Nel 1914, un articolo di Het ZendingsBlad (La Gazzetta Missionaria) della Chiesa Riformata Olandese, proponeva una riflessione interessante sul rinnovato interesse dei giavanesi per le tematiche sociali, legate allo sviluppo. In tale occasione, veniva suggerito che la missione di Giava stesse diventando indipendente, e che avesse raggiunto una certa maturità;
De Zending op Midden-Java doorleeft een tijd van hoopvolle verwachting. De vruch
ten op het zendingsveld Java zijn reeds overvloediger dan in eenig ander Mohammedaansch land.
La Missione nel centro di Giava sta vivendo un periodo di speranza. I frutti nel campo missionario di Giava sono già più abbondanti che in qualsiasi altro paese musulmano. E negli ultimi anni si vedono segni che riempiono i cuori dei missionari di gioiosa speranza.
Het ZendingsBlad, 11, 1914, p. 172.
Allo stesso tempo, viene sottolineato il crescente interesse per il mondo occidentale da parte degli ‘indigeni’ per la cultura olandese, nelle sue diverse dimensioni,
De drang naar ontwikkeling is ongekend groot. Tienduizenden Javanen leeren Hollandsch. Menschen met kleine traktemen ten getroosten zich groote opofferingen om lessen in het Hollandsch te ontvangen of die aan hun kinderen te doen geven. Aan een der vorstenhoven te Solo begint menzich Hollandsch te kleeden. Hollandsche omgangsvormen vinden onder de voorname
ren steeds meer ingang. Zal dit krachtig streven naar Westersche ontwikkeling ook leiden
tot nader onderzoek van dien godsdienst, die eeuwen geleden uit het Oosten naar
het Westen ging en nu door Westerlingen weer aan de volken in het Oosten gepre
dikt wordt.
La spinta allo sviluppo è senza precedenti. Decine di migliaia di giavanesi imparano l’olandese. Persone con piccoli redditi si sottopongono a grandi sacrifici per ricevere lezioni di olandese o per farle dare ai propri figli. In una delle corti principesche di Solo si comincia a vestirsi all’olandese. Le buone maniere olandesi stanno prendendo sempre più piede tra le persone di spicco. Questo vigoroso sforzo per lo sviluppo dell’Olanda Occidentale porterà anche a un’ulteriore indagine su quella religione che secoli fa si diffuse dall’Oriente all’Occidente e che ora viene predicata di nuovo agli popoli dell’Oriente dagli Occidentali.
Het ZendingsBlad, 11, 1914, p. 172.
Tale spinta verso un nuovo sviluppo, lo si ricorda, proveniva dalla politica etica, inaugurata da una quindicina di anni quando questo articolo viene scritto; inoltre, si ricorda il contesto missionario, e la comprensibile sovrastima dei risultati raggiunti. L’autore, tuttavia, presenta anche degli spunti critici, e non appare naive come sembrerebbe.
L’entusiasmo per quanto raggiunto, in effetti, viene temperato da una serie di riflessioni, anzi, di domande aperte; una, in particolare, è decisamente interessante, e riguarda la menzione di Sarekat Islam, fondata da appena due anni. Ciò nonostante, essa era già una forza viva e rilevante, capace di organizzare gli indigeni.
De eenvoudige Javanen vereenigen zich (denk b.v. aan Sarikat Islam) om den klei
nen man een betere maatschappelijke po sitie te veroveren. Men verwacht, dat de
godsdienst hierbij een behulpzame hand zal bieden. Daardoor komt de vraag aan de
orde, welke waarde de Islam heeft voor den maatschappelijken vooruitgang van een
volk. Eveneens de vraag, of de maatschap pelijke bloei der Westersche volken te
danken is aan hun godsdienst, aan het Christendom.
I semplici giavanesi si uniscono (si pensi ad esempio alla Sarikat Islam) per conquistare una posizione sociale migliore per l’uomo comune. Ci si aspetta che la religione offra un aiuto in questo. Ciò solleva la questione del valore che l’Islam ha per il progresso sociale di un popolo. (E) Anche la domanda se la prosperità sociale dei popoli occidentali sia da attribuire alla loro religione, al cristianesimo.
Het ZendingsBlad, 11, 1914, p. 172.
Nel 1914, un anno prima che il Primo Conflitto Mondiale stravolgesse le mappe e le coscienze mondiali, le speranze di un progresso nell’evangelizzazione, e anche nel controllo della colonia, che sarebbe stata più agevole in presenza di una forte presenza di cristiani indigeni, era reale. L’interesse per la cultura olandese, tuttavia, causò, come noto, un risveglio di segno opposto, e la religione riformata divenne il simbolo del potere occidentale, e non di una liberazione spirituale come speravano missionari e amministratori coloniali.

Pertanto, questo articolo del 1914 coglie alcuni elementi in maniera precoce, come l’importanza di attori come Sarekat Islam, che ponevano al centro della loro azione un’idea di giustizia sociale appetibile per la grande massa di indigeni, in stragrande maggioranza musulmani, sospettosi del potere coloniale. La fiducia espressa, tuttavia, sarà destinata ad infrangersi contro gli eventi storici, che solamente un anno dopo muteranno per sempre la storia e la sua comprensione; nemmeno la decisione dei Paesi Bassi di rimanere neutrale durante il conflitto riusciranno ad evitare gli effetti culturali del conflitto, specialmente sulle colonie.
La medesima rivista, nel numero 1 del 1953, celebrava i 50 anni di vita, ma il contesto era radicalmente mutato; il riferimento non era più alle Indie Orientali, ma all’Indonesia, che ormai era diventata indipendente.
Wat is daarom een 50-jarig bestaan van een Zendingsblad ? Het zal a.h.w. kun
nen blijven bestaan tot het einde der da gen en dat kan nog jaren duren.
De Redactie is dankbaar, dat zij ook nu nog mag meewerken aan het doorgeven
van al de blijde berichten, die haar van het Zendingsveld bereiken, aan het op
roepen tot meeleven en gebed, als er moeiten en zorgen zijn.
De redactie heeft ook een wens. Dat het blad nu ook inderdaad door iedereen ge
lezen wordt. Want er worden geen ver haaltjes verteld of sprookjes doorgege
ven. Maar we zien Jezus Christus over winnend door Indonesië gaan. En dat is
de grote betekenis van het Zendingsblad. En dit is het ook, waarom eigenlijk het
Zendingsblad een dagblad in betekenis overtreft.
Che cos’è quindi un’esistenza di 50 anni di un giornale missionario? Potrà, per così dire, continuare a esistere fino alla fine dei giorni e questo potrebbe durare ancora per anni. La Redazione è grata di poter continuare anche ora a collaborare alla diffusione di tutte le buone notizie che le giungono dal campo missionario, e a invitare alla partecipazione e alla preghiera quando ci sono difficoltà e preoccupazioni. Anche la redazione ha un desiderio. Che la rivista sia ora effettivamente letta da tutti. Perché non vengono raccontate storie o tramandate fiabe. Ma vediamo Gesù Cristo andare vittorioso in Indonesia. E questo è il grande significato del Giornale Missionario. E questo è anche il motivo per cui, in realtà, il Bollettino Missionario supera in importanza un quotidiano.
Het ZendingsBlad, 1, 1953, p. 3.

La riflessione si sposta dunque dal piano politico e coloniale a quello puramente spirituale, riferito all’Indonesia e al significato originale della missione cristiana, spogliato delle sue ambizioni politiche; un cambiamento inevitabile, ma che nondimeno segna uno spartiacque fondamentale.

