1947 dutch east indies
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Abstract

L’Indonesia ha combattuto una lunga guerra per ottenere l’indipendenza dagli olandesi, tra il 1945 e il 1949; si tratta di un periodo complesso, in cui gli olandesi hanno cercato ripetutamente di riconquistare il territorio perduto. Sebbene i nazionalisti indonesiani abbiano perso alcune battaglie, la loro determinazione, abbinata all’uso di tecniche di guerriglia, ha permesso all’Indonesia di diventare indipendente e di essere riconosciuta come tale. Il 27 dicembre del 1949 si è dunque conclusa l’esperienza delle Indie Orientali Olandesi, ed ha avuto inizio l’era della Repubblica di Indonesia, guidata da Soekarno.


Introduzione – Un Aspro Conflitto

Il 27 dicembre 1949, la regina olandese Giuliana e i primi ministri Willem Drees e Mohammad Hatta firmarono il documento ufficilale che trasferiva la sovranità dell’ex colonia alla Repubblica di Indonesia; si tratta del risultato ottenuto dopo oltre 4 anni di lotta per l’indipendenza, dopo che il Giappone si ritira dall’arcipelago nel 1945. Questo documento, conservato presso lo Huygens Institut, documenta e certifica la sovranità e l’indipendenza dello Stato Indonesiano, dopo la dichiarazione di indipendenza avvenuta il 17 Agosto del 1945. E’ a partire da questo momento che la comunità internazionale inizia a riconoscere gradualmente il nuovo Stato, come gli Stati Uniti e l’Italia, tra i primi a riconoscere la Republiek der Verenigde Staten van Indonesië, la ‘Repubblica degli Stati Uniti d’Indonesia’.

Discorso della regina Giuliana, tenuto alla chiusura della cerimonia di trasferimento della sovranità il 27 dicembre 1949.

Nel suo discorso, la Regina Giuliana parla di ‘cicatrici di rancore e rimpianto; una nota sul programma ufficiale ha avvertito i pochi partecipanti alla sobria cerimonia, che si è svolta a porte chiuse al palazzo reale di Amsterdam, di non cantare quando venivano suonati gli inni nazionali.

Il giorno successivo, centinaia di migliaia di indonesiani esultanti sono scesi nelle strade di Giacarta quando il presidente Soekarno ha potuta fare ritorno alla capitale da Yogyakarta, dove si era insediato il governo provvisorio durante la guerra combattuta tra il 1945 ed il 1949.

Il discorso di Soekarno, che si può leggere nell’opera Di Bawah Bendera Revolusi, Jilid 2, si apre con le celebri parole, ‘Sekali merdeka!’, ‘una volta liberi, sempre liberi!’.

Il 27 dicembre del 1949 si chiude dunque una vera e propria guerra coloniale, che sottrae ai Paesi Bassi una colonia detenuta per quasi 4 secoli, e segna l’inizio della piena sovranità indonesiana, guidata dal primo presidente ed eroe nazionale, Soekarno. A partire da questo momento, il destino dell’Indonesia è controllato dagli indonesiani, che, dopo una lunga lotta, sono riusciti a prevalere, nonostante una evidente inferiorità militare.


La Dichiarazione di Indipendenza del 1945

Il 15 agosto del 1945, quando il governo giapponese accettò le condizioni alleate di resa e depose le armi, la maggior parte delle Indie Orientali Olandesi era ancora sotto il dominio giapponese; tuttavia, a partire dal mese di aprile del 1944, le forze americane, australiane e olandesi, comandate dal generale statunitense Douglas MacArthur, erano riuscite a penetrare le parti orientali dell’arcipelago. In questo modo, era stata conquistata la Nuova Guinea, le parti settentrionali delle Molucche e gli impianti petrolio nel Borneo Orientale. Si sono fatti anche i preparativi per rioccupare Giava, e sempre il 15 agosto del 1945, una decisione presa in occasione della conferenza di Potsdam, pone la responsabilità di rioccupare le Indie Olandesi a carico delle forze inglesi.

