governatore
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La lunga parabola dell’Impero Olandese nelle Indie Orientali (attuale Indonesia) è stata controversa e segnata da eventi che sono ancora poco studiati e/o compresi; l’ultimo governatore generale, che esercitò un reale potere, al pari dei suoi predecessori, non fu l’evanescente Van Mook, nominato per chiudere il capitolo coloniale, ma Willem Lodewijk Tjarda van Starkenborgh Stachouver. Il suo regno sulla colonia tropicale inizia nel 1936, dopo una brillante carriera diplomatica, che lo condusse ad assumere la carica di ambasciatore dei Paesi Bassi in Belgio, nel 1933.

Stachouwer, l’ultimo governatore delle Indie Orientali Olandesi

Al momento della sua nomima al governo della colonia tropicale, le tensioni nazionalistiche erano già evidenti, ma la stabilità dell’amministrazione coloniale non era in dubbio; prima dello scoppio della Seconda Guerra Mondiale, e dell’ascesa del Giappone come potenza globale, non vi erano elementi che puntavano alla vicina dissoluzione dell’Impero Olandese.

La figura di Stachouwer, del resto, è coerente con una situazione di stabilità, ma di prudente allerta, che il nuovo governatore avrebbe dovuto gestire grazie alla sua moderazione, e alla sua idea di un governo coloniale morale, sulla scia della politica etica inaugurata nel 1900. Le parole d’ordine della sua amministrazione erano dunque ordine e disciplina, mentre gli eccessi del passato, orientati alla massimizzazione dei profitti, sembravano ormai lontani.

Stachouwer era cosciente delle tensioni che si agitavano sotto la superficie di ordine e stabilità, e cercò di contenere le rivendicazioni di autonomia, mediante una prudente promozione dell’emancipazione degli indigeni. Questa politica, che ottenne alcuni risultati, in realtà fornì agli indigeni gli strumenti per rivendicare la propria autonomia; tale corso, poi, venne accelerato dallo scoppio del Secondo Conflitto Mondiale.

Dirirmente, in questo senso, fu l’attacco giapponese a Pearl Harbour, che decretò una rapida avanzata della potenza asiatica nel Sud Est asiatico; si tratta di eventi testimoniati da diverse fonti dell’epoca, come Het Indisch Nieuws, del settembre 1945.

(…) il 10 marzo le ultime parole di radio Batavia: Ora chiudiamo, viva la Regina, arrivederci
a tempi migliori!

Vader En Langvoogd (Padre e Lungo Reggente), Het Indisch Nieuws, Agosto 1945, p. 3.

Queste parole testimoniano la resa del governatore che, con il suo piccolo esercito, non poteva certamente resistere alle armate giapponesi; a partire da questo momento, egli viene internato in Giappone, nel campo di prigionia di Mudken, fino alla resa del Giappone, nel 1945. La riconquistata libertà, tuttavia, non coincise con l’esercizio del potere coloniale, ma gli venne nominato un successore, l’ultimo governatore (de iure) delle Indie Orientali Olandesi, Hubertus Johannes Van Mook.

Il 17 agosto del 1945, tuttavia, Soekarno proclama l’indipendenza dell’Indonesia, e si apre un lungo periodo di guerra civile, con la ex colonia divisa in due, una indipendente sotto il precario governo di Soekarno. L’altra, invece, era governata da forze olandesi e britanniche, ma l’era del dominio coloniale era ormai finita, e la situazione del 1936 appariva lontana e impossibile da replicare; come noto, i nazionalisti indonesiani riuscirono a vedersi riconosciuta l’indipendenza dai Paesi Bassi nel dicembre del 1949.

Stachouwer, invece, fece ritorno nei Paesi Bassi, e morì nel 1978 a l’Aia, segnando la fine di una generazione che aveva ancora sperato di poter mantenere un dominio durato per circa 3 secoli e mezzo, fatta eccezione per il breve interregno britannico tra il 1811 e il 1816. L’idea della fine dell’Impero Olandese, invece, venne accettato con riluttanza, e anche figure moderate come Stachouwer non riuscivano a concepire un ordine differente da quello coloniale, seppure temperato dalle politiche etiche.

