lask no terrorism
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Abstract

Laskar Jihad è un gruppo islamista paramilitare che ha agito in Indonesia negli anni Novanta ed all’inizio del XXI secolo. Fondato nel 1998, ha contribuito all’intensificarsi delle tensioni tra le diverse comunità religiose, portando a divisioni sociali ed una generale perdita di fiducia nelle istituzioni. La sua presenza ha influenzato la gioventù ed ha richiesto una risposta sia dalla società civile che dal governo indonesiano.


Introduzione

Laskar Jihad, un gruppo paramilitare islamico emerso nel contesto turbolento dell’Indonesia degli anni Novanta, ha giocato un ruolo cruciale nell’intensificarsi delle tensioni inter-religiose nel Paese Asiatico all’inizio del XXI secolo. Fondato nel 1998 da un gruppo di attivisti islamici e sostenuto da sentimenti nazionalisti e religiosi, Laskar Jihad si è presentato come difensore dell’islam e come paladino di una giustizia sociale che rispondeva alle percezioni di oppressione e discriminazione a danno di parte della comunità musulmana dell’Indonesia.

Laskar Jihad ha cercato di mobilitare i musulmani indonesiani non solamente a livello religioso, ma anche attraverso una retorica che prometteva un riscatto sociale ed economico. Le sue origini possono essere ricondotte a un contesto di frustrazione e insoddisfazione verso il governo indonesiano, nonché alle disuguaglianze sociali che caratterizzavano la vita di molti cittadini. Tale scenario ha innescato una reazione aggressiva, manifestata attraverso attività paramilitari che hanno contribuito a un ciclo di violenza e conflitto.

Nel corso degli anni, Laskar Jihad è stato coinvolto in numerosi scontri violenti, particolarmente nelle regioni dell’Indonesia dove convivevano diverse comunità religiose. Il gruppo ha guadagnato notorietà per le sue azioni nei conflitti in Mokomin, Maluku e Sulawesi, dove ha preso parte a veri e propri combattimenti. La sua presenza ha polarizzato ulteriormente le già fragili relazioni inter-religiose, e, allo stesso tempo, ha anche avuto ripercussioni dirette sul tessuto sociale del paese, influenzando le dinamiche di convivenza tra le diverse etnie e religioni.

Questo saggio si propone di analizzare l’impatto di Laskar Jihad sulla società indonesiana, non solo dal punto di vista della violenza e del conflitto, ma anche riguardo alla capacità di tali eventi di plasmare le identità culturali e politiche nel lungo periodo. Si esploreranno le origini ideologiche del gruppo, le sue articolazioni politiche e strategiche, e le conseguenze a lungo termine che le sue attività hanno avuto su vari aspetti della vita quotidiana degli indonesiani, comprese l’educazione, la politica e la coesione sociale.

Analizzando le risposte delle istituzioni statali e delle organizzazioni della società civile a questo fenomeno, questo contributo intende offrire una visione complessiva sulla resilienza della società indonesiana, sulla sua capacità di affrontare le sfide poste da gruppi estremisti e sulla ricerca di un equilibrio tra libertà religiosa e armonia sociale. Considerando le attuali tendenze e i cambiamenti in corso in Indonesia, la riflessione su Laskar Jihad diventa quindi non solo uno strumento di comprensione del passato, ma anche un chiave per anticipare e affrontare le sfide future nella complessa arena della pluralità religiosa e culturale indonesiana.


Origini di Laskar Jihad

Laskar Jihad nasce in un contesto di transizione politica molto complesso e dinamico, caratterizzato dalla caduta del regime di Suharto nel 1998, che aveva governato l’Indonesia con pugno di ferro per decenni. Questo cambiamento importante ha permesso una maggiore libertà di espressione e ha facilitato l’emergere di una società civile più attiva e impegnata. Tuttavia, questo periodo di apertura ha portato anche a un aumento delle tensioni etniche e religiose, che si sono amplificate ulteriormente a causa della grave crisi economica che l’Indonesia stava attraversando.

Il secondo Presidente dell’Indonesia, Suharto.

Le frustrazioni socio-economiche e le disuguaglianze tra diversi gruppi etnici e religiosi hanno contribuito a creare un terreno fertile per la radicalizzazione di particolari settori della popolazione. All’interno di questo contesto, Laskar Jihad si presentò come una risposta diretta a quelle che erano percepite come minacce all’Islam in Indonesia. Il gruppo si è proposto di difendere la comunità musulmana e, allo stesso tempo, di promuovere un’interpretazione militante e belligerante della fede islamica, giustificando l’uso della violenza come un atto di sacro dovere per preservare l’Islam e i suoi valori.

