyatakan bubar. Tanpa due process oflaw, Perpu Ormas menghapus hak ormas untuk membela diri di muka persidangan sebelum dibubarkan.
Pro-kontra atas langkah pembubaran pun timbul di masyarakat. Sebagian bergembira dan memuji langkah pemerintah yang dianggap tegas kepada organisasi yang “bertentangan dengan Pancasila dan UUD 1945”. Sebagian lagi menolak karena memandang langkah ini mencederai kebebasan berserikat.
Perdebatan pro-kontra tentang perpu ini bercampur aduk dengan perdebatan pro-kontra soal HTI. Banyak yang lupa bahwa Perpu Ormas ini bukanlah “Perpu HTI”, melainkan peraturan perundang-undangan yang mengikat semua organisasi kemasyarakatan di Indonesia. Perpu Ormas adalah peraturan perundang-undangan yang secara hierarki sejajar dan materi muatannya sama dengan undang-undang. Bila disetujui DPR pada masa sidang berikutnya, perpu ini akan ditetapkan menjadi undang-undang.

IL GOVERNO ha finalmente sciolto Hizbut Tahrir Indonesia (HTI) il 19 luglio 2017. Ignorando la sua precedente dichiarazione di intraprendere la via giudiziaria, il governo ha invece preso una scorciatoia, per ragioni di urgenza, emanando un regolamento governativo in luogo della legge numero 2 del 2017 riguardante Emendamenti alla legge sulle organizzazioni sociali (organizzazioni di massa perpu) che elimina il processo di scioglimento attraverso i tribunali.
Il Ministero della Legge e dei Diritti Umani ha dato seguito all’emissione dell’Ormas Perpu revocando lo status di entità giuridica all’ associazione HTI. Secondo l’Ormas Perpu, HTI è stato dichiarato sciolto. Senza  un giusto processo, il Perpu Ormas elimina il diritto delle organizzazioni di massa di difendersi in tribunale prima di essere sciolte.
Nella società sono emersi i pro e i contro della fase di scioglimento. Alcuni si sono rallegrati e hanno elogiato i passi del governo, considerati decisi contro le organizzazioni “contrarie alla Pancasila e alla Costituzione del 1945”. Altri hanno rifiutato perché ritenevano che questo passo ledesse la libertà di associazione.
Il dibattito pro-con su questo colpevole si mescola con il dibattito pro-con sull’HTI. Molte persone dimenticano che questo Perpu Ormas non è un “Perpu HTI”, ma un regolamento statutario che vincola tutte le organizzazioni sociali in Indonesia. Perpu Ormas è una norma giuridica gerarchicamente parallela e con lo stesso contenuto della legge. Se approvato dal DPR nella prossima seduta, il provvedimento diventerà legge (come poi avvenuto).

(Tempo.co, Perpu Ormas dan Solusi yang Meleset, Perpu Ormas sulle organizzazioni di massa e le soluzioni mancate, 31 Juli, 2017)

Il leader di HTI, tuttavia, ritiene che questo provvedimento, in seguito diventata la legge n. 2 del 2017 sulle Organizzazioni di Massa, ORMAS, sia stato progettato unicamente per colpire Hizbut Tahrir Indonesia, che, secondo Yusanto, non avrebbe mai violato la legge o posto in discussione la Pancasila, a differenza di altri gruppi che invece non sono stati sciolti.

L’ex leader di Hibut Tahrir Indonesia, Ismail Yusanto

Nel 2007, HTI ha tenuto una Conferenza Internazionale sul Khilafah, KKI, a cui hanno partecipato circa centomila persone; si tratta di un evento considerato rilevante, non solamente per le numerose adesioni all’evento, ma soprattutto per il tema che veniva proposto, ovvero ‘È tempo che il califfato guidi il mondo’. Circa 10 anni più tarrdi, Hizbut Tahrir Indonesia ha organizzato una marcia a Surabaya, il cui tema era ‘il califfato (come) obbligo della sharia, Il cammino di risveglio della Umma’; questa iniziativa, tuttavia, non era stata autorizzata dalle autorità, ed è stata sciolta dalle forze di polizia.

Come noto, l’organizzazione è stata sciolta, tra numerose polemiche, nel luglio del 2017, probabilmente in seguito anche a numerose proteste che sottolineavano l’incompatibiltà degli obiettivi di HTI, la restaurazione del Califfato islamico, e la Pancasila, la dottrina ufficiale dello Stato indonesiano che permea la Carta Costituzionale del 1945. Di conseguenza, HTI Indonesia è stata considerata una minaccia per lo Stato ed è stata bandita; in pratica, è stato revocato lo status di persona giuridica, impedendo ad HTI di svolgere attività ed organizzare eventi di massa.


La Strategia di HTI dopo la sua Dissoluzione

La decisione del governo indonesiano di vietare le attività pubbliche di Hizbut Tahrir Indonesia, e la parallela decisione da parte del governo Saudita di vietare Hizbut Tahrir (in Arabia Saudita), hanno dato luogo ad un’alleanza sotterranea, ma efficace, tra le due disciolte organizzazioni. In Medio Oriente è sorto Al Muhajirun (ALM) dalle ceneri di Hizbut Tahrir, mentre in Indonesia HTI continua ad operare, anche se in maniera clandestina e non ufficiale.