Si trattava di un compito assegnato al Comando del Sud Est Asiatico, South Eastern Asia Comand, SEAC, guidato dal Vice-ammiraglio Lord Louis Mountbatten in qualità di comandante supremo; per questa ragione, gli americani si ritirarono progressivamente dai territori occupati in precedenza, sostituiti dalle forze australiane e olandesi, che consolidano la loro posizione nell’arcipelago.

Verso la fine dell’estate del 1945 le forze giapponesi si ritirano da Giava, e questa situazione crea un vuoto di potere, abilmente sfruttato da Soekarno, che il 17 Agosto dello stesso anno dichiara l’Indipendenza della nazione in un discorso passato alla storia. Considerata l’importanza di questo evento appare opportuno riportare le parole pronunciate dal primo Presidente.

Discorso pronunciato dal Presidente Sukarno il 17 agosto del 1945.

Si tratta del discorso con cui viene proclamata l’indipendenza della ‘Negara Republik Indonesia’, la Repubblica Indonesiana, un’espressione leggermente differente dagli ‘Stati Uniti di Indonesia’ a cui si riferisce il trattato del 1949 a cui si è accennato in precedenza.

Fratelli e sorelle!
Vi ho chiesto di essere presenti qui per assistere a un evento di grande importanza nella nostra storia. Per decenni, il popolo indonesiano ha lottato per l’indipendenza della nostra patria. Anzi, per centinaia di anni. Le nostre onde d’azione per raggiungere la nostra indipendenza hanno avuto alti e bassi, ma il nostro spirito è rimasto orientato verso l’obiettivo.
Anche durante l’occupazione giapponese, i nostri sforzi per raggiungere l’indipendenza nazionale non si sono mai fermati. Durante questo periodo, sembrava che ci affidassimo a loro, ma in realtà abbiamo sempre costruito le nostre forze e abbiamo sempre creduto nelle nostre capacità. Ora è giunto il momento di prendere davvero il destino della nazione e della nostra patria nelle nostre mani. Solo un popolo che osa prendere il proprio destino nelle sue mani può stare forte.
Ieri sera abbiamo tenuto una riunione con i leader del popolo indonesiano di tutto il paese. In quella riunione, all’unanimità, è stata presa la decisione che è giunto il momento di dichiarare la nostra indipendenza. Fratelli e sorelle! Con questo annunciamo questa ferma decisione, ascoltate la nostra proclamazione:

Proclamazione
Noi, il popolo indonesiano, dichiariamo con la presente l’indipendenza dell’Indonesia. Gli aspetti riguardanti il trasferimento del potere e altre questioni saranno organizzati nel modo più attento e nel tempo più breve possibile.


Una Situazione Confusa

La mossa di Seokarno ovviamente suscita una reazione da parte dei Paesi Bassi, che nell’agosto del 1945 non sono disposti a perdere la colonia; al contrario, essi cercano di riconquistare il territorio occupato dai Giapponesi, che, nonostante la resa, controllavano ancora ampie porzioni delle Indie Orientali. La situazione, tuttavia, è decisamente confusa, e lo stesso Governatore Generale, Hubertus van Mook, deve chiedere informazioni al Ministro dei Territori d’Oltremare. In una lettera del 17 agosto 1945, il Governatore afferma

(…) ik tot nu toe geen enkele officieele of betrouwbare inlichting ontving over de wijziging van indeeling der operatiegebieden.

(…) fino ad ora non ho ricevuto alcuna informazione ufficiale o affidabile sulla modifica della suddivisione delle aree operative.