Il leader di Laskar Jihad, Jafar Umar Thalib, ha affermato che la motivazione principale del gruppo risiedeva nella necessità di proteggere i musulmani indonesiani da minacce esterne e interne, e di stabilire un ordine islamico che fosse conforme ai principi della sharia. Per raggiungere tali obiettivi, Laskar Jihad ha cercato e ottenuto il supporto di reti jihadiste e di movimenti radicali, che erano già presenti non solamente in Indonesia, ma anche a livello regionale e globale.

Jafar Umar Thalib (al centro).

La mobilitazione di un considerevole numero di volontari, spesso costituiti da giovani disoccupati in cerca di scopo e di appartenenza, è stata fondamentale per le operazioni del gruppo. Questi volontari venivano preparati per il conflitto armato anche all’interno di appositi locali di addestramento, dove venivano istruiti non solo nelle tecniche di combattimento, ma anche nella retorica jihadista che giustificava la loro causa. Attraverso questo processo di reclutamento e addestramento, Laskar Jihad è riuscito a costruire una rete di combattenti motivati e pronti a scendere in campo, alimentando ulteriormente il ciclo di violenza e conflitto che ha caratterizzato questo periodo storico in Indonesia.


Attività e operazioni

Laskar Jihad ha acquisito notorietà e una reputazione a dir poco controversa per il suo coinvolgimento attivo nei conflitti settari che hanno afflitto l’Indonesia, in particolare nelle regioni delle Molucche. In quest’area, tra la fine degli anni Novanta e l’inizio degli anni Duemila, si è assistito a violenti scontri tra la comunità musulmana e quella cristiana, che hanno sfociato in un conflitto aperto. Tra il 1999 e il 2001, Laskar Jihad ha lanciato una serie di operazioni militari mirate, alcune delle quali avevano come obiettivo principale quello di ristabilire un dominio musulmano nelle aree colpite dalla guerra civile. Le azioni del gruppo non solo hanno contribuito ad un aumento del suo potere e della sua influenza nella regione, ma hanno anche avuto conseguenze devastanti per la popolazione locale, portando a migliaia di morti e a un numero considerevole di sfollati che si sono trovati costretti a fuggire dalle loro case a causa della violenza diffusa.

Oltre alle operazioni di natura militare, Laskar Jihad ha cercato di ampliare la propria influenza sulla politica indonesiana attraverso manifestazioni pubbliche, campagne di sensibilizzazione e la formazione di alleanze strategiche con altri gruppi radicali ed attori politici. L’organizzazione ha promosso con insistenza ideali di un governo fondato sulla legge islamica (sharia) e ha cercato attivamente di reclutare sostenitori da diverse comunità musulmane in tutto il paese. Questo tentativo di espandere la sua portata ha avuto successo, permettendo a Laskar Jihad di trasformarsi in un soggetto significativo nel panorama politico e sociale indonesiano, andando oltre il conflitto militare diretto e cercando di stabilire una rete di sostegno tra la popolazione musulmana.

In tale contesto, il gruppo ha utilizzato una varietà di strategie, inclusi l’uso dei media, la mobilitazione di eventi pubblici e la creazione di reti di contatti, per diffondere la sua ideologia radicale e attrarre nuovi membri. Tale approccio ha rivelato la capacità di Laskar Jihad di sfruttare le tensioni religiose e politiche esistenti in Indonesia, trasformando la lotta per il potere e l’influenza in un tema di rilevanza nazionale che ha interessato non solo le Molucche, ma altre aree del Paese. Le loro azioni, guidate da una visione di un’Indonesia rigidamente governata da principi islamici, hanno generato un dibattito acceso all’interno della società indonesiana, con reazioni sia di supporto che di opposizione da parte di varie fazioni religiose e politiche.


Impatto sociale

Divisione della società

Uno degli impatti più significativi di Laskar Jihad sulla società indonesiana è stata la radicalizzazione della comunità musulmana e la conseguente divisione tra musulmani e cristiani. Questo fenomeno ha avuto inizio quando il gruppo ha cominciato a promuovere una visione estremista dell’Islam, spingendo i suoi aderenti a considerare la violenza come un mezzo legittimo per difendere la fede e affrontare le presunte minacce provenienti da altre religioni. Le loro azioni violente, che includevano attacchi armati, incendi e assassini, hanno mietuto vittime tra entrambe le comunità e hanno contribuito a creare un clima di paura e sfiducia.

