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Giava Occidentale, la provincia più popolosa dell’arcipelago indonesiano, rappresenta il centro delle operazioni anti-terrorismo, in termini numerici e di frequenza; il contrasto mediante Densus 88, l’unità speciale della Polizia di Stato per il contrasto al terrorismo, non appare sufficiente a lottare contro questo fenomeno nel lungo periodo.


West Java, the most populous province in the Indonesian archipelago, is the centre of anti-terrorism operations, both in terms of numbers and frequency; The contrast provided by Densus 88, the State Police’s special unit for combating terrorism, does not appear sufficient to combat this phenomenon in the long term.


Giava Occidentale – Centro della Radicalizzazione Islamica Indonesiana

L’Indonesia, paese di oltre 285 milioni di abitanti e patria della più grande popolazione musulmana del pianeta, vive da due decenni una tensione costante tra modernità e radicalismo; l’arcipelago, formato da oltre 17.000 isole, ha conosciuto una lunga storia di convivenza religiosa e culturale, ma anche una penetrazione progressiva di ideologie estremiste, spesso importate e adattate a contesti locali. In questo quadro, Giava Occidentale (Jawa Barat), che nel 2025 conta circa 50 milioni di abitanti, si è affermata come una delle province più sensibili e problematiche dal punto di vista della sicurezza interna.

La provincia, con città come Bandung, Cianjur, Garut e Tasikmalaya, è da tempo terreno fertile per la predicazione salafita e per la presenza di reti jihadiste, e, in effetti, Densus 88, l’unità antiterrorismo della polizia indonesiana, vi conduce regolarmente operazioni e arresti. Secondo i dati raccolti dal Center for Radicalism and Deradicalization Studies (PAKAR) e dal Indonesian Terrorism Cases Database (ICCT), Giava Occidentale figura costantemente tra le prime province per numero di procedimenti legati ad attività terroristiche. Le cellule individuate variano per struttura e orientamento, ma convergono in un comune denominatore ideologico, la percezione di uno Stato corrotto, impuro e lontano dai principi dell’Islam ‘autentico’.

Numero di Reati per Provincia (Domicilio del sospettato/arrestato e scena del crimine, 2003-2023)
(Maulana et al., 2024, p. 160)


Il grafico riportato permette di trarre qualche considerazione iniziale, partendo dal numero di sospetti/casi, che si concentra a Giava, ed in particolare nella porzione occidentale, con una crescita anche di Sulawesi e Sumatra. Sono queste le aree in cui Densus 88 e le altre autorità sono intervenute nel corso del ventennio 2003-2023; secondo lo studio, le province in cui si concentrano le attività terroristiche sono,

West Java (361), Central Java (161), East Java (120), Jakarta (109), and North Sumatra (90), with four of the top five provinces located on Java Island.

Giava Occidentale (361), Giava Centrale (161), Giava Orientale (120), Giacarta (109) e Sumatra Settentrionale (90), con quattro delle prime cinque province situate sull’isola di Giava.

Maulana et al. (2024). Demographic Profile, Mapping, and Punishment of Terrorist Convicts in Indonesia:
An Introduction to the Indonesian Terrorism Cases Database. Perspectives on Terrorism, XVIII(3), 158.

Si tratta di una rappresentazione veritiera della realtà, che probabilmente sottostima il fenomeno, in quanto non tutti i casi vengono riportati dai media o confluiscono in database o rapporti ufficiali; diventa evidente che il terrorismo in Indonesia, sebbene non abbia causato vittime nel corso degli ultimi tre anni, rappresenta ancora un problema per la sicurezza nazionale, ma anche regionale.


Radicalizzazione e Tessuto Sociale

Per comprendere la diffusa radicalizzazione in Giava Occidentale occorre guardare oltre le statistiche e addentrarsi nel tessuto sociale della provincia; qui, più che altrove, il conservatorismo religioso si intreccia con la povertà, la disoccupazione giovanile e la crisi d’identità di ampi strati della popolazione. La rapida urbanizzazione e una distribuzione ineguale delle risorse economiche hanno prodotto quartieri e villaggi marginalizzati, dove la predicazione salafita trova un pubblico ricettivo, aperto ad una via d’uscita e ad un’identificazione con una causa e un’ideologia a cui aderire.