Domenica 9 settembre 1945, dopo un’assenza di 8 anni, il Governatore Generale delle Indie Orientali Olandesi, il Conte di Starckenborgh, ha rimesso piede per la prima volta sul suolo patrio all’aeroporto di Welschap. In quella occasione, il Luogotenente Governatore delle Indie Orientali Olandesi, la Principessa Juliana, il Ministro Presidente Prof. W. Schermerhorn e il Ministro degli Affari Esteri, Mr. B. N. van Kleffens, hanno dato il benvenuto al Luogotenente Governatore.

Vader En Langvoogd, Het Indisch Nieuws, Agosto 1945, p. 4.

In un articolo apparso su De Gids nel 1950, appena dopo il trattato dell’Aia del 1949, veniva osservato,

Nei mesi successivi al trasferimento di sovranità, si è assistito a un sostanziale avvio della cooperazione prevista dall’Unione nel campo delle relazioni estere. Sebbene – come ha osservato il Sig. Blom in risposta al Sig. Romme – esista effettivamente una differenza fondamentale tra lo spirito occidentale e quello asiatico, la consapevolezza che maggiori benefici esterni possono essere ottenuti per entrambi i partner se ciascuno non agisce da solo porta alla cooperazione.

Per quanto riguarda la Nuova Guinea, il dibattito seguito alla discussione in Senato non ha aperto nuove prospettive.

A.N. Molenaar, Binnenlandse politiek (politica interna), De Gids, 1950, p. 65.

Questo articolo permette di conferma che la transizione della sovranità non fu affatto semplice, e che ci furono delle difficoltà ad implementare gli accordi, e si registra una sostanziale refrattarietà ad accettare l’inevitabile, la dissoluzione dell’Impero.

Più avanti, si nota che

E perché i Paesi Bassi attribuivano così tanta importanza a questa struttura federale (Stati Uniti di Indonesia, ndr) e al diritto all’autodeterminazione? Perché i popoli delle Indie non erano un’unità e Djocja cercava di sottomettere tutti gli altri popoli. I Paesi Bassi volevano creare delle garanzie contro questo. Per questo motivo, il signor Oud fece includere un articolo speciale nella legge sul trasferimento della sovranità. Era l’unica cosa che il parlamento poteva fare all’epoca, data la triste situazione.

A.N. Molenaar, Binnenlandse politiek (politica interna), De Gids, 1950, p. 67.

La linea di demarcazione tra intervento e non ingerenza, dunque, non era ancora chiara, e, di fatto, la Republika Indonesia Serikat terminerà proprio nel 1950, per fare posto ad uno Stato Unitario, quello attuale. La strategia olandese, dunque, non funziona, e viene osteggiata da diverse frange politiche interne, che richiedono il rispetto dell’auto-determinazione indonesiana.

Di Salvatore Puleio

Salvatore Puleio è analista e ricercatore nell'area 'Terrorismo Nazionale e Internazionale' presso il Centro Studi Criminalità e Giustizia ETS di Padova, un think tank italiano dedicato agli studi sulla criminalità, la sicurezza e la ricerca storica. Per la rubrica Mosaico Internazionale, nel Giornale dell’Umbria (giornale regionale online) e Porta Portese (giornale regionale online) ha scritto 'Modernità ed Islam in Indonesia – Un rapporto Conflittuale' e 'Il Salafismo e la ricerca della ‘Purezza’ – Un Separatismo Latente'. Collabora anche con ‘Fatti per la Storia’, una rivista storica informale online; tra le pubblicazioni, 'La sacra Rota Romana, il tribunale più celebre della storia' e 'Bernardo da Chiaravalle: monaco, maestro e costruttore di civiltà'. Nel 2024 ha creato e gestisce la rivista storica informale online, ‘Islam e Dintorni’, dedicata alla storia dell'Islam e ai temi correlati. (i.e. storia dell'Indonesia, terrorismo, ecc.). Nel 2025 ha iniziato a colloborare con la testata online 'Rights Reporter', per la quale scrive articoli e analisi sull'Islam, la shariah e i diritti umani.

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