Tali violenze non si sono limitate a un semplice scontro tra due fedi, ma hanno alimentato sentimenti di ostilità reciproca e di rancore, instillando nelle persone la paura dell’altro e promuovendo stereotipi negativi. La narrazione di una guerra religiosa ha preso piede, portando a una crescente polarizzazione sociale in Indonesia. Le tensioni tra musulmani e cristiani si sono intensificate, creando un contesto potenzialmente esplosivo in cui piccoli incidenti potevano facilmente degenerare in conflitti aperti.

Questa situazione ha minato gravemente i valori di tolleranza e rispetto reciproco che sono stati alla base della coesistenza pacifica della società indonesiana per decenni. La cultura dell’Arcipelago, nota storicamente per la sua diversità e per il suo pluralismo, si è trovata a fronteggiare sfide senza precedenti, con comunità in precedenza coese che si sentivano sempre più isolate ed in una situazione di conflitto. Il rischio di ulteriori confronti, alimentato da una polarizzazione sempre crescente, ha portato a preoccupazioni sia a livello locale che internazionale riguardo alla stabilità sociale e alla sicurezza politica del paese.

Allo stesso tempo, la radicalizzazione ha anche avuto ripercussioni sulla vita quotidiana delle persone. Molti indonesiani, musulmani e cristiani, si sono trovati costretti a rivedere le loro relazioni interpersonali e a modificare i loro comportamenti per evitare conflitti. Festival religiosi e celebrazioni hanno subito una limitazione della partecipazione pubblica, e in alcune aree le comunità hanno cominciato a segregarsi, limitando ulteriormente le interazioni e il dialogo interculturale.

In definitiva, sembra ragionevole affermare che l’operato di Laskar Jihad ha avuto un impatto profondo e duraturo sulla società indonesiana, segnando un periodo di divisione e conflitto che ha messo a rischio l’armonia interreligiosa e i valori di tolleranza che erano stati a lungo considerati fondamentali per la coesistenza pacifica nel Paese. La strada verso la riconciliazione ed il pieno recupero di una società pluralista e coesa si presenta ora come una sfida complessa e onerosa, e richiede sforzi concertati dalle parti coinvolte.


Perdita di fiducia nelle istituzioni

Le attività di Laskar Jihad hanno avuto un impatto significativo e profondo sulla percezione pubblica riguardo alla fiducia nelle istituzioni governative e sulla capacità dello Stato di mantenere la pace e l’ordine sociale. In un contesto di crescente violenza e instabilità, molti cittadini hanno cominciato a sentirsi abbandonati e trascurati dalle autorità statali, i cui sforzi per garantire sicurezza e protezione sembravano insufficienti o, in alcuni casi, completamente assenti.

Di fronte a questa realtà, una porzione della popolazione ha iniziato a vedere i gruppi militanti, come Laskar Jihad, non solo come forze oppressorie, ma piuttosto come le uniche entità capaci di difendere i loro interessi e le loro comunità. Questo cambiamento di prospettiva ha avuto delle conseguenze dirette sulla società, generando un clima di sfiducia nei confronti delle istituzioni governative e delle loro capacità. La percezione che il governo fosse incapace di garantire la sicurezza ha eroso ulteriormente l’autorità statale, creando un terreno fertile per la proliferazione di altri gruppi radicali all’interno del paese.

Questo fenomeno ha contribuito a modulare l’identità politica e sociale di molte comunità, portandole a cercare protezione e supporto in entità che, sebbene non ufficiali, apparivano come più efficaci e reattive rispetto alle istituzioni tradizionali. La conseguenza di tale scenario si è tradotta in una frammentazione della vita pubblica, dove il controllo e l’influenza di gruppi militanti sono aumentati a spese dell’autorità statale, accentuando le divisioni sociali e il risentimento nei confronti del governo. In questo ambito, la lotta per il potere non è stata solamente fisica, ma anche simbolica, con i cittadini costretti a riconsiderare le proprie alleanze e la propria fiducia.