(RIJKS GESCHIEDKUNDIGE PUBLICATIËN UITGEGEVEN IN OPDRACHT VAN DE MINISTER VAN ONDERWIJS EN WETENSCHAPPEN (AUTEURSRECHT VOORBEHOUDEN), KLEINE SERIE, 36, PUBBLICAZIONI STORICHE NAZIONALI PUBBLICATO SU INCARICO DEL MINISTRO DELL’ISTRUZIONE E DELLE SCIENZE (DIRITTI D’AUTORE RISERVATI), PICCOLA SERIE, 36;

OFFICIËLE BESCHEIDEN BETREFFENDE DE NEDERLANDS-INDONESISCHE BETREKKINGEN 1945-1950, Documenti ufficiali riguardanti le relazioni tra Paesi Bassi e Indonesia 1945-1950, 1971, Nijhoff, p.36)

In altre parole, le forze che cercavano di riprendere il controllo delle Indie Orientali non erano coordinate in maniera efficace, e lo stesso Governatore deve chiedere spiegazioni sulle azioni che verranno intraprese.

Di particolare interesse è una delle spiegazioni e dubbi proposti dal governatore generale,

Zie boven. De aan te voeren troepen zullen niet alleen voor ontwapening
der Japanners voldoende moeten zijn, doch ook voor herstel en handhaving
van rust en orde.

Vedi sopra. Le truppe da inviare dovranno non solo essere sufficienti per la disarmo dei giapponesi, ma anche per il ripristino e il mantenimento della pace e dell’ordine.

OFFICIËLE … etc, p. 37

Questa richiesta, in particolare, conferma che l’accordo siglato dai giapponesi non era ancora effettivo nelle Indie Orientali; di conseguenza, non si trattava solamente di contrastare i nazionalisti indonesiani che avevano dichiarato la loro indipendenza, ma anche, e soprattutto, i giapponesi, il cui controllo sulla colonia sembrava tutt’altro che una questione passata. Alla luce di queste osservazioni, la resilienza e determinazione degli indonesiani appaiono straordinarie, in quanto l’indipendenza effettiva era un obiettivo che sembrava ancora lontano.

Per questa ragione, probabilmente, Soekarno insiste sulla necessità di ‘prendere in mano il proprio destino’, rivolgendosi agli indonesiani come ‘fratelli e sorelle’, e non con formule burocratiche e formali; l’interpretazione della storia proposta, ancora, intende sottolineare la necessità imperativa di non arrendersi e di continuare a lottare. Soekarno si conferma dunque come un abile oratore, capace di parlare all’anima del proprio popolo, motivando e unendo le forze verso un solo obiettivo, l’effettiva indipendenza e sovranità dell’Indonesia.


Le Negoziazioni tra gli Olandesi e gli Indonesiani

Nella confusione del mese di agosto del 1945, tuttavia, si possono identificare dei punti fermi, iniziando dalla responsabilità di rioccupare sia Giava che Sumatra; dal 15 agosto appare chiaro che tale compito è affidato alle truppe britanniche. Questo obiettivo, nondimeno, viene ostacolato dalla proclamazione della Repubblica indonesiana del 17 agosto, che comporta la cosiddetta ‘rivoluzione indonesiana’; un altro problema dei britannici, poi, era la manodopera, che scarseggiava in Asia. Del resto, anche i Paesi Bassi hanno dovuto attendere un anno per riorganizzarsi ed inviare un contingente adeguato per la missione dell’arcipelago. Nel frattempo, il governo olandese aveva riformulato la sua politica rispetto all’Indonesia, e, iniziando con promesse formulate in modo piuttosto vago per una futura cooperazione tra Paesi Bassi e Indonesia nel corso della guerra, gli olandesi hanno dovuto accettare il governo di fatto che si era installato dopo la proclamazione di indipendenza del 17 agosto.

Tale consapevolezza traspare da questa affermazione,

Tusschen 15 Augustus en het begin van de bezetting op 28 September is door
de Soekarnogroep het bestuur over Java min of meer georganiseerd, terwijl in
de openbare diensten de Indonesiërs in toenemende mate de Japanners hebben
verdrongen.

Tra il 15 agosto e l’inizio dell’occupazione il 28 settembre, il gruppo di Sukarno ha più o meno organizzato il governo di Giava, mentre nei servizi pubblici gli indonesiani hanno progressivamente sostituito i giapponesi.