Moschea Al Istiqomah, a Giava Occidentale

Le madrase e i pesantren (scuole islamiche tradizionalia tempo pieno), storicamente centri di formazione spirituale, sono divenuti in alcuni casi dei canali di diffusione di un Islam rigidamente normativo, spesso in tensione con la tradizione sincretica del Islam Nusantara, il volto indonesiano e relativamente pluralista della fede islamica. Non si tratta, del resto, di un fenomeno uniforme, in quanto la maggioranza delle scuole islamiche di Giava Occidentale rimane moderata e impegnata in programmi educativi positivi. Tuttavia, esistono piccoli ma influenti nuclei di insegnanti o predicatori radicali, spesso formatisi in Medio Oriente o influenzati da reti come Hizb ut-Tahrir Indonesia (ora bandita) o ex membri di Jemaah Islamiyah, che continuano a promuovere un discorso di rigetto verso l’ordine costituito.


Densus 88 – Efficienza Operativa, Limiti Strategici

Negli ultimi anni, Densus 88 ha compiuto numerosi arresti in Giava Occidentale, spesso neutralizzando cellule legate a Jemaah Ansharut Daulah (JAD), gruppo affiliato allo Stato Islamico; operazioni a Cirebon, Bandung e Subang hanno portato alla scoperta di laboratori per la fabbricazione di esplosivi, reti di finanziamento e piani di attentati contro commissariati di polizia o luoghi di culto cristiani. Tuttavia, l’azione di Densus 88, per quanto efficace nel breve termine, non sembra capace di modificare il terreno culturale che alimenta la radicalizzazione.

Unità Densus 88

L’unità, spesso elogiata per la sua prontezza operativa e per la collaborazione con agenzie di intelligence straniere, soffre di una percezione ambivalente tra la popolazione; da un lato, essa viene considerata come il simbolo della capacità dello Stato di reagire al terrorismo. Dall’altro, essa viene percepita come uno strumento di repressione politica o di abuso. Diverse organizzazioni per i diritti umani hanno denunciato casi di arresti arbitrari, uso eccessivo della forza e detenzioni prolungate senza processo. Questi episodi, anche se minoritari, minano la fiducia della popolazione e forniscono nuova linfa alla narrativa vittimista dei radicali; tuttavia, la maggior parte degli abusi (o presunti tali) risale ai primi anni di attività di questa unità speciale, quando i limiti della sua azione erano meno definiti.

Le operazioni condotte da Densus 88 sono frequenti, come testimonia una delle ultime, risalente al 6 ottobre del 2025; un sospetto, RR, è stato trovato in possesso di materiale legato al Califfato Islamico ISIS, come riportano gli organi di informazione indonesiani, nella provincia di Sumatra Nord, a Tujungbalai. Nella medesima provincia, il 3 e il 6 ottobre sono stati posti sotto arresto 4 sospetti di appartenere anch’essi al Califfato; si tratta di un modesto esempio dell’attività di questa unità speciale, che lavora con efficacia per contrastare, spesso prevenendolo, il terrorismo.


L’Ambiguità delle Istituzioni

La questione più difficile riguarda la credibilità delle istituzioni indonesiane nel contrastare in modo coerente e trasparente il terrorismo; ci si può legittimamente chiedere se esista una reale volontà di affrontare il problema alla radice, o se prevalga, invece, un approccio formale, segnato da retate mediatiche e da ‘successi’ numerici.