Radicalizzazione dei Giovani

Uno degli effetti più duraturi e preoccupanti del fenomeno della radicalizzazione in Indonesia è rappresentato dalla trasformazione della gioventù indonesiana in soggetti facilmente influenzabili e reclutabili da gruppi estremisti come il Laskar Jihad. Questa organizzazione ha sviluppato una strategia mirata per attrarre giovani vulnerabili, approfittando della loro ricerca di appartenenza e della necessità di costruire una propria identità in un contesto sociale spesso caratterizzato da conflitti e ingiustizie.

La metodologia di reclutamento del Laskar Jihad non si limita a una mera adesione a un movimento; piuttosto, si basa sulla creazione di una narrazione ideologica forte e convincente. La formazione di un’ideologia militante, infatti, ha fornito a questi giovani una visione del mondo radicalmente nuova, in cui la violenza viene presentata non solo come giustificabile, ma come un’azione nobile e necessaria per affrontare le ingiustizie percepite. Questo modo di pensare ha sostituito principi di tolleranza e dialogo con un’idea di risoluzione dei conflitti che fa leva sull’aggressione e sull’uso della forza.

Le conseguenze di questa radicalizzazione giovanile non si limitano al contesto locale indonesiano. Infatti, molti dei giovani che sono stati reclutati e indottrinati dal Laskar Jihad sono, successivamente diventati parte di movimenti jihadisti più ampi, che operano a livello globale. Questa dinamica ha creato un pericoloso ponte tra l’ideologia locale e l’estremismo internazionale, alimentando un ciclo di violenza che si propaga oltre i confini nazionali e influenza altre gioventù in diverse parti del mondo.

In tale contesto, la crescita di una mentalità radicale tra i giovani rappresenta una sfida significativa non solo per l’Indonesia, ma per la comunità internazionale nel suo complesso, e richiede un approccio multidimensionale per affrontare le radici della radicalizzazione, promuovere l’inclusione sociale e favorire il dialogo inter-religioso, allo scopo di riscoprire i valori della pace e della comprensione che dovrebbero prevalere sui conflitti e sulla violenza.


Reazioni della società civile

La crescente attività di Laskar Jihad, inoltre, ha anche comportato una mobilitazione significativa e proattiva della società civile indonesiana. In risposta alle crescenti tensioni e alle minacce rappresentate dalla radicalizzazione, numerosi gruppi, che includono sia comunità musulmane che non musulmane, hanno intrapreso iniziative concrete per promuovere il dialogo inter-religioso. Queste campagne di dialogo sono state progettate non solo per facilitare una migliore comprensione reciproca tra diverse fedi, ma anche per costruire ponti di comunicazione e collaborazione che possano ostacolare la diffusione di ideologie estremiste.

Ancora, sono state avviate varie iniziative di riconciliazione, volte a rinsaldare le relazioni tra gruppi diversi all’interno della società indonesiana. Queste iniziative mirano a promuovere un senso di unità e di pace, incoraggiando il rispetto e la tolleranza tra le diverse culture e tradizioni religiose. Attraverso workshops, seminari ed incontri pubblici, i partecipanti possono scambiare opinioni ed esperienze, lavorando insieme per trovare soluzioni pacifiche ai conflitti esistenti.

Parallelamente, l’attivismo sociale e la promozione dei diritti umani hanno guadagnato notevole slancio. Le organizzazioni della società civile, insieme ad attivisti e difensori dei diritti umani, si sono fatti portavoce di una crescente consapevolezza riguardo ai pericoli del settarismo e della violenza. Hanno presidiato manifestazioni, prodotto documenti e ricerche, e avviato campagne informative per sensibilizzare la popolazione sui rischi connessi all’estremismo religioso.

Questi sforzi hanno contribuito a creare una società più informata e consapevole, capace di resistere agli appelli alla violenza e all’odio. La crescente mobilitazione della società civile rappresenta dunque non solo una risposta alle sfide imposte da movimenti come Laskar Jihad, ma anche un passo fondamentale verso la costruzione di un futuro più pacifico ed inclusivo, in cui il dialogo ed il rispetto reciproco possano prevalere sulle divisioni e sui conflitti.


Risposta del governo

La risposta del governo indonesiano nei confronti di Laskar Jihad si è rivelata ambivalente e complessa, riflettendo una tensione tra la necessità di garantire la sicurezza nazionale e l’impegno verso la stabilità e la pacificazione sociale. Nelle fasi iniziali della crisi, il governo ha intrapreso un approccio che privilegiava misure riparative e conciliatorie, cercando di dialogare e negoziare con i leader di Laskar Jihad e promuovendo iniziative volte a mitigare le tensioni settarie. Questa strategia era motivata dal desiderio di evitare un’escalation di violenza e di preservare la coesione sociale in un Paese già fragile.