Di conseguenza, tra HTI e ALM è stata siglata un’alleanza, che prevede,

1) Una strategia da parte di HTI per prendere il potere in maniera legittima (elezioni) e realizzare il suo obiettivo di trasformazione dello Stato secolare in uno Stato Islamico

2) Un generale sostegno al movimento jihadista, che persegue i medesimi obiettivi

3) L’inflitrazione in moschee ed altre istituzioni, sia civili che religiose, per diffondere la loro dottrina sul califfato e sullo Stato Islamico

4) La cooptazione di esponenti del governo, dell’esercito e della società civile

La dissoluzione di HTI da parte del governo, evidentemente, ha un significativo impatto sulle attività svolte dall’organizzazione islamista; la revoca dello status giuridico e legale vieta lo svolgimento di eventi pubblici. Di conseguenza, Hizbut Tahrir Indonesia ha dovuto, formalmente, obbedire alla decisione governativa, ma, di fatto, le sue attività continuano; in effetti, HTI ha dimostrato l’abilità di sfruttare i movimenti sorti in Indonesia, specialmente a Giacarta, come ‘Aksi 212’. Nelle manifestazioni organizzate da organizzazioni considerate legittime dallo Stato, come quelle di supporto alla Palestina, si possono notare diverse bandiere che recavano il simbolo ‘HTI’.


In questo modo, Hizbut Tahrir Indonesia è riuscita a svolgere attività clandestine, mediante il richiamo alla lotta per la restaurazione del califfato, lo scopo dichiarato del gruppo; per questa ragione, ogni attività ed evento legale costituisce un’opportunità per ricordare i presunti obblighi dei musulmani, ovvero ‘Califfato e Jihad’. Nonostante lo scioglimento ufficiale, dunque, HTI continua a condurre attività fondendosi con vari tipi di azioni e attività religiose. Si tratta di una strategia estremamente pericolosa, specialmente se non viene riconosciuta e contrastata in maniera tempestiva da parte delle autorità; la capacità di HTI di fondersi con altre organizzazioni e reti, anche terroristiche, costituisce un elemento di particolare gravità. In effetti, l’incapacità di contrastare queste attività comporta una maggiore diffusione delle idee sul califfato e sulla lotta armata, che raggiungono un pubblico molto ampio; in questo modo, vengono poste a rischio le basi su cui si fonda lo Stato, indipendente e democratico, sorto dalla lotta di liberazione nazionale dal colonialismo.


Conclusioni

La perdita del califfato, abrogato nel 1924, ha costituito un evento altamente traumatico per il mondo islamico; di conseguenza, non sorprende che siano sorti gruppi che cercano di ripristinare l’unità politica del mondo islamico. Tra le organizzazioni terroristiche che perseguono questo obiettivo è possibile annoverare Hizbut Tahrir, che opera nel mondo intero, tra cui l’Indonesia; HT, in effetti, ha come scopo dichiarato la restaurazione del califfato. Questo obiettivo viene perseguito mediante l’incitamento dei musulmani alla lotta, presentando il Khilafah e la Jihad come obblighi imprescindibili.

Hizbut Tahrir Indonesia, che non ha condotto attacchi terroristici, ma ha preso parte ad alcuni di essi, è stata sciolta dal governo idonesiano nel 2017, in seguito all’approvazione della controversa legge Perppu Ormas, sulle organizzazioni di massa. Anche se HTI non può più svolgere attività pubbliche, questa organizzazione ha posto in essere una strategia che permette di svolgere la sua propaganda in seno ad organizzazioni ed eventi leciti per il governo. Si tratta di una strategia efficace che deve essere contrastata dalle autorità, allo scopo di impedire che HTI attiri le simpatie di un pubblico ampio.


Letture Consigliate

  • Bayudhita, Z. A. (2020). Relation Between Hizbut Tahrir Indonesia and Terror Group. Jurnal Ilmu Kepolisian14(1), 10-10.
  • Aitkulova, M. (2021). Hizb ut-Tahrir: Dreaming of Caliphate. In Handbook of Islamic Sects and Movements (pp. 402-420). Brill.
  • Setia, P., & Rahman, M. T. (2021). Kekhilafahan Islam, Globalisasi dan Gerilya Maya: Studi Kasus Hizbut Tahrir Indonesia (Califalizzazione dell’Islam, Globalizzazione e Guerriglia Virtuale: Caso di Studio di Hizb ut-Tahrir Indonesia). Fikrah: Jurnal Ilmu Aqidah Dan Studi Keagamaan9(2), 241-264.

Di Salvatore Puleio

Salvatore Puleio è analista e ricercatore nell'area 'Terrorismo Nazionale e Internazionale' presso il Centro Studi Criminalità e Giustizia ETS di Padova, un think tank italiano dedicato agli studi sulla criminalità, la sicurezza e la ricerca storica. Per la rubrica Mosaico Internazionale, nel Giornale dell’Umbria (giornale regionale online) e Porta Portese (giornale regionale online) ha scritto 'Modernità ed Islam in Indonesia – Un rapporto Conflittuale' e 'Il Salafismo e la ricerca della ‘Purezza’ – Un Separatismo Latente'. Collabora anche con ‘Fatti per la Storia’, una rivista storica informale online; tra le pubblicazioni, 'La sacra Rota Romana, il tribunale più celebre della storia' e 'Bernardo da Chiaravalle: monaco, maestro e costruttore di civiltà'. Nel 2024 ha creato e gestisce la rivista storica informale online, ‘Islam e Dintorni’, dedicata alla storia dell'Islam e ai temi correlati. (i.e. storia dell'Indonesia, terrorismo, ecc.)

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