(OFFICIËLE … etc, Lt. gouverneur-generaal (Van Mook) aan minister van overzeese gebiedsdelen (Logemann), 6 ok t. 1945, Tenente Governatore Generale (Van Mook) al Ministro dei Territori d’Oltremare (Logemann), 6 ottobre 1945., p. 254.

Il governo olandese, dunque, auspicava la creazione di una sorta di Commonwealth indonesiano, composto da territori che godevano di vari gradi di autonomia; in occasione della Conferenza Hoge Veluwe, tenutasi tra il 14 e il 24 aprile del 1946, si sono svolti colloqui tra tra il Governo olandese e i rappresentanti della Repubblica indonesiana sulla posizione della Repubblica Indonesiana all’interno di un eventuale Commonwealth. Sebbene questi colloqui non abbiano comportato alcun accordo formale, essi potevano essere considerati come il punto di partenza per ulteriori negoziazioni.

Alla conferenza hanno partecipato, per i Paesi Bassi, la Commissie-Generaal voor Nederlands-Indië, la Commissione Generale per le Indie Olandesi, mentre le trattative successive hanno portato all’accordo di Linggadjati, che fu firmato da entrambe le parti il 15 novembre 1946, due settimane prima della dissoluzione del SEAC. In base a questo trattato, i Paesi Bassi accettavano la Repubblica di Indonesia come autorità de facto a Giava, Sumatra e Madura, e le Indie Orientali avrebbero dovuto costituire uno Stato sovrano, noto come Stati Uniti di Indonesia, legati ai Paesi Bassi da accordi che stabilivano un collegamento con il governo olandese. La Repubblica Indonesiana, dunque, avrebbe dovuto costituire uno degli Stati federati degli USI (Stati Uniti di Indonesia), insieme ad altri due Stati federali, ovvero il Borneo e l’Indonesia orientale.


La Ripresa delle Ostilità

Dopo la sua accettazione condizionata da parte di entrambie le parti, l’Accordo di Linggadjati fu formalmente firmato a Batavia il 25 marzo del 1947; tuttavia, la presenza di evidenti e ovvie interpretazioni e interessi divergenti fecero fallire l’attuazione di questo accordo. Fallito il tentativo diplomatico, rimaneva solamente l’opzione militare, e i Paesi Bassi inviarono diversi contingenti per rioccupare i territori amministrati dalla neonata Repubblica Indonesiana.

In un attacco su larga scala (Eerste Politionele Actie), coordinato da divisioni dell’Esercito Reale, della Marina Reale, e dell’Esercito delle Indie Olandesi, furono rioccupate vaste porzioni di Giava e Sumatra, tra il 21 luglio e il 5 agosto del 1947. La superiorità numerica e tecnologica degli olandesi ha permesso dunque di rioccupare temporaneamente diversi centri della colonia contestata; l’avanzata delle truppe olandesi, tuttavia, fu fermata dal Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, che successivamente inviarono un Comitato, noto come Commissie voor Goede Diensten, CGD, in Indonesia per aiutare a risolvere il conconflitto tra i Paesi Bassi e la Repubblica Indonesiana.

Questo intervento portò all’Accordo di Renville del 17 gennaio del 1948, che prevedeva una tregua e l’accettazione di alcuni principi che avrebbero dovuto costituire il nucleo fondante di un futuro accordo definitivo. Si trattava di clausole formulate sulla scorta degli accordi di Linggadjati, dove si continua a fare riferimento ad una Unione Indonesiana, o Stati Uniti di Indonesia. Si stabiliva di trasferire la sovranità e realizzare gli USI entro un periodo transitorio di un anno.

Dopo l’accordo di Renville, si tennero discussioni sia a Batavia che a Kaliurang, fino al termine del 1948, ma anche in questo caso la loro implementazione si rivelò un ulteriore insuccesso; era evidente che nessuna delle parti era disponibile a cedere porzioni importanti di sovranità all’altra. La nuova e prevedibile rottura delle trattative comportò una nuova operazioni militare degli olandesi, che, grazie a quella che diventerà nota come ‘Seconda Azione Poliziesca’, tra il 19 dicembre del 1948 e il 14 gennaio del 1949, riuscirono ad occupare posizioni chiave sia a Giava che a Sumatra, occupando la maggior parte di queste regioni.


