I media iraniani simpatetici al regime teocratico rilanciano a più riprese il complotto noto come ‘Grande Israele’; secondo questa retorica, lo Stato di Israele starebbe cercando di espandere il proprio territorio, allo scopo di realizzare una sorta di super-stato che si estende oltre i confini attuali e del Mandato Britannico.
Si tratta di una retorica che serve all’Iran, e ad altri Stati islamici, per giustificare un’alleanza dei leaders musulmani e del mondo islamico, che fino a questo momento non si è realizzata, nonostante le dichiarazioni (non seguite da fatti). Il solo risultato concreto, al 19 settembre del 2025, è l’alleanza annunciata tra Arabia Saudita e Pakistan; ovviamente, rimane da vedere se in caso di attacco i termini verrebbero rispettati.
In occasione delle operazioni militari in Iran, sia la Russia che il Pakistan avevano rilasciato generiche dichiarazioni di supporto alla Repubblica Islamica, ma non si è verificato nessun intervento militare o di altro tipo. La recente alleanza segna, potenzialmente, un cambiamento importante, specialmente quando si considerano le capacità nucleari del Pakistan; in effetti, anche altri Paesi islamici o a maggioranza musulmana potrebbero decidere di realizzare accordi simili.
Ad ogni modo, è recente la notizia dell’agenzia di stampa iriana Mehr News, che rilancia l’idea del ‘Grande Israele’, usato come pretesto per paventare un’espansione in Turchia,
Israeli pursuit of a Greater Israel has placed Turkey directly in its crosshairs, as Ankara’s strategic role in Syria and its firm opposition to Zionists regional agenda make it a potential next target of Zionist expansionism.
Il perseguimento del piano israeliano di un Grande Israele ha posto la Turchia direttamente nel suo mirino, poiché il ruolo strategico di Ankara in Siria e la sua ferma opposizione all’agenda regionale sionista la rendono un potenziale prossimo obiettivo dell’espansionismo sionista.
Mohsen Pakaein, Turkey likely to be the target of Israel’s expansionism, Mehr News Agency, 16 September, 2025.
Questa ipotesi viene presentata come un ‘fatto che non può essere ignorato’, e che deve essere affrontato in maniera urgente, allo scopo di evitare che Israele si espanda (secondo questa visione) anche ad altri Paesi, ‘più lontani’.

Secondo l’agenzia di stampa iraniana,
One of Israel’s goals is to control and monitor Syria, and Turkey wants to maintain its presence in Syria to protect itself.
Uno degli obiettivi di Israele è controllare e monitorare la Siria, mentre la Turchia vuole mantenere la sua presenza in Siria per proteggersi.
Mohsen Pakaein, Turkey likely to be the target of Israel’s expansionism, Mehr News Agency, 16 September, 2025.
La presenza strategica in Siria, abbinata alle attività di Hamas in questo Paese sarebbero, secondo l’autore iraniano, la ‘prova’ delle mire espansionistiche dello Stato ebraico; per queste ‘ragioni’, si imporrebbe la necessità di un’allenza, o perlomeno di un accordo di difesa reciproca tra i due Paesi.
la Turchia, del resto, ha mostrato un atteggiamento ambivalente rispetto alle relazioni con le potenze occidentali; se da una parte il Paese si presenta come laico e moderato, dall’altro le relazioni con il mondo islamico, anche radicale, sono sempre presenti. Lo stessi Erdogan si è spesso mosso su un doppio binario, e il fascino (ed aiuto) al radicalismo, e all’Islam politico, non sono mai stati superati.