Il governo centrale ha spesso oscillato tra fermezza e ambiguità, in quanto, da un lato, promuove campagne di deradicalizzazione e dialogo interreligioso; dall’altro, tollera o quanto meno non contrasta con decisione i movimenti islamisti che godono di consenso popolare e che, pur non ricorrendo alla violenza, diffondono una cultura dell’intolleranza. Ci si riferisce, in particolare, ad alcuni predicatori radicali, non necessariamente ma spesso salafiti, che operano apertamente a Giava Occidentale, sostenendo visioni segregazioniste, rigoriste e anti-occidentali, spesso con il tacito assenso delle autorità locali.

L’atteggiamento dello Stato, e in particolare delle autorità provinciali, sembra dettato più da considerazioni elettorali che da una strategia di sicurezza a lungo termine; il timore di alienare l’elettorato conservatore (spesso maggioritario) spinge molti politici a evitare posizioni nette contro le correnti islamiche più rigide. Questa ambiguità crea un’area ambigua in cui la radicalizzazione ideologica può prosperare indisturbata, ed eventualmente sfociare nella violenza, costringendo l’apparato di sicurezza a intervenire. Spesso, tuttavia, è lo Stato centrale a prendere l’iniziativa, oppure le istituzioni provinciali, per l’inerzia di quelle locali (municipali, distrettuali, ecc.), condannando formalmente gli abusi, come avvenuto nei casi di Sukabumi e Padang.


Radicalizzazione Silenziosa, Rete Digitale, Deradicalizzazione

Un elemento di crescente preoccupazione è la trasformazione digitale della propaganda jihadista, e le città di Giava Occidentale, con le loro vaste popolazioni giovanili e l’accesso diffuso a Internet, rappresentano un ambiente ideale per la diffusione di contenuti estremisti online. Densus 88 e l’Agenzia Nazionale Antiterrorismo (BNPT) hanno individuato centinaia di account e canali social dedicati alla propaganda salafita o jihadista, spesso camuffati da siti di studio religioso o forum di discussione.

In parallelo, si osserva un fenomeno di ‘radicalizzazione domestica‘, in cui intere famiglie vengono coinvolte nei processi di reclutamento o nelle attività di supporto logistico.; i casi di Bandung e Subang, dove sono stati arrestati nuclei familiari affiliati a JAD, testimoniano la pervasività del fenomeno e la difficoltà di contrastarlo solo con mezzi repressivi.

Il governo indonesiano, con l’appoggio di Densus 88 e BNPT, ha avviato programmi di deradicalizzazione che prevedono assistenza psicologica, reinserimento sociale e formazione professionale per ex detenuti di reati legati al terrorismo.

Il Responsabile dell’Agenzia Anti Terrorismo ha recentemente affermato che,

“We continue to carry out deradicalization programs through national, religious, and entrepreneurial training and insights,” said the Head of BNPT on Wednesday (4/16/2025).In realizing the goal, BNPT collaborates with various parties who are able to support the rehabilitation of terrorism convicts, which are later called partners.

“Continuiamo a realizzare programmi di deradicalizzazione attraverso formazione e approfondimenti nazionali, religiosi e imprenditoriali”, ha dichiarato il capo della BNPT mercoledì (16/4/2025). Nel realizzare l’obiettivo, la BNPT collabora con varie parti in grado di sostenere la riabilitazione dei condannati per terrorismo, che vengono successivamente chiamati partner.

Indonesian National Police, BNPT Committed to Improve Deradicalization Effort Through Entrepreneurship Training, Il BNPT si impegna a migliorare lo sforzo di deradicalizzazione attraverso la formazione imprenditoriale, 17 Aprile 2025.

Tuttavia, l’efficacia di questi programmi è variabile, e molti ex-militanti, una volta rilasciati, tornano in contesti comunitari che continuano a legittimare il discorso radicale; l’assenza di un sostegno economico stabile e la stigmatizzazione sociale rendono poi difficile un vero reinserimento.