Stati Federali e Non

La rioccupazione olandese di vaste porzioni dell’arcipelago consentì la nascita ed il consolidamento di una serie di Stati federali e territori federati;

  • Negara Indonesia Timur (Stato dell’Indonesia Orientale). Comprendeva Sulawesi, Bali, Nusa Tenngara e le Isole Molucche
  • Negara Sumatera Timur (Sumatra Orientale, 25 dicembre 1947)
  • Madura (20 febbraio 1947)
  • Pasundan (Giava Occidentale, 24 aprile 1948)
  • Sumatera Selatan (Sumatra Sud, 30 agosto 1948)
  • Java Timur (Giava Orientale, 26 Novembre 1948)

Si trattava di un insieme di entità politiche caratterizzate da diversi livelli di autonomia rispetto ai Paesi Bassi; il 3 gennaio 1948 venne creato un comitato per le Indie Orientali, il Komite Indonesia Serikat, che chiese riforme immediate per creare gli Stati Uniti di Indonesia. Viene dunque inaugurato un Voorlopige Federale Raad, o Consiglio Federale Provvisorio, il 13 gennaio; successivamente, il 9 marzo del 1948 si installa un Voorlopige Federale Regering, o Governo Federale Provvisorio. Anche se il potere era concentrato nei rappresentanti dei Paesi Bassi in Indonesia, questo esperimento ha dato l’opportunità di dare voce anche ai leaders locali.

Il movimento federale non si fermò, e il 27 maggio del 1948, su iniziativa del Luogotenente-Governatore Generale Van Mook, fu convocata una ‘Grote Bandoeng Conferentie’, composta da delegati di tutte le entità federali, per discutere le riforme future. I leaders di queste delegazioni, tuttavia, decisero di separarsi dal corpo più grande per discutere politiche più urgenti tra di loro. Il 15 luglio questo gruppo, denominato ‘Bijeenkomst Federaal Overleg’ (BFO), ‘Comitato della Consultazione Federale’, ha avanzato proposte per una revisione più profonda del governo centrale.

Membri del Comitato delle Nazioni Unite nel 1948, Paul van Zeeland, Frank Graham e Frank P. Kirby (da destra a sinistra)

La ‘Risoluzione di Bandung’, in effetti, chiedeva l’instaurazione di una leadership indonesiana, mentre al rappresentante del Governo dei Paesi Bassi sarebbero rimasti dei poteri di veto; per questa ragione, nel mese di ottobre vennero avviate trattative per costituire un governo con una leadership indonesiana. Tuttavia, l’azione militare di Paesi Bassi (la Seconda Azione Poliziesca) fece fallire anche queste trattative, e tale evento segna l’inizio del declino irreversibile dei Paesi Bassi; la campagna militare, in effetti, non riesce ad ottenere i risultati sperati.

Anche se Yogyakarta è stata presa dagli olandesi, questa azione è stata condannata dal Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite; a Giava e Sumatra, poi, le truppe olandesi hanno incontrato una resistenza imprevista, condotta con la tecnica della guerriglia. Per queste ragioni, anche se i principali leaders indonesiani (Soekarno e Hatta) erano stati catturati, gli olandesi non riescono a porre fine alla Repubblica nata dalla dichiarazione del 17 agosto del 1945. Di conseguenza, nonostante l’occupazione dell’allora capitale della RI, Yogyakarta, il movimento nazionalista non si arrese, ma al contrario, ne uscì rafforzato, grazie anche a leaders come Soedirman e Nasution, due generali che adottano tecniche militari non previste dagli olandesi. Inoltre, l’era della colonizzazione era definitivamente tramontata, e le Nazioni Unite non sembrano più disposte a tollerarla.