Tuttavia, con il passare del tempo e la crescente influenza dei gruppi militanti, si è sviluppata una pressione crescente, sia interna che internazionale, affinché il governo adottasse un atteggiamento più deciso e risoluto contro le formazioni estremiste. A fronte di questa necessità, il governo ha cominciato a implementare una serie di misure più incisive, che hanno incluso l’introduzione di leggi anti-terrorismo specifiche concepite per affrontare in modo sistematico non solo Laskar Jihad, ma anche altri gruppi radicali che minacciavano la sicurezza del Paese.

Tali leggi hanno permesso un rafforzamento significativo delle forze di polizia e dei servizi di intelligence, attuando operazioni di sicurezza mirate e coordinati raid contro i sospetti militanti. Le azioni intraprese in questo contesto, sebbene necessarie per controllare la situazione e tutelare l’ordine pubblico, hanno suscitato preoccupazioni diffuse da parte di organizzazioni per i diritti umani e della comunità internazionale. Si è temuto che tali operazioni potessero portare a violazioni sistematiche dei diritti fondamentali, incluse detenzioni arbitrarie e torture, nonché ad un clima di repressione che potesse frustrare le legittime aspirazioni di pacificazione e dialogo tra le diverse componenti della società indonesiana.

In tale contesto, il governo si trova di fronte a una sfida complessa: bilanciare le esigenze di sicurezza con il rispetto dei diritti umani e la promozione della riconciliazione, in un Paese che sta cercando di superare le divisioni storiche e costruire un futuro di pace e stabilità.


Conclusioni

Laskar Jihad ha avuto un impatto sostanziale sulla società indonesiana, influenzando la vita politica, religiosa e sociale in modi complessi e spesso conflittuali. Mentre il gruppo ha contribuito alla radicalizzazione di alcune frange della popolazione, ha anche stimolato reazioni significative da parte della società civile e del governo. Il conflitto tra le sue ideologie e le aspirazioni di una società pluralista ha messo in evidenza le fragilità di un Paese in continua evoluzione come l’Indonesia.

In un contesto globale sempre più polarizzato, l’esperienza indonesiana con Laskar Jihad offre importanti insegnamenti sulla gestione della diversità religiosa e culturale, sulla promozione della pace e sulla prevenzione della radicalizzazione. Per scongiurare il ripetersi di tali tensioni, è fondamentale che l’Indonesia continui a investire nel dialogo e nella coesistenza pacifica, attraverso l’educazione, la promozione dei diritti umani e un attivo coinvolgimento della società civile nel costruire una società più inclusiva, tollerante e resiliente.


Letture Consigliate

  • Hasan, N. (2006). Laskar Jihad: Islam, militancy, and the quest for identity in post-New Order Indonesia (No. 40). SEAP Publications.
  • Barton, G. (2021). Contesting Indonesia’s democratic transition: Laskar Jihad, the Islamic defenders front (FPI) and civil society. Security, Democracy, and Society in Bali: Trouble with Protection, 305-331.
  • Abdullah, A., Kamaruddin, S., & Halim, H. (2019). Networking radical Islamic group in Indonesia. International Journal of Innovation, Creativity and Change5(2), 1-10.

Di Salvatore Puleio

Salvatore Puleio è analista e ricercatore nell'area 'Terrorismo Nazionale e Internazionale' presso il Centro Studi Criminalità e Giustizia ETS di Padova, un think tank italiano dedicato agli studi sulla criminalità, la sicurezza e la ricerca storica. Per la rubrica Mosaico Internazionale, nel Giornale dell’Umbria (giornale regionale online) e Porta Portese (giornale regionale online) ha scritto 'Modernità ed Islam in Indonesia – Un rapporto Conflittuale' e 'Il Salafismo e la ricerca della ‘Purezza’ – Un Separatismo Latente'. Collabora anche con ‘Fatti per la Storia’, una rivista storica informale online; tra le pubblicazioni, 'La sacra Rota Romana, il tribunale più celebre della storia' e 'Bernardo da Chiaravalle: monaco, maestro e costruttore di civiltà'. Nel 2024 ha creato e gestisce la rivista storica informale online, ‘Islam e Dintorni’, dedicata alla storia dell'Islam e ai temi correlati. (i.e. storia dell'Indonesia, terrorismo, ecc.)

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