A Giava Occidentale, ancora, si osserva che alcuni pesantren moderati hanno avviato iniziative autonome di ‘de-salafizzazione’, cercando di riportare la fede islamica nel solco della tradizione culturale indonesiana; queste esperienze, seppur limitate, rappresentano un modello di resistenza culturale dal basso, che le istituzioni dovrebbero valorizzare maggiormente. L’appoggio statale, tuttavia, rimane frammentario, disperso tra burocrazie e rivalità politiche.


Conclusione

Giava Occidentale rimane attualmente un laboratorio e un centro di osservazione della sicurezza indonesiana; in tale provincia, in effetti, si osservano, allo stesso temp, gli elementi che definiscono la sfida contemporanea al terrorismo, ovvero l’ambiguità politica, la fragilità sociale, la digitalizzazione della radicalizzazione e la lotta per il monopolio dell’Islam indonesiano. Densus 88 opera con dedizione e spesso con successo tattico, ma la battaglia più importante, quella per la fiducia e la cultura,non può essere vinta solamente con le armi.

Le istituzioni indonesiane mostrano una volontà ambigua di contrastare il fenomeno, spesso condizionata da calcoli politici e da una visione securitaria limitata al breve termine; la diffusa cultura islamica (spesso conservatrice), poi, non facilita un efficace contrasto di fenomeni che, dal punto di vista culturale, godono di un supporto diffuso, almeno concettualmente. Il vero problema rimane, come in altre parti del mondo islamico, l’uso politico, e talvolta violento dell’Islam, una tradizione consolidata difficile da modificare, perlomeno nel breve periodo.

Fino a quando il contrasto al terrorismo (e al radicalismo) non sarà accompagnato da un investimento profondo nella giustizia sociale, nell’educazione e nella difesa del pluralismo religioso, Giava Occidentale continuerà ad essere un termometro della fragilità nazionale.


Letture Consigliate

  • Hannah, N., Hikmawati, R., Rochmawati, I., Wahyudin, D., & Hazefa, H. K. (2025). Assessing the Impact of De-radicalisation and Counter-radicalism Initiatives: A Case Study of PW Fatayat NU in West and East Java, Indonesia. Wawasan: Jurnal Ilmiah Agama dan Sosial Budaya, 10(1), 81–96.
  • Taufik Hidayatulloh, Rudy Harisyah Alam, & Zaizul Ab. Rahman. (2024, December). From Extremism to Moderation: Examining the Impact of Densus 88 Assistance Program on Ex-Terrorism Convicts in Cirebon, West Java. Analisa: Journal of Social Science and Religion, 9(2).
  • Asep Adang Supriyadi & Masita Dwi Mandini Manessa. (2020). Terrorism vulnerability assessment in Java Island: A spatial multi-criteria analysis approach. Indonesian Journal of Geography, 35(2), 163-169.

Di Salvatore Puleio

Salvatore Puleio è analista e ricercatore nell'area 'Terrorismo Nazionale e Internazionale' presso il Centro Studi Criminalità e Giustizia ETS di Padova, un think tank italiano dedicato agli studi sulla criminalità, la sicurezza e la ricerca storica. Per la rubrica Mosaico Internazionale, nel Giornale dell’Umbria (giornale regionale online) e Porta Portese (giornale regionale online) ha scritto 'Modernità ed Islam in Indonesia – Un rapporto Conflittuale' e 'Il Salafismo e la ricerca della ‘Purezza’ – Un Separatismo Latente'. Collabora anche con ‘Fatti per la Storia’, una rivista storica informale online; tra le pubblicazioni, 'La sacra Rota Romana, il tribunale più celebre della storia' e 'Bernardo da Chiaravalle: monaco, maestro e costruttore di civiltà'. Nel 2024 ha creato e gestisce la rivista storica informale online, ‘Islam e Dintorni’, dedicata alla storia dell'Islam e ai temi correlati. (i.e. storia dell'Indonesia, terrorismo, ecc.). Nel 2025 ha iniziato a colloborare con la testata online 'Rights Reporter', per la quale scrive articoli e analisi sull'Islam, la shariah e i diritti umani.

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