L’Indonesia Unita e Sovrana

All’inizio del 1949 si crea una situazione di stallo, in quanto gli olandesi non sembrano capaci di consolidare le loro posizioni nell’arcipelago, mentre le forze indonesiane continuano a resistere; in tale contesto, si inserisce l‘accordo del 7 maggio 1949, che prevede il rilascio dei leaders indonesiani precedentemente catturati ed il ripristino del governo repubblicano a Yogyakarta.

A partire da questo momento, riprendono le trattative politiche, ma condotte su una scala più estesa, ed è in tale ambito che si tiene la Conferenza Indonesiana, sia a Batavia che a Yogyakarta, tra il 19 luglio e il 2 agosto del 1949. Successivamente, le trattative si trasferirono nei Paesi Bassi, e alla Ronde Tafel Conferentie (Conferenza della Tavola Rotonda), tenutasi tra il 23 agosto e il 2 novembre del 1949 vengono discussi i termini del trasferimento di sovranità, e il 27 dicembre del 1949, la Regina Giuliana firma il decreto che segna la sovranità della Repubblica Indonesiana sulla maggior parte delle ex Indie Orientali Olandesi. In realtà, rimane sotto la sovranità olandese la Nuova Guinea Occidentale, che diventerà indonesiana solamente negli anni Sessanta, come è già stato discusso su questa rivista.


Conclusioni

Il periodo compreso tra il 17 agosto del 1945 e il 27 dicembre del 1949 si caratterizza per la complessità degli avvenimenti e per la resilienza del popolo indonesiano, guidato da leaders come Soekarno, Nasution e Soedirman. La forza militare dei Paesi Bassi e dei loro alleati non è stata sufficiente per mantenere la colonia tropicale, dopo quasi quattro secoli di colonizzazione; a trionfare, infine, è stato lo spirito anti-colonialista e nazionalista, che ha permesso all’indonesia di diventare indipendente e sovrana.

Del resto, le ferite e le cicatrici di questo conflitto, che hanno posto fine alla colonizzazione olandese, sono ancora vive nella coscienza del popolo indonesiano; di conseguenza, non sorprendono le dinamiche della politica indonesiana, che hanno lo scopo di preservare l’indipendenza, soprattutto sostanziale, che è stata conquistata dopo molte battaglie e sacrifici.


Letture Consigliate

  • Drooglever P.J. (1999). Guide to the archives on relations between the netherlands and indonesia 1945-1963. Institute of Netherlands History. The Hague.
  • Chang, V. K. (2021). Revolution and Recognition in Post-War Asia: Restoring Missing Links in the Establishment of Indonesia–People’s Republic of China Relations, 1949–1950. Journal of Contemporary Asia51(4), 591-615.
  • Wardaya, M. K. (2021). Dealing with the Dark Past. The Prospect of the Settlement of the 1965-1966 Events in Indonesia (Doctoral dissertation).

Di Salvatore Puleio

Salvatore Puleio è analista e ricercatore nell'area 'Terrorismo Nazionale e Internazionale' presso il Centro Studi Criminalità e Giustizia ETS di Padova, un think tank italiano dedicato agli studi sulla criminalità, la sicurezza e la ricerca storica. Per la rubrica Mosaico Internazionale, nel Giornale dell’Umbria (giornale regionale online) e Porta Portese (giornale regionale online) ha scritto 'Modernità ed Islam in Indonesia – Un rapporto Conflittuale' e 'Il Salafismo e la ricerca della ‘Purezza’ – Un Separatismo Latente'. Collabora anche con ‘Fatti per la Storia’, una rivista storica informale online; tra le pubblicazioni, 'La sacra Rota Romana, il tribunale più celebre della storia' e 'Bernardo da Chiaravalle: monaco, maestro e costruttore di civiltà'. Nel 2024 ha creato e gestisce la rivista storica informale online, ‘Islam e Dintorni’, dedicata alla storia dell'Islam e ai temi correlati. (i.e. storia dell'Indonesia, terrorismo, ecc.)

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